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Autore: Hamatoshappire    01/08/2015    1 recensioni
Il confine tra realtà e fantasia è più sottile di quanto si creda...e le nostre tartarughe stanno per scoprirlo.
Tra verità mai svelate,omicidi ed un nuovo amico,che poi tanto nuovo non è,i nostri mutanti preferiti ne vedranno di tutti i colori...
ok...ho deciso di cambiare alcune carte in tavola...(non odiatemi). Spero comunque di avervi fatto incuriosire.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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30 novembre 23.00

PoV Splinter

Respirai a fondo, cercando di concentrarmi.

Le fiamme di alcune camdele danzavano attorno a me.

Cercai di togliermi di mente tutto il resto, ma non ci riuscii.

Mi alzai di scatto. Non riuscivo proprio a meditare.

Mi diressi verso la cucina.

Come se non bastasse il dolore per la perdita del mio piccolo Michelangelo ero schiacciato anche dalla preoccupazione per i miei figli, usciti da circa una mezzoretta assieme ai loro amici.

Scaldai dell'acqua e preparai un po' di the alla pesca.

Era sempre piaciuto al mio figlio bambino.

Riempita una tazzina mi diressi nuovamente verso il salone.

I miei occhi si sgranarono e la tazza ancora fumante mi cadde dalle mani, infrangendosi al suolo.

-Michelangelo- sussurrai incredulo davanti a ciò che mi si parava dinanzi.

Ero ancora sull'uscio della cucina e lui era lì, al centro del salone.

Ma in c'era qualcosa che non andava.

Gli occhi azzurri infatti erano pieni di lacrime e parevano terrorizzati.

Abbassai lo sguardo al suo corpo e il mio stomaco si contorse.

Dalle manine sporche di sangue colavano goccie scarlatte.

Alcuni schizzi bordeaux erano spari anche sulle guance lentiginose su gran parte del corpo.

-Michelangelo- chiamai ancora-

-Mi dispiace papà- alcune lacrime iniziarono a rigargli le guance, e la mia reazione fu immediata.

Senza pensarci su due volte andai verso di lui e gli caddi in ginocchio davanti, stringendolo a me.

Affondai il volto nell'incavo del suo collo. Non mi importava se fosse reale o meno.

-è tutto okay figliolo- sussurrai, mentre i miei occhi si facevano lucidi.

Il suo corpicino gelido tremò.

Al posto della pelle verde mi ritrovai a poggiare la testa su un morbido tessuto.

Mi staccai e sgranai gli occhi.

Davanti a me c'era una figura incappucciata.

Indossava una felpa nera e dei jeans.

Il misterioso individuo inginocchiato davanti a me mi guardò intensamente con i suoi occhi azzurri.

Occhi identici a quelli del mio bambino.

-Mi dispiace tanto- sussurrò.

Sentii un forte dolore allo stomaco.

Abbassai lo sguardo e vidi il manico di un pugnale conficcato nella mia carne.

Il sangue usciva implacabile.

Lo guardai senza parle.

Si era alzato in piedi, ma i suoi occhi erano cambiati.

Le iridi dello stesso colore del sangue mi guardarono, penetrandomi nell'animo.

Sulla schine aveva due katana.

Ne estrasse una e me la puntò alla gola.

-Ti voglio bene...papà- sussurrò.

Gridai, contorcendomi.

Il mio respiro era affannoso.

Impiagai qualche altro secondo per realizzare di essere nel dojo, steso su uno dei tappeti.

Sudato e senza fiato mi guardai intorno.

Tutto sembrava tranquillo.

Mi diressi nel salone, che trovai vuoto.

Andai in cucina, trovando la tazza che credevo di aver rotto ordinatamente risposta nella credenza.

Mi passai una mano sul volto.

Cosa mi era successo?

00:00

PoV Donnie

Da quando avevamo raccontato a April e Casey di Michelangelo le cose erano cambiate, anche se non saprei dire se in meglio o in peggio.

Da una parte c'era il sollievo per non dovergli più nascondere la verità e la loro vicinanza, dall'altra c'era Raph chiuso in un gelido silenzio. Non aveva proferito parola dopo il racconto e la cosa ci preoccupava non poco.

Era per questo che stasera, il giorno della scomparsa del nostro fratellino, avevamo deciso di uscire tutti insieme.

April ci aveva procurato dei vestiti con cui mescolarci agli umani.

Solo il sensei era rimasto a casa, preferendo restare tranquillo a meditare.

Il foot non si faceva più vedere da mesi ormai e non credevamo avremmo incontrato pericoli, al massimo qualche dragone purpureo da pestare.

Saltavamo di tetto in tetto, godendoci l'aria gelida sul volto.

L'aria di New York non era certo pulitissima, ma sicuramente era migliore di quella che avevamo nelle fogne.

Raph si fermò, poi, finalmente, parlò.

-Non ha mai visto le stelle- sussurrò, rivolgendo lo sguardo al cielo.

Non capii immediatamente, poi sospirai.

-è vero...ma chi sà..forse ora è lui una piccola stellina lì su- le mie parole mi parvero insensate, ma il cuore non sente ragioni. E poi è confortante immaginare che stia bene, in un posto migliore.

April mi fece un sorriso dolce.

Stavo per ricambiare, quando un urlo attirò la nstra attenzione.

Sembrava venire da qualche vicolo più in là e, senza perdere tempo, ne raggiungemmo l'origine.

Scendemmo nel vicolo, ma lo trovammo vuoto.

-Okay, chi si è portato via la ragazza?-

Ci guardammo intorno.

Nulla, un bel nulla.

-Torniamo a cas?- proposi, addocchiando un tombino.

-Forse sarebbe meglio, non vorrei far preoccupare il sensei- aggiunse anche Leo.

Si dieresse verso il tombino per alzarlo, quando uno shuriken per poco non gli si conficcò nella mano.

Raph sguainò i suoi sai mentre io e Leo, avendo lasciato le armi al rifugio, ci limitammo ad alzare la guardia.

Ci guardammo attorno per interminabili attimi, senza però scorgere nulla.

-Ragazzi- chiamò poi Casey, indicando tra le ombre una silhouette corvina.

La misterios figura appoggiata al muro non ci degnò di uno sguardo, armeggiando con il cellulare.

-Tu..- sussurrò April.

Girai lo sguardo qualche istante su April e, quando mi girai, notai la scomparsa di quel ragazzo.

Un urlo soffocato riattirò l'attenzione di tutti verso April.

Lui le era dietro.

Aveva un braccio avvolto attorno alla sua vita per tenerla ferma, mentre con l'altra mano le premeva sul volto un fazzolettino.

-APRIL!!!- urlai.

Lui la adaggiò in terra, prima che io parissi all'attacco.

Schivò tutto con una velocità mostruosa.

Solo una volta riuscii a colpirlo, con un pugno sritto al volto.

Indietreggiò di qualche passo, poi mi guardò dritti negli occhi.

Rimasi gelato da quegli occhi azzurri ma ciò che mis piazzò maggiormente fu vedere quei due spicchi di cielo tingersi di scarlatto.

Non persi altro tempo e mi rilanciai verso di lui.

Grande errore.

Mi afferrò il polso, attirandomi vicino a lui. Troppo vicino.

Vidi per qualche istante una lama brillare nella penombra, poi avvertii un forte dolore al fianco.

-Donnie!!!- Raph si lanciò contro di lui.

Il coltellino fece in tempo ad uscire e rientrare nella tenera carne altre due volote, poi mi lasciò cadere in terra, mimettizzandosi tra le ombre.

Leo corse in mio soccorso.

I suoni si fecero ovattati e davanti ai miei occhi vidi danzare alcune macchie nere.

Lo vidi scattare contro Raph, poi tutto si fece nero...

   
 
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