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Autore: BdbzB    01/08/2015    2 recensioni
La Queen Consolidated e la Wayne Enterprises si stanno accordando per un progetto riguardo il nuovo reparto di scienze applicate, nonostante la rivalità tra Oliver Queen e Bruce Wayne. Bruce, però, non si fa intimorire dal nostro eroe, anzi, decide di provarci con la sua donna...
Dal testo:
"[...]Amava flirtare apertamente con Felicity, perché gli piaceva vederla arrossire e vedere Oliver digrignare i denti per l’irritazione. Sapeva che Oliver non riuscisse a sopportare alcun uomo che la toccasse, soprattutto lui. [...]
“Beh, magari potresti aiutare qualcuno con così poca intelligenza a capire questi dettagli durante una cena.” Bruce si avvicinò ancora di più a lei sorridendo al loro divertente scambio di battute.
Felicity colpì il suo braccio con fare giocoso. “Bel tentativo, ma stai attento, per il tuo bene. Oliver potrebbe volere la tua testa se ti sentisse”. [...]"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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OVER THE EDGE

Era stata una giornata davvero lunga alla Queen Consolidated, piena di riunioni e discussioni sul nuovo reparto di scienze applicate su cui la Queen Consolidated e la Wayne Enterprises stavano lavorando insieme. Oliver e Bruce Wayne, nonostante la loro rivalità, erano d’accordo che questa intesa sarebbe potuta essere una grande e redditizia opportunità per entrambe le società. Felicity rappresentava la mediatrice felice tra i due, mantenendo i livelli di tensione bassi e, soprattutto, Oliver calmo. Oliver Queen e Bruce Wayne erano praticamente nemici e Bruce riusciva sempre a far andare Oliver oltre il suo limite. Questo, ovviamente, significava per Bruce mostrare interesse nei confronti di Felicity Smoak. Amava flirtare apertamente con Felicity, perché gli piaceva vederla arrossire e vedere Oliver digrignare i denti per l’irritazione. Sapeva che Oliver non riuscisse a sopportare alcun uomo che la toccasse, soprattutto lui. Sapeva anche che Oliver, come egli stesso, era un uomo a cui non piaceva condividere, ma a Bruce piaceva Felicity come persona. Lei era come una boccata d’aria fresca e, se lei e Oliver al momento non avevano una relazione, lui avrebbe fatto di tutto per riuscire ad averla per sé.
 
Con grande seccatura di Oliver, in realtà a Felicity piaceva Bruce. Era divertente e i suoi spudorati e buffi modi di flirtare con lei erano da morir dal ridere. Bruce sapeva che lei non avrebbe mai accettato la sua proposta di uscire, visto che era già impegnata con un milionario/ playboy con una personalità da eroe, ma i suoi tentativi la facevano sempre ridere. Era un gioco tra i due. Oliver, tuttavia, non era mai presente durante i continui tentativi di Bruce di corrompere Felicity con apparecchiature informatiche, per convincerla a unirsi a lui per cena e dargli una chance; e Felicity sapeva che se Oliver l’avesse mai saputo, la testa di Bruce sarebbe infilzata probabilmente da una serie di frecce, motivo per il quale decise di mantenere questa piccola informazione per sé.
 
Il completamento dei dettagli per il nuovo reparto di scienze applicate era appena giunta a conclusione nella sala riunioni e Oliver era stato costretto a conversare con uno dei membri della riunione, lasciando Felicity e Bruce soli nella sala.
 
Felicity stava raccogliendo le carte dal tavolo mentre chiacchierava con Bruce.
 
“Così laureata al MIT, genio dell’informatica che combatte il crimine durante la notte e meravigliosa assistente esecutiva che potrebbe tranquillamente essere l’amministratore delegato. C’è qualcosa che non sa fare, signorina Smoak?” chiese Bruce, facendo ridere Felicity che arrossì leggermente.
 
“No. Sono sicura di poter fare anche quello” scherzò Felicity “Ma questi potrebbero sembrare semplici, meravigliosi doni in confronto a qualcuno come lei” gli rispose giocosamente, mantenendo volutamente il tono formale.
 
Bruce si lasciò andare a una grande risata, camminando verso Felicity con un sopracciglio alzato. “Mi sta dando dello ‘stupido’, signorina Smoak?”
 
“L’hai detto tu, non io” ridacchiò Felicity.
 
“Beh, magari potresti aiutare qualcuno con così poca intelligenza a capire questi dettagli durante una cena.” Bruce si avvicinò ancora di più a lei sorridendo al loro divertente scambio di battute.
 
Felicity colpì il suo braccio con fare giocoso. “Bel tentativo, ma stai attento, per il tuo bene. Oliver potrebbe volere la tua testa se ti sentisse”.
 
“Oliver è stato estremamente composto in questo weekend, non credi? Troppo composto, se me lo chiedi. Voglio dire, mi manda ancora tutte le occhiate omicide ma mi manca quasi l’Oliver fuori di sé. Perché non lo spingiamo un po’ al limite?”
 
“Bruce…non…” Felicity lo avvisò.
 
Bruce si avvicinò del tutto a Felicity, portandosi alle sue spalle. Le avvolse le braccia da dietro facendo un sorrisetto, sapendo cosa stesse per accadere. Lei non aveva visto Oliver guardare con sguardo assassino e arrabbiato nella loro direzione. “Andiamo. Puoi fare molto meglio di Oliver e tesoro, se vuoi di meglio, io sono il tuo uo…”
 
Felicity sussultò quando Bruce non ebbe neanche il tempo di terminare la frase, perché Oliver l’aveva tirato con forza via da lei e spinto contro il muro più vicino, afferrandolo dalla camicia, lo sguardo come quello dell’Incappucciato.
 
“Cosa diavolo ti credi di fare?” grugnì Oliver, sembrando più animale che umano. L’avrebbe ucciso per aver toccato ciò che era suo. Felicity era sua. “Non Osare Toccarla. Mai. Più.”
 
Bruce rise, senza neanche un po’ di timore. “Questo è l’Oliver che tutti noi conosciamo e amiamo. Mi mancavi.”
 
Oliver strinse ancora di più i pugni, l’ultima briciola di controllo svanì e lui era pronto a prenderlo a pugni fino a ridurlo a un nulla. Era un uomo morto. Oliver ci vedeva nero mentre i suoi istinti primitivi si stavano impossessando di lui al solo pensiero che qualcun altro avesse toccato e provato a prendersi ciò che era suo.
 
Felicity guardava a bocca aperta, scioccata, e dopo aver recuperato in fretta scattò verso di loro, sapendo che Oliver stava per esplodere. Non le piaceva essere considerata proprietà di qualcuno, ma non poteva evitare di far battere il suo cuore ogniqualvolta Oliver era possessivo. Certamente era fastidioso e avevano discusso tantissimo con lui riguardo la sua eccessiva protezione e possessività  e spesso doveva proprio inculcarglielo, ma alla fine lui era suo tanto quanto lei era sua.
 
“Oliver” Felicity si portò tra i due. Prese il suo viso tra le mani e gli carezzò le guance con i polpastrelli. “Oliver. Calmati. Guardami. Rilassati.”
 
La presa di Oliver si allentò lentamente da Bruce, ma il suo sguardo non cambiò fin quando Felicity gli spinse la faccia, in modo da far incrociare i loro sguardi. Il suo viso si rilassò immediatamente e lei lo calmò con le sue parole. Felicity si girò verso Bruce, dandogli uno sguardo di disapprovazione, sapendo che l’avesse fatto di proposito, dicendogli attraverso lo sguardo che lo avrebbero incontrato dopo e di lasciare la sala prima che Oliver decidesse di lanciarsi nuovamente su di lui.
 
Appena Bruce uscì, Oliver mise un braccio intorno a lei con possessività, stringendola a sé e posando le labbra sulle morbide di lei. Il bacio era tutto tranne che delicato, la sua lingua che entrava nella bocca di Felicity aggredendone la sua, affermando il suo possesso. Si staccò dalle sue labbra e cominciò a baciare e succhiare giù lungo la linea del collo, fin quando non giunse all’incavo. Morse la pelle delicata e lei gemette, spingendogli la testa più vicino mentre lui le succhiava e bagnava quell’area, creando una macchia violacea. “Tu sei mia” sussurrò lui ritornando con le labbra sulle sue e spingendola di più contro di sé. “Mia”.
 
“Sono tua” sussurrò lei di rimando, baciandogli leggermente le labbra, sentendo la tensione fluire dal corpo di Oliver a quelle parole. Sapeva che lui dovesse riportare alla mente quanto entrambi significassero l’uno per l’altra.
 
“Gli tirerò una freccia nel petto se solo prova ad avvicinarsi di nuovo a te. E se solo osa nuovamente toccarti…” Oliver si lasciò andare a un’altra ondata di possessività e rabbia “Da quanto diavolo di tempo ti sta chiedendo di uscire?” grugnì lui.
 
“Oliver, io…” cominciò lei, facendo qualche passo indietro.
 
“Da. Quanto. Tempo?” strinse la mascella con rabbia, stringendola nuovamente e spingendola verso il muro.
 
“Oliver, non è importante. Lui scherza. E’ uno scherzo. Sa che non gli dirò mai di sì ma lo fa per infastidire me e stuzzicare te” gli disse, portando le mani sul  suo viso, accarezzandogli la barbetta con dolcezza.
 
Lui si piegò contro il suo tocco “Non mi importa. Non voglio vederlo parlare con te o farti ridere”.
 
Felicity rise. “Oliver, non puoi comportarti così ogni volta che un ragazzo è carino con me…e…”
 
“Certo che posso” grugnì in risposta.
 
“No non puoi , Oliver” cominciò Felicity, alzando leggermente la voce per fargli capire il punto. “Io voglio solo te, quindi non devi preoccuparti di nessun altro. Amo solo te”.
 
Queste parole sembrarono rilassarlo, poiché rilasciò un po’ la presa su di lei. Si curvò verso il suo collo, mordendole leggermente il lobo e lei sapeva che questa non sarebbe stata la fine della discussione. “Ti amo anche io” le sussurrò nell’orecchio per poi baciarla di nuovo. “Ho ancora intenzione di ficcargli una freccia da qualche parte per averti toccata”.
 
“OLIVER!!”
  
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