Alla ricerca dei 5 fazzoletti
Autore: Cristy
Cap 2: La scuola
Dopo molti giorni… ecco arrivare… l'inizio della scuola.
Cristina prepara lo zaino: un paio di quaderni e un astuccio, non serve altro.
Si avvia, saluta tutti e si dirige alla fermata del pulmino. Ma ha la testa
fra le nuvole…
[Qualcosa che tappava gli occhi alla Sol? Cosa poteva essere? Quel fazzoletto
rosa che vedo ogni tanto? Possibile che… sia visibile solo a me? Che strano…]
Ore 7:30= alla fermata aspetta il pulmino insieme alla Natasha.
[La giornata comincia con un incontro spiacevole…] pensa tra se… Arrivato il
pulmino prima porta a destinazione i bambini delle elementari e poi quelli delle
medie! Però… a causa di un guasto tecnico fa… UN RITARDO ENORME! Per fortuna
arrivano. Una professoressa, Rossi Patrizia, statura media, capelli biondi e
occhi marroni, porta occhiali da vista, li fa camminare, tutti gli alunni, lungo
tutto il corridoio. Li manda nelle rispettive classi ma…
-M… ehm… professoressa, noi dove andiamo?- Chiese Cristina.
-Uhm…. Venite- percorsero tutto il corridoio e arrivano in fondo alla scuola.
La vecchia aula di artistica era stata trasformata in… 1°D. Una piccola aula,
con tre finestre e molti banchi per artistica nel fondo. Una lavagna bassa ma
lunga, di colore verde scuro. Cristina notò il fazzoletto rosa: era nel piccolo
banco vicino alla grande cattedra del professore. Intanto gli alunni le lanciavano
sguardi incuriositi e, sotto sotto, commentavano a coppie. La metà la conosceva
ma per quanto riguardava l'altra metà… era sconosciuta ai loro occhi. Cristina
si mosse lentamente per andare a prendere quel fazzoletto ma, posata la mano
sul banco scomparve. Era sorpresa! Non si sarebbe mai aspettata nulla del genere,
per pochi secondi rimase immobile, ma poi si sedette: qualcosa le diceva che
quello era il suo posto. Natasha, invece, non aveva ancora mosso un piede! Notò
un banco, nella terza fila, isolato. Si diresse lì. Il professore che era nell'aula
e la professoressa Rossi discutevano. Gli altri erano fermi e immobili. Tutti
fissavano Cristina, che era quasi spaventata. Nel corso della sua vita aveva
appreso un motto: "Chi se ne frega?!" se lo ripeteva quanto era attorniata
da sguardi indiscreti! Stavolta, qualcosa era diverso, qualcosa glielo impediva.
Alla cartella era attaccato il nastro verde dello zio: neanche Cristina se ne
era ricordata. Lo prese e si legò i capelli. Qualche ciocca, però, non era stata
legata dal nastro, le penzolavano, quindi, davanti al volto. Erano tutti molto
incuriositi da quella ragazza: una ragazza normale, ma che aveva qualcosa di
strano, non apparentemente, ma dentro. Tutti se ne accorsero, solo a prima vista,
ma non ne erano completamente sicuri.
Cristina ricordava quando, alle elementari, la professoressa Rossi li portava
nella sala di informatica lì alle scuole medie. Allora… c'era sempre quell'aula
di artistica. Con il passare del tempo si scoprì che sarebbe diventata qualcos'altro,
non poteva più essere l'aula d'artistica. Non sapeva cosa sarebbe diventata:
ora l'aveva scoperto. Cristina si era immaginata di tutto! Tranne che potesse
essere la sua classe! La professoressa Rossi uscì e il professore poté riprendere
la lezione. Un professore piuttosto anziano, aveva una giacca grigia, come i
pantaloni, una camicia bianca e una cravatta a quadri, blu.
-Bene! Io sono il vostro professore di Tecnica: Amodeo Gaudenzio Barbarico-
[Tecnica? Che materia sarebbe? E poi che nome che ha il prof! Bhe… sarà dura!]
-Bene, per la mia materia dovete portare 2 squadrette, una riga e un compasso.
Una squadra da 20 cm e l'altra da 33. La riga lunga 50 o 60 cm. Capito? Appuntatevi
tutto please!-
[A proposito di righe: me ne date una che gliela spezzo in testa? Non so perché,
ma mi stà diventando antipatico!] Cristina non aveva proprio voglia di fare
tecnica: sai che bellezza…
-Bene! Prendete un quaderno a quadretti e disegnate un banco-
[Ora sì che ci siamo! Come mai dovremmo disegnare un banco?]
-Disegnatelo, per imparare come è fatto!-
[Anche… questa… io lo so come è formato un banco! Però gli ordini dei prof non
si discutono…]
Cristina sospirò, prese un quaderno e un lapis. Incominciò a disegnarlo prendendo
come esempio il suo. Le gambe, il ripiano… qualche ritocco qua e là… finito!
-Bene! Chi ha finito me lo porti qua-
[Legge nel pensiero o è solo una mia impressione?] Cristina prese il quaderno
e, anche se con un po' di timore, lo portò al prof. Lui non ebbe niente da ridire.
Dopo che glielo ebbero portato tutti…
-Bene! Ho visto che molti di voi hanno dimenticato di fare qualcosa! Caposciutti!
Vieni alla lavagna!-
-Io?- chiese Luca.
-Vedi altri Caposciutti?- fece il prof.
-No!-
-Allora vieni!-
-Ah!- Era il comportamento tipico di Luca! Non capiva mai al primo avviso! Cristina
si stupì, in fondo, che non fosse cambiato! Si alzò dalla seggiola e andò verso
la cattedra. Il suo banco era nella piccola 2° fila composta solo da 3 alunni.
Il ragazzo era intimorito. Chissà cosa voleva il prof!
-Caposciutti! Dimmi come è formato un banco!-
-Ehm……………….. Un banco….- Incominciò a dire Luca, esitando. Non aveva la minima
idea di cosa potesse dire! -Un banco ha 4 gambe!-
-Poi? Queste gambe dove sono attaccate?-
-Al tavolo!-
-Come sono attaccate?-
-Con la colla!- fece Luca.
-Vai a posto!-
-Che?-
-Vai a posto!-
-Ah!- quindi il ragazzo si mosse dalla cattedra e si diresse al suo banco con
le mani in tasca.
-Bene! Fate una relazione sul tavolo- Tutti i ragazzi rimasero allibiti. Ma
si prepararono. Cristina scrisse qualche riga e approfondì un po' qui e un po'
là. Il prof non ebbe nulla da ridire o da commentare. Fece un sì con la testa
e la rimandò a posto. Proprio in quel momento suonò la campanella. RICREAZIONE!
Cristina prese la sua colazione e si avviò, come tutti, verso il corridoio.
Un ragazzo la fermò.
-Aspetta!- Cristina si girò.
-E' tuo?- domandò lui. Aveva in mano un fazzoletto verde.
-AH! Sì!-
-Ti è caduto per terra!-
-Grazie!-
-Di nulla! Ma che fazzoletto strano!-
-Non sono ammessi commenti!- fece lei severa.
-Ok! Ehm… sono Federico Salvadori!-
-Cristina Noferi, piacere!- e si strinsero la mano. Federico era un ragazzo
poco più alto di lei, capelli biondo scuro, occhi marroni e… molto secco.
-Sei un appassionato di dragon ball?- chiese Cristina guardando la maglietta
del ragazzo, sulla quale c'era Goku ssj4.
-Sì perché?-
-Perché io sono una delle più esperte!- si diedero una mossa e si diressero
verso il corridoio l'uno accanto all'altra.
-Davvero?-
-Yes!-
-Non ci credo!-
-Ho vinto un attestato master da Dragon ball galazy. Ho ottenuto uno dei punteggi
più alti! In più ho tantissime immagini!-
-Ah! Me ne potresti dare alcune? Ti prego!- disse lui con aria supplichevole.
-Va bene!-
-Grazie!- Poi lei si diresse verso la 1° C: la classe di Silvia. Federico, dal
canto suo, era intento a… festeggiare per l'arrivo delle sue immagini. La porta
della classe era ancora chiusa: dall'interno proveniva la voce della professoressa
Rossi. Ma poi Leonardo aprì la porta e fu il primo ad uscire. Silvia la seconda.
-Ciao Sol!-
-Crissy!-
-Cosa avete avuto?-
-Matematica. Voi?-
-Tecnica! E' finalmente finita! Vi metterete a ridere quando arriverà il prof!
In compensasi imparano cose sul banco…-
-Cris… che vorresti dire?-
-No… nulla…-
-Hai fatto amicizia con qualcuno? Io ancora no!-
-Io sì! Proprio adesso parlavo con un certo Federico Salvadori! E' un appassionato
di Dragon Ball!-
-Ah!-
-A proposito! Non mi ha ridato il fazzoletto!-
-Che?-
-Mi ha fermato per ridarmi il fazzoletto che mi era caduto, ma ci siamo messi
a blaterare e non me l'ha restituito!-
-Ah! Andiamo a cercarlo!-
-Sì!- le due si misero a correre verso la 1° D. Facce nuove e sconosciute le
attorniavano. Ma di Federico nemmeno l'ombra! Arrivate nella classe…
-Sil… lo abbiamo… cercato dappertutto! … dove sarà?- Disse Cristina con aria
molto ansimante.
-Non so cosa risponderti Crissy. Non ne ho la più pallida idea!- rispose Silvia,
anch'essa ansimante.
-Ehi Cristina!- Era Federico, seduto al suo banco.
-Eccoti! Ma come mai sei qui e non con gli altri?-
-Mi andava di stare solo!-
-Ah! Bhe… Federico lei è Silvia, Silvia lui è Federico! Bene, io mi riposo 3
secondi al banco!- e si sedette appoggiandosi del tutto alla spalliera. Poi…
sospirò
-Piacere!-
-Piacere! Quindi tu sei la migliore amica di Cristina! Come mai siete qui?-
-Il nastro! Me lo dai?- chiese Cristina che sembrava essersi ripresa. Federico
e Silvia erano alle spalle di Cristina e quest'ultima, girandosi, vide che si
erano stretti la mano.
-Non te l'ho ridato?-
-No!-
-Il fatto è che non l'avevo più in mano ed ero sicuro di avertelo ridato, così
non mi sono accorto di nulla!-
-COOOSAAAAAA?- Gridarono Silvia e Cristina insieme.
-Bhe sì…-
-Oh no! Quello era l'unico regalo da parte di mio zio!- Cristina abbassò lo
sguardo al pavimento. Una lacrima sgorgò dai suoi occhi ma lei si affrettò a
toglierla. Nel fare questo, però, alzò lo sguardo al soffitto: il fazzoletto
era lassù!
-Eccolo!- disse indicandolo. I due guardarono.
-Sì è vero!- fece Federico.
-Già!- disse poi Silvia.
-Il soffitto è basso ma… come facciamo a prenderlo?- chiese Cristina.
-Saliamo sul banco!- propose Silvia.
-Non ci arriveremmo ugualmente- fece Federico.
-Che si fa? Io non ci voglio rinunciare! E' un fazzoletto unico al mondo che
proviene dal sud Africa! In più l'unico regalo di mio zio che sta sempre lì!-
-Ah!- esclamò Federico.
-Quindi a costo di spezzarmi l'osso del collo o di rompermi una gamba lo prenderò!-
disse Cristina determinata al massimo.
-Scherza?- chiese Federico a Silvia
-Sai… quando Cristina dice una cosa… è quella! Nessuno la ferma!- rispose Silvia
con tono rassegnante. Federico diventò una statua. Cristina, intanto, aveva
preso una sedia e l'aveva messa sopra il banco, sotto il fazzoletto.
-Bene, bene! Saltando sulla seggiola lo prenderò!-
-Cris… saltando… o salendo?- Chiese Silvia
-Saltando!- rispose Cristina all'amica.
-COOSAA? Vuoi ucciderti? E' un autentico SUICIDIO!- Disse sconvolto Federico.
-L'ho detto: a costo di rompermi l'osso del collo, lo prenderò!- i presenti
si bloccarono. Poi Cristina salì sul banco, da lì salì in piedi sulla seggiola.
Il fazzoletto non era più irraggiungibile. La ragazza si mise in punta di piedi.
Silvia iniziò a mangiarsi le unghie dalla paura. Cristina era vicina…
-Preso!- fece lei quando lo ebbe tra le mani ma… il fazzoletto rosa le tappò
la vista facendole perdere l'equilibrio. La spalliera della sedia era troppo
bassa per potersi appoggiare… ma Cristina fu previdente: Quando vide il fazzoletto
davanti a se, preparò le gambe in modo da essere in piedi sul banco. Però la
sedia … stava quasi per cadere! Federico, senza rendersene conto, cercò di non
farla cadere e l'afferrò subito.
-Per un soffio!- fece lei in piedi sopra il banco.
-Cris! Ma sei matta?- Silvia era sconvolta.
-No! Federico lo è!-
-Io? E perché?-
-Per poco non ti facevi coinvolgere!- rispose lei. Poi scese dal banco e prese
la sedia dalle mani di Federico.
-In che senso?-
-Stava per caderti addosso una sedia, non so se te ne sei accorto!-
-In effetti… ma se cadevi passavamo tutti dei guai!-
-Cioè?- chiese Silvia
-Se qualcuno fa queste pazzie durante la ricreazione… si rischia di stare tutti
in classe!- rispose Cristina.
-E tu che ne sai?- chiese Federico
-Questa mattina mi è capitato d'occhio un cartellone all'entrata. L'ho letto
e c'era scritto questo!-
-Davvero? Dove? Non l'ho notato!- disse Silvia.
-Proprio sul muro prima dell'entrata! A destra-
-Sì! L'ho visto anch'io ma non l'ho mai letto!- fece Federico. Cristina, che
aveva ancora la sedia in mano la mise al suo posto.
-Usciamo: la ricreazione è quasi finita!- disse Silvia. Si avviarono verso la
porta ma la campanella suonò in quel momento!
-Bhe… ciao Sol!-
-Ciao! Ci vediamo in pulmino!-
-Ciao!- E se ne andò
[Quel fazzoletto che ci faceva qui? Non mi convince! Ma la mia teoria che solo
io lo veda… è giusta! Gli altri non se ne sono accorti!] pensò Cristina. Dopo
3 ore, finalmente, suonò la campanella: tutti a casa!
-Ah! Evviva!-
-Gia! Cominciavo ad annoiarmi!-
-Scusa Fede… ma come mai mi stai sempre appiccicato?-
-Non ho molti amici qui: sono solo! Ho trovato te…-
-Ok!-
-Ti da disturbo?-
-No! Non ti preoccupare!- i due dialogavano proprio fuori dalla scuola, aspettavano
il pulmino.
-Tu vai con il pulmino?- chiese lui.
-Bhe si! Anche tu?-
-Gia!- A quella fermata arrivavano 2 pulmini: Cristina andava con uno e Federico
con l'altro. Per primo arrivò quello della ragazza.
-Ciao!- fece lei di fretta.
-Ciao!- rispose lui. I ragazzi di terza non erano ancora arrivati. C'erano solo
quelli di prima! Cristina, per una grande fortuna, riuscì a entrare per prima
e a prendersi il primo posto. C'era molta competizione per chi arrivava prima
o dopo. I ragazzi di terza erano prepotenti! E se non si arrivava prima si potevano
passare guai SERI!
-Che fatica! Ma ce l'ho fatta!- sospirò Cristina riprendendosi. Dopo alcuni
ragazzi arrivò Leonardo.
-Posso venire?- chiese gentilmente
-Mi dispiace! E' occupato!- rispose quasi sgarbatamente, quindi se ne andò a
3 posti più in fondo. Arrivò Silvia, finalmente
-Sol! Vieni!- Cristina tolse la cartella che aveva messo per occupare il posto,
e se l'appoggiò sulle ginocchia.
-Grazie Cris!-
-Di nulla!-
-Sai… devo ammettere… che Federico mi resta quasi simpatico!-
-Che vorresti dire?-
-Forse che… avrebbe bisogno di compagnia- Cristina si impaurì alle parole dell'amica.
-Vuoi dire che io….-
-Non voglio dire nulla!- Cristina tirò un sospiro di sollievo. -Solo che dovresti
cercargliene uno!-
-CHEEEEE??-
-Sì!-
-Non pensarci nemmeno!-
-Se fossi caduta ti avrebbe salvato la vita!- Disse Silvia più che severa.
-Bhe… ok! Cercherò di trovargliene uno!-
-Perché non Matteo?- chiese Silvia con gli occhi luccicanti.
-Bhe… si vedrà!-
Cristina quella notte non riuscì a dormire. Si mise la vestaglia ed uscì sul
balcone. Era notte fonda. Lei guardava le stelle.
-Uf! Ma perché devo essere sfruttata così?- C'era la luna piena ed essa illuminava
tutto. Cristina sorrise. Si alzò una brezza leggera e il fazzoletto rosa attraversò
il cielo, proprio davanti allo sguardo della ragazza. Lei sorrise e tese una
mano. Voleva proprio vedere se il fazzoletto si sarebbe avvicinato. Infatti…
lui fece una lunga discesa. Stava per posarsi sulla mano di Cristina ma, come
un fantasma avrebbe fatto, trapassò la mano, dissolvendosi. Cristina poté notare
il ricamo sull'angolo in basso a destra: un tornado di vento! La ragazza spalancò
gli occhi, spaventandosi, e corse in camera sua. Prese, da sopra il comodino,
il fazzoletto verde e guardò i ricami, spaventata. Stava tremando!
-Sì… il segno dell'uragano di vento su questo fazzoletto e sull'altro rosa…
sono identici!- sussurrò.
-Allora… allora vuol dire che… oltre a questi 2… esistono altri 3 fazzoletti!
No… è solo una coincidenza… e poi chi dice che quel fazzoletto rosa non sia
solo la mia illusione? Ora… ho cose più importanti da fare! Devo pensare alla
scuola! Ora… è questo che importa!- Ma le parole della ragazza non piacquero
ai 5 fazzoletti esistenti! Infatti tutti, tranne il fazzoletto verde, si animarono.
Vento, pioggia, grandine, neve… ciò si scatenò contro quattro continenti: Europa,
Asia, Oceania e America! Questi fenomeni atmosferici non erano molto potenti…
iniziavano solo ad esserci, leggermente! Ma… ciò non portò nulla di buono!
Freddo…
Ci fu molto freddo…
ma nonostante questo…
la vita scorreva…
E per Cristina…
Scorreva troppo velocemente…
Era mattina. La madre l'aveva praticamente buttata giù dal letto e la guardava.
La figlia aveva la testa sul tappeto e le gambe sul letto. Il cuscino, invece,
era a pochi centimetri dal corpo, appoggiato al letto.
-Cristina! Sono le 6:30! TI VUOI SVEGIARE?-
-Mamma… le 6:30… MA SEI IMPAZZITA? E' prestissimo!- Cristina sbadigliò. Prese
il cuscino e lo mise al suo posto. Poi si stiracchiò e disse: -Ai suoi ordini!-
-Bene! Va in bagno! Poi vieni a mangiare!- la madre era molto arrabbiata!
-D'accordo!-
-Sbrigati!-
-Ok, ok!- quindi si diresse in bagno. Dopo pochi minuti era già vestita! Maglietta
a maniche lunghe nera e jeans blu scoloriti. Si stava dirigendo in cucina quando
la cagna Lola le saltò addosso.
-Lola! CALMA! Scendi! Mi fai male!- si lamentò la ragazza. La cagna obbedì subito
e si mise seduta accanto a lei. Cristina fece una faccia incomprensibile e disse:
-Ho capito! Sei la solita coccolona!- Quindi prese a coccolarla grattandole
dietro le lunghe orecchie e accarezzandole la morbida testolina. Poi il suo
stomaco si fece sentire, quindi abbandonò quello che stava facendo correndo
verso la cucina.
-Figliola! Buongiorno!- disse il padre.
-Buongiorno anche a te!- rispose Cristina. Così si mise seduta su l'unica seggiola
libera. La madre stava mangiando la sua brioche e il padre stava girando il
suo caffè. Cristina rifletté un po' e prese una brioche alla marmellata. Dopo
averle dato qualche morso la mise sul piatto e mise del latte nel suo caffè.
Girò il tutto con un cucchiaino e bevve. Infine riprese a divorare la brioche.
Lola si stava aggirando tra le sedie dei padroni per avere qualcosa da mangiare.
Cristina le diede un biscotto al cioccolato e, nel farlo, notò… il fazzoletto…
verde! Lo prese sfilandolo dal collare della cagna e si legò i capelli.
[Ammetto che pensavo di trovare il fazzoletto rosa! Lo trovo sempre da tutte
le parti! No… non è veramente un fazzoletto: è solo la mia immaginazione!] Poi
cominciò a spalmare della marmellata alla fragola su una fetta biscottata. Finito
la appoggiò un momento sul piatto e prese a bere il suo caffè con latte. Sentì
le zampe della cagna su una sua gamba. Diede un'occhiata: la cagna stava prendendo
la sua fetta biscottata.
-No! Lola!- la cagna capì di essere stata scoperta (che intuito! N.d.A.) e se
la filò a gambe.
-Torna qui cagnaccia pestifera!- le gridò dietro. Però non si alzò dalla sedia
e cominciò a preparare un'altra fetta biscottata…
Cristina era al suo banco, pensierosa. Si guardava attorno.
[Chi potrebbe essere Bartolozzi Matteo? Di ragazzi carini, personalmente, non
ne trovo nemmeno mezzo! Che Silvia si sia sbagliata?] Cristina, oltre ad essere
arrabbiata con se stesse per aver accettato di far diventare amici Federico
e Matteo, era arrabbiata con Silvia per averle fatto quella proposta.
[Però… ha fatto amicizia con me! Poi anche lui si ambienterà.] si voltò a guardare
Federico e vide che con lui c'era Natasha. Un profondo senso di rabbia emerse
dentro di lei! Eh no! Figuratevi se lei voleva che quella vipera della Natasha
si avvicinasse a Federico! Sapeva che quando succedeva ciò quello non era più
suo amico perché Natasha gli aveva detto chissà cosa. Cristina non si poteva
trattenere e si girò dall'altra parte, stringendo i pugni. Intanto ecco svelato
il perché Natasha e Federico stavano parlando:
-Ehm… scusa… Sono Natasha Perugini, tu?-
-Federico Salvadori!- e si strinsero la mano.
-Sei amico di Cristina?-
-Ehm… sì! Come mai?-
-No, così! Comunque ti consiglio di starle lontano!-
-E perché?-
-Perché lei si vuole accattivare la simpatia di tutti per poi rivolgerla contro
di me!- A questo punto anche Cristina poteva sentire! Quindi prese dalla cartella
le immagini che aveva promesso al ragazzo e si incamminò verso il suo banco.
-No… non mi sembra il tipo di persona…- disse Federico. Natasha provava una
rabbia immensa.
-Ehi Fede! Ecco le immagini che ti avevo promesso!- disse raggiante Cristina.
-Oh… grazie…-
[Bene Natasha! Uno per me! Zero per te!] pensò tra se Cristina dirigendosi al
suo banco.
[Non hai ancora vinto!] pensò Natasha.
Cristina era distesa sul suo letto. I genitori erano al lavoro e non sarebbero
tornati prima di sera.
[Perché provavo quel senso di rabbia? Sembrava… gelosia??? E' impossibile! Io
gelosa? Ma è impossibile! O forse no? E se fossi innamorata di Federico? NO!
Del tutto impossibile! Chi voglio ingannare? Mi sono presa una cotta! Bhe… non
lo rivelerò a nessuno finchè non ne sarò sicura al 100%!]
Le cose per la ragazza non migliorarono! Federico chiedeva immagini e Cristina, che era sicura di essersi presa una cotta, era nei guai. Successe però… ciò che lei non avrebbe mai voluto: il fidanzamento di Federico e… Natasha. Per Cristina fu un duro colpo ma non lo diede a vedere. Anche perché nessuno sapeva della sua cotta! Nemmeno Silvia! Il tempo passò in fretta… eravamo ai primi di Giugno: la scuola sarebbe finita da poco! Da allora Cristina a Federico litigavano per un nonnulla! Di questo Cristina era felice! Perché lui la considerava qualcosa! Perché lui sapeva che lei esisteva! Cristina era felicissima di questo! Non voleva pensare che lui era fidanzato con Natasha: non le importava nulla! Era gelosa della compagna ma questo non significava che lei non poteva farla ingelosire! Infatti Cristina trovava sempre 1000 motivi per parlargli o anche solo per litigare! E, quando si voltava verso la compagna, vedeva nei suoi occhi una scintilla rossa di rabbia e gelosia! Ora… Cristina aveva 12 anni! Erano gli ultimi giorni di primavera! Ma del caldo nemmeno l'ombra! In America c'era neve… In Asia pioggia… in Europa vento… e in Oceania grandine. Tutto questo… a tutto spiano… Cristina, ragionando, arrivò alla conclusione che quei fazzoletti non erano la sua immaginazione ma… la verità! Era spaventata da ciò… ciò che aveva considerato inesistente! Ed ora… era divenuta una catastrofe MONDIALE