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Autore: Annabeth1995    31/07/2015    1 recensioni
Seguito di "Forse lei te lo poteva insegnare"
Dal primo capitolo:
All’ingresso della scuola la riccia si trovò difronte una scena che aveva sperato di vedere da quando aveva messo piede li dentro; Draco Malfoy deriso da un gruppo di studenti del sesto anno. Ora però quella scena, invece che soddisfarla, la feceva soffrire. Quante volte era toccato a lei essere umiliata e proprio da Malfoy per giunta? Ma Hermione non era mai stata una persona vendicativa, non era nella sua indole godere del dolore o del disagio altrui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Taaa daaaaaa!!!
Eccomi di nuovo qui!!
Spero che il precedente capitolo vi sia piaciuto e non vi abbia deluso! Ringrazio infinitamente
Margo Malfoy che, come sempre, mi gratifica ad ogni capitolo!
E ora, fan della Dramione a meeee!


Margo questo capitolo è tutto per te! 

BUONA LETTURA!!!!






L’infermeria era a malapena illuminata, la luce nell’ufficio di Madama Chips era ormai spenta da un po’ ma, di fianco al letto di Draco Malfoy, una ragazza era ancora vigile a vegliare il sonno dell’amico. Lo shock era stato forte e l’adrenalina le scorreva ancora prepotentemente nelle vene. Ripensandoci non riusciva a ricordare bene cosa fosse successo. Ricordava solo Draco disteso nel suo stesso sangue, un urlo e poi si era ritrovata davanti alla porta dell’infermeria aspettando notizie sulla salute del suo migliore amico.
 
Non era la prima volta che rischiava di perdere qualcuno. Harry aveva messo a repentaglio la sua vita parecchie volte, insieme a lei e a Ron, ma solo una volta aveva provato quel terrore cieco. Era lo stesso che l’aveva avvolta quando aveva visto il corpo di Fred a terra. Freddo. Morto. Le lacrime iniziarono a scendere mentre teneva la testa fra le mani. Non poteva perdere anche lui. Non ora che, in quello che una volta era il piccolo ragazzino borioso che odiava, aveva trovato una persona simpatica, astuta e comprensiva. E sciocca.
Si, era stato uno stupido. Aveva rischiato di morire dissanguato e non aveva minimamente pensato che l’avrebbe lasciata sola. Che l’avrebbe ferita. Ora era fuori pericolo, Madama Chips era riuscita a fermare l’emorragia ma aveva detto che ci sarebbero voluti un paio di giorni prima che la pelle, con il supporto delle pozioni e degli incantesimi di guarigione, si riformasse completamente anche se aveva detto che sarebbe rimasta comunque una brutta cicatrice. Con il cuore pesante, Hermione chiuse gli occhi e si addormentò.
 
 
La luce inondava la torre di Grifondoro, la sala comune, data l’ora, era completamente deserta se non si  contavano Ginny e George Weasley che, in ansia, pensavano a dove potesse essere la loro amica.
 
“Ieri sera non è tornata in camera. Aveva detto che ci saremo viste qui ma non è venuta. George io…”
“Non ti preoccupare, sono sicuro che sta bene. Stare qui non servirà a nulla, potremo andare a cercarla, ok?”
 
Ginny annuì pensierosa.
 
“Se solo avessimo ancora la Mappa del Malandrino…”
“Si ma non l’abbiamo quindi sarà meglio muoversi. Tu controlla la Sala Grande e se non la trovi li prova a vedere se fosse andata a lezione. Io andrò a chiedere a Malfoy se l’ha vista, credo sia ancora nel suo dormitorio.”
 
Disse George uscendo dall’ buco dietro al ritratto. Arrivati nel salone di ingresso si separarono. Scendendo le scale che portavano ai sotterranei il rosso si ricordò di non avere idea di dove si trovasse la sala comune di Serpeverde. Fece dietro front per andare a chiedere a sua sorella se lo sapesse ma in Sala Grande lei non c’era già più e non c’era neppure Hermione. Rassegnato si sedette sulle scalinate in attesa di Malfoy. Peccato che non sapesse che il biondino, due piani più su, stava steso su un lettino dell’infermeria con Hermione addormentata sulla sedia accanto a lui.
 
 
 
Un rumore sordo fece sobbalzare Hermione destandola dal suo riposo. Madama Chips aveva inavvertitamente sbattuto la porta del suo ufficio chiudendovisi dentro. Evidentemente non aveva preso molto bene il fatto che lei fosse ancora li nonostante, durante la notte, l’avesse ripetutamente invitata a tornare al suo dormitorio.
Spostò lo sguardo sul letto difronte a  lei. Draco ancora non si era svegliato ma non sapeva se fosse un buon segno oppure no. Si alzò per sgranchirsi le gambe ma in, quel momento, la porta dell’infermeria si aprì lasciando entrare un ragazzo alto e slanciato, la pelle bronzea e portamento fiero. Altri non era che Blaise Zabini. Quando i loro occhi si incrociarono lui inarcò un sopracciglio e gettò un’occhiata al letto dove il suo amico stava riposando. Le fece segno di seguirlo fuori ma Hermione non si mosse di un millimetro incrociando le braccia sotto il seno.
 
Non voglio svegliarlo”
 
Disse lui a bassa voce. Lei sbuffò ma lo seguì.
Arrivati fuori , Zabini, si accomodò sul corrimano del parapetto e sorrise apertamente ad Hermione. Lei, dal canto suo,  inarcò ulteriormente le sopracciglia confusa.
 
“Sorridi Granger, so per certo che sei molto più bella quando lo fai”
“Non fare lo svenevole con me Zabini, non attacca. Cosa vuoi?”
“Solo sapere cosa è successo a Draco, ovviamente.”
 
Hermione sospirò e si sedette accanto al moro iniziando a raccontare tutto; da come si erano conosciuti a quando, la sera prima, aveva trovato Draco immerso in una pozza di sangue. Gli occhi le pizzicavano ma ciò nonostante non versò neppure una lacrima. Quando ebbe finito il suo racconto, Zabini le diede un paio di pacche sulla spalla.
 
“Quindi sei stata tutta la notte qui con lui?”
 
Lei annuì.
 
“Direi allora che dovresti andare a riposare un po’, passa un po’ di tempo con i tuoi amici e distraiti.”
“Non posso Zabini, voglio esserci quando si sveglierà”
 
Blaise sgranò gli occhi. Che davvero la mezzosangue fosse diventata così mielosa?
 
“Dovrò fargli una bella ramanzina! Mi sentirà, altroché se lo farà!”
 
Errore. Hermione Granger era sempre la stessa di un tempo. Così decisero che avrebbero aspettato assieme che il loro amico si svegliasse. Passarono quasi due ora nelle quali i silenzi furono i protagonisti indiscussi.
 
“Zabini”
 
Disse lei.
 
“E’ quasi ora di pranzo, io vado a mangiare una cosa veloce così potrò spiegare a Ginny e George cosa e successo. Vuoi che ti faccia portare qualcosa qui?”
 
Lui scosse il capo sorridendole.
 
“Se non ti dispiace vorrei sgranchirmi un po’ le gambe e venire a mangiare in Sala Grande. Dopo tutto il cretino sarà ancora su questo letto quando tornerò”
“Torneremo, Zabini. Te l’ho detto, ho intenzione di fargli passare un brutto quarto d’ora.”
 
Disse lei mentre uscivano dall’infermeria. Blaise, con una nota quasi allegra, iniziò a ridacchiare.
 
“Deve averti fatto preoccupare molto se sei così arrabbiata Granger!”
 
Ridacchiò anche lei. Mai si sarebbe aspettate di affrontare una discussione del genere con Blaise Zabini. Certo, lui non aveva mai preso espressamente parte alle angherie di Malfoy ma, assieme a Theodore Nott, con il biondo formavano una specie di trio dei Serpeverde.
 
“Oh altroché se mi ha fatta incavolare! Sfiderei chiunque a non arrabbiarsi con lui per essere stato tanto stupido!”
“Granger, te l’ha mai detto nessuno che sei un portento?”
 
Disse Zabini stupefatto! Quella che aveva di fronte non era una ragazza come tutte le altre e ora capiva cosa Draco ci avesse visto per farla avvicinare così tanto.
Camminarono in silenzio per un po’ quando lui riprese a parlare.
 
“Volevo ringraziati Hermione”
 
Era la prima volta che la chiamava con il suo nome, ma in questo caso, era più appropriato del cognome.
Lei si fermò un secondo e lo guardò dubbiosa. Lo scrutò negli occhi senza capire e guardandolo interrogativa.
 
“Per essere stata vicina a Draco. Io e Theo in questo periodo non lo abbiamo fatto, non siamo stati dei buoni amici, i nostri problemi ci hanno fatto un po’ chiudere in noi stessi e lo abbiamo lasciato da solo in una scuola dove tutti lo detestano. Beh, quasi tutti. Quindi grazie per averlo aiutato a rialzarsi dal fondo. È poco lo so, ma non credo che possa voler accettare soldi per ricompensa o cose del genere quindi mi limito alle parole che già ti ho detto.”
 
Hermione gli strinse un po’ un braccio come a fargli intendere che aveva capito ciò che le voleva dire ma non rispose apertamente.  Arrivati in Sala Grande si divisero, lui per sedersi al tavolo della sua ex casa, lei per raggiungere George e Ginny che appena la videro iniziarono a correrle in contro.
Dove aver ricevuto una strigliata da entrambi, Hermione spiegò loro cosa era successo la sera prima ma omise di raccontare la chiacchierata con Zabini. Lui si era lievemente aperto con lei e di sicuro non lo avrebbe raccontato in giro.
Quando ebbero finito di mangiare si diressero verso l’uscita della Sala Grande  e aspettarono Zabini. Ai Weasley non faceva molto piacere andare in giro con lui ma capendo la situazione non fiatarono. Ginny era preoccupata per Malfoy, dopotutto aveva imparato a conoscerlo e, doveva ammetterlo, non era così male come compagnia. George, invece, continuava a lanciare continuamente occhiate a Hermione che camminava spedita verso l’infermeria con Zabini a fianco.
 
Quando entrarono videro il biondo, seduto sul letto, intento a sbocconcellare quello che doveva essere il suo pranzo.  La reazione di Hermione non si fece attenere. Prede un cuscino ed iniziò a sbatterlo addosso a Draco che non riusciva a capire cosa fosse successo.
 
“TU. STUPIDO. DANNATO. FURETTO! MALEDETTO IBECILLE! HAI LA MINIMA IDEA DI QUANTO TU MI ABBIA FATTA PREOCCUPARE? BRUTTO DEFICIENTE! STUPIDO!!”
 
Ad Hermione tremava la voce. Come aveva osato fare una cosa simile? Voleva lasciarla sola? Lei non avrebbe retto ad un’ altra perdita. Non ora che iniziava a stare meglio. E stava meglio grazie a George, Ginny ma soprattutto grazie a lui. Lui che le aveva dato la spinta per tornare se stessa. Fu la consapevolezza di un momento. Un secondo prima gli stava urlando contro e un attimo dopo stava premendo forte le labbra su quelle di Draco. Sapevo di fresco, come menta e pino, e le sue labbra erano morbide. Sembravano fatte per unirsi a quelle di Hermione. Quando si staccarono lei era rossa come un pomodoro e lui, con un ghigno che non aveva  nulla di cattivo, le accarezzò una guancia con il braccio sano.
 
“Era l’ora che ti decidessi a baciarmi mezzosangue”
 
Hermione era davvero imbarazzatissima; aveva baciato il suo migliore amico davanti ai fratelli del suo ex ragazzo morto e al migliore amico del sopra citato. I due Weasley la guardavano, Ginny sconvolta e George… Beh lui aveva gli occhi pieni di quella che avrebbe potuto definire delusione, ma vi leggeva anche dolore. Blaise notando l’imbarazzo creatosi si schiarì la gola per attirare l’attenzione.
 
“Vorrei parlare con il mio migliore amico. DA SOLO”
 
Nessuno ebbe la voglia di ribattere e velocemente uscirono dall’infermeria. Hermione avrebbe voluto parlare con in suoi due amici ma come varcarono la porta si dileguarono in fretta su per le scale.
Perché, nonostante quel bacio l’avesse fatta sentire così bene e completa, ora era seriamente pentita di ciò che aveva appena fatto? Quanto avrebbe voluto avere delle risposte a tutte le domande che le vorticavano in testa. Non sapeva che presto sarebbero arrivate e, soprattutto, non sapeva che non tutte le sarebbero piaciute.
 
  
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