Film > Dragon trainer
Segui la storia  |       
Autore: The_red_Quinn_of_Darkness    01/08/2015    1 recensioni
Hiccup dopo aver rimesso in sesto la città di Berk ed aver preso il posto di Stoik, deceduto durante il combattimento contro gli Alfa, vive un periodo tormentato da incubi e sogni strani.
Questi sogni sono legati a un ricordo di capelli rossi, occhi acquamarina e una voce incantevole, che cantava una nenia che si disperdeva in un fitto bosco, guidato da fuochi fatui.
Ma un giorno, andando a caccia, si imbatte in quei fuochi blu del sogno e decide di seguirli.[...]
Merida, principessa di Dunbrock, viveva libera dopo essere scampata ai giochi per la sua mano 3 anni prima.
Era diventata un abile guerriera, dopo aver rischiato di perdere la propria madre e la propria vita nello scontro con Mord'u, crebbe e divenne un altra persona.
Nonostante fosse ormai divenuta forte ed indipendente, il suo cuore rimuginava nel silenzio quegli occhi verde smeraldo, per cui mandò in fumo i giochi tre anni prima.
Successivamente, sbarcata sulla costa di Berk, dopo anni che non ne vedeva...una scia di fuochi fatui la guida nel bosco...[...]
Una MERICCUP dedicata a mia sorella e alla sua ossessione per i due film e scritta dopo aver insistito tanto:)
Spero vi piaccia!!!!:)
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
∞THE NIGHT∞
 
Dopo quasi un’ora di udienza nella Sala del Consiglio, dopo essersi ormai consumata la pazienza a furia di sentire dibattiti su dibattiti nonostante il giorno prima si fosse parlato anche abbastanza, dopo essersi morsa più e più volte la lingua per non intervenire bruscamente nel discorso, finalmente arrivarono le fatidiche parole che tanto aspettava:
-Principessa Merida, Berk accoglie la sua richiesta di alleanza provvisoria. –disse Hiccup sorridendo alla vista degli occhi felici della ragazza, che si trattenne dall’esultare come una bambina in mezzo a tutta la Sala, diventando sempre più rossa dall’emozione.
-Oh grazie!! Grazie signor Haddock! Grazie signora Valka! Grazie a tutta Berk!! –disse Merida con gli occhi lucidi.
-Però… Berk e i Cavalieri dei Draghi richiedono qualche giorno di tempo per prepararsi al meglio. –intervenne Valka.
-Certo! Tutto il tempo che volete! Oh per Odino, non ci credo… -disse la principessa ormai al culmine della felicità, con le lacrime agli occhi.
Hiccup non faceva altro che sorriderle, guardandola mentre quasi saltellava sul posto senza degnare di uno sguardo il capitano che cercava di farle tenere un contegno.
Merida in quel momento si sentiva al settimo cielo.
C’era riuscita.
Era riuscita ad ottenere l’alleanza che, forse, avrebbe salvato Dunbroch dalla distruzione.
In quel momento avrebbe tanto voluto che i suoi genitori fossero lì, sia per festeggiare con lei ma anche per dimostrare a loro che ormai sapeva gestire determinate cose e che non era più una bambina, ma una principessa che era pronta a fare tutto per salvare il proprio paese.
Sentiva le mani fremere dall’emozione e l’adrenalina scorrerle nelle vene, elettrizzandola come non mai.
Nel frattempo, fuori imperversava una tempesta con i contro fiocchi: tuoni fortissimi, vento, lampi, fulmini, pioggia torrenziale.
Ma alla principessa non importava proprio.
Il capitano si scosse e si diresse verso la ragazza che continuava a sorridere compulsivamente a Hiccup e ai presenti nella Sala, mettendole una mano sulla spalla.
-Con permesso, signor Haddock, noi ci ritireremmo nella nave, poiché ormai si è fatto tardi ed è arrivata l’ora di cena per tutti quanti…- disse il capitano sorridendo al ragazzo.
Merida per tutta risposta roteò spazientita gli occhi azzurri, rabbuiandosi pericolosamente come il cielo di Berk.
-Certo signor capitano. Vi auguro una buona cena, principessa Merida. –disse Hiccup sorridendo dolcemente alla rossa, facendole scomparire immediatamente quel broncio.
La ragazza arrossì tutta, sotto gli occhi verdi e divertiti del ragazzo che le fece un cenno del capo per salutarla, mentre in tutta la Sala del Consiglio si levò un vociare agitato e confuso.
Quella sera, sulla nave di Dunbroch, quasi non si riuscì a mangiare.
Le onde e il mare agitatissimo permettevano un equilibrio tale per vedere piatti, cibo e persone sballottare da una parte all’altra dei tavoli, accompagnati da un sinistro scricchiolio proveniente dal legno della nave.
-Per Odino, che serata tremenda! –intervenne il capitano, aggrappandosi a una delle panche per non scivolare via, inciampando in un marinaio accovacciato a terra che era intento a non cedere alla nausea.
Merida sentiva lo stomaco in subbuglio e la testa non le smetteva di girare come una trottola, sentiva l’umidità entrarle nelle ossa e quella strana brodaglia che strabordava nel suo piatto non le sembrava poi così tanto invitante; il cuoco di quella nave era pessimo e per di più l’odore della cabina mensa era diventato insopportabile.
La ragazza si alzò e con quel suo strano portamento, regale ma non troppo, si sistemò l’arco sulla schiena e si avviò sbattendo da una parte all’altra verso le sue stanze.
“Ma chi diavolo me lo fa fare di rimanere qui dentro?”
Ma non appena arrivata nella sua stanza, Merida non seppe se fosse stato meglio rimanere in mensa o meno: oggetti che cadevano, sbattevano, volavano, rotolavano in un frastuono tremendo ed un movimento nauseabondo.
-Oh ma dai! –si lamentò la ragazza continuando a sgambettare sul legno scricchiolante.
Improvvisamente sentì un forte dolore alla testa, le ginocchia cedettero e sbatterono sulle assi e la sua guancia venne accarezzata dal ruvido e umido pavimento; piano piano vide tutta la stanza sfumare ed oscurarsi sempre di più, fino a che non sentì più nulla.
Quella tranquilla giornata di festeggiamenti, si concluse in modo inaspettato: le fiamme avevano sparso il panico in mezzo all’equipaggio e ormai avevano avvolto la parte superiore della poppa; erano alte, bollenti e il fumo era diventato fitto e soffocante, ma nonostante ciò il capitano della nave si buttò in una corsa frenetica contro il tempo verso la stanza di Merida.
Non l’aveva vista uscire, non aveva sentito la sua voce gridare, non aveva la certezza che la ragazza si fosse accorta di ciò che stava accadendo.
Mentre spalancò la porta della stanza con un forte calcio, il capitano sperò solo di non trovarla già morta soffocata o, peggio ancora, bruciata viva.
Nella Grande Cabina guizzavano lingue di fuoco e le fiammelle avevano iniziato a bruciare il letto a baldacchino, facendolo scricchiolare rumorosamente; il puzzo di stoffa e legno bruciati era intenso, ma non tanto da riuscire a svegliare Merida, stesa sul pavimento priva di sensi.
-PRINCIPESSA!!! – urlò il capitano sentendo lo stomaco stringersi in una morsa quasi glaciale, per la situazione in cui si ritrovava.
Si precipitò verso di lei e dopo essersi legato addosso l’arco della ragazza come meglio poteva, la prese in braccio e ritornò a sfidare le fiamme alte, attento che non accadesse nulla a Merida.
Gli occhi bruciavano e lacrimavano, il fumo gli grattava la gola con quelle unghiacce invisibili e affilate, le travi di legno bruciate del soffitto minacciavano di cadergli addosso da un momento all’altro, aprendogli un buco in testa; quella parte di nave, che con il tempo era arrivato a conoscere alla perfezione, gli parve un intricato labirinto rovente che gli scottava la pelle e gli bruciacchiava i capelli scuri.
Solo nel momento in cui fu arrivato fuori, il più lontano possibile dall’incendio, sul ponte di coperta, si lasciò cadere stremato in terra con le gambe intorpidite e con la tosse che gli squarciava il petto.
Ma non gli importava: la principessa era salva, a parte qualche scottatura, qualche graffio e qualche scheggia nelle mani.
In mezzo alla confusione e alle urla, sentì dei ruggiti provenire dal cielo e nel momento in cui alzò la testa, vide gli abitanti di Berk e i Cavalieri che collaboravano con gli altri marinai per spegnere l’incendio gettando su di esso grossi secchi d’acqua salata.
Tirò un sospiro di sollievo e strinse a sé la ragazza con ancora il fiatone e il cuore che correva come un cavallo impazzito: quella sera, l’albero di mezzana fu colpito da un fulmine, prendendo fuoco, e da lì le fiamme si diramarono velocemente in tutta la poppa della nave.
Il capitano ringraziò più volte il cielo che quel fulmine cadde mentre ancora quasi tutti erano svegli e non nel bel mezzo della notte, se no in quel momento ci sarebbe anche il puzzo di pelle bruciata e uomini dell’equipaggio in fiamme o intrappolati dentro.
Sentì un forte sbattere d’ali e un tonfo gli fece alzare gli occhi lucidi e arrossati.
-CAPITANO!!!- urlò Hiccup scendendo da Sdentato, seguito da Valka e Saltanuvole.
Il ragazzo gli corse incontro e si accucciò accanto a loro, allarmato dal corpo immobile e dal vestito bruciacchiato di Merida.
-Ha perso i sensi signor Haddock… portatela al sicuro, ve ne prego… -disse il capitano con voce roca e spezzettata da colpi di tosse.
Valka scese dal drago rosso e si diresse verso Hiccup che, con mani tremanti, prese in braccio Merida.
-Capitano il fumo l’ha intossicata… - sussurrò la donna osservando e sfiorando il volto rosso dell’uomo che riprese a tossire violentemente.
-Avanti Hiccup, occupati di lui e dell’equipaggio; io porto Merida a casa mia e appena l’ho sistemata, torno da te. - disse la donna con tono autoritario, coperto da un velo di agitazione.
Il ragazzo aiutò la madre a caricare la principessa su Saltanuvole, poi vide il grosso drago levarsi nel cielo e dirigersi verso il centro di Berk; la testa di Hiccup vorticava e il cuore riprese a battere nel momento in cui lasciò quel corpo così esile e fragile nelle mani di Valka.
Scosse la testa e aiutò il capitano a rialzarsi, mentre la pioggia torrenziale tornò a cadere fitta come poco prima dell’incendio.
Fra un colpo di tosse e l’altra, l’uomo aiutato dal giovane riuscì finalmente a toccare l’erba bagnata della terra, accasciandosi al suolo stremato.
-Capitano… l’incendio si sta iniziando a spegnere…- sussurrò Hiccup inginocchiandosi e mettendogli una mano sulla spalla, osservando le fiamme che si abbassavano sempre di più.
L’uomo volse uno sguardo al legno nero e bruciato della sua amata nave e sentì una cappa di tristezza piombargli addosso.
-Sa, signor Hiccup? – mormorò.
Il ragazzo lo guardò, cercando di asciugarsi le gocce di pioggia che gli colavano silenziose sul volto.
-Credo proprio che anche noi abbiamo bisogno di qualche giorno di tempo prima di partire…
Hiccup guardò le ultime fiamme smettere di mordere e mangiare con così tanta voracità il legno della nave e si passò una mano nei capelli bagnati, annuendo sommessamente.
-Già… penso che abbia ragione, signor Capitano…
 
 
-SPAZIO CHIACCHIERE :D
Buongiorno a tutti! ;)
Finalmente sono riuscita ad andare avanti con questa ff XD
Diciamo che per un po’ sono stata occupata con le mie vacanze (U_u) e non ho messo mano al pc se non per andare avanti un po’ a pezzetti.
Ma con grande gioia appena entrata su efp, ho visto che le visite e le letture sono salite e devo dire che è stata una bella sorpresa! *-*
Grazie, grazie a tutti voi che leggete e grazie a chi ha commentato, chi commenta e chi (spero) commenterà! J
Come sempre, consigli e pareri sono sempre ben accetti!!:)
Signori, vi lascio al prossimo capitolo ringraziandovi ancora una volta <3
Un bacio e un abbraccio,
The_red_Quinn_of_Darkness
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Dragon trainer / Vai alla pagina dell'autore: The_red_Quinn_of_Darkness