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Autore: lovingemmaswan    27/07/2015    8 recensioni
Una storia Captain Swan basata sulla gravidanza di Emma, dal test di gravidanza positivo alla nascita del bambino.
Tradotta da una fanfiction inglese , è ambientata alla fine della seconda stagione.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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25 settimane.

"Più forte... dio, più forte, Killian... ancora. Di più. Oddio, così mi piace. "

Le istruzioni di Emma si dissolsero in un gemito dopo l'ultima frase, quando lei posò la testa sulla sua spalla. "Proprio qui,"

"Ti hanno mai detto che suoni incredibilmente... sporca, quando qualcuno ti massaggia, Swan?" Uncino ridacchiò vicino al suo orecchio, continuando a fare pressione sulla schiena di lei, le dita che si muovevano in piccoli cerchi. " Oserei dire che lo sei più di quando noi-"

"Zitto," grugnì lei, dandogli una gomitata ."Il bambino sta facendo acrobazie sulla mia schiena. Ha cercato di uccidermi tutto il giorno, in quella sedia al lavoro. Dio, odio compilare scartoffie praticamente sempre,"

"Sei fortunata che il principe ti lasci fare almeno qualcosa, amore. Se fosse per me-"

"Sarei scalza e incinta e starei in casa e ti cucinerei la colazione tutte le mattine?" lo interruppe seccamente, in tono sarcastico.

"Qualcosa del genere," sorrise scherzosamente. "Sempre meglio di metterti in pericolo."

"Storybrooke non è pericolosa da mesi, Killian," replicò lei, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo quando lui iniziò a massaggiare il punto perfetto sulla sua schiena, facendo finalmente rilassare i suoi muscoli contratti. "Dio, sei bravo per avere una sola mano," disse senza pensare, facendolo ridacchiare nuovamente e facendola spaventare quando sentì le sue labbra baciarle la nuca. "Ti prego, non dirmi che anche questo ti sta eccitando?"

"Emma, un gentiluomo apprezza sempre poter essere capace di soddisfare la sua donna, in qualsiasi modo,"

”Questi sono doveri, non piaceri. Se non lo fai per me, a questo punto, non so se riuscirò a stare in piedi domani per lo shopping per la nursery. Vai più giù," chiese, dandogli un'altra gomitata quando la sua mano si fermò . “Non farlo!" scattò, quando realizzò che quello che aveva detto poteva essere preso come un'altra allusione. "Qui, sulle spalle..." lo diresse. "Allora, Henry continua a chiedermi del nome, di recente..." cambiò discorso velocemente. "Tu ci hai pensato?"

"Così presto, amore?" la sorpresa era evidente nella sua voce.

"Sono incinta da più di 6 mesi, Killian. Non dovremmo almeno avere un'idea?"

"Non lo so. Pensavo che dovremmo aspettare finchè non vediamo com'è."

"E quando lo vedremo diremo semplicemente, 'Sì, questo è Kevin?'"

"Kevin?"

"Era un esempio, non essere così disgustato," rise. "Ti avviso adesso, se non pensiamo a niente, Henry vuole provare a chiamarlo Peter,"

"Divertente, tesoro," osservò, con tono serio. "Capitan Uncino è solo un grande scherzo, in questo mondo, non è vero?"

"Forse un pochino."

"... nostro figlio avrà un nome forte."

"Beh, questo restringe il campo,"

"Non mi sembra che tu abbia qualche suggerimento," borbottò ironico, strofinandole la spalla.

"Joseph?"

"No. Conoscevo un particolare Joseph, era della mia ciurma. Non si lavava mai, anche quando ne aveva l'opportunità. Credo di averlo buttato giù dopo un giorno,"

"Non sapevo che i pirati sono conosciuti per essere profumati,"

"Amore, quando odori meno di mare e rum, e più di merda di qualsiasi altra persona a bordo, c'è un problema," disse, sulla difensiva. "Era un buon pirata, comunque,"

"Quindi niente Joseph... sai che il fatto che tu abbia più o meno 300 anni e un sacco di nemici rende questo compito davvero difficile, giusto?"

***

Killian gemette quando vide Mary Margaret e Ruby chiacchierare animatamente della nursery che stavano andando a comprare, passando dalle sfumature del colore al tema ai vestiti e ai giocattoli per il bambino. "Devono proprio davvero venire con noi, amore?"

"Veramente, non verranno con noi. Dobbiamo attraversare il confine della città per arrivare al negozio per il bambino, ricordi? Loro ci aiuteranno quando dovremo tornare indietro.”

"Lasciami riformulare la frase, devo davvero venire anch'io?"

"Seriamente, Killian?" la sfumatura infastidita della sua voce lo avvertì di procedere con cautela. "E sentiamo, tu cosa farai mentre io sceglierò tutte le cose per il bambino da sola?"

"Berrò un drink?" suggerì innocentemente.

"Un drink? Sai cosa, amico? Io vorrei bere un drink . Io amo bere! Ma non posso farlo," disse, indicando la sua pancia. "Quindi tu verrai con me, e mi aiuterai a scegliere la culla.”

"E dai, Emma. Tutta questa cosa del decorare è una roba da donne,"

"Killian?" Mary Margaret aveva smesso di chiacchierare con Ruby abbastanza per notare che sua figlia stava per esplodere a causa dell'ignorante pirata, e gli strinse il braccio gentilmente. "Adesso è una di quelle volte in cui tu devi essere d'accordo con la donna incinta,"

"io non so niente di colori e di quale tipo di legno potrebbe preferire un neonato," borbottò di nuovo, lanciando un'occhiata guardinga alla sua ragazza molto incinta, che lo fulminò con lo sguardo.

"Non è per te," sibilò Mary Margaret all'orecchio del pirata, stringendogli il braccio come per avvertirlo. Poi si girò verso sua figlia con un sorriso smagliante. "Emma, ti aspetteremo da Granny's quando torni, okay? Così potremo vedere tutto e capire come vorresti la stanza, va bene?"

"Grazie," sospirò Emma, calmandosi e sorridendo a sua madre. "Sei pronto?"

Killian incontrò lo sguardo di Mary Margaret per un momento, prima di prendere la giacca e annuire riluttante. "Certo, tesoro," rispose, prendendo la sua giacca per aiutarla a metterla.

Pochi minuti dopo, erano in macchina e stavano attraversando il confine della città. Emma si era calmata abbastanza velocemente, ma qualcosa ancora la seccava.
"Sai, neanche io so come fare tutta questa roba. Non ho conosciuto Henry finché non ha avuto 10 anni," disse, rompendo il silenzio. "Pensi che io sappia come decorare la cameretta?" si lasciò scappare una risata sarcastica. "Ero in prigione quando ero incinta, Killian. Non è stata esattamente un'esperienza normale, per me."

Killian si sentì un po' in colpa. Spesso presumeva di essere l'unico alle prese con un'esperienza nuova, pensava che lei lo avesse già fatto prima, senza ricordarsi della sua storia. "Scusa, amore,"

"Voglio dire, scegliere i colori? Perché diavolo dovrei esserne capace?" la sua voce era passata dall'essere tranquilla a scherzare ed essere felice. "Non mi importa se le pareti sono 'verde muschio' o 'blu oceano antico' o 'arancione bacio del tramonto', se il bambino ha un posto sicuro e caldo per dormire. Non sapevo nemmeno che esistessero, alcuni dei colori di cui parlavano Mary Margaret e Ruby," scherzò, scuotendo la testa. "Ho solo bisogno di qualcuno che sia con me, così possiamo essere completamente ignoranti insieme, okay?"

"Io sarò sempre con te."

Emma lo guardò con un ghigno beffardo. "Sai, quel giubbotto è veramente adorabile su di te,"

"E' comodo, anche se mi sento più a mio agio con la pelle,"

"Hanno entrambi le proprie qualità," ammise lei. Parcheggiarono appena fuori dal centro commerciale, Emma fermò la macchina e aprì la portiera. Killian la seguì, scendendo dal veicolo.

"Beh, amore, se ti distrae dall'essere arrabbiata con me, puoi essere sicura che lo indosserò sempre," sogghignò, mettendosi il cappuccio e facendo ridere Emma.

Quando furono di fronte al negozio, Emma cercò il portafoglio nella giacca. "Dannazione, ho lasciato la borsa in macchina," sospirò, tirando fuori le chiavi dalla tasca.

"Siediti qui, amore. La vado a prendere io," propose, prendendo le chiavi.

"Non sono ancora così grassa," disse, alzando un sopracciglio.

"Sto solo facendo il gentiluomo,"

Lei rise piano. "Grazie," poi gli mise un mano sul fianco dandogli un bacio veloce, prima di sedersi sulla panchina e guardarlo tornare alla macchina.

***

Killian osservava il mazzo di chiavi, cercando quella giusta. Non aveva ancora imparato a guidare, da quando era a Stroybrooke, quindi distinguere la chiave giusta dalle altre era una sorta di mistero, per lui. Emma occasionalmente si offriva di insegnarli a guidare, ma lui non sentiva il bisogno di imparare. Aveva vissuto per tre secoli andando in giro senza una macchina, e a meno che Emma non guidasse, non gli importava di iniziare adesso.

Finalmente, trovò la chiave corretta. Fece scattare la serratura e aprì la portiera cercando la borsa di Emma e trovandola sotto il sedile del passeggero. Poi uscì dalla macchina e la richiuse. Mise in tasca la chiavi e si girò, per tornare verso il negozio.

"Killian?"

Guardò nella direzione da cui arrivava la voce e vide una donna giovane, magra e mora, con un top corto e dei jeans skinny uscire dal veicolo di fianco a lui. "Scusami?"

"Sei tu, no? Non ti ricordi? Da O'Malley?" disse, alzando il sopracciglio, allusiva.

Killian sentì il cuore smettere di battere, quando realizzò chi era la donna che gli stava davanti. "Mi sa di no, dolcezza. Devi avermi confuso con qualcun altro," mentì con un sorriso amichevole, e poi si girò in modo che lei non potesse vederlo, sperando che se ne andasse.

"Ubriaca o no, generalmente non si dimentica che una delle migliori notti della tua vita l'hai passata con un uomo con un accento sexy e solo una mano..."

Killian tirò ancora più giù la manica della felpa sul suo moncherino, ancora coperto da una guaina di cuoio nonostante non ci fosse l'uncino.

"Non ti ricordi nemmeno il mio nome, vero? Jordan," disse, offrendogli la mano perché lui gliela stringesse. "E grazie per avermi richiamato," aggiunse, sarcastica.

Lui le strinse la mano velocemente, imbarazzato. "Ascolta, non è davvero il momento per parlare,"

"Hey, stavo scherzando sulla cosa dell'avermi chiamato, giuro," alzò le mani come per arrendersi, poi si fermò, osservandolo. "... Sai, sei carino anche senza i 3 margarita di fila,"

"Non offenderti, ma, dolcezza, non era una cosa che volevo che accadesse," replicò, sottovoce.

Lei guardò la sua mano che teneva stretta la tracolla della borsa di Emma , e la ragione della sua agitazione le fu immediatamente chiara. "Oh..." sussurrò, cambiano espressione. "Oddio, mi dispiace-"

"Killian? Va tutto bene'?"

Lui si voltò e vide Emma che camminava verso di lui. "Merda."

"I-io farei meglio ad andare," disse lei velocemente, sembrando molto imbarazzata mentre se ne andava a grandi passi.

"Hey," lo salutò Emma, una volta che l'ebbe raggiunto. "Ci mettevi così tanto, sono venuta per vedere se avevi bisogno di aiuto," disse, seguendo con gli occhi la donna che camminava, e corrugando la fronte. "Qualcuno che conoscevi?"

Lui scosse la testa. "Nessuno, amore,"

"Sembrava che gli fossi familiare..." continuò lei, suonando confusa e vagamente sospettosa.

"Mi ha solo chiesto delle indicazioni. Le ho detto che non lo sapevo,"

Killian si strinse nelle spalle, poi alzò la borsa che stava tenendo, dandola a lei. "Pronta per andare?"

Emma deglutì, provando a cancellare il disagio che aveva sentito, e poi gli prese la mano. "Okay," annuì, sorridendo, anche se ancora sentiva quella familiare ma spiacevole sensazione nella sua mente. "Andiamo a prendere quella culla,"

   
 
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