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Autore: Arya Tata Montrose    30/07/2015    3 recensioni
Spaccati di vita quotidiana nelle famiglie dei protagonisti, da Aang a Korra.
§§§
[1] Makorra – Korra non sarebbe mai cambiata e loro figlio era esattamente uguale a lei.
[2] Beifong – Perché tutti possono sbagliare e tutti possono essere perdonati.
[3] Kuvira – Perché anche gli amici sono una famiglia.
[4] Bolin – Famiglia ristretta e allargata
[5] Irohsami – Colmare un vuoto
[6] Team Avatar&Iroh&Opal – Perché i giochi da tavolo creano perfetti antefatti
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Korra, Mako, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Moment Six:
~∫Creare antefatti
Team Avatar – Iroh – Opal




 
 
Non si sapeva bene come, ma quella cena improvvisata a casa di Asami con tutta la vecchia truppa si era trasformata in un torneo di carte. Tutto ciò che Korra aveva capito era che tutta quella storia era cominciata perchè Iroh aveva compiuto una mossa ben poco intelligente per il grado che aveva. Certo, non era detto che il grado militare avesse un qualsivoglia tipo di collegamento con il comportamento da assumere o meno con una donna, ma la carica di generale richiedeva quantomeno pizzico di diplomazia e una bella spanna di astuzia. Così, probabilmente a causa di un bicchierino di troppo del delizioso liquore portato gentilmente da Opal, aveva relegato in un oscuro angolino del suo cervello buona parte di quei requisiti fondamentali e si era messo ad elencare in modo esaustivo il perché la maggior parte delle donne fosse negato nel combattere o nell’usare una strategia; si concentrano troppo sui dettagli, diceva lui. E così era scoppiata la polemica, che ben presto era passata a tutt’altro argomento finchè, diplomaticamente, Bolin aveva proposto di risolvere il tutto in una bella partita a Pai Sho, dirottata in una partita di poker, un gioco importato da una tribù del regno della Terra, da Iroh.
 
 Ma nemmeno il più attento degli osservatori esterni avrebbe capito, con tutto quel trambusto, come diavolo fossero arrivati allo strip poker. Così, alla fine, erano rimasti solo Iroh, in mutande, e Asami che sfoggiava ancora orgogliosamente il corpetto e i calzoni bianchi. Per intenderci, i primi ad uscire erano stati Bolin, Opal e Mako, abbandonando la partita con ancora l’intimo addosso, presi dalla vergogna, poi Korra che si era rifiutata di togliersi anche le mutande ed ora se ne stava accoccolata al dominatore del fuoco; avevano stabilito che non ci si poteva rivestire fino a che non fosse stato proclamato un vincitore e a lei non causava minimamente imbarazzo che a coprirle il seno ci fossero solo i suo capelli, nel frattempo ricresciuti.
«Scala reale, caro il mio mago del bluff.» Asami sbeffeggiò il suo avversario con una frase pronunciata da lui stesso poco prima, quando anche Korra aveva abbandonato. «Sono un mago, col bluff!» aveva detto, ignorando completamente che Asami fosse ben più brava di lui.
Nel mentre che sul volto di lei appariva un sorrisetto color carminio, quello di lui sbiancava. Indugiava ancora con le carte in mano, osservando criptico le cinque carte in bella mostra sul tavolino adibito a tavolo da gioco.
«Allora, che aspetti? O ti vergogni, forse?» lo provocò ancora, suscitando le risa di tutti i presenti. Vedendo che ancora non si muoveva, decise per il patteggiamento: «Ritira tutto quello che hai detto e ti lascerò le mutande.»
“Oh, bene, umiliato pure”, si trovò a pensare. Ma avrebbe dovuto pensare molto più in fretta a come uscirne, dato che sembrava che fossero tutti coalizzati a farlo parlare. Non gli piacquero per nulla quegli sguardi sadici mentre gli amici si avvicinavano. In meno di un secondo, decise quindi che sarebbe stato decisamente meglio se l’avessero preso in giro a vita per quella storia.
«Va bene!», urlò quando loro furono ad un passo di distanza. «Lo ammetto, le donne sono strateghe migliori, i dettagli sono importanti!»
 
Asami si mise a ridere, e assieme a lei tutti gli altri, mentre si allontanavano per recuperare i vestiti. Sentì qualcosa addosso e si accorse che era la sua giacca, buttata lì dalla vincitrice, che poco dopo l’aiutò ad alzarsi. Si strinsero la mano con un sorriso, e Iroh si ritrovò a pregare gli spiriti in silenzio perché quella storia non fosse usata come simpatico antefatto.
E Shouta si sbellicava dalle risate ogni volta che la sentiva.
[609 words]
Angolo autrice
Bonsalveciao a tutti :D
Sono tornata dall'Ade con questo nuovo capitolo che ha preso le sembianze di una One-shot, decisamente più lunga del solito. Gioite(?) Okay, no.
Grazie mille ad Aliss01 che ha recensito lo scorso capitolo – poi metterò la risposta, perdono se non l'ho fatto prima – e un grazie specialissimo a SecretRose17 che, oltre ad aver recensito, mi ha anche dato una mano a betare il capitolo! 
Grazie ancora a tutti e, si spera, alla prossima.
Tata ♥︎

Risposte alle recensioni
Aliss01 
>Ecco, un premio ad Iroh, uno a Zuko perchè sì e una medaglia al valore a te per averlo detto ù.ù Grazie per tutto e, se vuoi che scriva su qualcuno in particolare chiedi pure, mi fa piacere :) 
Grazie ancora per avermi seguito fino a qui e per tutti i complimenti. Sono contenta che il capitolo precedente ti abbia strappato un sorriso!

SecretRose17
> Sì, ho pensato che, tra Zuko e suo padre, che ho pensato molto simile al primo Iroh, Junior (XD) abbia preso questa piega seria e allo stesso tempo burlona, come il prozio (quanto mi manca!).
No, no, hai ragione. Pensavo fosse completamente invisibile quel filo. Quindi grazie millanta volte!


 
 
 
   
 
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