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Autore: Cleia    01/08/2015    1 recensioni
Carta Di Identità Del Protagonista:
NOME: Mag
COGNOME: quello vero o quello che uso a lavoro?
ETA’: ehi, non si chiede, sono una donna!
ASPETTO FISICO: Uff... bionda, occhi grigi, pelle chiara... vuoi anche il mio numero di telefono per caso?
RESIDENZA: Mah, un giorno a Londra, un giorno a Oxford, un altro in una cripta... dipende da dove sono richiesta
MESTIERE:aiuto le creature sovrannaturali a non farsi beccare e arrestare. O peggio…
SEGNI PARTICOLARI: sono in parte una naiade. Può essere definito come “segno particolare”?
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P.P.D.A. (=Piccola Premessa Dell’ Autrice): questo racconto è molto particolare per me, dal momento che, almeno la trama principale, l’ho sognata. Sul serio: una notte ho fatto un sogno molto simile al racconto che state per leggere (ovviamente privo degli stessi particolari, nei sogni molti dettagli si danno per scontato) e siccome era così assurdo e, fortunatamente, ancora abbastanza vivido nella mia mente, ho pensato: perché non scriverci un racconto?
E così, eccoci qua. Premetto che non ho mai scritto nessun racconto del genere, ne su EFP ne fuori, ma spero che lo gradiate comunque, e che possiate osservare quanto posso essere pazza per fare sogni del genere. Anche se forse tanto strano non è, dato che mi guardo troppe puntate di Supernatural ultimamente...
Buona lettura!

 
 
 
 
 
Sto prendendo un gelato in un bar sul lungo mare, fortunatamente poco frequentato, e davanti a me si stende placida una spiaggia bianchissima intervallata da qualche palma. Sto progettando di farmi un bel tuffo in quell’acqua cristallina quando qualcuno mi scrolla energicamente per svegliarmi.
 
Il fatto che la mattina inizi in questo modo non mi suggerisce che il resto della giornata sarà molto divertente.
 
Apro gli occhi svogliatamente, dopotutto ho ancora il sapore del gelato all’amarena in bocca (possibile che debba sempre avere sogni così realistici?!) e mi giro a guardare il dampiro*, o meglio, la dampira che mi ha tirato fuori a forza dalla spiaggia bianca e tranquilla, per poi riportarmi nel mio letto.
 
Una persona normale al mio posto si sarebbe quantomeno meravigliata di trovarsi una creatura soprannaturale in casa sua, soprattutto se questa non possiede le chiavi dell’appartamento, ma quando mai c’è stato qualcosa di normale nella mia vita?
 
Stando all’anagrafe il mio nome completo sarebbe Maggie Lara Stuart, un nome totalmente ridicolo e banale, per questo nel mio lavoro uso il nome di Mag Shadow.
 
Adesso viene il bello, perché la parte assolutamente non normale della mia vita è proprio il mio lavoro: per i miei vecchi amici di scuola sono una detective privata; per i miei clienti, invece, sono una sorta di consulente investigativa, o per meglio dire: sono quella che rimedia a tutti i danni che combinano le creature soprannaturali di questo paese (o almeno, gran parte del paese).
 
 Solitamente nei miei casi mi ritrovo a dover dare una spiegazione logica (e realistica) di qualche scontro fra licantropi alla polizia; oppure a ritrovare oggetti magici e potenzialmente pericolosi che alcune streghe molto sbadate hanno perso.
 
Come sono finita a fare un lavoro del genere? Beh, è quello che ti capita se la tua bisnonna è una naiade. O questo, oppure finisci per fare il bagnino sottopagato; almeno i miei clienti pagano bene, a modo loro: con soldi o pozioni curative. Siccome in parte ho sangue magico nelle vene, per me è semplice scovare altre persone speciali e risolvere i loro problemi, così come per loro è facile sapere sempre dove mi trovo.
 
La mia amica dampira, ad esempio, deve essere venuta per darmi un incarico, glielo leggo negli occhi: ha la tipica espressione da “alzati e leva le tende, ho un caso per te!”.
 
Si chiama Tracy ed è muta, anche se oramai non ho più problemi a capire cosa vuole dirmi: la conosco da quattro anni, cioè da quando ho aiutato suo padre (un ricco vampiro residente nel Galles) a scoprire chi aveva scassinato la sua cassaforte, mentre lui faceva il solito pisolino mattutino.
 
Da quella volta la giovane mortale si è appassionata al mio lavoro, ed è diventata la mia assistente a pieno merito, nonché migliore amica. Certo, ha il vizio di stare alzata tutta la notte, mangiare carne esageratamente al sangue e comparire alle spalle quando meno te lo aspetti... ma sono tutte caratteristiche passabili.
 
 In più Tracy è una spia perfetta: con quel fisico un po’ robusto, i capelli scuri e folti e l’aria da ragazzina dolce, uno non penserebbe mai che sia la figlia di una sanguisuga umanoide. Per non parlare del fatto che è muta e che quindi la gente tende a non trattenere la lingua quando c’è davanti lei, come se non potesse in alcun modo passarmi le informazioni per risolvere un caso.  
 
A conferma della sua impazienza, Tracy mi butta sul letto una lettera indirizzata a me (che ovviamente ha già aperto) e scritta da un certo Christopher (che ovviamente non conosco). Il fatto che questo tizio si firmi come un mio caro amico mi fa pensare a due opzioni: o è un vecchio cliente che non ricordo, oppure non ha un cognome.
 
A giudicare da quello che trovo scritto nella lettera, però, questo signore non mi conosce di persona: ha solo sentito parlare del mio lavoro e chiede il mio aiuto per ritrovare un prezioso amuleto che ha perso. Il che vuol dire che molto probabilmente è vero che non ha un cognome.
 
Male.
 
Molto male.
 
Perché le uniche creature di mia conoscenza che si servono solo del nome (molto spesso inventato, tra l’altro) e che si ostinano a mandare delle lettere sigillate di ceralacca, come se fossimo nel medioevo, sono i demoni.
 
E io non amo lavorare per i demoni.
 
Non per il fatto che il cristianesimo gli abbia conferito una reputazione davvero pessima (e immeritata, i demoni non sono affatto pericolosi, si danno solo arie) ma perché sono dei veri e propri snob, narcisisti e permalosi, anche peggio dei vampiri.
Alzo lo sguardo esasperato su Tracy ed esplodo.
 
-Seriamente? Mi hai svegliata per un demone?! Non potevi semplicemente far finta di non aver visto la lettera e buttarla, come abbiamo sempre fatto?! Come minimo sarà un altro pallone gonfiato, strafottente e…- mi interrompo appena lei mi sventola davanti un altro pezzo di carta, probabilmente allegato al primo -… maledettamente ricco!- butto fuori stupita. Quello che ho davanti sembra in tutto e per tutto un assegno da 5000 sterline!
 
Spalanco occhi e bocca, afferrando con estrema cautela quel foglio magico, neanche potesse evaporare da un momento all’altro. In effetti nella lettera si accennava ad un anticipo...
 
-Bene, date le circostanze direi di partire subito!-  

 
 
 
 
 
*Per chi non lo sapesse, i dampiri sono i figli di un vampiro e di un’ umana. Ci sono molte varianti riguardo al loro aspetto o ai loro poteri; in questo caso i dampiri sono abbastanza innocui: mangiano cibo normale (se vogliono), la luce gli da fastidio ma non è fatale, e in più hanno una forza e velocità maggiore rispetto alla media umana e vivono più a lungo.
   
 
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