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Autore: glins    31/07/2015    2 recensioni
Faberry! What if?
Storia che segue gli avvenimenti della season 6, ma basandosi sulla Faberry.
Altre coppie: Brittana, Klaine e Samcedes sicure.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Brittany/Santana, Mercedes/Sam, Quinn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Un, due, tre, quattro e cinque, sei, sette, otto"
 
Rachel manteneva il tempo a voce e schioccando le dita mentre i ragazzi del glee ballavano di fronte a lei.


 
Kurt, affiancatosi alla diva, parlò tra i denti, per non farsi sentire.
 
"Mio dio quello biondo è negato"
 
Rachel grazie al suo intervento perse il ritmo e i ragazzi finirono per sbagliare direzione e tempi.
 
Si girò esasperata verso il suo amico, che alzò le spalle con aria innocente.
 
"Okay, qualche minuto di pausa ragazzi" disse alle Nuove Direzioni, che si catapultarono sulle bottiglie d'acqua. 





"Ti sembra il caso di farmi perdere la concentrazione durante le prove?" gli chiese retoricamente.
 
"Rachel state provando da quasi due ore. Ho avuto il tempo di prendere un caffè al Lima Bean, leggere l'ultimo numero di Vogue e fare le cosacce con Blaine nel bagno insegnati. Ormai li sanno i passi, li stai stremando!"
 
"No non li sanno o avrebbero continuato anche senza che io tenessi il ritmo" controbatté la mora.
 
"Non hanno continuato perché sono esausti! Lasciali andare Rach" concluse con un tono misto di supplica e dolcezza il ragazzo. 


 
Rachel dal canto suo sbuffò incrociando le braccia al petto e distolse lo sguardo.
 
Quando lo riportò in quegli occhi azzurri e limpidi, cedette.


 
"Va bene… per oggi abbiamo finito, andate a casa, ci vediamo domani" disse Rachel, alzando la voce, ai ragazzi.
 
Kurt sorrise soddisfatto e guardò avviarsi i ragazzi verso l'uscita, poi il suo sguardo andò alla sua migliore amica che si era diretta verso il pianoforte.
 
I suoi occhi divennero pieni di compassione e preoccupazione, mentre si andava ad appoggiare al piano, guardandola.



Rachel sentì il suo sguardo, ma lo evitò concentrandosi sui vari spartiti che aveva davanti.
 
Quando quegli occhi divennero perforanti, però, si girò verso l'amico con aria scocciata.
 
"Cosa?"
 
"Sai cosa"
 
La diva alzò gli occhi al cielo e tornò ai suoi spartiti.
 
"Davvero? Non mi dirai niente di niente?"
 
"Kurt, non c'è niente di più da dire" constatò riportando lo sguardo su di lui "se n'è andata, mi ha detto chiaramente di dimenticare tutto ed è quello che sto cercando di fare"


"Stremando quei poveri ragazzi? Potrebbero denunciarti per sfruttamento di minori lo sai?"
 
"Kurt non ho voglia di scherzare"


 
Il ragazzo dagli occhi azzurri guardò la sua amica mentre tornava alle sue scartoffie.
 
Gli dispiaceva così tanto per quelle due, e certo, Rachel era la sua migliore amica, ma Quinn... Quinn le aveva aperto il suo cuore, con i gesti e con le parole.
E Rachel per le sue stupide paure si era chiusa in sé stessa... anche se quelle paure, tanto stupide, non erano. 
Ne avevano parlato in macchina, di ritorno dal matrimonio, Rachel con le lacrime che scendevano copiose e il respiro spezzato.
Il suo comportamento era quindi, in parte, giustificato, ma il suo migliore amico aveva cercato di farle capire che stava rinunciando a qualcosa che poteva essere veramente grande. 


Ma la mora non voleva più sentire ragioni e dopo quello sfogo in macchina decise di fare come la bionda le aveva consigliato: dimenticare.
 
Dimenticare tutto e andare avanti. 


 
Andare avanti, anche a costo di buttarsi a capofitto in quella pagliacciata che era lo spettacolo di quel mostriciattolo che la Sylvester le aveva affibbiato.
 
 
L'importante era andare avanti.
 
 
E Kurt si promise di starle vicino, come sempre e nel migliore dei modi.
 
 
"Penso che per chiusura dovremmo fare Break Free di Ariana Grande" disse quindi, prendendo lo spartito e mettendolo davanti agli occhi scuri di Rachel, che lo guardò grata e felice che non avesse insistito ulteriormente. 


 
Quel ragazzo dagli occhi cielo era una specie di piccolo angelo custode.



 
 
**




 
 
Quella sera, al Move Along, era la serata hip hop, quindi di tanto in tanto i ballerini salivano sul palco, interrompendo la musica che usciva dalle casse ad un volume basso, e deliziavano la folla della sala più tranquilla del locale con le loro coreografie. 
 
Nel frattempo, al tavolo migliore del locale, Quinn, Erica e Margaret erano sedute insieme a Pablo, Paul e i loro amici modelli, durante il quinto giro di drink.
 
 
"Ma per favore, New York non è questo granché, se vuoi sfondare come modello devi andare in Europa, credimi" disse uno degli amici dei due modelli, un certo Ryan.
 
"Già, Milano, Parigi, sono le capitali della moda amico" sostenne un altro, di cui Quinn, forse per l'alcool, forse per la sua inutilità, non ricordava il nome.
 
"Per quanto ne so io, New York è la città delle opportunità..." si introdusse Maggie.
 
"Sì, certo, se vuoi diventare un pupazzo canterino, ma personalmente vorrei siano i miei addominali a cantare" disse ancora Ryan, facendo decidere a Quinn che ne aveva abbastanza di stare con quei deficienti. 



Rachel non era un pupazzo canterino.



Ma non doveva pensarci, non le importava, doveva dimenticare ed andare avanti. 
 
 
 
Andare avanti, uscendo da quel locale e abbandonando quel tavolo, dove ormai i due neuroni di quei trogloditi facevano a lotta a chi fosse più bruciato. 
 
Diede un calcio ad Erica da sotto al tavolo, che la guardò stranita ed indignata.
 
"Che c'è? Non ho fatto niente stavolta" disse sottovoce.


 
Quinn le mandò uno sguardo eloquente, alludendo all'uscita infondo alla sala ed Erica annuì impercettibilmente, poi si schiarì la gola per attirare l'attenzione e parlò interrompendo la conversazione su quanto si rimorchiasse facendo il modello.


 
"Gaston e Testosterone, mi piacerebbe molto stare qui a sentire i vostri discorsi interessanti partoriti dai lungimiranti criceti che avete al posto del cervello, ma noi dobbiamo proprio andare" disse la texana, regalando il più falso dei suoi sorrisi ai due e facendo strada alle altre due ragazze, lasciando al tavolo Pablo e Paul dispiaciuti.
 
 
"Oh mio dio grazie, ti amo sempre di più" esordì Margaret mentre andavano verso l'uscita. 
 
"Già e poi si chiedono perché mi piace la-"
 
"Ragazze! Già ve ne andate?"


 
Olivia era spuntata dal nulla, fermando l'avanzata delle ragazze.
 
 
"Ehm.. sì sai, abbiamo i corsi domani" giustificò tutte e tre Maggie.
 
 
Ci furono pochi secondi di silenzio in cui Olivia osservò le tre alzando le sopracciglia.


 
"Ryan e Taylor fanno capire il perché della propria omosessualità, lo capisco" disse poi in una risata, lasciando sorprese le studentesse "prometto che la prossima volta vi procurerò una compagnia migliore"


 
Sorpassando le ragazze per tornare ai tavoli, indugiò qualche secondo al fianco di Quinn e avvicinandosi di poco parlò.
 
"Ricorda che sul biglietto che ti ho dato c'è il mio numero"
 
Quinn restò bloccata, più dal tono rauco dell'altra che dalla frase in sé per sé, perché beh... c'era da ammettere che nonostante tutto Olivia era davvero affascinante e aveva un certo effetto, su tutti.
 
Nessuno escluso.
 
Tantomeno Quinn.


 
 
"Alla prossima ragazze" concluse allontanandosi con un gesto della mano.




Erica e Margaret nascosero un sorriso divertito al vedere l'espressione di Quinn, e si avviarono alla macchina seguite da una Fabray stravolta dagli eventi della serata.


 
 
**
 



 
La mattina dopo, Quinn si stava passando quel bigliettino tra le mani, mentre Erica e Margaret erano andate a correre. 



Che doveva fare? 
 
Olivia era davvero una bella ragazza, e sembrava anche piuttosto interessante. 
 
Ma c'era Rachel, non poteva ignorare i sentimenti per la diva.


 
Purtroppo.


 
Però era proprio lei ad aver detto a Rachel di dimenticare ed andare avanti, che sarebbe stata la prima a farlo.


 
Allora perché non ne era in grado?


 
Perché non riusciva a lasciarsi stregare dagli occhi verdi di Olivia, come tutte le altre ragazze che al locale la guardavano con gli occhi a cuoricino?




 
Si prese mentalmente a schiaffi ed andò in bagno a sciacquarsi il viso, per schiarirsi le idee, poi si asciugò e si guardò allo specchio.


 
"Andiamo... caccia le palle" si disse "sei Quinn Fabray"



Prese un respiro profondo.


 
Poteva farlo.
 
Poteva andare avanti.


 
Andò a recuperare il suo cellulare ed iniziò a digitare. 



 
**


 
 
 
"Quinn dio santo, muoviti, mi serve il bagno" disse Erica bussando ancora alla porta.


"Er calmati, è dentro solo da venti minuti" la richiamò Margaret dalla sedia girevole, dove era seduta leggendo un libro. 
 
" ‘Solo’? E comunque venticinque" Disse l'altra facendole alzare lo sguardo dal libro.
 
"Al nostro primo appuntamento hai monopolizzato il bagno per quasi un’ora, facendo anche far tardi a me, non lamentarti"


"Come fai a stroncarmi sempre? E come faccio io ad amarti nonostante questo?" Chiese retoricamente, facendo sorridere sotto i baffi la sua ragazza, e andandosi a sedere pesantemente sul letto affianco alla sedia dove questa era seduta.



 
Quinn quella mattina aveva preso un semplice caffè con Olivia e si era veramente trovata bene, tanto che aveva accettato senza doverci pensare due volte quando la mora le aveva chiesto di uscire quella sera, e le sue coinquiline erano felici stesse davvero andando avanti, ma insomma… Erica sembrava avere un urgente bisogno fisico.
 
Inoltre Olivia le aveva detto chiaramente "Non essere troppo elegante, non sarà il caso con me"
 
Quindi non c’era molto da fare.
 
Ma forse, quel discorso non valeva per gli standard di Quinn Fabray.



 
 
Qualche secondo e la serratura della porta del bagno scattò.  


 
"Oh finalmente, ho il Niagara da-" le parole morirono sulla bocca della texana, mentre Maggie era a bocca aperta.


 
Quinn indossava un semplice vestito nero, sopra una giacca di pelle e stivaletti neri con un tacco non troppo alto.
 
Il suo trucco dai colori neutri risaltava gli occhi, che quella sera erano di un verde scuro.
 
I capelli platino, mossi, erano tirati all'indietro da un semplice e grazioso ferma capelli. 



 
Erica si lasciò andare ad un fischio di apprezzamento. 
 
Margaret si alzò e si avvicinò di qualche passo.


 
"Allora... come sto?"
 
"Sei una bomba" constatò Erica.
 
"Dio, perché non ho pensato prima ad una cosa a tre"


 
Stranamente era stata Margaret a dirlo lasciando sorprese le sue coinquiline che scoppiarono a ridere poco dopo, facendola leggermente arrossire prima di unirsi a loro.
 
 
Il cellulare di Quinn squillò interrompendole. 


 
"È fuori al campus... vado"




 
Appena Quinn chiuse la porta, lasciando una scia di profumo dietro di lei, Erica si affiancò a Margaret, che aveva ancora lo sguardo sulla porta, ed incrociò le braccia.


 
"Davvero la faresti una cosa a tre?"
 
Margaret si voltò verso di lei alzando le sopracciglia. 
 
"No sai perché devo dire che Quinn ci sa davvero fare a letto..." continuò ricevendo uno schiaffo sul braccio dalla sua ragazza a cui era sfuggito un sorriso divertito.


Erica ridacchiò e poi la baciò prendendole il viso tra le mani.
 
 
"No" disse Margaret una volta che si staccarono. 


"No cosa?" Chiese confusa l'altra, avendo perso il filo del discorso.
 
"Non farei una cosa a tre, perché solo io posso toccarti in quel modo"
 
"Quale modo?" Chiese con un sorriso furbo Erica, a cui fece da gemello quello della ballerina, che era pronta a dimostrarle il modo ogni volta che avesse voluto.
 
 
 
 
 
Nel frattempo, Quinn aveva preso l’ascensore e premuto il tasto del piano terra.
 
Era stranamente felice ed emozionata.
 
D’un tratto il telefono squillò.
 
 
Possibile che fosse Olivia? Sarebbe stata davvero troppo insistente, la serata non iniziava bene.
 
 
Quando però prese il cellulare in mano per rispondere alla chiamata, sul display c’era il nome dell’ultima persona che si sarebbe aspettata.
 
 



**



 
 
Olivia era andata in bagno e Quinn aveva un momento per stare tranquilla e cercare di riprendersi e cacciare quei pensieri dalla sua testa. 




Dannato Hummel.  
 
Avrebbe dovuto schiaffeggiarlo. 



Kurt l'aveva chiamata proprio mentre stava uscendo dalla sua università. 
 
 
"Dobbiamo parlare" le aveva detto subito.
 
Quinn aveva alzato gli occhi al cielo, immaginando già cosa volesse, e stava per rispondere.


"So che hai appena fatto quella cosa con gli occhi Fabray, e non te lo permetto" l'aveva preceduta il ragazzo "la farò breve: Rachel non sta bene, si sta facendo risucchiare dal glee solo per dimenticarti, ma lo vedo, non ci sta riuscendo"


C'era stato silenzio.


"Ed inoltre sta torturando quei poveri ragazzi"


"E cosa vuoi Kurt? Cosa ti aspetti che faccia io?"


Dall'altro provenne un sospiro.
"Devi tornare"
 
Quinn si era lasciata ad una risata ironica.


"Fai sul serio?"
"Quinn-"
 
"No Kurt, stammi a sentire" l'aveva interrotto la bionda "Rachel è scappata dopo che siamo state a letto insieme, mi ha lasciato sola nel SUO letto, a casa SUA e ha fatto come se niente fosse . Quando ne abbiamo parlato, o meglio... quando io ne ho parlato, le ho detto tutto, le ho aperto il mio cuore, ma questo tu lo saprai già, e saprai anche che non ha detto una parola. Quindi, non so come la vedi tu, ma per me è stata molto eloquente e non mollerò improvvisamente la mia vita qui per tornare a Lima a strisciarle dietro"


"Quinn cerca di-"


"Devo andare ora Kurt, ho un appuntamento" ed aveva attaccato, cercando di darsi contegno per godersi la sua serata.


Ma sembrava davvero difficile.


Era troppo arrabbiata per quello che Kurt le aveva detto.
 
Come si permetteva di chiamarla ed imporle di tornare?
 
Non sapeva neanche quanto fosse stata dura per lei durante quei sei anni e soprattutto in quel periodo. 
 
E poi non smetteva di pensare a quello che le aveva detto.
 
“Rachel non sta bene, sta cercando di dimenticarti, ma non ci sta riuscendo”
 
Non capiva il non stare bene della diva.
 
Insomma aveva mandato chiari segnali, sembrava la prima a voler chiudere quella storia.
 
Probabilmente Kurt aveva solo frainteso, la diva si era buttata a capofitto nel suo lavoro e la sua carriera, poiché finalmente libera da impicci.


 
Sì, doveva essere così.


Rachel aveva dimenticato ed era andata avanti.
 
Come lei. 



 
Ma perché allora non smetteva di pensarla? Perché guardando gli occhi verdi di Olivia, che quella sera era davvero stupenda, voleva vedere un paio di occhi marroni ed un pigiama a stelline?





Proprio in quel momento, Quinn si accorse che Olivia era tornata e la guardava con un sopracciglio alzato.
Cavolo, aveva guardato la superficie del tavolo per chissà quanto tempo, mentre lei era lì. 



"È tutto okay?"
 
"Ehm... sì, solo un leggero mal di testa"


"Allora chiedo il conto e ti porto al campus" disse Olivia sorridendole dolcemente, alzando la mano per attirare l'attenzione del cameriere.


Oh no.
 
Era anche premurosa. 



Quinn si sentiva sempre più uno schifo.



Avevano parlato tutta la sera e aveva scoperto che Olivia era una ragazza dolce e generosa, ma al contempo forte e determinata.



Era praticamente perfetta, nessuno se la sarebbe fatta scappare.


Ma perché lei invece lo faceva così facilmente?



Durante il viaggio di ritorno la radio, a volume non troppo alto per il "mal di testa" di Quinn, aveva trasmesso qualche canzone che avevano canticchiato insieme e poi si erano scambiate opinioni sugli artisti in questione e sulla musica in generale.



Dio, aveva anche dell'ottimo gusto in fatto di musica.



Ed era genuinamente e palesemente interessata, Quinn non poteva stare peggio.




Arrivate al campus, Olivia aveva insistito per accompagnarla al suo dormitorio. 



Quinn la guidò verso la sua stanza e una volta davanti alla porta si girò verso di lei.


 
"Sono stata veramente bene" iniziò Olivia.


"Sì... anch'io" rispose la bionda, non riuscendo però a guardarla negli occhi.


 
Perché era davvero stata bene.
 
Ma non era stata come con Rachel, e si sarebbe presa a sprangate per questo.



 
D'improvviso, però, si trovò le labbra dell'altra sulle sue.



 
Oh merda.
 
Merda, merda, merda.


Al primo appuntamento? Sul serio? Quinn non si era preparata psicologicamente a baciare un’altra ragazza.



Ma le avrebbe dovuto comunque fare piacere che una come Olivia la stesse baciando.



 
Allora perché non stava ricambiando? 
 
Avrebbe dovuto. 

Decisamente avrebbe dovuto.
 
 
 
Se ne rese conto troppo tardi purtroppo, quando la ragazza di fronte a lei si era staccata con un sorriso amaro e lo sguardo basso.




Capì che aveva capito, aveva capito che non erano le sue le labbra che voleva. 
 
D'altronde chi non lo avrebbe fatto? A quanto pareva era diventata una persona molto trasparente. 





"Mi dispiace" disse l'ex cheerleader abbassando lo sguardo. 


"Non essere dispiaciuta" rispose Olivia, allontanandosi di poco "me l'aspettavo"


Quinn assunse uno sguardo confuso.


"Ti si legge negli occhi che il tuo cuore appartiene già a qualcuno"




Un paio di occhi nocciola, mortificati,  trovarono il pavimento.




"Ma si legge anche tanto dolore... e voglio solo dirti che se questa persona si fa scappare una come te... beh allora ha qualche serio problema mentale e deve sperare di non incontrarmi mai"


Quinn sorrise e alzò lo sguardo. 



Verde nel verde.



"Grazie" riuscì solamente a dire, ottenendo un sorriso tenero.



"Possiamo comunque restare amiche... puoi sempre venire a trovarmi al locale se ti va"


"Mi piacerebbe molto"



Si sorrisero, poi Quinn diede un bacio sulla guancia ad Olivia ed entrò nella sua camera, prendendosi la testa tra le mani e sentendo i passi dell'altra allontanarsi.


Rachel Berry le aveva ufficialmente rovinato la vita, ma prima o poi sarebbe dovuta finire quella storia.



Prima o poi, bastava solo tempo.



Almeno così sperava, mentre si ripeteva come un mantra "andare avanti e dimenticare".






Olivia intanto, in ascensore, si poggiò alla parete con sguardo lucido.
 
Avrebbe mai trovato qualcuno che volesse lei e soltanto lei?
 
 




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Come sempre, mi scuso infinitamente per la lunga attesa e soprattutto per il capitolo, che non mi piace per nulla, ma è ciò che è riuscito ad uscire dopo un blocco e tra alcuni problemi personali abbastanza seri che sto affrontando. 
 
Ad ogni modo, ho voluto fosse incentrato nuovamente sulla vita di Quinn a Yale. Come quello scorso, è un capitolo pressoché di passaggio, in cui si apprende semplicemente che entrambe sono determinate a dimenticare ed andare avanti, Rachel gettandosi sul lavoro, Quinn provando a vedere altre persone, capendo però di non esserne in grado.
 
Preciso che questo non significa che tornerà sui suoi passi.




 
Dopo questi piccoli chiarimenti, vi saluto sperando commentiate, facendomi sapere che ne pensate.



Alla prossima (non so quando ma spero presto)! :D


PS. Siamo a pochi capitoli dalla fine :)
   
 
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