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Autore: eliseCS    01/08/2015    1 recensioni
Sono dell'idea che valga la sacra regola: "Quello che dice la Rowling è legge". Quindi se alla fine Draco ha sposato Astoria (e non Hermione...) un motivo ci sarà...
Non ho nulla contro le Dramioni (anzi...) però ho deciso che per una volta anche Astoria ha diritto alla sua chance per conquistare il suo futuro marito.
Questa è la mia personalissima versione di come sono andate le cose :)
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[...]Quando Draco era nato uno dei primi pensieri di Lucius era stato quello di riuscire ad individuare una famiglia Purosangue che fosse abbastanza ricca, potente e importate, e che ovviamente avesse anche una figlia che sarebbe stata degna di diventare la moglie di suo figlio.
Quando, due anni più tardi, Agatha aveva dato alla luce Astoria, Lucius aveva quasi fatto i salti di gioia: quella bambina era la scelta migliore che avrebbe potuto fare. [...]
[...] ...volenti o nolenti Draco e Astoria si sarebbero sposati, onorando una volta per tutte quel contratto che era stato stipulato anni prima a loro insaputa.
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Spero di avervi incuriositi almeno un pochino
Buona lettura!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Astoria Greengrass, Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza e il Mangiamorte'
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Quanto tempo... vi ricordate dove siamo rimasti l'ultima volta?

 ... Astoria stava sorridendo felice, gli occhi scuri che finalmente erano tornati a brillare.
“Non potrei mai pensare a te come un mostro, vedi di mettertelo bene in testa” le sue parole trasudavano sincerità.
“E guai a te se ti sento di nuovo dire una cosa del genere” lo redarguì infine, ma se quella era una minaccia allora Draco si sarebbe volentieri fatto minacciare a quel modo per tutta la vita.
Astoria non gli diede tempo di pensare oltre: alzandosi leggermente sulle punte dei piedi aveva di nuovo fatto congiungere le loro labbra in un bacio decisamente molto meno innocente rispetto al primo.
 
In quel momento il mondo avrebbe potuto cominciare a girare al contrario e loro non se ne sarebbero accorti.




Bene... ora vi lascio al capitolo vero e proprio. Buona lettura! 








 
9 – Vieni con me
 
 
 
Il sole inondava la stanza con la sua luce dorata donandole un aspetto molto meno cupo rispetto alla notte appena trascorsa.
Luminosi raggi illuminavano le due figure sorridenti che ancora stavano dormendo nel letto a baldacchino che dominava la stanza.
Lui, disteso a pancia in su, i capelli talmente biondi da sembrare quasi bianchi tutti scarmigliati e un’espressione di pura felicità dipinta sul viso.
Lei, con la testa appoggiata sul petto del ragazzo, l’espressione rilassata, gli stringeva una mano come se non volesse più lasciarla andare.
Era così che si erano addormentati: dopo il bacio Draco aveva tacitamente supplicato Astoria di rimanere con lui, e da parte sua la ragazza non aveva nessuna intenzione di lasciarlo da solo, visto lo stato in cui lo aveva trovato a causa dell’incubo. Almeno se ne avesse avuto un altro sarebbe stata già lì.
In realtà alla fine la sua sola presenza era bastata, e Draco aveva dormito completamente tranquillo per tutto il resto della notte: con Astoria al suo fianco niente avrebbe potuto turbarlo, nemmeno durante il sonno.
 
“Buongiorno” sussurrò lei a bassa voce, dolcemente, quasi a non voler rovinare l’atmosfera che regnava nella stanza, non appena Draco aprì gli occhi.
“Buongiorno” rispose lui con lo stesso tono, stiracchiandosi ma stando bene attento a far sì che Astoria non fosse costretta a spostarsi dalla sua posizione.
Sembrava che fossero come dentro una bolla, isolati da tutto e da tutti.
C’erano solo loro.
Almeno, questo era il pensiero a cui entrambi cercavano di restare aggrappati.
Erano consapevoli che presto o tardi avrebbero dovuto guardare in faccia la realtà per affrontare un certo problema, ma al momento nessuno dei due aveva fretta.
Tra le due opzioni preferivano il poi al prima.
 
Ma avrebbero potuto prevedere che non sarebbe stato dato loro di scegliere.
 
Un sommesso bussare alla porta ruppe la magia, svegliandoli definitivamente.
Draco stava già partendo in quarta: lo si poteva vedere dallo sguardo assassino che avrebbe potuto bruciare la porta e incenerire chi ci stava dietro, ma Astoria gli strinse un braccio invitandolo a calmarsi.
L’ avanti che alla fine venne fuori risultò decisamente più gentile e pacato di quanto sarebbe stato in partenza.
La maniglia si abbassò e dalla porta fece timidamente capolino uno degli elfi domestici: dalla sua espressione sembrava essere pienamente consapevole del fatto che la sua presenza non dovesse essere affatto gradita.
“Be’, cosa c’è?” domandò Draco dopo qualche istante visto che l’elfo non aveva ancora detto una parola, rimanendo sulla porta con le mani dietro alla schiena.
Al richiamo del padrone squittì dispiaciuto: “Bryn non voleva disturbare il padroncino e la signorina, ma poco fa è arrivata questa…” e da dietro la schiena tirò fuori una lettera.
Astoria notò che aveva degli strani segni sulle mani e sulle braccia.
“E il gufo che l’ha recapitata non ha smesso di beccare finchè non ho assicurato che sarei subito venuto a portarvela” concluse avvicinandosi rispettosamente al letto e porgendo la busta sigillata a Draco. Ecco spiegati quei segni…
“Va bene” commentò lui asciutto. “Ora vai a provvedere a quei graffi” borbottò congedandolo, e l’elfo lasciò la camera balbettando qualcosa a proposito della bontà del suo padroncino.
In effetti neanche Astoria si sarebbe aspettata che Draco fosse così gentile (almeno per i suoi standard) con i suoi elfi domestici, e ne era rimasta piacevolmente colpita.
Forse dopo tutte le volte che gli aveva ripetuto che doveva sforzarsi di trattare meglio il prossimo il messaggio stava cominciando a fare presa.
 
Intanto Draco aveva aperto la lettera, scorrendola velocemente: era diventato ancora più pallido del solito.
Astoria aspettò che finisse di leggerla prima di domandare preoccupata: “Cos’è successo?”
Il ragazzo sembrava incapace di proferire parola, per cui le passò direttamente il foglio senza emettere un fiato.
Narcissa Malfoy ordinava senza mezzi termini che Draco si presentasse al Manor per le cinque di quel pomeriggio.
Il motivo? Incontrare finalmente la famiglia della sposa, firmare il contratto e, già che c’era, scusarsi della sua mancanza di rispetto per non essere presentato all’incontro precedente.
Se anche quella volta avesse cercato di evitare la cosa, e se non si fosse presentato affatto, Lucius lo avrebbe ufficialmente disconosciuto come figlio e diseredato.
A lui la scelta.
 
Quando anche Astoria ebbe finito di leggere sentiva la bocca secca e gli occhi che pizzicavano: sembrava già passato un sacco di tempo da quando, poco prima, si era svegliata serena e felice come non era da molto.
Suo padre aveva messo bene in chiaro le cose con lei, ma nemmeno Malfoy Sr. scherzava.
Disconoscere il suo unico figlio?
 
“Devi andare” Astoria ruppe il silenzio.
Draco la guardò stranito, come se avesse capito male.
“Devi andare” ripetè lei. “Sono i tuoi genitori, e per quanto la cosa possa non piacerti stanno solo cercando di assicurarsi che tu possa sempre avere il meglio. Dovrei iniziare a capirlo pure io…” aggiunse tristemente.
Fece per alzarsi dal letto, ma all’ultimo momento Draco la afferrò per un braccio, facendola ricadere all’indietro, e la abbracciò forte.
Lei ricambiò la stretta aggrappandosi a lui.
 
Aveva visto oltre le apparenze, oltre le cattive abitudini e i pregiudizi radicati da anni. Non si era fermata a giudicare Draco solo per il marchio che portava sul braccio e aveva raccolto la sfida per dimostrare, se non a tutti almeno al diretto interessato, che lui non era un mostro, ma una persona come tutte le altre.
 
L’abbraccio durò davvero troppo poco, ma quando si separarono Draco continuò a tenere le mani appoggiate sulle sue spalle.
“Andrò all’incontro di questo pomeriggio” esordì dopo qualche attimo con tono solenne.
Tono alquanto in contrasto con quello che invece esprimeva l’espressione del suo visto: gli occhi erano illuminati di una luce che Astoria non gli aveva mai visto, e un sorriso furbo e sicuro di se gli incurvava le labbra.
 
“…e tu verrai con me”.
 
 
*** Più tardi, quel pomeriggio ***
 
 
“Sei davvero sicura che verrà questa volta?”
“Certo, so quanto è orgoglioso mio figlio. Minacciarlo di disconoscerlo e –soprattutto- diseredarlo non l’avrà sicuramente lasciato indifferente. Non rinuncerebbe mai all’occasione per litigare con suo padre” rispose Narcissa sicura.
La sua ospite annuì, ancora non convinta del tutto.
“Perché non dirglielo direttamente? Al posto che per litigare sarebbe venuto qui per ringraziarti”
“Non dimenticare che né Lucius né tuo marito sanno niente di questa storia: se si accorgessero di quello che abbiamo in mente finirebbe tutto ancora prima di cominciare. A cose fatte, invece, non potranno più fare nulla…”
Le due donne continuarono la loro passeggiata per il roseto.
 
“E Astoria?” domandò Narcissa dopo un po’.
Agatha sospirò profondamente,
“È sparita da quando è arrivata la lettera che annunciava che avrebbe potuto frequentare il corso di Guaritore… non ho mai visto Donovan così arrabbiato. Lei è scappata e non si è più fatta viva. Anche prima stava fuori tutto il giorno, ma tornava sempre a casa per la notte. Questa volta invece non ho proprio idea di dove sia finita”
“Hai provato a mandarle un gufo?”
“Sì, come avevamo deciso stamattina ho spedito anch’io una lettera per lei, ma il gufo è tornato indietro dopo un paio d’ore con la busta ancora legata alla zampa”
“Vedrai che tornerà”
Intanto erano uscite dal roseto, raggiungendo un elegante gazebo che si trovava nell’ampio giardino, poco distante dalla maestosa fontana che vi sorgeva al centro.
 
“Ormai dovrebbe essere qui a momenti” commentò Narcissa dopo aver osservato una meridiana collocata lì vicino.
“Verrà, non ti preoccupare” aggiunse poi per togliere una volta per tutte l’espressione dubbiosa dal volto di Agatha.
Ad un certo punto uno strano suono attraversò l’aria, facendo tremolare leggermente la barriera invisibile che circondava l’intera proprietà, segnalando l’arrivo di qualcuno all’interno del confine.
Dopo un po’ il rumore di passi che si avvicinavano, facendo scricchiolare la ghiaia del sentiero del roseto, giunse alle loro orecchie: Draco era arrivato.

















Ebbene sì, sono ancora viva... 
Mi scuso immensamente per il ritardo, ma sono stata via una settimana (mi hanno avviasato il giorno prima che dovevamo partire!!) e ovviamente mia mamma non ha lasciato che contemplassi il computer tra le cose da portare via...
Chiedo scusa anche per il capitolo: assolutamente di passaggio, non succede niente, nessun colpo di scena... (be', più o meno...)
Però prometto che martedì avrete puntuali il vostro capitolo 10 :)
Baci 
E.



 
   
 
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