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Autore: Vanoystein    29/07/2015    0 recensioni
Quando la donna si fermò sulla soglia della porta della stanza di pittura, vide solamente una bambina. Voltata verso una tela, intenta a colorare con le tempere mentre quelle parole lasciavano le sue labbra. I lunghi capelli mori ricadevano sulle spalle, legati da un grazioso fiocco rosso. Lo stesso ed unico colore che occupava la sua tela.
(...)
– Come ti chiami, Cara? –
– Lena. -
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti, mi chiamo Giulia:3
Scusate se non mi sono presentata prima e se non ho più pubblicato, ma ora ci sono e spero che continuiate a leggere e a recensire.
Spero che il capitolo vi piaccia. Un bacio e buona lettura :*

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Quella mattina il sole si era alzato coperto da nuvoloni neri e grigi, l’aria fredda attraversava tutta la città e all’orizzonte il cielo era sempre più scuro come avvisando l’imminente arrivo di una tempesta.
Lena non aveva minimamente accennato alla madre l’accaduto del giorno prima e nemmeno aveva intenzione di farlo in futuro.
Lo avrebbe tenuto per sé.
I suoi piedi si muovevano pigramente sull’asfalto del marciapiede, mentre gruppetti di ragazzi le passavano di fianco, tutti diretti verso la scuola.
Ah, Lena odiava il Giovedì.
C’era la dannata lezione di ginnastica, e tutte le settimana si ritrovava a dover fare esercizi stupidi ed inutili.
Non era mai stata particolarmente brava negli sport, anzi…si poteva dire che era proprio incapace e goffa, soprattutto svogliata.
Il fatto poi che frequentasse il corso insieme ad alcuni membri della squadra di cheerleader e football della scuola la metteva ancora più a disagio.

Sbuffò, stringendo la tracolla della borsa in una mano mentre attraversava finalmente l’entrata della scuola.
Mancavano poche minuti all’inizio delle lezioni ma come sempre lei procedeva lentamente, fregandosene di arrivare in ritardo.
Raggiunse gli spogliatoi della palestra più di cinque minuti dopo. Le ragazze si stavano già cambiando e appena mollò la borsa su una della panchine per cambiarsi, la sua amica Jackie si catapultò da lei.
Era già pronta, con l’uniforme sportiva che le fasciava perfettamente il corpo e i capelli rossi e lisci legati in una coda alta.
- Veloce. – Jackie cercò di smuovere l’amica, battendole le mani davanti al viso. – Oppure verranno a prenderci a calci. – Mugulò poi, incrociando le braccia.
Lena annuì solamente mentre si sfilava i vestiti con malavoglia e indossava la divisa. Sistemò un po’ la maglia bianca sui fianchi e si legò anche lei i capelli in una coda. Allacciò le scarpe da ginnastica e si avviò insieme a Jackie verso l’uscita dello spogliatoio.
La palestra era già praticamente piena, mancavano solo loro.
- Ah finalmente vi siete degnate di raggiungerci. – Esclamò subito Miss Pearl appena le vide arrivare. Allargò le braccia, tirando un sospiro.

Miss Pearl era la solita professoressa di educazione fisica che tutti gli svogliati odiavano e che tutti quelli bravi negli sport amavano.
Era una donna alta, sui quarant’anni, i capelli neri sempre raccolti in una treccia bassa e un paio di occhiali posati sul suo piccolo naso all’insù che sembravano far apparire i suoi occhi color nocciola ancora più grandi.
Secondo Lena, non facevano altro che mettere in soggezione.

- Forza, iniziamo con cinque giri di campo. – Gridò la donna, facendo segno a tutti i ragazzi di cominciare a correre.

Quello che poi aspettò Lena, fu come sempre un’ora di noia, risatine e complimenti alla capo delle cheerleader per tutti gli esercizi che eseguiva magnificamente e ancora solo noia.

Quando stava ormai per giungere la fine delle due ore, Miss Pearl divise i ragazzi in gruppi da cinque, lasciando ad ognuno un pallone e fare un po’ di esercizio fino al suono della campanella mentre lei andava già a sistemarsi negli spogliatoi degli insegnanti.
Inutile dire che metà dei ragazzi non fecero come ordinato e finirono per sedersi per terra, sfiniti e stanchi. Chiaccherando e facendo altro. Così fecero anche Lena e Jackie.
Dopo solo cinque minuti gli unici che restarono a fare avanti e indietro per la palestra con il pallone in mano furono i ragazzi della squadra di football, mentre il loro capitano continuava a tirare a canestro.
Lena si stupiva sempre di quanto quel ragazzo potesse essere bravo in tutti gli sport ed esercizi.
Era capitano della squadra di football e di basket, sapeva giocare a calcio e persino lacrosse.
Sempre pieno di energie, di provare nuovi sport, di eseguire perfettamente tutti gli esercizi possibili ed immaginabili sulla faccia della terra.
Tutto il giorno era seguito da decine di ragazze, forse nemmeno una in quella scuola non aveva una cotta per lui. Nemmeno Lena.
Aveva una cotta per lui dalla prima volta che lo aveva visto, e quel carattere forte e determinato che lui aveva l’aveva affascinata sempre di più.
Si chiamava Benjamin, quarto anno, come lei. I suoi amici però lo chiamavano ‘’Ben’’ o ‘’B’’.
Tutti lo conoscevano e tutti volevano parlargli almeno una volta.
Se volevi far parte del gruppo popolare della scuola, Ben era il tuo biglietto d’entrata.
Era un ragazzo socievole, gentile e premuroso, per niente montato o vanitoso…come invece si potrebbe pensare.
Molto alto, bicipiti e pettorali scolpiti.
Aveva probabilmente origini albine a giudicare dalla sua pelle bianca, i capelli biondissimi e gli occhi blu. Era incredibile come nonostante passasse molto tempo sotto il sole ad allenarsi rimanesse pallido anche d’estate.
Si poteva persino paragonare ad un vampiro con la pelle così chiara da sembrare ghiaccio o neve…e questo era uno dei motivi che lo rendevano unico e affascinante.
Lo sguardo incantato di Lena e i suoi pensieri su Ben furono ben presto interrotti da un tonfo.
La ragazza sbattè un paio di volte gli occhi, senza capire cosa stesse succedendo.
Tutti nella palestra si erano fermati, un ragazzo era per terra che stava gridando contro Ben, in piedi davanti a lui. Sembrava arrabbiato.
- Sei cieco o cosa? Non vedi nemmeno dove cazzo lanci la palla? – Benjamin gridò, fulminando con lo sguardo il ragazzo dai capelli neri sul pavimento che sembrava non volersi nemmeno alzare.
Probabilmente Ben lo aveva appena spinto a terra. Ma comunque Lena non riusciva a capire cosa fosse successo.
L’altro ragazzo sbuffò, guardando Ben dal basso. - Non l’ho fatto apposta! La palla ti ha solo sfiorato, non farne un dramma. – Questa volta gridò anche lui.
- Sfiorato? – Fece eco Ben alzando le sopracciglia verso l’alto. – Mi hai quasi preso in faccia, coglione! – Lena notò il viso del ragazzo assumere un colorito rossastro, la sua mascella contrarsi e le mani stringersi in pugni lungo i fianchi.
Non lo aveva mai visto così, per quanto ne sapeva lei, Benjamin era anche un ragazzo calmo e paziente…che non si era mai fatto coinvolgere in litigi.
Ben poi prese un grosso respiro, indietreggiando un po’. - Se succede un’altra volta ti ammazzo. – Lo minacciò, ma questa volta la sua voce cadde in un sussurro, un sibilo che quasi fece gelare il sangue a Lena.
Il biondo poi fece scorrere lo sguardo su tutti gli altri ragazzi che lo stavano fissando quasi scioccati e sorpresi. – Beh? Che avete da guardare? – La sua voce era tornata alta, e i suoi occhi chiari per un attimo si fermarono su quelli scuri di Lena.
Nessuno dei due sembrò voler rompere il contatto, ma poi Ben si avviò verso l’uscita della palestra e quando lui distolse lo sguardo da lei, Lena sussultò, portandosi una mano alla bocca che schiuse per la sorpresa.
Balzò subito in piedi, osservando il ragazzo che si allontanava e vedendo spiegarsi dalle sue scapole un paio di ali bianche e luminose.
  
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