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Autore: Achille88    25/01/2009    2 recensioni
Sul pianeta El il mancato matrimonio fra la regina Elle e Ataru Moroboshi, sventato all'ultimo istante grazie all'intervento di Lamù e dei suoi amici, ha destato non poco scalpore e all'interno del suo palazzo, la bella sovrana medita vendetta tormentata dalla gelosia e da un dubbio: la bella aliena dal bikini tigrato aveva fatto tutto ciò per ridicolizzarla agli occhi del suo popolo o unicamente per amore di Ataru?
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Elle, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL RISVEGLIO DI ATARU

All'interno di una delle tante stanze situate all'interno del palazzo reale di Barham, si stava decidendo il futuro assetto politico del pianeta El.

Al tavolo delle trattative vi erano il padre di Lamù, rappresentante della stella Uru; Oyuki con il comandante Izumo in qualità di portavoci del pianeta Nettuno ed Elle, insieme a Violet, Babara e Mahiru in qualità di legittima sovrana del pianeta invaso dagli eserciti alleati di Uru e Nettuno.

Tuttavia le trattative procedevano a rilento, poiché tutti, all'interno della sala, erano preoccupati per le sorti di Lamù, partita all'inseguimento di Caronte e di cui non si avevano notizie da ore. Il padre della giovane, in particolare, era visibilmente teso e si grattava nervosamente il capo.

"Se penso che la mia bambina si trova in chissà quale angolo sperduto dell'universo a causa di quell'imbecille di mio genero...", si disse il possente comandante dell'esercito urusiano stringendo i pugni fino a farsi sbiancare le nocche per la rabbia.

"Mi rendo perfettamente conto di che cosa provate", disse Oyuki mentre osservava il padre dell'amica. "Anch'io sono molto preoccupata per Lamù, ma in questo momento è più importante decidere le sorti del pianeta El... e alla svelta, anche!".

Quasi intimorito dal glaciale contegno mostrato dalla giovane sovrana di Nettuno, il corpulento oni riuscì a tranquillizzarsi un poco.

"Tutto questo è successo a causa mia", esordì Elle riuscendo finalmente a rompere il suo silenzio. "Tuttavia, avrei una proposta da farvi e vorrei che voi l'ascoltaste".

"Parlate pure", affermò Izumo parlando anche a nome della sua regina. "Vi ascoltiamo".

"Mi sono dimostrata decisamente inadatta al ruolo che ricopro, perciò vorrei chiedere a voi, regina Oyuki, di ospitarmi sul vostro pianeta affinché possiate aiutarmi a diventare una sovrana migliore per il mio popolo".

"Mia regina, non potete fare una cosa del genere!", protestò Babara. "Chi prenderebbe il vostro posto sul trono di Barham?".

"Ho pensato anche a questo", rispose la giovane dai corti capelli rossi e gli occhi verdi. "Sarà Violet a governare il pianeta come mia reggente".

"Mia regina... n-non credo di meritare un simile onore", disse senza falsa modestia la stessa Violet, scossa come tutti i presenti dall'affermazione di Elle.

"Hai sempre eseguito alla perfezione i miei ordini e quando sono stata in pericolo, ti sei dimostrata una sottoposta leale", ribatté la signora di Barham. "Sono sicura che non tradirai la mia fiducia come ha fatto Rose".

"Sono onorata per la fiducia che nutrite nei miei confronti", rispose la sottoposta di Elle. "Se è questa la vostra volontà, obbedisco e vi prometto che sarò degna di un incarico di tale portata".

"Mi pare una proposta più che ragionevole", commentò Oyuki.

"Ma rimane aperta la questione su come sistemare Rose e i suoi fedeli", obiettò il padre di Lamù.

"Non è un problema", rispose prontamente la regina di Nettuno. "Le prigioni situate sui restanti satelliti del mio pianeta sapranno accoglierli come meritano".

"Allora, l'accordo è stabilito!", esclamò Elle prima di ordinare ad una delle sue servitrici rimaste all'interno della sala di portare il trattato su cui erano scritte, nero su bianco, le condizioni di pace.

Uno ad uno, tutti i rappresentanti delle parti in causa firmarono il documento che sanciva definitivamente la raggiunta pace fra il pianeta El, Nettuno e la stella Uru.

Improvvisamente, uno dei soldati dell'esercito urusiano fece irruzione nella stanza e si rivolse tutto trafelato al suo comandante. "Signore, vostra figlia è tornata!".

Rallegrati da quell'insperata notizia, tutti lasciarono la stanza e si diressero a grandi passi verso la sala del trono, all'interno della quale era stato adagiato su un letto il corpo di Ataru, vegliato dai suoi amici, i quali erano già colmi di gioia per aver appreso la notizia del ritorno di Lamù.

In quel momento, la porta si aprì e la bella aliena, accompagnata dall'anima del suo tesoruccio, fece il suo ingresso nella sala. Immediatamente, l'anima di Ataru si ricongiunse con il corpo e fra lo stupore generale, la ferita presente sul petto del giovane si cicatrizzò finché non ne rimase alcun segno e la pelle riprese un colorito più naturale.

Con il cuore nuovamente pieno di speranza, Lamù prese la testa di Ataru fra le sue mani e finalmente, il ragazzo riaprì gli occhi.

Non appena il giovane Moroboshi fu in grado di eseguire dei piccoli movimenti con il collo e le braccia, Lamù si gettò sul suo petto e lo abbracciò stretto in modo tale da poter sentire ogni battito del suo cuore, tornato a svolgere le sue naturali funzioni dopo giorni di forzata inattività.

"Tesoruccio... credevo... c-credevo di... a-averti perduto per sempre...", disse la bella oni con voce strozzata dall'emozione, mentre anche tutti gli altri suoi amici, prima fra tutti Shinobu, si rallegrarono per il risveglio di Ataru.

"Bentornato nel mondo dei vivi!", esclamò Benten.

"Ci hai fatto stare in pensiero!", disse Shinobu mentre si asciugava le lacrime con l'ausilio di un fazzoletto.

"Come al solito, del resto!", affermò sprezzante Megane.

"Mi secca terribilmente ammetterlo, ma... è bello riaverti con noi", esclamò Shutaro dimostrando ancora una volta la sua signorilità.

Ataru, commosso da quelle dichiarazioni, si guardò intorno e d'improvviso, il suo sguardo si posò su Violet. "Io ti conosco!", esclamò il ragazzo all'indirizzo della spia di Elle. "Tu sei quella ragazza che mi ha offerto da bere quella mattinata nel parco!".

"Hai indovinato", gli rispose la donna. "In realtà, mi chiamo Violet e sono al servizio della mia signora Elle".

"Sono stata io ad ordinarle di farti bere quell'acqua avvelenata per poi farti portare sul mio pianeta", esordì la bella sovrana prima di avvicinarsi all'allibito giovane e spiegargli per filo e per segno tutto quello che era successo.

"Ora sai tutto", esclamò Elle una volta fornite le dovute spiegazioni. "Ti chiedo perdono per quello che ti ho fatto subire e ti giuro che d'ora in poi sparirò definitivamente dalla tua vita".

"Non c'è assolutamente nulla da perdonare", rispose Ataru lasciando a bocca aperta tutti i presenti. "Come al solito, mi sono lasciato trascinare dal mio istinto e ne ho pagato le conseguenze; perciò, se qui c'è qualcuno che deve chiedere scusa, quello sono io!".

Shutaro, Megane e tutti gli altri rimasero a bocca aperta, increduli ai loro occhi e alle loro orecchie: per la prima volta, Ataru aveva ammesso pubblicamente i suoi errori e lo aveva fatto con tutta la sincerità possibile. Non si trattava di una presa in giro, ma di un autentico pentimento!

"Ora, però, avrei una richiesta: prima di ritornare sulla Terra, vorrei andare nei giardini reali... da solo!", esclamò Ataru.

"Perché vuoi farlo, tesoruccio?", domandò ansiosa Lamù.

"Ho bisogno di stare un po' da solo a riflettere", spiegò il giovane Moroboshi guardando negli occhi la bella aliena.

Alla fine, il ragazzo si alzò e si diresse in compagnia di Babara, offertasi di accompagnarlo, ai giardini reali.

"Non è possibile!", gridò il giovane Mendo esterrefatto all'indirizzo di Ataru. "Il Moroboshi che conosciamo non si sarebbe mai comportato in questo modo!".

"Hai ragione", si limitò a rispondergli Ataru. "Ma in fondo, non avete sempre voluto che io cambiassi atteggiamento?".

Detto ciò, il ragazzo scomparve dalla vista dei suoi ancor più increduli amici insieme all'anziana nutrice di Elle.

 

Una volta lasciato solo, il ragazzo passeggiò fra la rigogliosa, ma curata vegetazione dei giardini reali, fino a fermarsi su uno dei tanti ponti che fungevano da collegamento fra i vari laghetti presenti in quella meravigliosa struttura.

Con gli occhi fissi sulla piatta superficie dell'acqua, nella mente di Ataru riaffiorarono i ricordi relativi al momento in cui, dopo essere stato condotto da Rose al cospetto di Elle, si era trovato a correre allegramente insieme a lei, dimenticandosi completamente di come aveva fatto soffrire Lamù per il suo infantile capriccio di aggiungere un nuovo nominativo alle sue già numerosissime conoscenze femminili.

Oppresso dai sensi di colpa, Ataru si coprì il volto con le mani e cominciò a singhiozzare: per la prima volta nella sua vita, provava vergogna per tutto ciò che aveva dovuto sopportare Lamù a causa del suo comportamento.

"Sono uno stupido!", si ripeté più volte il giovane Moroboshi, incapace di darsi pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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