La prima ora finì in modo tranquillo, con alcune occhiatine di Ran a Sana che non accennava a parlare.
Venne la professoressa di Giapponese e continuammo la lezione.
Sana ma che ti prende? Perché fai così?
Ho notato che appena un momento è diventata nuovamente triste.
Io sono preoccupata per lei ma se non vuole parlare non la posso costringere, assolutamente ma… dai non importa, devo scoprire cosa la turba e arriverò in fondo a questa storia, a tutti i costi, volente o nolente.
-Mori?... Signorina Mori?-
La professoressa mi riporta immediatamente alla realtà.
-ehm?! Si?-
-non ha capito ciò che le ho appena detto? Legga sul suo libro la pagina 189-
-ah si! Il libro il libro, eccolo! Pagina 178, 183, 187, ah ecco pagina 189… Allora…-
***POV SANA***
Ran era sovrappensiero, me ne sono accorta!
Starà pensando al mio comportamento strano, starà pensando ai miei turbamenti e so che dopo la scuola dovrò parlarne ma la domanda che mi pongo è “ce la farò a raccontare tutto, da quello che mi è successo al presente?-
Non so, forse sì forse no!
DRIIIIINNNNN
La campanella porta i piedi di Sana sulla Terra.
Ecco è arrivato il fatidico momento della verità… o bugia?
Tutti si preparano per ritornare a casa ed io, Ran e Sonoko facciamo la strada insieme, ieri ho avvisato mamma che sarei stata a casa di Ran e quindi di non preoccuparsi se non rientro presto.
Sono molto curiosa di conoscere più Conan, il piccoletto che Kogoro in persona perché a dire la verità mi interessa più il piccolo.
Da come Ran lo ha descritto è molto intelligente e da quando lui è arrivato nella sua famiglia il detective Mori ha molta fama, suggerisce sempre qualcosa di interessante che guarda caso risolve in un batter d’occhio il mistero e quando il detective si addormenta lui non c’è e solo quando non parla o ha risolto il mistero ritorna.
Quel ragazzino mi incuriosisce più di Mori.
-Hei Sana adesso stai meglio?- domanda Sonoko
- sì ma non era niente-
- mi fa piacere- mi fa un sorriso ed io ricambio.
Iniziamo come sempre a parlare del più e del meno quando arriviamo a casa di Sonoko
-Bhe ragazze! Mi dispiace non poter venire con voi ma oggi Makoto viene qui a Tokyo-
-Non preoccuparti- diciamo All’unisono io e Ran.
Vediamo Sonoko entrare nel grande portone di casa sua e sparire dietro di esso
-Bene!- inizia Rana
-Adesso siamo sole e mi puoi dire cosa ti turba.
Perché vuoi incontrare mio padre?-
***POV CONAN***
-Così tu credi che quell’attrice tiene qualcosa da nascondere?- mi dice Ai, la ex-scienziata che ha prodotto l’APTX nel laboratorio di una delle basi dell’organizzazione degli uomini in nero e poi ingerita da lei stessa
-Esattamente!-
-E questo cosa c’entra con l’organizzazione?-
-Sarà uno di quei casi senza importanza per noi-
-Mmmh! Il mio intuito dice che qualcosa c’entrerà-
-Per una volta metti da parte il tuo intuito che non servirà a molto, non sappiamo neanche se veramente ha un caso da chiedere, ti potresti essere sbagliato-
-Forse, oggi lo scoprirò-
-Hei ragazzi di che parlate?- entra il Dottor Agasa in stanza
-Di un caso-
-Di che si tratta?-
Io inizio a spiegargli tutto e appena finisco mi domanda
-e tu credi che c’entri qualcosa con l’organizzazione?-
-Non lo so! Ma ho questo strano presentimento!-
-Avanti Shinichi! Ti sarai sbagliato.
Non puoi pensare che solo perché di punto in bianco venga a casa tua ci sarà un caso da risolvere e soprattutto che c’entri qualcosa con l’organizzazione-
-Sì, forse avete ragione voi-
Dice Conan indicando con la testa Ai e il Dottor Agasa
-Bene io adesso vado a casa, Ran e la sua amica saranno già arrivate-
Conan si stava avviando verso casa ma decide di andare verso la strada più breve, il parco.
Gira verso il parco e vede Ran e Kurata sedute su una panchina.
Quest’ultima si stava torturando le mani e Ran la incoraggiava a dire non so cosa.
Mi nascondo e cerco di ascoltare bene ciò che stanno dicendo.
-Avanti Sana! Io mi preoccupo per te! -
-Non ne vedo motivo- Dice Sana smettendo di torturarsi le mani e finalmente alzando lo sguardo per guardarla negli occhi
-ma- ma come? Io voglio aiutarti, voglio cercare di comprenderti! Noi siamo amiche e tra di noi non dovrebbero esserci segreti-
Sana allora diventa pensierosa e dopo un paio di secondi decide a dire
-Ran.. io…-
-Sana io non voglio costringerti a parlare, se non me lo vuoi dire, se non ne vuoi parlare non importa, quando ne sarai capace io ci sarò sempre per ascoltati e se sarà necessario anche consolarti-
Si stava alzando dalla panchina quando una mano l’afferra il polso
-Ran va bene! Ti dirò la verità, quello che mi tormenta e mi sta succedendo-
Prende un respiro profondo e inizia a raccontare
-Io, tanto tempo fa ero più allegra, vivace e piena di gioia di vivere, amavo la vita.
Alle elementari mi feci molti amici, Tsu, il mio ex-migliore amico, Aya, la mia ex-migliore amica, fidanzata del mio ex-migliore amico, Fuka, Mami, Misaki, Gomi e Hisae…
Inizialmente andavamo molto d’accordo ed io con loro distraevo la mia mente e i miei pensieri non pensando più alla malattia che mi diagnosticarono, il cancro…-
A quelle parole sia Conan che Ran sussultarono e quest’ultima domandò preoccupata
-Ma poi sei riuscita a superarlo no?-
-Fammi finire…
Loro mi facevano sentire viva, rinata.
Io anche all’epoca facevo l’attrice e questo mi ha aiutato a inventare la scusa del film in America.
Lì stavano le giuste cure per potermi curare, mamma mi ha detto di dire loro della malattia e io le mentii dicendo che glielo avevo detto.
A loro invece dissi che mi avevano proposto una richiesta di lavoro e che sarei stata fuori solo 7-8 mesi, non volevo farli preoccupare
Quando loro mi chiesero l’ora e la data della partenza così mi venivano a salutare dissi che la settimana prossima, alle 11.00 dovevo partire invece la partenza era prevista per quel giorno stesso.
Quando ritornai a casa presi le valigie, già pronte dalla sera prima e con Rei e mamma mi diressi all’aeroporto.
Quando arrivai lì in America mi arrivarono molte chiamate da parte dei miei amici alle quali non risposi neanche ad una.
Passò un anno lì, fra cure e medicine, andai in una scuola Americana ma mi isolai da tutti, mia madre disse al preside a inizio anno della mia malattia quindi anche con molte assenze mi promossero, ovviamente chiedevo sempre al professore appunti.
Finalmente dopo 3 anni guarii dalla malattia e decisi di chiamare i miei amici.
Chiamai Aya per prima e quando rispose la salutai calorosamente ma lei aveva con me un atteggiamento di ghiaccio quando quelle parole vennero per me come lame profonde al petto “Hahaha vai via! Sparisci per 3 anni senza rispondere alle chiamate e veniamo a sapere da tua madre che hai il cancro, noi quelle malate come te non le vogliamo”, le sue parole erano fredde e distaccate, peggio del dolore che ho dovuto sopportare, alla fine capii, loro stavano con me solo per i soldi, solo per quello-
-Ecco perché hai detto quelle parole in classe quando ti sei presentata!-
-Sì esattamente! Adesso umiliami anche tu! Dimmi che sono stata una malata e che sei diversa dagli altri, dillo su, di-llo!- singhiozzò Sana
Ran le sorrise e l’abbracciò forte
-No! Non ti escluderei mai.
L’amicizia che provo per te è davvero forte, io ti voglio molto bene, e poi hai ragione! Tu sei diversa dagli altri, sei speciale, unica!
Quando si vuole davvero bene a qualcuno, si va oltre le diversità-
Anche Ran a quel punto scoppia a piangere per la commozione
-Gr-grazie- singhiozza ancora Sana
Dopo che si sono staccate da quell’abbraccio che sembrava interminabile e aver ripreso lucidità Ran domandò a Sana
-Sana ma c’è un motivo preciso se vuoi venire a casa mia?-
-Bhe ecco, a dire la verità sì!-
A quel punto Conan spalancò le orecchie
-2 settimane fa insieme alla posta sono arrivate anche lettere per me e mi minacciavano di morte e dicevano di raggiungere un posto.
Io all’inizio non ci detti molto peso finchè non arrivarono anche foto, io che mangiavo, che dormivo, mentre andavo a scuola, con te e Sonoko… ed io mi spaventai molto, non sapevo che fare e nel gruzzolo di tutte quelle foto notai che accanto a esse c’era sempre un orologio e un corvo nero…-
Orologio? Corvo nero?
Per Conan non servivano altre parole
***POV SANA***
Glielo detto! Mi sono sfogata e non mi ha esclusa.
Ho vissuto con questa paura per ben 4 anni, dopo la chiamata con Aya.
Paura di non trovare più amici.
Paura che mi umilino ancora, altri.
Paura di illudermi sull’amicizia.
Paura di fidarmi di chi mi circonda.
Per questo mi sono isolata per molti anni dagli altri,
ho cercato in tutti i modi di non affezionarmi ma poi ho incontrato Ran che mi ha dato un’altra speranza nel cuore, nel posto dove solo i veri amici possono entrare,
nel posto che ho sigillato rendendomi fredda agli occhi degli 4altri per ormai troppo tempo.
A volte penso che Ran, anche se ci conosciamo da pochissimo tempo, la vedo come una sorella che è pronta ad aiutarmi in tutto, confortandomi e facendomi dimenticare il passato che ho dovuto subire, dandomi sempre consiglia che mi portano sulla dritta via.
-Allora andiamo subito da mio padre, vedrai che risolverà il caso-
Mi riporta Ran sulla Terra
-Ah, si-
ran mi sta davanti ed io la seguo in silenzio immergendomi ancora una volta nei miei pensieri.
Una volta arrivati davanti all’abitazione un po’ mi sale l’agitazione perché in una delle lettere è menzionato che non deve assolutamente consultare la polizia o un detective.
Ran dopo un mio accenno del capo su e giù apre la porta dicendo
-Sono a casa!-
All’ improvviso un uomo di mezza età, vestito elegante con una rosa in bocca appare dinanzi a noi, il detective Kogoro Mori
-Benvenuta all’agenzia investigativa Mori- mi dice elegantemente
-G-grazie-
Saliamo nel salone e mi fa accomodare sul divano, seguito da Ran e un bambino, suppongo il “Famoso Conan” di cui Ran ne parla tanto, e noto che questo mi fissa.
Ran prende la parola imbarazzata
-E dai papà, lasciala parlare, ha una cosa da dirti, un caso-
-Mmm? Quindi sei venuta per un caso?!-
-Bhe ecco… in un certo senso… sì
-Bene, ti ascolto-
-Ecco… da giorni a casa mia arrivano delle lettere senza il nome di chi ha spedito esse e mi minacciavano di morte se non andavo in un posto che a me ancora è incomprensibile.
- Capisco! –
- Ma papà allora sarà il caso di indagare –
- Certamente! –
- Bene! La ringrazio davvero tanto –
- Indagherò su queste lettere e quando scoprirò qualcosa t’informerò –
- D’accordo e per favore non cerchi di parlare ad altri di questa situazione soprattutto non parli che sono venuta qui –
E adesso che faccio? Non posso dirle che sono già andato ieri a spiattellarlo in giro
FLASH BACK
Dopo la notizia che Sana Kurata verrà domani a casa mia vado subito all’ippodromo e a dirlo agli altri
-Ciao ragazzi!-
-Kogoro!- urlano tutti felici che sia venuto
-Come va la vita? A me un incanto! Sana Kurata domani viene a casa mia! Hahahahaha-
-Sul serio? E dicci! Ce la fai conoscere?- domanda uno di loro
-Certamente! Quando posso ve la presenterò!-
-Kogoro che dici!? Adesso vuoi farti una partitina con noi?-
-SIIII!!-
FINE FLASH BACK
-Non preoccuparti! Sarò muto come un pesce-
-Bene! Senti Ran perché non mi presenti in modo più adeguato
la tua famiglia?-
-Certamente! Allora ricapitolando lui è mio padre Kogoro Mori, investigatore privato ma anni prima era un poliziotto, lavorava molto spesso con l’ispettore Megure e lui è Conan, il bambino di cui ti ho parlato tanto!-
Sana fa un piccolo sorriso e dice
-l’ho riconosciuto! Sei un ottimo detective sai!?
Oh e faccio anche a lei i miei complimenti signor Kogoro-
Kogoro ride scioccamente e un po’ imbarazzato.
Sana si rivolge nuovamente verso Conan e dice
-Sai! Ho saputo che sei un fan di Sherlock Holmes e Conan Doyle-
-Si è vero!-
-Bene, io non sono affatto portata per quei generi e un mio amico mi ha regalato un libro di Conan Doyle, si chiama “Il Taccuino Di Sherlock Holmes e dato che non mi piacciono tanto i gialli avevo già deciso di darlo ad un fanatico di Holmes e Doyle e quando Ran mi ha parlato di te ho deciso di portare il libro con me, lo vuoi?-
Conan con gli occhi a stelline
-Certo certo certo! Lo voglio lo voglio lo voglio!-
Sana sorride e prende il libro
-Ecco piccolo! Tutto tuo-
-Grazie mille signorina!-
-Di niente-
Poi si volta verso Ran e dice
-Bhe Ran io adesso vado, ho un sacco di cose da fare-
-D’accordo ci vediamo domani a scuola!-
-Okay! Ci vediamo Kogoro e Conan!-
-Contaci!- urla Kogoro mentre Conan è impegnato a leggere le pagine del libro.
***POV RAN***
Sana deve aver patito molto poverina!
È stata rifiutata dalle sue amiche e si è isolalata dal mondo per molto tempo
-RANNNN!- urla papà
-mmmh?!-
-Prepara qualcosa da mangiare! Ho fame-
-Ma perché una volta tanto non ti alzi tu e ti prepari te qualcosa da mangiare-
-E daaaaaiiiiiii!-
-Riesci sempre a convincermi-
Vado in cucina e preparo il pranzo a papà poi vado un attimo in camera mia e vedo Conan sul letto a leggere ancora il libro che Sana gli ha regalato.
-Hei ancora a leggere!-
-mh mh!- indica Conan con la bocca in senso di acconsento
-Okay!-
Conan stava per parlare quando sentono all’improvviso uno sparo.
-COSA è SUCCESSO!?-
***POV SANA***
Stavo camminando verso il parco tra i miei pensieri quando uno sparo proveniente proprio dalla mia posizione attuale mi distrae, la paura prende il sopravvento e rimango paralizzata.
Sento grida e spari che si fanno sempre più forti e insistenti quando all’improvviso… NIENTE.
Mi faccio coraggio e m’incammino verso la “scena del crimine” ma non ci riesco perché una mano forte mi stringe il polso facendomi rabbrividire e girare la testa all’istante verso chi mi ha bloccata.
Era un ragazzo… un bellissimo ragazzo, biondo, alto, occhi color ambra, fisico moooolto muscoloso, capelli biondi ed… espressione di ghiaccio… BRRR.
-C- che vuoi! Lasciami il polso! Mi fai male-
-Oddio sta tranquilla non ti faccio niente però non strillare!-
-Okay! Prima dimmi… come ti chiami?
-Akito… Akito Hayama- fa lui con voce glaciale che promette guai in vista.
Il classico tipo bello e dannato