01/08/2015
5 recensioniMai Contro Cuore. Capitolo 5. *Prove them wrong*
Verde. È tutto ciò a cui riesco a pensare.I suoi occhi sono verdi. Lo sono sempre stati, e davvero non so perché questa constatazione mi stupisce così tanto.
Forse è perché avevo dimenticato, tentato di dimenticare, il verde dei suoi occhi.
Ma come avrei potuto? Dimenticare quegli occhi che mi hanno vista crescere, e che al tempo stesso sono cresciuti con me.
Per un attimo sono tentata di buttare all'aria tutti i sacrifici fatti durante questi anni, correre ad abbracciarlo come se niente fosse cambiato.
«Ehm..sei..abbronzata.....eh...» balbetta continuando a guardarmi ad occhi spalancati.
Ma dopo questa frase sono davvero tentata di corrergli incontro per dargliele di santa ragione.
Non vedi tua cugina da 3 anni, ed è questa la prima cosa che le dici? Seriamente?
In un secondo metto da parte tutti i sentimentalismi e mi riprendo.
Sono stati loro a volere che diventassi la stronza della situazione, bene, ora ne pagheranno le conseguenze.
«Tu invece non sei cambiato di una virgola, Albie. Magari sei più alto, ma la faccia da fesso ti è rimasta.» dico dura con un sorriso sarcastico.
Lui spalanca ancora di più gli occhi, non se lo aspettava suppongo.
Insomma, la dolce piccola Rosie non avrebbe mai risposto così al suo cugino preferito, quello che considerava un fratello.
Come cambiano le cose.
Albus continua ad aprire e chiudere la bocca, ho quasi paura possa avere un infarto. Quasi. Poi mi ricordo che, anche se fosse, non mi interesserebbe.
«Bene, mentre tu sforzi il tuo cervellino per trovare qualcosa di meno stupido da dire, io vado eh, ho da fare.» faccio per andarmene ma all'ultimo mi fermo.
«Anche se ti venisse in mente qualcosa, non prenderti il fastidio di venirmi a cercare.» Non lo hai fatto per 3 anni, aggiungo mentalmente, ma non lo dico.
Mai mostrare al nemico quanto ti ha ferita.
La sala inizia ad affollarsi, e parecchi hanno assistito alla scena quindi iniziano a bisbigliare.
«Ma quella chi è?»«Non lo so, ma ha qualcosa di familiare.»
«Già, mi sembra di conoscerla.»
Già.. ed io non vedo l'ora di vedere le vostre facce quando capirete.
Cammino velocemente verso il mio tavolo e mi siedo. Quando mi volto Albus è ancora lì, fermo a bocca spalancata.
Kat accanto a me si schiarisce la gola. So cosa vuole. Lo so molto bene.
«Niente.» non ho davvero voglia di ripetere le stupidaggini di mio cugino.
«Niente? Avete parlato.» mi lancia uno sguardo accusatorio.
Non posso proprio scamparmela. «Già, conversazione molto intensa. Mi ha fatto notare quanto fossi abbronzata, e io, io...bhe gli ho fatto notare quanto lui non fosse cambiato per nulla.»
Ho parlato con lo sguardo puntato verso il piatto, e quando lo alzo su di lei il suo sopracciglio raggiunge quasi l'attaccatura dei capelli.
«Potrei aver menzionato la sua..»
«La sua..?!» Okay il suo sopracciglio è salito ancora, non so come ciò sia possibile.
«....Faccia di fesso. Gli ho detto che la sua faccia di fesso non è cambiata per nulla.» dico velocemente cercando di liquidare la cosa.
Per un attimo c'è il silenzio assoluto, mi volto e vedo che praticamente tutta la tavolata stava ascoltando.
Poi, come se fossero d'accordo scoppiano a ridere. Nello stesso momento.
Non so se essere più indignata dal fatto che tutti stessero origliando, o divertita dalla loro reazione.
I ragazzi della Miami sono come una famiglia per me, mi hanno accolta a braccia aperte e, a grandi linee, tutti sanno quello che mi è successo.
Insomma quando una ragazzina inglese, la figlia dei Salvatori, arriva in una scuola americana, tutti iniziano a farsi un paio di domande.
In tre anni i pettegolezzi circolano, e alla fine tutti sanno tutto.
Stranamente però non sono infastidita di questo, sono stati comprensivi e non hanno fatto domande scomode al riguardo.
Dopo tre minuti di orologio tutti si sono più o meno ripresi.
Kat ha le lacrime agli occhi per le risate. Ora sono io a guardarla scettica.
«Merlino, per un momento ho pensato, non so, che ti avesse detto qualcosa di brutto. Stavo meditando di andare lì e stenderlo.»
«E invece sono stata io a stendere lui. Seriamente K, avresti dovuto vedere la sua faccia.» mi lascio coinvolgere dalla loro allegria.
Nel frattempo la Sala Grande si è riempita completamente. Gli sguardi di tutti sono calamitati al nostro tavolo ed io, cercando di rimanere sempre nascosta dietro ai miei compagni, do uno sguardo in giro.
Il tavolo più vicino al nostro è quello di Tassorosso, dove vedo Molly e Lucy, le figlie di Percy, che crescendo sono diventate sempre più simili al padre. Incredibile.
A Corvonero Louis e Dominique sono seduti vicini, ancora più belli di quanto ricordassi. C'era da aspettarselo.
Grifondoro è un colpo al cuore. Ci sono tutti. Fred e James, che a quanto pare l'anno scorso non sono riusciti a prendere i M.A.G.O.
Lily è molto impegnata a rifarsi il trucco..quando me ne sono andata non sapeva nemmeno cosa fosse un lucidalabbra. È cambiata molto. Cresciuta direi.
Accanto a lei Roxy mi restituisce lo sguardo sorridendo. Io accenno un saluto con la mano, non voglio rischiare che mi vedano prima del tempo.
Il mio sguardo si sposta ancora, e incontro quello di mio fratello. Hugie. Mi guarda incerdulo, con le le lacrime agli occhi. Sento anche io le lacrime arrivare.
Lacrime di nostalgia. Di gioia. Di amore.
Hugo era, ed è ancora, la luce dei miei occhi. Lasciare lui è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto.
L'ho visto l'ultima volta l'anno scorso, durante l'estate, per questo non sono sorpresa che sia stato uno dei primi a riconoscermi.
Sorridendo gli mando un bacio volante, e lui fa finta di prenderlo e portarselo alla guancia. Lo facevamo sempre quando eravamo piccoli.
Lily si volta e gli chiede qualcosa, quindi lui distoglie lo sguardo ed io continuo la mia ispezione.
Serpeverde. Albus si è finalmente seduto, ma la sua faccia è sempre la stessa. Non ci presto attenzione per più di due secondi.
Questo perchè la mia attenzione è dedicata a qualcun altro ora. Qualcuno che si trova accanto a lui e lo sta scuotendo per capire cosa sia successo.
Capelli biondi, sorprendentemente lunghi, occhi grigi, gli unici che abbia visto in tutta la mia vita.
Scorpius Malfoy.
Miseriaccia, per quanto mi costi ammetterlo, è diventato ancora più bello di quanto già non fosse.
Non appena registro cosa ho davvero pensato, cerco di cancellarlo dalla mia mente e distolgo lo sguardo velocemente, quasi scottata.
Al mio fianco trovo Ed e lo abbraccio forte. Non fa domande. Capisce, come sempre.
Anche Kat lo sta guardando. So cosa sta pensando, insomma è inevitabile trovarlo....attraente.
Quando si volta verso di me le sorrido, e lei si unisce al nostro abbraccio.
Resterei così per sempre.
Ma purtroppo non è possibile.
Ci stacchiamo quando la preside McGrannit si avvicina al leggio al centro della sala.
Il silenzio cala sulle 5 tavolate, tutti aspettano delle spiegazioni.
«Buongiorno, cari studenti. Credo che tutti vi stiate domandando la stessa cosa, quindi giungo subito al sodo. Il quinto tavolo che vedete in fondo alla sala rimarrà lì per un pò. Questo perchè ospiteremo a tempo indeterminato gli studenti del sesto e del settimo anno della Miami Magic Academy, la cui scuola è stata resa inagibile da un incendio. Vi chiedo dunque di essere disponibili verso di loro e le loro richieste. Gli studenti saranno ora smistati nelle quattro case di Hogwarts, Tassorosso, Grifondoro, Serpeverde e Coevonero, in modo da poter seguire al meglio le lezioni, e saranno sistemati negli alloggi delle varie case. Neville, prego.»
Nev, dovrei proprio iniziare a chiamarlo professor Paciock, prende la parola. «Bene, ora vi chiamerò uno per volta e sarete smistati dal cappello parlante.
Anderson Blaine.»
Bene, ha iniziato dal sesto anno, ho ancora un pò di tempo. Non così tanto in realtà.
Alla Miami gli studenti non sono molti, qui siamo circa 30 in tutto, 15 del sesto e altri 15 del settimo.
La lista continua, fino ad arrivare al settimo anno. «Brown Dianna.» è il primo nome. Tassorosso.
Kat è la prossima. Mi lancia uno sguardo d'intesa, io annuisco quindi si volta. «Cooper Katherine.»
Lei cammina con la solita eleganza fino allo sgabello, poi si siede e Neville le porge il cappello.
Non passa molto tempo. «Serpeverde.» Io stringo la mano di Ed. Non sono sorpresa, insomma è Kat. Se non ci finisce lei a Serpeverde, davvero non so chi potrebbe.
Dopo poco siamo rimasti solo in 5, evito di guardarmi intorno, sono consapevole che ormai tutti i Weasley-Potter mi hanno riconosciuta, come tutto il resto di Hogwarts probabilente, così come Lui, sicuramente.
«Thompson Edward.» Ed lascia la mia mano e cammina velocemente verso lo sgabello.
Il cappello non si posa nemmeno sulla sua testa che grida «Grifondoro.»
Alti 3 nomi volano in pochi minuti. Non so nemmeno io cosa sperare.
Ed a Grifondoro, Kat a Serpeverde.
Insomma, forse non dovrei nemmeno farlo lo smistamento, prima ero a Grifondoro, e le possibilità di cambiare sono davvero poche.
Si dice che quando ci si ritrova davani ad una scelta si debba lanciare una monetina, non perchè essa risolva la questione per te, ma perchè nel breve momento in cui la monetina è in aria, semplicemente sai cosa desideri di più.
Bhe per me non funziona. Troppe contraddizioni.
Quando Neville chiama il mio nome cancello tutto.
Non mi preoccupo di niente. Non sento niente. Nemmeno l'assordante silenzio della Sala quando hanno capito che si, sono Rose Weasley, quella Rose Weasley.
Mi siedo e la voce del cappello parlante riempie il silenzio.
«Bene bene, signorina Weasley, ci incontriamo di nuovo.»
È tutto inutile, tanto lo so che mi rimanderai a Grifondoro, penso.
«Non se non è quello che vuoi, dolcezza.»
Io non so cosa voglio.
«Non è vero, Rose Weasley, tu sai esattamente quello che vuoi, così come lo so anche io. Sei cambiata molto in questi anni, e lo hai fatto con un obbiettivo. Dimostragli che si sbagliavano. Serpeverde.»
Se prima la sala era silenziosa, ora è diventata un cimitero. Mi alzo e mi dirigo al tavolo delle serpi. Mentre mi avvicino i miei occhi incontrano i suoi. Non abbasso lo sguardo, anzi, gli tengo testa.
Dimostragli che si sbagliavano. Lo farò.
