Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Atra    01/08/2015    5 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seifer apre la portiera della macchina e lascia sul sedile i 3000 Guil, prima di chiuderla con uno scatto e voltarsi a guardarmi:
-Chiedimi quello che vuoi, Atra- mormora, appoggiandosi alla macchina senza curarsi di sporcare il cappotto. Nella sua voce sento già la sconfitta, che sembra trafiggermi la pelle come una miriade di aghi.
Seifer picchietta l'auto accanto a sé per chiedermi silenziosamente di sedermi vicino a lui. Io obbedisco, continuando a guardare i suoi occhi, spostando poi lo sguardo sulla targhetta che porta al collo e soffermandomi su quella uguale che circonda il mio.
Mi mordo un labbro per richiamare a me le parole che mi servono in questo  momento. Ora mio fratello è così inerme...mi sento una tigre che deve solo scegliere con quale artiglio iniziare a colpire; mi sento come quando devo scegliere dalla faretra la prima freccia che dovrà volare.
Di solito lascio fare all'istinto.
Ma scagliare le parole sbagliate è paradossalmente più letale che scagliare una semplice freccia.
-Perché ti sei comportato così, oggi?- gli domando alla fine, con un sospiro che mi aiuta a dissimulare il tremore della voce. Mio fratello spalanca gli occhi:
-Vuoi sapere il motivo per cui ho disubbidito agli ordini?!- mi domanda, abbozzando un sorriso. Scuoto la testa con rabbia: perché non vuole capire?!
Già, proprio non vuole. È così comodo fingere.
-Non me ne frega niente degli ordini - ringhio, spostando dei sassolini con la punta della scarpa - Io voglio sapere il motivo per cui hai mancato alla promessa che mi avevi fatto-. Qui la mia voce si rompe e io tossisco, sorpresa. Non credevo di esserci rimasta tanto male. Ma, considerando che per Seifer ho sacrificato anche il mio esame, seppur volentieri devo dire, pensare che lui invece abbia preso la promessa così alla leggera mi ha...delusa, ecco. Non è la prima volta che succede, maledizione. Non posso permettere che finisca come l'altra volta, però.
In questo momento Seifer spalanca gli occhi e si passa una mano fra i capelli, mordendosi così forte le labbra da farne uscire il sangue:
-Maledizione, sono un imbecille- borbotta, leccandosi la ferita e picchiettandola con un dito, mentre l'altra sua mano cerca la mia.
Io incrocio le braccia per evitarlo e osservo sarcastica:
-Proprio quello che ho detto io alla torre-.
Non mi fa male incrociare il suo sguardo ferito quando nota che sfuggo al suo contatto? Certo che fa male, da morire.
Ma questo tradimento è più amaro di un semplice rifiuto. E cercare delle risposte è ancora più doloroso, perché significa non averne abbastanza. Significa dubitare.
Seifer sospira forte, le guance che si tingono di porpora, non so se naturalmente o per riflesso delle luci al neon di uno sfolgorante pub di Timber.
-Me ne sono dimenticato - ammette alla fine, prima di trovare il coraggio di guardarmi negli occhi - Con tutte quelle teste galbadiane da schiacciare, con la prospettiva di prendere qualcosa di grosso...io non ci ho più visto. Però ne è valsa la pena, vero?- si risolleva alla fine, mentre un sorriso trionfante gli si dipinge in viso.
Serro le palpebre e le labbra per impedirmi di scoppiare.
Non potevo aspettarmi altro dal mio solito, altezzoso Seifer.
Dovevo aspettarmelo, se lo conosco così bene. Insomma, non cambierà mai. E lo so che anche io sono fatta della sua stessa pasta, ma ciò che mi fa più male è sentirlo dire queste cose senza alcun pentimento.
È orgoglio, certo, ma...perché deve mostrarlo anche con me? Dov'è il Seifer di ieri sera, quando serve? Dov'è l'alcol, dannazione?!
Non cambierà mai, devo mettermelo in testa. Non posso di certo costringerlo a farlo, anche se a volte vorrei tanto provarci. E non serve a niente nemmeno lamentarsi, tanto farà sempre quello che vorrà. Questa volta sono utile quanto qualsiasi altra persona. Nemmeno sua sorella può farlo ragionare. Però ci proverò lo stesso, perché alla fine sono testona tanto quanto lui.
Vedremo chi la spunterà tra noi due. Voglio che capisca quello che ha fatto. E voglio capire io in nome di cosa una promessa infranta sia meno importante.
-Sei sempre il solito spaccone. Credi che io non ci tenessi a quella promessa? So che quando tu mi dici qualcosa sei sempre di parola, ma oggi non è stato così. Mi puoi dire perché diavolo oggi è stato diverso? Tu sei stato diverso-commento, osservando il suo profilo contro le luci di Timber.
Certo, alla fine ho scelto di rimanere con lui, ma perché anche il mondo è niente in confronto a lui e alla sua vita.
Comunque, tutto questo non sarebbe successo se lui fosse rimasto al suo posto. E lui doveva rimanerci perché me l'aveva promesso.
In contrasto con i miei pensieri, il suo sguardo luminoso di soddisfazione è ancora lì che aleggia sul suo viso. Sembra così vivo quando conquista un pezzetto della gloria che va cercando con così tanto accanimento...Seifer, torna con i piedi per terra, maledizione!
-Non potevo rimanere lì con le mani in mano- si giustifica semplicemente, guardando un punto lontano. Seguo il suo sguardo e scuoto la testa amareggiata:
-Sai qual è il tuo problema? Ragioni sempre in prima persona singolare. Non riesci a pensare come una squadra, che diamine? Non pensi più a...me?-. La voce mi si rompe ancora, mentre deglutisco con forza per non fare la figura della sorellina che ha ancora disperatamente bisogno del fratellone.
Mi sorprendo io stessa della forza con cui ho appena parlato.
Lui sembra più interessato a quello che ho detto:
-Il mio problema? - sbotta, nel suo tono si percepisce chiaramente uno stupore che in qualche modo non mi dice nulla di buono - Credevo che neanche tu avessi bisogno degli altri. Siamo cresciuti autosufficienti e, per quanto mi riguarda, penserò sempre in prima persona singolare. Al massimo potrò pensare a una squadra...noi due insieme, come oggi. Nessun altro. Quindi non dire che non penso mai a te: sei la persona più importante per me-. Il suo tono si raddolcisce e ogni durezza scompare.
Il mio respiro si calma, mentre solo ora mi accorgo di stare ansimando e della mano di Seifer che mi accarezza la spalla, disegnando piccoli ghirigori sopra il tessuto della giacca.
Sei la persona più importante per me.
-Non ho bisogno di sentirtelo dire, Seifer - rispondo, concentrandomi su ciò che sento davvero - Ma non credo tu abbia capito: io ci tenevo davvero a quella promessa. Credevo che ti saresti trattenuto per me o qualcosa del genere-.
Seifer blocca il respiro e la mano, che ritira piano piano. E in questo momento mi accorgo che ho detto davvero quello che dovevo dire...ma non quello che mio fratello si sarebbe aspettato che dicessi.
-Cosa ti aspettavi, Atra? - mormora deluso - Che questa promessa mi avrebbe cambiato la vita?-.
Maledizione, cosa diavolo sta dicendo? Queste parole mi si conficcano gelide dentro il cuore e istigano tutto il veleno che non vorrei mai usare:
-Cosa mi aspettavo? - le parole mi escono velocemente dalla bocca senza che io possa anche solo socchiuderla per trattenerne l’esplosione - Forse che tu fossi un po’ diverso, forse che tu fossi un po’ maturato. Ovviamente non è così. Ma hai ragione, che cosa mi aspettavo?-.
E rimango così, seduta sul cofano della macchina a dondolare i piedi e senza più terreno sotto al cuore, che penzola appeso a un filo. Mettere in discussione così la figura di un fratello maggiore è un po’ come spegnere la torcia camminando nel buio. E’ avanzare a tentoni in un mondo reso sconosciuto dalla scomparsa di una guida.
E oggi mi sento proprio così: spaesata da qualcosa che non conosco, ma che in teoria dovrei. O da qualcosa che mi ero illusa di conoscere alla perfezione.
-No, Atra. Aspetta un attimo. Sono sempre io! Guardami- Seifer mi prende delicatamente il mento con la punta delle dita e mi sposta il viso di fronte al suo.
Ora nei suoi occhi lampeggia il panico vedendomi così lontana, sebbene desideri essergli ancora più vicina di quanto non lo sia ora. E il contrasto fra il ghiaccio perenne che si trova nei suoi occhi e questo nuovo sentimento, che probabilmente lo sta ferendo, mi colpisce.
Una ruga di apprensione gli scava la fronte marmorea e una piega amara gli tende le labbra sul volto teso per la concentrazione nel sondare la mia espressione, a sua volta concentrata sulla sua.
-Guardami - mormora ancora - Sono sempre io. Era di questo che avevo paura quando ci siamo parlati l’altra sera. Tu non mi hai mai visto combattere al di fuori del Centro di Addestramento. E io sapevo che sarebbe andata così, davvero. Non avrei mai voluto che tu mi vedessi in guerra- lui china lo sguardo sulla superficie liscia della macchina, incontrando il proprio riflesso che esprime l'incapacità di trovare le parole per esprimersi.
Seguo i suoi occhi ancora una volta, mentre altri mille aghi sembrano trafiggermi la pelle quando mi rendo conto che questa mia delusione ci sta uccidendo entrambi.
Soprattutto lui.
In due giorni ho scoperto più che in diciassette anni, riguardo a mio fratello. Ho scoperto un Seifer fragile, che si rivela solo nel suo rapporto con me. Ho scoperto un Seifer in conflitto perenne fra la sua natura, oscura e ambiziosa, e il suo cuore, che in realtà vorrebbe fermarsi a pensare, qualche volta. Un Seifer legato, suo malgrado, con un unico filo, che però non trova la forza di spezzare...e io spero che non la trovi mai.
Perché è il filo che lo lega a me.
-Io... - la voce mi si spezza di nuovo, provocando un moto di stizza in me - Io - ricomincio - credevo di conoscerti, è vero. Oggi ho scoperto un nuovo lato di te che non mi piace per niente - a queste parole Seifer solleva lo sguardo di cucciolo ferito e il mio cuore perde un battito - Ma sarei davvero una sorella degna di questo nome se non provassi a combattere perché tu cambi? E’ per questo che ho reagito così, Seifer. Per nessun altro motivo che cercare una risposta attraverso il confronto diretto. E se mi sono arrabbiata è stato solamente perché ti avevo chiesto di comportarti in modo decente per me. E tu non ci hai pensato-.
Mio fratello batte due volte gli occhi e riprende a guardarmi così intensamente che non ho dubbi sulla sincerità delle parole che stanno affiorando alle sue labbra.
-Scusami, Atra. Ma tu non sai quanto sia difficile affrontare me stesso e la mia sete di gloria ogni giorno. Io...ti chiedo scusa, perché sono troppo debole per me stesso-.
Dentro qualcosa mi si spezza, ma non posso permettermi di crollare, ora. Devo essere forte per lui. Devo essere la sua spalla. Devo essere il suo scudo.
Insomma, devo essere sua sorella.
-Ehi - dico allacciando il mio sguardo con il suo, mentre il mio viso si riflette deformato sul lucido metallo della sua targhetta - Sono tua sorella e non mi perderai. Io sono pronta ad accettare anche questo lato di te, anche se sai che non lo approvo. Ti conosco a memoria ormai e dovrei saperlo che ho un fratello testone - a queste parole lui sorride e scuote la testa - tuttavia ci ho provato anche questa volta, con scarsi risultati. Mi sarei spinta anche fino a rischiare di perderti, se necessario, ma io non ti avrei comunque lasciato. Per perdermi avresti dovuto decidere tu di non volermi più.
Devi sapere ormai che io avrò sempre qualcosa da ridire su quello che fai. Però pensa che scontrarmi con te fa più male a me. Perché dire certe cose richiede più coraggio che starle ad ascoltare, credimi- lo guardo, prima di appoggiare una testa sulla sua spalla e riprendere fiato. Seifer appoggia il capo sul mio:
-E ti sono grato per essere qui, sempre vicina a me. A volte anche i migliori hanno bisogno di una strigliata - ammette, soffiando una risata amara. Oh, finalmente un'affermazione sensata - E hai visto giusto: non cambierò mai. Ma tu dimmi solamente che non mi lascerai solo. Andrei avanti comunque, ma sei l’unico pretesto che ho per essere migliore, a volte- conclude, respirando profondamente.
-A volte?!- mi indigno con un fremito di protesta. Lo sento ridacchiare:
-Non era riferito a te, sorellina. Se non avessi qualche scheletro nell’armadio credi che qualcuno mi troverebbe ancora attraente?- protesta. Scoppio in una risatina: mi ha offerto la battuta su un piatto d’argento!
-Perché, tu ti reputi attraente? Ma fammi il piacere!- esclamo. Lui ride ancora:
-Non è quello che mi ha detto ieri sera la ragazza della biblioteca nel bagno...- sospira poi, perdendosi nei ricordi. Gli rifilo una gomitata dritta nelle costole:
-Taci: ieri sera eri con me. Trovati una scusa migliore- lo rimbecco. Lui scoppia:
-Ma mamma! Potrò avere una mia vita sentimentale o mi vuoi tutto per te?!- esclama scandalizzato. Alzo il dito indice:
-La mamma è arrabbiata, quindi fai il bravo e fammi un favore: piantala di muoverti che hai la testa sopra la mia e mi fai un male boia- non manco di precisare. Un attimo di silenzio per pensare, poi:
-Ti passerà, Atra?- mi chiede improvvisamente, preoccupato. Espiro lentamente:
-Se non mi fosse già passata ora non staremmo qui a scherzare. Tranquillo, Seifer- sorrido poi, stringendomi ancora di più a lui, che mi cinge le spalle e mi accarezza il braccio. Sento i suoi muscoli rilassarsi e...anche i miei.
-Credevo che sarebbe finita come quell'altra volta...- sospira poi sconsolato.
Chissà perché, mi aspettavo che se lo sarebbe ricordato anche lui.
Il ricordo mi colpisce come uno schiaffo e rimbalza sul mio cuore. Quella è stata la prima e l'ultima volta che abbiamo litigato davvero. Colpa della mia straordinaria lingua lunga e della sua facilità a scaldarsi.
Mi sfioro in risposta la targhetta che porto al collo, mentre lui sbuffa una risata:
-Meno male che te l'ho regalata, altrimenti avresti ancora il broncio-.
-Taci, idiota. Non hai idea di cosa ho passato quella notte-. E' la prima volta che glielo dico apertamente, ma è la verità.
Seifer rimane in silenzio un attimo:
-Oggi ti sei vendicata abbastanza, mi hai rubato due sfide- dice infine, ridacchiando quando io sbuffo esasperata. L'ho già detto che non cambierà mai, vero?
-Ah, sorellina. Oggi mi hai davvero sorpreso: bella sfida- mi elogia poi, mentre il suo respiro mi accarezza la guancia. Sorrido:
-Proverò a usare il risultato con la commissione d'esame- ridacchio. Seifer sospira:
-Ti chiedo scusa anche per questo. Non...-. Ma io lo interrompo seccamente:
-Su questo non devi preoccuparti. L'ho scelto io. Ho scelto te. Quindi vedi di non farmene pentire - lo ammonisco, il dito alto così può vederlo bene - E adesso dobbiamo andare- dico ancora, stringendo la presa sul suo braccio. Lui si muove subito e scivola via dalla macchina, tendendomi la mano per aiutarmi a raggiungerlo.
-Andiamo a vedere se Rin e Dincht hanno combinato qualcosa- ridacchia, la voce che risuona leggera e fluida. Beh, anche io credo di essermi tolta circa venti chili dal cuore! Comunque scuoto mestamente la testa:
-Non credo, sai? Ah - e questa volta ritorno a guardarlo duramente - Vedi di darti una regolata con Rinoa-.
-Io non la sto usando: non mi fa piacere vederla, tutto qui. Ogni volta che incrocio il suo sguardo speranzoso mi ricordo di quanto sono stato stronzo e di quanto le ho fatto male, penso che tu lo sappia meglio di me. Però senza di lei saremmo ancora fottuti. Questo è un favore che le devo e di cui mi sdebiterò- dice Seifer. Sorrido ancora, annuendo lentamente. Finalmente mio fratello fa funzionare il cervello.
-Allora, sei pronta per il trionfale ritorno al Garden?- mi domanda lui scherzosamente, sorridendo alla sfida. L'ennesima.
-Pronta- gli rispondo, accogliendola come al solito.
Perché le sfide sono una prerogativa degli Almasy, non l'avevate ancora capito?!



Ciaaaaao a tutti!
Questo è stato un capitolo un po' diverso da quelli a cui siete stati abituati finora. Ciononostante spero che l'abbiate apprezzato.
Sostanzialmente questa è la dimostrazione pratica di come cambia il personaggio di Seifer con la presenza di una sorella. Spero di non essere sfociata troppo nell'OOC, però credo sia normale un piccolo cambiamento, l'avrete già notato nel capitolo 1 quando Seifer e Atra parlano durante la notte.
Comunque rimangono alcuni tratti chiave di Seifer, che nemmeno Atra è riuscita a scalfire: la sua testardaggine e la sua ostilità al cambiamento, che richiama un po' l'argomento del ricordo "Descensio ad Inferos", no?
Il Seifer del videogioco non si fa scrupoli, questo qui ne ha uno solo ed è Atra...però non ditelo a lei, se no si infuria perché, come vedrete nel ricordo relativo a questo capitolo, è una cosa che non sopporta!
Venendo al ricordo, questa volta parliamo della prima (e ultima) volta in cui i due Almasy litigano e se ne dicono di tutti i colori, veramente! Il tutto è collegato a un particolare ricorso due o tre volte in questo capitolo...la targhetta che Seifer porta al collo già nel videogioco e che troviamo uguale anche per Atra.
Dovendo parlare di millemila cose e avendovi promesso capitoli più corti (sono più corti, vero? Magari conto male io, non me ne sorprenderei) mi sono trovata costretta a spezzare il ricordo in tre parti. Spero non sia un problema, ma dovete capire che piuttosto che scrivere male delle cose per riuscire a farcele stare in una lunghezza accettabile, preferisco spezzare e dare più respiro alla vicenda.
Altra cosina su "Il legame del sangue": dato che, come in questo capitolo, non ci saranno risvolti nella trama per altri tre o quattro, ho deciso di velocizzarne la pubblicazione per non farvi aspettare inutilmente dei capitoli di passaggio, che però servono perché altrimenti la storia sarebbe troppo campata per aria.
E dato che sto scrivendo una nota più lunga del capitolo, adesso vi lascio in pace!
A presto, lettori!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Atra