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Autore: MusaTalia    01/08/2015    4 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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089 Ultimate weapon

089. Ultimate Weapon

Arma finale

"Le armi sono strumenti di sventura, non sono strumenti del nobile. Questi le usa solo se non ha nessun’altra alternativa, e considera superiori la calma e l’indifferenza." Lao Tzu

 

Riza Hawkeye ricordava perfettamente il suo ultimo giorno in accademia: la parata, il discorso del generale Hakuro, l'alta uniforme in perfetto ordine, le risate, il primo bicchiere di vino della sua vita, gli arti tesi che si erano rilassati quando era stato ordinato il "riposo", i volti degli ufficiali alcuni annoiati altri realmente interessati. Ma ciò che Riza ricordava meglio era il giuramento. La solennità del momento in cui s'impegnava a compiere il proprio dovere di soldato.

"Giuro solennemente e sinceramente di essere fedele a Sua Eccellenza il Comandante Supremo King Bradley e ai suoi successori, e di difendere con onore e onestà Sua Eccellenza e i suoi successori da tutti i nemici al prezzo della mia stessa vita. Osserverò e obbedirò a tutti gli ordini che Sua Eccellenza, i suoi successori, i generali e gli ufficiali mi daranno".

Parole pesanti come piombo. Altrettanto tossiche, a lungo andare. Ma all'epoca il cadetto Hawkeye era giovane, con ben poca esperienza di vita e le parole del giuramento suonavano alle sue orecchie come la promessa di un futuro migliore.

Tutto era stato affrettato perché ad Est, ad Ishbar c'era impellente bisogno di truppe fresche. Il suo sergente le aveva stretto la mano sorridendole mesto. Lei aveva letto pietà nei suoi occhi e proprio non riusciva a capire come, perché.

Non aveva dovuto attendere a lungo per conoscere il motivo di tanta amarezza in un uomo che aveva soppresso la sua umanità per tutta la durata dell'addestramento. Durante i festeggiamenti le si era avvicinato un ufficiale, un maggiore secondo le mostrine sulle spalle. Riza era scattata sull'attenti. Con un gesto stanco della mano il superiore l'aveva invitata a rilassarsi.

«Hawkeye, giusto?».

«Sì, Signore».

«Mi è giunta voce che tu sia il miglior cadetto dell'accademia». Il maggiore s'interruppe per dare l'opportunità a Riza di controbattere, ma lei rimase in silenzio. «Particolarmente portata per le armi da fuoco, mi dicono». Riza annuì.

L'uomo recuperò dalla tasca interna della giacca dell'alta uniforme una busta. «Questo è il tuo ordine di reclutamento, cadetto Hawkeye. Sei stata stazionata ad Ishbar per servire come cecchino. Parti tra due giorni».

Riza aveva accettato la busta che le veniva porta dall'ufficiale e si era messa nuovamente sull'attenti per salutare. «Grazie, Signore».

Dopo quel momento tutto diventava un po' confuso, complice probabilmente il vino che non aveva mai bevuto prima, tanto che era difficile mettere in ordine perfetto gli eventi fino alla fine della giornata quando si era ritirata in camerata e aveva allungato la busta a Rebecca perché leggesse il contenuto.

 

Anche il momento in cui due giorni dopo le avevano affidato il suo fucile e la pistola di ordinanza agli approvvigionamenti era marchiato nel suo cervello. Aveva sentito tutto il peso dell'arma caricata sulla spalla.

 

Ripensava a tutto questo Riza Hawkeye mentre nell'ufficio era impegnata a impacchettare tutta la sua roba. Lo faceva con l'amaro bloccato in gola, in attesa della dolcezza, della serenità che sapeva sarebbe arrivata presto. Chiuse la scatola con le ultime cose e la sigillò con il nastro adesivo. Restava solo un'ultima cosa da fare.

Riza aprì il primo cassetto della sua scrivania e recuperò la sua pistola, la stessa che non aveva mancato un solo giorno al suo fianco in tutti quegli anni.

Lasciò lo scatolone sulla scrivania e scese nell'armeria tenendo l'arma in mano con sicurezza. Le sue dita sapevano come stringere il calcio della pistola, come adattarsi, come aggrapparcisi. Posò l'arma sul bancone per firmare i documenti di restituzione. Vergò la firma con cura, in modo che il suo nome fosse ben leggibile. Infine scaricò l'arma con gesti che si erano sedimentati nella parte più oscura della sua memoria.

Joe l'aveva osservata senza dire una parola per tutto il tempo, ipnotizzato da una tale naturalezza. Solo quando Riza alzò lo sguardo per sorridergli e consegnarli l'arma l'uomo ebbe coraggio di dire «Sentiremo la tua mancanza, Riza.  Abbi cura di te» e le porse la mano per stringerla con le dita forti di chi è abituato a maneggiare armi.

Riza non sapeva bene cosa dire. Ricambiò la stretta «Stammi bene anche tu» e s'incamminò fuori dal quel luogo quasi più familiare della sua stessa casa.

Era fatta. Aveva consegnato la sua pistola. La pistola che aveva usato contro Lust, che aveva lasciato ad Edward la notte nel bosco, che aveva portato con sé il Giorno della Promessa per puntarla contro Roy. Aveva lasciato un pezzo di sé in quell'armeria. Ma andava fatto. Un nuovo capitolo della sua vita stava per iniziare. In un certo senso avrebbe continuato a far parte dell'esercito, ma, se era fortunata, non avrebbe mai più sparato un solo colpo. I ruoli tra lei e Roy si sarebbero invertiti il giorno dopo, quando avrebbe pronunciato un giuramento diverso, ma ugualmente solenne: "Io Riza accolgo te Roy come mio sposo".


 

NOTA:
Questo giro vi tedio con delle note tecniche. Il giuramento militare di Riza è una ripresa del giuramento del British Army. Riprendere quello dell'esercito italiano mi sembrava poco consono visto che si parla di servizio alla Repubblica. Lo so perché ho rischiato di arruolarmi io stessa, quando ero gggiovine e pensavo di seguire le tradizioni di famiglia. Papà ancora ci prova a buttare "Perché non ti arruoli?", ma non attacca. Per quanto riguarda le promesse matrimoniali ho preso quella tipica della chiesa cattolica. La conosco bene perché, per mia somma gioia (?), ogni anno partecipo almeno a cinque matrimoni. Sottolineo l'almeno.
Ultimate in inglese è finale, nel senso di ultimo in un'eumerazione. Perciò ho pensato a Riza che riconsegna la sua pistola. Ha senso? Riguardo a questo la citazione iniziale c'entra poco, ma mi piace molto perché secondo me descrive la vera personalità di Riza.
   
 
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