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Autore: Fenrir_23    31/07/2015    3 recensioni
Sono trascorsi nove anni dalla fine della serie, Sesshomaru è scomparso ...
“Rin ...” Sesshomaru puntò i suoi occhi sulla ragazza che aveva davanti. Incredibile come gli umani cambiassero in fretta: quando l'aveva vista l'ultima volta, lei aveva sedici anni e ancora le fattezze di una ragazzina, ma ora i lineamenti che ricordava avevano lasciato il posto a quelli di una giovane donna.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il suono secco di vecchie ossa che si frantumano, passi leggeri nel nulla.
“Un figlio mezzo demone.”
A quelle parole, nella mente del demone si era fatta spazio un’unica, nitida, immagine. L’immagine di un luogo sacro a metà fra il regno dei vivi e quello dei morti … la tomba di un antico e potente condottiero.
Sesshomaru alzò lo sguardo osservando con una certa malinconia l’immenso teschio di quello che un tempo era stato suo padre. Mai come in quel momento si era sentito così simile a lui … forse, gli stessi dubbi che invadevano il suo cuore, un tempo erano appartenuti anche al suo predecessore?
No, il grande demone cane non aveva mai provato quell’odio e quel disprezzo che ora rendevano a Sesshomaru così difficile accettare il proprio amore per creature diverse da quella che era la sua natura.
“Padre … che cosa dovrei fare …”
Istintivamente Sesshomaru portò la mano all’elsa di Tenseiga; la maledetta spada che l’aveva portato infine in una simile situazione. Lui, Sesshomaru, un potente demone cane, costretto a negare definitivamente ciò che aveva sempre sostenuto, in nome della creatura ancora non venuta al mondo che aveva generato con un’umana. L’umana … che amava. L’immagine di Rin si materializzò nella sua mente in maniera nitida, come l’avesse avuta davanti.
Sapeva già qual era la risposta. E non aveva intenzione di opporsi a quella consapevolezza; perché ciò che era di Rin era giusto e apparteneva anche a lui, eppure, per il suo orgoglio era qualcosa di tremendamente difficile da accettare.
Riconoscere quel figlio, significava negare completamente il se stesso che era stato per anni, e – non meno importante – accettare Inuyasha come proprio fratello e pari, rivolgendogli implicite scuse.
Sesshomaru chiuse gli occhi.
No, non era solo quello … percepiva già il bruciante senso di colpa nei confronti di Rin e di quel figlio non ancora nato. Il disprezzo che aveva provato per creature come loro, non poteva essere cancellato, gli sarebbe rimasto addosso come una cicatrice, rendendolo inadeguato.
Frantumò un vecchio osso schiacciandolo nel palmo della mano. Odiava, essere così tormentato dai pensieri. Da quando era diventato paranoico e riflessivo in quella maniera? Già, i cinque anni nel limbo non gli avevano fatto bene …
Sbuffò, scacciando i pensieri con un gesto della mano.
“Dovrò far forgiare una spada per il mio erede.” Si disse, riprendendo a camminare.
 
 
 
 
 
 
Dallo shouji semi aperto alle spalle di Rin, entrava una corrente d’aria fresca, insidiosa. Il silenzio notturno, era interrotto solo dalla voce stridula di una civetta. La ragazza si passò una mano sul ventre, sfiorandolo appena, mentre avvolgeva i capelli lunghi attorno alle dita dell’altra, trasformandoli in onde castano scuro. I pensieri cominciarono a farsi largo nella sua mente.
 
 
 
Era una notte come quella. Ricordava il profumo intenso di Sesshomaru, e la sua pelle che risplendeva sotto il chiarore della luna. Le spalle forti, il respiro affannato, e l’odore dei suoi capelli.
Lui che la stringeva a sé, alla fine di tutto.
“Sesshomaru … io … cosa sono per te?” Rin gli aveva fatto crudelmente quella domanda, guidata dell’istinto e dal capriccio di voler avere una risposta, pur sapendo di metterlo in difficoltà, o di rischiare di rimanere offesa dal suo silenzio.
La ragazza aveva capito di averlo turbato dal modo in cui lui si era irrigidito, incollando lo sguardo verso il cielo.
E la risposta non era arrivata … Rin aveva abbassato lo sguardo. Si era sentita strana, in preda ad una particolare paura, al timore che quelle attenzioni che lui le dedicava, fossero solo qualcosa di temporaneo, che un giorno sarebbe tornata a essere solo la bambina da proteggere e andare a trovare ogni tanto … aveva avuto paura di doversi privare di quella nuova possibilità che aveva di toccarlo, baciarlo e amarlo, senza doversi trattenere ma, quando il respiro del demone le aveva solleticato una guancia, e le sue unghie affilate le avevano sfiorato la pelle, si era resa conto, di essere in preda a timori infondati.
“Rin …”
 
 
 
Il rumore forte del vento riportò l’umana di colpo alla realtà.
Faceva freddo, ora. La ragazza si alzò per chiudere lo Shouji e bloccare l’aria che entrava da qualche punto imprecisato della casa, ma uno strano scricchiolio che le sembrò di udire, le mise addosso inquietudine. Inuyasha era dovuto uscire quella sera, per un lavoro insieme a Miroku, forse stava rincasando? O qualche demone di basso livello aveva deciso di approfittare della situazione per attaccarli? Ma a che scopo … Rin rimase ad ascoltare il silenzio per diversi secondi.
Nulla, tutto nella norma. Probabilmente era stata solo una sua suggestione.
Si sdraiò nuovamente nel futon, cercando di tranquillizzarsi. Le ombre strane proiettate contro le pareti, la rendevano inquieta e incapace di prendere sonno. Eppure, molte volte aveva dormito all’aperto, nel buio completo con il cielo come unico riparo. Ripensò al corpo caldo di Ha – Un che vegliava su di lei quando era solo una bambina. A Sesshomaru … bianco e luminoso come una luce nella notte, che quando c’era, se ne stava sempre un po’ in disparte, distaccato da tutto.
E finì per perdersi di nuovo nei pensieri.
 
 
Sesshomaru l’aveva guardata con un misto di lieve imbarazzo e curiosità, mentre lei gli intrecciava i capelli lunghissimi. Rin si era protesa in avanti, regalandogli un bacio sulla guancia.
“Perché ora sorridi?”
La voce di Sesshomaru era uscita in un sussurro, ma a Rin non erano sfuggire le sue parole.
“Sorrido perché –“
 
 
 
 
La ragazza sussultò, quando due mani forti le tapparono occhi e bocca, impedendole di vedere o di urlare per lo spavento. Il cuore prese a batterle a mille, come a volerle sfondare il petto; tentò di graffiare, scalciò per liberarsi, ma un odore buono e marcato che conosceva bene le entrò nelle narici, bloccando quella reazione spontanea. Riconobbe il suo tocco saldo ma gentile, la pelliccia soffice e morbida, e il suo respiro.
“Sesshomaru … mi hai fatta spaventare …”
Si voltò un attimo per guardarlo, incrociando i suoi occhi.
“Non pensavo di terrorizzarti in quella maniera.”
Le parole del demone uscirono in un sussurro.
Rin sospirò. A volte lui era tremendamente ingenuo, anche se quel termine mal gli si addiceva. Sicuramente non aveva pensato di farle uno scherzo, lo conosceva troppo bene per crederci, più probabilmente aveva deciso di tapparle la bocca per evitare che urlasse per lo spavento di vederselo lì davanti, di colpo. Ma non era stata una grande idea.
Quei pensieri svanirono in un attimo. Se lui era tornato, c’era qualcosa di molto più importante di cui parlare.
“Sesshomaru hai – “
Rin non ebbe il tempo di domandargli qualcosa. Le labbra del demone si erano già posate con forza su quelle dell’umana, senza chiederle il permesso. La ragazza si trovò stesa sotto di lui prima di potersene rendere conto.
“Fermo, fermati!” Protese una mano in avanti, toccandogli il petto per impedirle di abbassarsi su di lei.
“Dobbiamo parlare …”
“Non mi piace parlare, lo sai.” Sesshomaru non disse quelle parole, ma Rin gliele poteva leggere chiaramente nello sguardo. Era vero, lui era un tipo taciturno … ma l’umana aveva scoperto nei suoi modi di fare una grande abilità nel comunicare con il corpo, i gesti e gli sguardi. O forse era solo lei che riusciva a comprenderlo così bene …
La mano del demone s’infilò senza farsi notare nel kimono della ragazza.
“Sesshomaru … siamo a casa di Inu-“
Di nuovo lui le impedì di parlare, baciandola.
“È lontano.”
Rin gli prese il viso fra le mani, cercando di indurlo a guardarla; gli occhi d’oro del demone si fissarono nei suoi, inquieti, e impazienti.
“Aspetta …” Riuscì a dire lei in un sussurro, mentre aveva ancora la forza di volontà per chiedergli di fermarsi. Erano stati lontani solo per qualche giorno, eppure le era mancato tremendamente. Lo voleva per sé, non aveva importanza dove si trovavano.
“ E … il bambino?”
“ … è mio figlio.”
Rin lasciò che Sesshomaru la baciasse, mentre le lacrime iniziavano a scorrerle involontariamente lungo il viso.
 
 
 
 
 
 
“Quel maledetto di Sesshomaru è stato qui.” Sbraitò Inuyasha, incrociando le braccia. Kagome lo osservò con un misto di curiosità e divertimento, mentre il sorriso malizioso di chi ha appena capito tutto si faceva spazio sul suo volto. Sorseggiò un po’ di Thé, continuando ad osservare Inuyasha.
“Chi è Sesshomaru, mamma?”
“ è tuo zio.” Ripeté non troppo pazientemente Kagome al figlioletto.” Quante volte te lo devo dire, Inushiro?”
“Hey, zio di chi!”
La voce offesa di Inuyasha la fece spazientire ulteriormente.
“Quel demone puzzolente non è suo zio, non dirlo nemmeno!”
Kagome sbuffò.
“ Allora Rin è sicuramente andata via con lui … aah, quella ragazza ha perso la testa!”
Quel mattino, quando non l’aveva trovata in camera, si era spaventata.
In ogni caso, se lui era tornato, significava solo una cosa. Era ora di annunciarlo pubblicamente.
“ … Inushiro, sai che avrai un cuginetto o una cuginetta?”
“ … Davvero???”
“Cosa?!” Inuyasha strabuzzò gli occhi fuori dalle orbite.”Kagome, non mi avevi detto che anche tuo fratello è venuto qui in epoca Sengoku, come ha fatto?”
Lei lo guardò con disprezzo, tirandogli un pugno in testa.
“Sei il solito SCEMO, stupido!”
Il mezzo demone si massaggiò il punto colpito.
“Non c’entra niente mio fratello, possibile che non capisci mai nulla?!”
“E allora che stupidate vai dicendo!!” Le urlò in risposta Inuyasha.
“ Il figlio di tuo fratello, no??!”
Il mezzo demone si strozzò con il thé senza volerlo. Colpi di tosse, poi silenzio, che durò per diversi secondi.
“C- cosa?”
“Tu non lo sai ancora, ma Sesshomaru diventerà padre … di un mezzo demone.”
Gli occhi di Inuyasha rimasero puntati in un punto imprecisato, insieme alla sua bocca spalancata.
“Rin e Sesshomaru avranno un figlio.”
Kagome capì di aver dato al proprio compagno il colpo di grazia, quando lo vide ribaltarsi all’indietro, scivolando dalle scale sui cui si era appollaiato.
“Non ci posso credere.”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ed eccomi anche con questo capitolo, scusate se ci ho messo un po’, ma ero in carenza d’ispirazione XD fatemi sapere che ne pensate, a presto!
   
 
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