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Autore: Angel_R    26/01/2009    4 recensioni
Gabriella, dopo vari trasferimenti, arriva ad Albuquerque, dove incontra la studiosa Taylor, la pianista Kelsi, e l’amante della danza Martha. Troy è il capitano della squadra di basket e il ragazzo più ammirato della scuola. Sharpay è la Regina di Ghiaccio alla quale non si deve mai dire di ‘no’, mentre Ryan, suo fratello gemello, si rifugia sempre nel suo posto preferito, il teatro… Sembra tutto normale, ma se Troy non fosse carino e gentile? E se Gabriella non lo vedesse di buon occhio? E se Sharpay non amasse il teatro ma i pom-pon? E se Ryan non fosse morbosamente attaccato alla sorella? E se… e se volete saperne di più… leggete!! Questa è la mia primissima long, quindi recensite in tanti!! Anche i commenti negativi sono ben accetti, servono a migliorare, sempre che non siano offensivi… Grazie in anticipo!!^^.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 24: E poi sarei io quella lunatica?!


Scoprire i segreti e i misteri mi ha sempre affascinata. E' bello mettersi in gioco e ragionare sulle possibili soluzioni di un quesito o cercare di scoprire qualcosa di ignoto.
Come quando si guarda un film giallo o si legge un libro poliziesco e si cerca di capire prima degli investigatori l'identità dell'assassino.
E' vero, mi è sempre piaciuto tutto ciò, ma non nel periodo in cui la domanda: "Quale strano tipo di rapporto abbiamo Troy ed io", mi girava in testa in continuazione.
Era frustrante sapere di dover cercare la risposta in me stessa e non riuscire a trovarla.
Dovevo smetterla con questi viaggi alla scoperta di un mio interiore più profondo, mi stancavano solo, e per cosa poi? Tornare al punto di partenza.


Quella settimana la giornaliera tranquillità dell'East High era movimentata da un evento che, il più delle persone, considerava eccezionale, magnifico, strabiliante... insomma, da non perdere, cioè la mega-festa di sabato sera organizzata da Brooke Anderson, una cheerleader dai lunghi capelli corvini.
Distribuiva inviti ad ogni intervallo e durante il pranzo, sembrava inarrestabile e incontentabile, come un ubriacone con in mano una bottiglia di vino.
Aveva invitato tutti, l'intera scuola.
Io non avevo assolutamente intenzione di andarci, ma Taylor implorava tutti noi, prima con le buone, e poi, ovviamente, con le cattive.
Chad l'aveva invitata, e lei non se l'era sentita di rifiutare, ma, dato che le uniche persone che conosceva sarebbero state suo fratello e il suo ragazzo, ci voleva accanto.
"E poi ci divertiremo", sosteneva.
Per un qualche strano motivo, Chad non si faceva alcun tipo di problema nell'ammettere pubblicamente di frequentare la presidentessa del Club di chimica, anzi, faceva di tutto per mostrarlo a chiunque.
Il suo motto era: "Non deve piacere a loro, ma a me, e se a loro non piace... fatti loro".
'Bella filosofia. Taylor è fortunata', pensavo io. 'Peccato che non la adotti anche...' Ma che mi passava per la testa?!
Alla fine accettammo, volenti o nolenti, tutti quanti di aggregarci a quell'insieme di ipocrisia e falsità che ci sarebbero stati alla festa.
Un pensiero cominciò a frullarmi in testa: dato che alla festa ci sarebbero stati tutti, allora, sicuramente, Troy non avrebbe perso l'occasione, ma come ci saremmo dovuti comportare? Beh, ormai l'avevo promesso a Taylor, e non potevo tirarmi indietro, quindi, decisi il da farsi.
Mi aggirai per un po' tra i corridoi della scuola e, una volta trovato, feci segno a Troy di raggiungermi nel magazzino.
"Allora? Sentivi la mia mancanza?", mi chiese piazzandosi davanti a me col solito sorrisetto sarcastico e impertinente.
"Morivo dalla voglia. Tu vai alla festa sabato sera, vero?".
Mi guardò qualche secondo con fare circospetto. "Sì".
"Bene. Non un'occhiata, non una parola, non un sorriso... Niente! Io non esisto per te e tu non esisti per me".
"A quanto pare hai le idee chiare".
"Già. Adesso possiamo andare, quello che avevo da dirti l'ho detto".
"Non scappare, non mordo mica, sai?".
Lo guardai dritto negli occhi, aveva qualcosa di... insolito. A quel punto della situazione avrebbe dovuto dire qualcosa di stupido e senza senso, invece in quel momento rimaneva impalato nella stessa posizione con lo sguardo fisso, perso chissà dove. "Cos'hai?", gli chiesi.
"Che vuoi dire?".
"Beh, sei strano. Non parli e lasci che io ti dia ordini senza protestare o replicare".
"Forse mi sto indebolendo", disse cercando di costruire un sorrisetto divertito, che non gli riuscì molto bene.
"Che scoop! La stella d'oro dell' East High che ammette di essere surclassato da una ragazza. Non vedo l'ora di vedere la faccia che faranno tutti nel venirlo a scoprire". Anche stuzzicarlo in quel modo non servì a nulla. Non cambiò espressione.
Mi avvicinai a lui cercando di guardalo dritto negli occhi, ma distoglieva lo sguardo continuamente, come se volesse evitarmi. Mi sentii triste e anche un po' arrabbiata, non sopportavo quell'
atteggiamento schivo e di mutismo.

"Perché mi hai chiesto di restare se poi fai finta che neanche sia qui?".
"Non lo so", disse risvegliandosi dallo stato catatonico nel quale era caduto per qualche secondo.
"Risposta concisa ma molto chiara. Io me ne vado". Mi girai recuperando la tracolla che avevo lasciato a terra poco prima.
Troy si mosse appena alle mie spalle, come se volesse fermarmi in qualche modo o dire qualcosa, ma non fece niente.
Uscii dal magazzino e, per fortuna, il corridoio era quasi deserto. Mi avviai in classe ripensando all'espressione assente che aveva Troy. Non l'avevo mai visto così.
Di sicuro aveva qualcosa per la testa, ma, conoscendolo, non me l'avrebbe detto tanto facilmente.
Conoscendolo... Ma lo conoscevo davvero? Probabilmente se fosse stato così, avrei saputo cosa gli stesse passando per la testa.
Magari lo avevo offeso o deluso dicendogli di far finta di non conoscermi alla festa.
Ma se non lo avessi fatto io prima, mi avrebbe trattata lui così sabato sera... o no? Ma a cosa pensavo? Certo che lo avrebbe fatto! E allora, come si dice, meglio prevenire che curare.
Io ci sarei andata coi miei amici, e lui con i suoi.


"Dobbiamo pensare a cosa indossare sabato", disse Martha mentre uscivamo dalla scuola alla fine delle lezioni.
"Ma è solo giovedì", replicò Kelsi.
Ci sedemmo ad un tavolino di legno del giardino.
"Cosa centra? Dobbiamo essere perfette".
"Da quando in qua t'importa tanto di una delle feste organizzate dalle Barbie?", le chiese Taylor.
"Hai ragione, non dovrei essere io ad essere preoccupata per certe cose", le rispose Martha guardandola in modo allusivo.
"Che vuoi dire?".
"Sabato sarà la tua grande serata, no? Andrai per la prima volta ad una festa con Chad".
"No, sbagliato. Io alla festa ci vado con voi, lui lo vedrò li".
"E lui è d'accordo?".
"Quando glielo dirò, lo sarà".
"Non sei gelosa?", le chiesi. "Insomma, ci saranno un sacco di ragazze, soprattutto cheerleader, e sai come sono e che mire hanno sugli atleti".
"No, non sono gelosa. Anche perché se ci prova con quelle, sa cosa gli aspetta. No, a parte gli scherzi, spero che usi il briciolo di cervello che non è occupato dal basket".
Sembrava sicura di sé, anzi, di loro...
"Ehi! Di chi sparlate?", chiese Chad arrivando, come al solito, assieme a Bryce. Si sedettero anche loro.
"Niente", fu la risposta pronta di Taylor.
Tutte noi la guardammo, ma lei ci fece cenno di non dire niente.
"Allora, pronte per sabato?", chiese Chad.
"Certo", rispose allegra Martha.
Non capivo da dove le venisse tutto quell'entusiasmo.
Dal canto mio, se non fosse stato per la promessa fatta a Taylor, avrei volentieri evitato la serata.
Per un qualche strano motivo, mi sentivo a disagio al solo pensiero.
Tutti gli altri continuavano a parlare, ma non prestai molta attenzione a ciò che dicevano.
Dopo un tempo indefinito, ci alzammo dal tavolo e ognuno, chi in autobus, chi in auto, si recò a casa propria, mentre Bryce e Chad si diressero verso la palestra per l'allenamento di basket.
Io mi fermai nella biblioteca della scuola per finire una ricerca di storia che stavo già rimandando da un po' di tempo.
Ero talmente concentrata sull'enorme volume aperto davanti a me, che quasi non mi accorsi del tempo che passava. Erano già le 17:45 quando alzai lo sguardo sull'orologio appeso al muro.
Chiusi in fretta libri e quaderni d'appunti ed uscii.
Il cielo cominciava a scurirsi e all'interno della scuola non c'era nessuno. Aprii il mio armadietto riponendo alcuni libri, dopodiché mi affrettai a raggiungere l'uscita.
Ero arrivata sulle scale dell'ingresso, quando notai qualcuno che stava già scendendo i gradini. E chi poteva essere quel qualcuno se non Troy?
Lo raggiunsi affiancandolo.
"Ehi! Finito l'allenamento?".
"Cosa? Ah, sì".
Sembrava lo avessi appena distratto da un pensiero profondo. Per l'ennesima volta in quella giornata mi chiesi cosa cavolo gli stesse passando per la testa.
"Stavo prendendo in seria considerazione la possibilità di farmi un piercing proprio qui, sul sopracciglio", dissi indicando un punto poco sopra il mio occhio.
"Cosa?".
"No, sbagliato, avresti dovuto rispondere: 'brava, sono d'accordo', o qualcosa del genere".
"Non capisco".
"Oggi hai la testa fra le nuvole. Sembri una ragazza nel suo periodo più nero... non hai il ciclo, vero?".
Continuava a tenere lo sguardo fisso in un punto imprecisato.
"Ti prego, smettila di pensare in quel modo, non bruciare l'ultimo neurone che ti rimane!", gli dissi in modo scherzoso aggrappandomi al suo braccio.
Le sue labbra si stesero in un vago sorriso, che, però, svanì così rapidamente com'era comparso.
Gli lasciai il braccio di colpo, come se scottasse, e mi allontanai di qualche passo. Non lo capivo, proprio non lo capivo.
"Adesso devo andare", dissi senza guardarlo in faccia. Mi girai e cominciai a camminare.
Non capivo cosa stesse succedendo.
Sapevo che Troy non era la persona più aperta e spontanea che conoscevo, ma credevo che in me avesse trovato qualcuno con cui parlare, con cui sfogarsi, in un certo senso.
"Aspetta!", sentii chiamarmi. Non mi fermai. Non mi andava di assistere ad un'altra scena di mutismo o di sguardi vitrei. "Gabby". Troy mi raggiunse e mi bloccò.
"Cosa vuoi?", gli chiesi nel tono più duro che riuscii ad usare.
"Ecco... io...avevi ragione".
"Eh?".
"Avevi ragione", ripeté. Non capivo cosa volesse dire. Mi guardò qualche secondo prima di girarsi e raggiungere la sua auto. Lo osservai mentre metteva in moto e partiva.
Rimasi qualche minuto immobile pensando a quelle parole. Non avevano senso!
'
Avevi ragione'
Ragione per cosa?!
Era sempre il solito! Riusciva a confondermi ogni volta.
Quel suo cambiamento repentino mi aveva in qualche modo distrutta. Ogni mia certezza era svanita.
Molto probabilmente stavo ingigantendo tutto. Forse quella era semplicemente stata una giornata pesante e Troy non aveva voglia di parlare con nessuno. In fondo un giorno no lo passiamo tutti, ma avevo la stranissima sensazione che da quel momento in avanti le cose sarebbero cambiate fra noi due e, purtroppo, non in meglio.
Se essere amici di Troy Bolton voleva dire ritrovarsi tutti i giorni con una strana sensazione e un mal di testa permanente, ne valeva davvero la pena?
Probabilmente avrei fatto meglio a togliermi da quella situazione. Di sicuro la mia salute ne avrebbe trovato beneficio... ma tutto il resto di me stessa sarebbe stato della stessa idea?





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Fine ventiquattresimo capitolo.


Allora, ecco qui il cambiamento al quale accennavo nello scorso capitolo. Questo sarà il punto di svolta della storia, da qui in poi verranno a galla un po' tutti i sentimenti e i pensieri tenuti nascosti fino ad adesso.
Non accadrà tutto subito, ma gradualmente, poco per volta. Spero continuiate a seguirmi e che mi lasciate qualche commentino in più questa volta... ultimamente scarseggiano un po' :P



RINGRAZIAMENTI :


Angels4ever : non c'è di che!! Comunque, sì, anche 'il pranzo del lunedì'... adesso questi due personaggi condividono un altro segreto, un altro momento che passano insieme in un modo tutto loro...
Sono contenta che la mia storia ti piaccia così tanto!! Baci!!^^

romanticgirl : spero di avere soddisfatto la tua curiosità e che il cambiamento di Troy non ti abbia deluso...
Grazie mille per gli auguri!!^^


Grazie tante a tutte e due che mi seguite in ogni capitolo!! Per me è molto importante sapere cosa ne pensano le lettrici della storia... per sapere come continuare e cosa piace di più a chi legge.

Un altro ringraziamento speciale va, senza dubbio, ancora una volta a Charlie, la mia consigliera e critica ufficiale!! Thanks!!^^


Arrivederci alla prossima!!^^


Nella prossima puntata:

"Beh, non solo per quello".
Non riuscivo a guardarlo in faccia, ma la sua voce mi suonava distante, distaccata.
"E per cosa allora?".
"Delle cose", rispose con una scrollata di spalle.
"Meglio se te ne vai".
"Eh?", chiese voltandosi verso di me.


Angel_R
  
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