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Autore: Airknight    24/01/2009    1 recensioni
Un anno dopo le vicende di Kingdom Hearts 2, una nuova forza si risveglia dal suo sonno, pronta a mettere a ferro e fuoco i mondi. A Sora e ai suoi amici, il compito di fermare ancora una volta la minaccia, prima che sia troppo tardi. La prima parte, divisa in 47 capitoli, di una trilogia completamente inventata.
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Heartless, Kairi, Nessuno, Riku, Sora
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 41: Il più terribile tra i nemici


Nei pressi delle mura infuriava la battaglia. Gli Heartless avevano iniziato rapidamente ad arrampicarsi su per quell’immenso ostacolo che impediva loro di raggiungere la città. Una volta giunti dall’altra parte, però, avevano trovato qualcosa di peggio delle sole mura. Coloro che erano accorsi per fermarli non avevano perso tempo.
Axander diede il via alle danze sin da subito, con potenti attacchi di fuoco che neutralizzavano battaglioni interi. Le frecce nemiche non potevano nulla contro le sue barriere infuocate e molti nemici scomparivano annientati dalle lingue fiammeggianti che li investivano.
Il Re e Riku iniziarono ad ingaggiare battaglia con un gruppo di Invisibili, distruggendone una ventina ciascuno e costringendone alla fuga altrettanti; essendo avversari piuttosto duri da affrontare, le energie cominciarono a venir meno dopo poche battute.
Marcus e Basch, saliti sulle mura, cercavano, invece, di bloccare in anticipo gli Heartless e, anche se se ne lasciavano scappare molti, stavano svolgendo un ottimo lavoro.
Anche Barret era salito sulle mura, iniziando a sparare su alcuni Behemoth assai lenti ad avanzare, i quali avevano preso di mira il cancello principale.
Ad alcuni Defenders e Wizards che riuscivano ad oltrepassare per puro miracolo la prima via, spettava la disfatta: Leon, Red e Yuffie si erano aggiunti per ultimi, senza sfigurare comunque per le loro doti di guerrieri.
- Leon! Leon! - tuonò Barret. - Sono troppi questi bestioni, non riesco a finirli in fretta! Sfonderanno il cancello! -
Leon calò il suo gunblade su un Heartless, eliminandolo, per poi voltarsi, in direzione dei compagni.
- Stanno per entrare! Teniamoci pronti! - la sua voce sovrastò il cozzare di molte lame.
Aveva appena finito di pronunciare quelle parole che Barret cadde dalle mura, alzando un gran polverone. Nonostante la caduta e il tonfo micidiale, non si era fatto quasi nulla.
- Coff... Coff... Un tale, vestito di nero... Sta venendo qui... Coff! - avvertì tutti, tossendo.
- Vestito di nero? - gli piombò accanto Axander. - Lo hai visto meglio? -
- Certo che l’ho visto meglio! Era alto, capelli argentei ed un’aria estremamente tranquilla! -
Axander imprecò. La descrizione era lacunosa, ma aveva già intuito l'identità dell'avversario.
- E’ Albaran. Non ci voleva, proprio lui! -
Axander corse verso il Re, per avvisarlo. Dopo aver ascoltato brevemente le parole del Guardiano, Topolino annuì.
- E dov’è Riku? - chiese Axander.
Il Re, colto alla sprovvista da quella domanda, si guardò le spalle.
- Non lo so, era qui fino ad un attimo fa. Credo si sia avviato verso l’interno di Linahar -
In quel preciso momento, le porta del cancello principale si trovarono sottoposte ad una tale pressione che furono sbalzate fuori dai cardini, finendo dritte qualche metro più avanti, distruggendo un'intera schiera di abitazioni. Dallo spesso nuvolone di polvere che si era alzato, uscì una figura che avanza con incedere composto, molto lentamente. Le sue braccia ondeggiavano lungo i fianchi regolarmente, ad ogni passo, e lo sguardo era fisso sui presenti.
La nuvola si diradò ben presto e Albaran, con un sorrisetto che gli conferiva un’aria più pericolosa di quella che lo accompagnava da sempre, schioccò le dita. Attorno al gruppetto formato da Barret, Leon, Yuffie e Red, si alzò un fortissimo vento che ruotava in senso antiorario. La sabbia sollevata dalla forte velocità dell'aria creò una sorta di gabbia attorno ai malcapitati. Si trovarono rinchiusi nel grigiore e nel caos tipici di un tornado.
Marcus e Basch, appena lo videro, furono subito addosso ad Albaran che, con straordinaria abilità, schivò i loro colpi per afferrare le loro spade e scagliare i due guerrieri in direzioni opposte.
- Se avessi saputo che c’era gente così a difesa di questo mucchio di case, non avrei di certo perso tempo a radunare tutti questi Heartless -
Fece un passo in avanti ed un globo infuocato esplose a qualche centimetro dal suo piede. Albaran alzò lo sguardo e vide che il fratello lo stava per assalire, sguainando le sue alabarde.
Sorrise, quindi, e mise le mani dietro la schiena, quasi a voler prendersi gioco dell’avversario.
- Toh, chi si rivede - lo canzonò.
La lama di una delle alabarde si conficcò nel terreno, provocando un’onda d’urto che fece terra bruciata nel raggio di parecchi metri.
- Ah, addirittura ridursi ad attaccare quando sono impegnato a fare altro - disse Albaran, sospeso per aria. - Non è molto corretto -
Axander lo fissò, ben poco benevolo nei confronti del parente.
- Parli proprio tu di correttezza? -
Il sorriso svanì dalle labbra di Albaran.
- Osi accusarmi di essere un vile come te? - replicò. - Sono sempre stato di parola e la correttezza è tutto, per il sottoscritto -
Il Generale dei Venti tese la diritta verso l’esterno e una raffica di vento avvolse il suo braccio. In pochi secondi dopo, un keyblade fece la sua apparizione, ben saldo nella mano del suo evocatore.
L'arma aveva una forma allungata, dotata di una portata eccezionale. Completamente bianca, l’impugnatura era decorata da numerose foglie impallidite e da figure rassomiglianti a delle nuvole. La lama assottigliata presentava tre denti affilati, a forma di uncini.
- Un keyblade... - ringhiò Axander.
Albaran rise di gusto.
- Già... E tu sei l’unico idiota che ne è sprovvisto. Ma sarò sincero con te: sono keyblade solo nella forma. Dei cloni, per dirla in altre parole. Sprovvisti di keyholder... No, noi non siamo i prescelti, ma dovevamo esserlo - precisò Albaran. - Solo Ilfrien è stato premiato, per i suoi sforzi. Lui possiede il keyblade sovrano, la più potente tra tutte le chiavi -
Dopo il breve discorso, una voce si intromise.
- Coraggio, Al! Disintegra il traditore! - urlò Grelwan, apparso improvvisamente sul bordo delle mura.
- Non aspettavo certo che tu venissi a dirmelo - sentenziò Albaran, scocciato.
Roteò immediatamente la Chiave nella sua mano e si gettò all’attacco, prima ancora che Axander potesse accorgersi di ciò che stava per accadere.
Il Generale si bloccò a pochi centimetri dal fratello, posizionandosi di profilo rispetto a lui. Il braccio destro era già caricato, per poter sferrare un poderoso tondo, da sinistra verso destra.
- Ho atteso a lungo questo istante - disse. - Ere ed ere, millenni ed ancora millenni. Hai battuto tutti noi, quella volta. Persino Ilfrien. Ma con me, tu avesti la meglio solo per un caso fortuito. Quest’oggi non si ripeterà -
Tutt'a un tratto, entrambi furono colpiti da una forte fitta al petto. Axander abbassò la guardia, andando a tastare con una mano in direzione del cuore.
- Lo senti anche tu quel dolore - sibilò Albaran. - Lo hai già sentito la volta in cui ti liberasti di Nathan, ma non era così forte. Anche io lo avvertii, ma mi è bastato una volta per farci l’abitudine. Ogni qualvolta uno dei nostri fratelli viene sconfitto, il segnale si fa sempre più chiaro -
Alle loro spalle, sulla sommità delle della cinta muraria, Grelwan storse la bocca, cercando di non far notare che anche lui accusava la medesima fitta. Un lampo solitario squarciò il cielo, segno che anche Ilfrien era venuto fuomineamente a conoscenza della disfatta di uno di loro.
- E io so già che cosa è accaduto. Il tuo caro Sora ha dato il ben servito al nuovo arrivato. Perfetto - sogghignò Albaran. - Addio -
Come se il tempo si fosse fermato, terminate quelle parole, il keyblade saettò verso Axander. Costui fu sbalzato all’indietro, scaraventato contro la parete di un edificio e venendo travolto dalle macerie. Albaran fece roteare nuovamente la sua arma per aria.
- E’ giunto il momento di andare a fare visita al Custode del keyblade - disse.
Si avviò, quindi, indisturbato, verso una delle vie di Linahar.

Giunto all’entrata della strada, il Generale vide Sora e Riku, l’uno accanto all’altro. Il primo era in ginocchio, a terra, mentre l’altro cercava di destarlo.
Albaran si avvicinò, prendendo per una spalla Riku e spostandolo con ben poca gentilezza.
- Lascia stare, ci penso io -
Riku si oppose, impugnando il keyblade. Non ebbe il tempo di realizzare chi era veramente arrivato da lui.
- Che cosa? - tuonò. - Vattene da qui! -
Alabaran lo fulminò con lo sguado.
- Levati dai piedi, petulante ragazzino! -
Riku levò il keyblade per aria, gettandosi sul nemico alla cieca. Albaran si scansò di lato, colpì il keyblade avversario con il proprio, disarmando il ragazzo. Si sbarazzò di lui come aveva fatto con Axander, ovvero con un tondo talmente veloce che pareva aver fermato il tempo. Riku cadde rovinosamente per terra.
- Vedo che, alla fine, hai ucciso la tua cara amica. Da te non me lo sarei mai aspettato. Immagino cosa provi: il tuo cuore non può resistere ad una tale... Sciagura. La rabbia e l'odio avanzeranno imperterriti. E di me, invece? - chiese il Generale, voltandosi verso Sora. - Ti ricordi di me? -
Sora non rispose. Si limitò ad osservare il nemico con uno sguardo vacuo e sperduto nel vuoto, con occhi spenti.
- Io... Io... - balbettò, con un filo di voce.
Albaran lo prese per il collo, sollevandolo da terra.
- Oramai non sei nient’altro che un bamboccio. Sono contento - affermò. - Kairi aveva chiesto di lasciarle un’altra opportunità per eliminarti e non ha fallito. Ora, distrutto dal dolore, il tuo cuore sta lentamente collassando -
Fece una breve pausa, scrutando Riku, steso a terra.
- Ma dato che, com'è risaputo, io sono una persona corretta, ti spiegherò tutto. Hai diritto di sapere, in fin dei conti. Vedi - iniziò. - La tua amica e quell’altra ragazza ci sono servite per riaprire Kingdom Hearts. Sigillato, non serve proprio a nulla, se non a fare da sfondo ad un bel cielo stellato durante una qualsiasi notte estiva particolarmente noiosa. Ma due cuori puri, più il solito contributo di altri cuori, sono la mossa vincente. Se l’altra ragazza ci ha dato solo parte del potere del suo cuore, per aprire Kingdom Hearts, prima che Einar venisse a rapirla, con Kairi è stato diverso: con lei abbiamo completato l’opera, rimanendo a nostra volta meravigliati. In lei c’era molto più potere di quanto ci aspettassimo -
Sora, incosciente, penzolava dalla mano di Albaran, ascoltando controvoglia. Le parole sembravano con scalfirlo minimamente. In realtà, esse risuonavano nella sua testa come tante esplosioni che gli laceravano l'anima.
- Finito il suo compito, di Kairi non rimaneva quasi nulla, se non un guscio vuoto. Il suo cuore non esisteva praticamente più. Tuttavia, era un peccato sprecarla così e trasformarla in un volgare Nessuno. Quindi, sperando che accadesse ciò che è accaduto, cioè che ti sconfiggesse su tutti i fronti, Ilfrien ha usato i suoi immensi poteri per renderla identica a noi, donandole un nuovo cuore. Una nostra sorella - sorrise Albaran. - Oramai, pressoché come noi, legata anche lei a Kingdom Hearts, era costretta ad evitare che tu portassi a termine la tua missione. Poverina, costretta ad eliminare il suo miglior amico per poter sopravvivere -
- Non ascoltarlo, Sora! -
Albaran si voltò di scatto, irritato da quella voce molesta che lo aveva interrotto. Sora tentò di fare altrettanto e vi riuscì con enorme fatica.
- Tu! -
Axander se ne stava in piedi all'imbocco del viale, solitario. Sullo sfondo, delle fiamme che avvolgevano le mura di Linahar.
- Sicuramente le hanno manipolato la mente, come un burattino - disse Axander. - Io li conosco bene e so cosa sono capaci di fare -
Una lama infuocata gli roteò alla sua sinistra, affiancandolo e restando sospesa a mezz'aria, come in attesa di un ordine. Axander sorrise.
- Sono loro che non conoscono bene me -
Ad un suo segnale del braccio, la lama saettò in avanti. Albaran si trovò costretto a lasciare la presa su Sora, deviando con uno schiaffo la lama. A quel punto, Axander colpì.
Giunto immediatamente davanti al fratello con quel diversivo, si abbassò, sferrandogli un montante con entrambe le alabarde. Il Generale Si sentì trascinare verso l'alto, andando ad urtare contro uno dei ponti che solcavano i viali e che collegavano i tetti delle case.
- Dannazione, anche io avevo questo dubbio, ma non è il momento di arrendersi! - urlò Axander, avvicinandosi a Sora e facendolo rialzare in piedi. - Mio fratello dice il vero, purtroppo. L’ombra in loro potere è troppo grande affinché qualunque persona possa resistere -
Sora non parlò e barcollò per un attimo, appoggiandosi al muro. Scosse la testa.
- Che importanza ha ora... Lasciami in pace... -
- Ah, è così? - fece Axander, mentre Sora si allontanava, in direzione delle mura. - E’ questo che hai imparato fino ad ora? Arrenderti quando abbiamo bisogno del tuo aiuto? -
- Troppe volte ha rinviato la resa! - urlò Albaran, apparendo all’improvviso.
Si lanciò su Axander con il suo keyblade, ma questi fu rapido a parare. Entrambi si ritrovarono avvinghiati in una morsa letale.
- Ha ragione lui - disse Albaran, con voce più pacata. - Lascialo stare... -
Iniziarono a incrociare le lame, combattendo furiosamente. Passati pochi minuti, Axander fu colto da un’illuminazione, ma non diede a vedere che era riuscito a trovare una soluzione.
- Una nostra sorella, vero? - chiese astutamente al fratello.
- Vedo che anche tu, alla fine, ci sei arrivato -
Albaran sferrò un fendente e Axander lo schivò. Ciononostante, il Generale dei Venti fu veloce ad allungare la mano libera, scagliando una raffica di vento contro il fratello che perse l'equilibrio e fu gettato al suolo.
Axander si rialzò rapidamente, iniziando ad urlare.
- Sora, se Kairi è diventata come loro... Come me... Questo vuol dire che non è morta! So come aiutarti! -
Ben presto, il volto di Albaran fu sconvolto da una smorfia di rabbia. Si lanciò contro Axander, puntandogli il keyblade alla gola.
- Taci, vigliacco! -
Sollevò il keyblade, preparandosi ad affondarne la punta nel collo dell’avversario. Qualcosa, però, fendette l’aria e, rapidamente, si scagliò sulla mano di Albaran, disarmandolo. Questi guardò poco più avanti, sconcertato.
- Chi osa...! - tuonò.
Sora riprese l’Ultima Weapon al volo, la quale ritornò stretta tra le sue mani. Con straordinaria destrezza, il Custode si avventò su Albaran, menando un tondo dalla potenza strepitosa e mandando il nemico al tappeto, lacerato da un fascio dorato emesso dal keyblade.
Axander ritornò in piedi, spolverandosi le ginocchia.
- Ottimo lavoro - si congratulò con Sora.
Poté notare come negli occhi dell’Eroe del keyblade brillava una strana luce. Axander ce l'aveva fatta: le sue parole erano risuonate come un eco di speranza e avevano raggiunto Sora in tempo
- Indietro - disse il ragazzo. - Lasciaci soli -
Axander annuì, senza ribattere.
- Fa attenzione, ok? -
 

Recensite in molti!

  
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