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Autore: Despicable Meggs    01/08/2015    4 recensioni
Una bella casa.
Una fantastica moglie e due figli.
Un ottimo lavoro.
Ma poi le cose cambiano.
Tony e Ziva sono sposati, hanno una famiglia felice e le cose vanno bene. Finché Tony non viene richiamato dall'esercito per servire la patria. Come evolveranno le cose? Riuscirà la coppia a sopravvivere nonostante la separazione?
Storia TIVA (al solito io scrivo solo quelle XD), con tanto family e tanto love... E ANGST. Senza angst non è una mia storia XD
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19

Ziva aspettò tutto il giorno con ansia che venisse sera. Sapeva che Tony sarebbe arrivato lì e grave o no che fosse la situazione lui era vivo. Questo le rideva quel briciolo di speranza che aveva ormai perso.
Se Tony fosse morto in seguito alle ferite riportate almeno la sua famiglia gli sarebbe stata accanto.

Ziva si vestì, mise addosso qualcosa che non fosse un pigiama e si sistemò i capelli. Non sapeva nemmeno lei perché, immaginava che Tony non sarebbe stato cosciente ma aveva come il bisogno di essere bella per lui, nel limite del possibile.

Ora quello che le rimaneva da fare era dirlo ai figli.
Li aveva traumatizzati due giorni prima dicendogli che il padre era non solo morto ma anche disperso e ora doveva spiegargli che in realtà lo avevano trovato e all'apparenza era vivo.
Un bel modo per confondere due bambini piccoli, tuttavia doveva prepararli a tutto. La sua filosofia era sempre stata quella di dirgli la verità e non nascondergli mai nulla.

Grazie a Dio il padre aveva già avvertito i colleghi che a quel punto erano corsi in ospedale anche se mancavano diverse ore all'arrivo di Tony.
Erano tutti seduti in sala d'attesa. Aspettavano di vedere Ziva e di rivedere Tony, erano amici e sentivano di dover essere presenti.

Nel frattempo Ziva aveva chiamato i figli in camera e aveva chiesto che sia Eli che Senior rimanessero con lei.
Non era proprio in forma e non voleva rischiare di crollare davanti ai figli senza avere un sostegno.
I figli erano ignari di tutto e stavano mostrando alla madre quello che Eli aveva loro regalato. Ziva ascoltava senza capire, pensava alle parole giuste da usare per non spaventarli e allo stesso tempo non illuderli troppo.
Sapeva che specialmente Lily avrebbe avuto speranze troppo alte e non voleva vederla delusa.

"Bambini" disse interrompendo i loro discorsi.
"Vi ricordate quando ho detto che il nonno è venuto qui per aiutarci?" aggiunse.

Lily annuì, mentre Noah si mise in silenzio a fissare la madre.

"Beh lui ha mandato delle squadre di soldati speciali a cercare papà" disse.
"Il nonno ha una squadra di soldati speciali?" chiese Noah sorpreso.
"Si, ne ho più di una. E fanno tutto quello che dico io" si intromise Eli avvicinandosi al nipotino.

Ziva apprezzò che non stesse semplicemente a guardare ma che si rendesse utile.

"Questi soldati speciali hanno trovato papà" aggiunse.
"Davvero?" chiese Lily quasi urlando molto sorpresa.
"Si amore e diversamente da quello che credevamo papà non è morto" disse.
"Il mio papà e ancora vivo? E come sta? Quando arriva? Lo voglio vedere!" esclamò.
"Papà torna a casa? Si!" aggiunse Noah.

Ecco quello che temeva Ziva, che i figli non capissero che comunque la situazione era gravissima.

"Bambini. Quello che dovete capire è che papà non sta per nulla bene, probabilmente quando lo rivedrete dormirà e avrà tanti tagli e lividi. E voi dovrete essere coraggiosi e sapere che non è sicuro che papà si sveglierà" cercò di spiegare Ziva nel modo più delicato possibile.

Tutto l'entusiasmo dei figli svanì in un attimo.

"Quindi papà può ancora morire e io tornerò ad essere un bambino senza papà. E Joe non conoscerà mai papà" affermò Noah.
"Si potrebbe accadere" disse lei.
"Quando arriverà papà? Se deve morire voglio prima salutarlo" rispose Lily.

Ziva non seppe che dirle, capiva benissimo cosa provasse perché anche lei sperava che Tony arrivasse in ospedale ancora vivo.

"Papà arriva questa sera, accompagnato dal suo amico Jerry. Vedrai amore che lo potrai salutare subito" la rassicurò Ziva.
"Potrà vedere Joe almeno una volta?" le chiese Lily.
"Non ne ho idea, vediamo cosa diranno i medici" rispose Ziva.

Lily annuì sconsolata, sapeva già che qualcosa non sarebbe andato bene.

Fino a quel momento Senior non aveva aperto bocca e al momento Ziva lo stava fissando. Non voleva che parlasse, voleva semplicemente assicurarsi che stesse bene.

"Vedrete che papà arriverà presto e vogliamo essere tutti pronti per lui. Perciò cosa ne dite se andiamo a casa a cambiarci e metterci qualcosa di bello?" suggerì Senior.
"Io penso sia un'ottima idea" acconsentì Ziva.

Mentre loro uscivano dall'ospedale per andare a casa, Ziva restava sola con suo padre. Senior aveva bisogno d'aria e aveva anche capito che Ziva doveva parlare da sola con suo padre.

Andarono a casa e Senior fece un bagno ad entrambi i bambini e li cambiò d'abito. Poi si lavò a sua volta e si mise dei vestiti puliti. Decise di preparare anche una borsa per Tony e una per Ziva con vestiti puliti e cose che potevano servirgli.

Quando tornò in salotto dove aveva lasciato i nipoti a vedere la televisione vide che entrambi avevano un loro gioco in mano.

"Avete deciso di portare qualcosa con cui giocare mentre aspettare papà?" gli chiese.

Cercava sempre di parlare in modo tranquillo e rilassato anche se dentro si sentiva morire.

"No, sono regali per papà" disse Noah.
"Così ha sempre qualcosa di nostro" aggiunse Lily.
"Siete molto dolci e sono sicuro che papà apprezzerà tanto" rispose Senior.
"Ora torniamo all'ospedale?" aggiunse.

Ripresero la macchina e tornarono velocemente da dove erano venuti.
Tuttavia Gibbs informò Senior che Ziva era ancora in camera con suo padre e gli propose di aspettare fuori.

Lasciò che Abby e Tim intrattenessero i nipoti e si sedette accanto a Gibbs, aveva bisogno di parlare con un adulto.

"Secondo lei quante possibilità ci sono che mio figlio resti in vita?" chiese Senior.
"Tony è forte, sa che non può morire senza il mio permesso" commentò Gibbs.
"Lei comanda anche sulla morte, Gibbs?" domandò Senior sarcastico.
"Purtroppo no" rispose prendendo un sorso di caffè.

Pensava che se avesse avuto questo potere, sua moglie e sua figlia non sarebbero mai morte. E nemmeno tutte le persone a cui voleva bene, morte troppo presto.

"Volevo dirle grazie, per tutto quello che ha sempre fatto per mio figlio. E grazie per averlo aiutato a riavvicinarsi a me" disse Senior.

Oltre che di Ziva il merito era anche di Gibbs, entrambi lo avevano spinto verso il padre facendogli capire che era giusto dargli l'ennesima possibilità, nonostante le tante delusioni.

Mentre Senior parlava con Gibbs, Abby e Tim giocavano con i bambini.

"Papà arriverà qui già morto, non è vero?" chiese Lily.

Era molto preoccupata, gli eventi di quei giorni l'avevano provata e al momento non riusciva a vedere nulla di positivo nonostante la notizia del padre.

"Cerchiamo di essere positive, il pensiero positivo aiuterà papà" suggerì Abby.
"Il pensiero positivo non aiuterà nessuno. Pensare non aiuta se stai morendo" commentò Lily.
"Il pensiero positivo aiuterà te, almeno" bisbigliò accarezzando i capelli della bambina.

"Zio Tim, tu che sai usare i computer non puoi metterne uno dentro papà per farlo stare meglio?" chiese lei.
"Purtroppo non si può fare, piccola" rispose dispiaciuto.
"Zio Tim, mi prendi in braccio?" domandò andando a sedersi sulle sue gambe.

La strinse forte e le accarezzò la schiena, poteva solo immaginare che bisogno di coccole e parole calmanti avesse Lily.

"Abby, mi aiuti a fare un disegno per papà?" chiese Noah che a differenza della sorellina era molto eccitato e speranzoso.
"Noah rimarrà deluso" bisbigliò Lily all'orecchio di Tim.
"Ho capito cosa voleva dire mamma, di non farsi troppe speranze perché probabilmente le cose andranno male" aggiunse.

Nel frattempo, in camera, Ziva ed Eli erano soli.
Ziva era di nuovo sdraiata sul letto e il padre era accanto a lei. Stavano chiacchierando riportando alla mente vecchi ricordi di quando Ziva era piccola ed erano una famiglia felice. Stavano ridendo ricordando la volta in cui Ari era caduto nel lago cercando di pescare un pesce più grosso di lui.

Avevano parlato per più di un'ora e Ziva si stava pentendo di non aver parlato con suo padre per tutto quel tempo.

"Papà, grazie per quello che stai facendo. Non mi sono comportata bene ma tu sei qui comunque a fare tutto questo per me" disse Ziva.
"Mi dispiace che il motivo per cui sono qui sia così triste. Avrei dovuto cercare di sistemare le cose fin da subito" rispose.
"Sai, se ci avessi provato sono sicuro che Tony mi sarebbe piaciuto. Da come stai soffrendo per la sua perdita sono sicuro che fosse capace di renderti felice. E poi solo una persona che davvero ti ama ti da figli così perfetti" aggiunse.

Ziva sorrise.

"Vorrei solo che lui stesse bene e che tutto tornasse come prima. Voglio riavere mio marito e che i miei figli siano felici. E che Joe cresca con un padre. Abbiamo tutti bisogno di Tony" commentò.
"Farò in modo che abbia le migliori cure, Ziva. Faremo tutto il possibile" la rassicurò.

Ziva rimase un attimo in silenzio.

"Papà, prometti che qualsiasi cosa accada non andrai più via. Anche se io ti caccerò tu resterai. Non lasciarmi sola" lo pregò.
"Non accadrà mai più, bambina mia. Non commetterò più questo errore, mai più" rispose.

Si sedette sul letto come quando era piccola e le accarezzò il volto.
Guardava sua figlia e ammirava quello che era diventata. Una donna sicura e una madre e moglie perfetta e tutto senza il suo aiuto. Era fiero di lei.

La giornata passò lenta per tutti, volevano che Tony arrivasse ed erano impazienti.
Fu verso le dieci e mezza di sera che l'ambulanza che trasportava Tony arrivò al parcheggio dell'ospedale.
Noah dormiva in braccio a Ziva e Lily teneva a stento gli occhi aperti seduta sulle gambe di Senior.
Anche i colleghi e amici che erano in attesa dal pomeriggio avevano iniziato a dare segni di cedimento. Ma nessuno si era mosso da li, volevano tutti troppo bene a Tony per andarsene.

Tuttavia quando un'infermiera andò ad annunciare il suo arrivo tutti quanti, compresi i bambini, ritrovarono improvvisamente le forze. Nessuno era più stanco, volevano solo vedere Tony, vedere con i loro occhi che era vivo.

La prima cosa che i medici fecero fu quella di trasportarli fino alla camera che avevano preparato nel reparto di terapia intensiva, quindi inizialmente tutti quanti riuscirono a vederlo solo di sfuggita.

Ma quello che vide bastò a Ziva, si sentiva già morire nel vedere il marito in quelle condizioni e ancora non aveva avuto modo di osservarlo da vicina.
Si girò e abbracciò il padre che le stava in piedi poco di fianco. Non riuscì a reggere alla vista di Tony tumefatto e coperto di bende.

"Tesoro, torniamo a sdraiarci" le disse portandola verso la stanza.

Erano tutti usciti e andati all'ingresso dell'ospedale per vedere Tony, ma Eli era preoccupato per la figlia e sapeva bene che ancora per un po' non avrebbero potuto fare visita a Tony.
Sapeva anche che nel momento in cui i medici fossero stata pronti la prima che avrebbero cercato sarebbe stata Ziva quindi non esitò un momento a portarla via.

Anche Lily aveva visto passare il padre e come la madre era rimasta traumatizzata. La cosa più grave che si era fatto Tony da quando lei era nata era un occhio nero a causa di un sospettato ubriaco e un taglio mentre afferrava delle carote.
Questa era tutta un'altra cosa e lei non si aspettava di vedere il suo papà in quelle condizioni.

"Nonno" disse stringendo forte Senior che la teneva in braccio e chiudendo gli occhi.
"Lo so, piccola" fu l'unica cosa che riuscì a dire anche lui sconvolto.

Fortunatamente Gibbs, che si era offerto di tenere Noah, era stato abbastanza veloce da evitare al bambino di vedere quella scena.
Sicuramente i medici prima di permettere si figli di vedere il padre lo avrebbero rimesso in sesto per evitare ulteriori traumi.

Tuttavia non solo Ziva e i bambini rimasero toccati alla vista di Tony, anche agli amici si formò un nodo alla gola nel pensare a quanto stesse soffrendo il loro collega.
Tornarono tutti nella sala d'attesa e un'altra lunga nottata iniziò.

Ci vollero un paio di ore prima che qualche medico facesse la sua comparsa a dare informazioni e come previsto la prima a cui so rivolsero fu Ziva.

"Lei è la moglie dell'agente DiNozzo giusto?" chiese un medico entrando nella stanza.
"La prego mi dica che non è morto" fu la risposta di Ziva che stava stringendo la mano del padre.

Il medico la vide più che agitata, si vedeva che aveva appena smesso di piangere o forse stava ancora piangendo.

"Stia tranquilla suo marito è ancora vivo, per il momento" disse.

La frase tranquillizzò Ziva solo in parte, per il momento non era rassicurante ma decise di lasciar parlare quell'uomo per capire cosa stesse accadendo.

"Suo marito ha subito un forte trauma. È caduto con un elicottero ed è già un miracolo che sia vivo. Per quanto riguarda le sue condizioni sono davvero disperate. Ha una gamba ed entrambe le braccia rotte, almeno la metà delle costole sono fratturate e ha subito danni agli organi interni. Gli è stata rimossa la milza e dobbiamo tenere sotto controllo il fegato. Ha avuto anche delle brutte emorragie, sinceramente non so come possa essere sopravvissuto prima che lo trovassero" iniziò.

La mente di Ziva iniziò ad essere confusa, sentire tutto quello che aveva Tony in quel momento e capire quanto fosse praticamente e impossibile che sopravvivesse era devastante.
Vedendo che non diceva nulla il medico continuò, preferendo spiegare tutto e poi passare alle domande.

"Ma al momento la cosa che mi preoccupa di più e il trauma cranico. Suo marito ha subito un forte trauma alla testa nonostante l'elmetto. E temo abbia avuto un'emorragia cerebrale se pur piccola. Questo è il motivo per cui ora è in coma" disse.

"In coma" ripeté Ziva.

Non che si aspettasse di trovarlo sveglio e vispo, ma nemmeno in coma a causa di un'emorragia cerebrale.
Sperava che fosse privo di coscienza per i farmaci che gli somministravano.

"Si, quando lo hanno trovato hanno detto che farfugliava qualcosa ma ha perso conoscenza quasi subito e da quel momento non si è più svegliato. E questo non fa ben sperare" spiegò.
"Cosa cerca di dirmi?" chiese Ziva a conferma di quello che pensava.

Sperava davvero che il medico la smentisse.

"Quello che cerco di dirle, signora David, è che anche se per puro miracolo Tony riuscisse a guarire da tutte le ferite e traumi che ha subito le probabilità che si svegli sono inferiori al venti percento, per essere ottimisti" disse onestamente.
"Venti percento, tanto vale dirmi che posso andare a comprargli una bara e organizzare il funerale" rispose arrabbiata.
"Mi dispiace, stiamo facendo il possibile" disse.

Ziva si limitò a scuotere la testa e ad abbassare il capo, piangendo di nuovo. Era arrivata al limite, stava per impazzire. Desiderava anche lei di morire per smettere di soffrire in quel modo anche se si rendeva conto che aveva dei figli di cui prendersi cura.
Vedendola così il padre l'abbracciò, parlando al suo posto.

"Possiamo vederlo?" chiese.
"Certo, però uno alla volta. È in terapia intensiva non sono permesse visite di gruppo" rispose.
"E come facciamo con i bambini, anche loro vorranno vederlo" disse.
"Potete accompagnarli fino alla porta della stanza e guardarli dal vetro, sarà un'infermiera ad accompagnarli" spiegò.

Eli annuì cercando di pensare come organizzare le visite, vedendo la figlia così in difficoltà voleva essere utile.
Chiese al medico se poteva farsi carico lui di informare gli altri in sala d'attesa mentre lui sarebbe rimasto con la figlia ad aiutarla a rimettersi in sesto.

Poco dopo che il medico aveva finito di spiegare a tutti come stavano le cose fece il suo arrivo Jerry, accompagnato da Malachi.

Loro avevano accompagnato Tony durante il viaggio ma una volta arrivati in aeroporto non erano potuti salire sull'ambulanza.
Avevano dovuto firmare carte e raggiungere l'ospedale con altri mezzi e la cosa aveva richiesto tempo.

Appena arrivato, Jerry notò subito i due figli di Tony che dormivano in braccio a gente che lui non conosceva ma che dedusse essere parte della famiglia o amici di Tony.
Fu Gibbs il primo a presentarsi nonostante avesse Noah in braccio, poi Senior e tutti gli altri.
Parlarono qualche minuto prima che Ziva uscisse dalla stanza e vedesse avanti a se il famoso Jerry.

Senza nemmeno dire una parola lui le si avvicinò e l'abbracciò, come se si conoscessero da anni.
In realtà Jerry aveva sentito così tante storie si Ziva che poteva dire di conoscerla, era lei che sapeva poco su di lui. Ma sapeva che Tony si fidava e che lo considerava un buon amico e questo le bastava.

"Mi dispiace per quello che è successo, sarebbe stato meglio se fossi stato io al posto suo" fu la prima cosa che le disse.

Era già la seconda persona che faceva quell'affermazione e nonostante la voglia di Ziva di riavere Tony fosse forte non riusciva a desiderare la morte di un'altra persona.
Forse la morte di un assassino o un criminale si, ma non quella di un amico o di un famigliare.

"Tony mi ha parlato di te spesso e sono si una che ti avrebbe preso a schiaffi per questa tua affermazione" gli disse sorridendo.
"Ha ragione, signora" rispose.
"Chiamami Ziva. Piacere di conoscerti anche se avrei preferito altre circostanze" disse.
"Piacere mio" rispose.
"Lei... Tu non dovevi essere incinta?" chiese notando che Ziva non aveva più la pancia.
"Avrei dovuto, ma lui ha deciso di nascere prima" rispose.
"È un maschio. Sta bene?" domandò.
"Si chiama Joe, potrebbe stare meglio ma non ci lamentiamo" disse sbrigativa.

Scambiarono due parole veloci prima che Ziva prendesse coraggio per andare da Tony. Non sapeva come avrebbe reagito ma sapeva che voleva vederlo e potergli stare accanto ancora.
Inoltre doveva essere pronta per poter preparare i figli per quando avrebbero visto il padre, doveva fare la mamma e comportarsi come tale. Mettendo cioè i proprio figli davanti a lei.

Si fece coraggio e andò dal medico che l'avrebbe portata dal marito, lui le spiegò la situazione e le disse quello che doveva fare prima di entrare.
Le chiese anche di limitare il più possibile il contatto con Tony per evitare di peggiorare i danni e trasmettergli qualche infezione.

Quando Ziva entrò nella stanza per poco non ebbe un collasso.
Non sembrava nemmeno suo marito, il volto era gonfio e livido e tantissimi tubi e aghi gli uscivano da ogni parte del corpo.

"Amore mio" disse sfiorandogli una mano e subito dopo ricordando cosa aveva detto il medico.

Tuttavia dopo un attimo di esitazione gli prese la mano, era passato troppo tempo dall'ultima volta che lo aveva toccato e non voleva rinunciare al contatto fisico con lui.
Iniziò a piangere nel rendersi conto di come potesse stare lui in quel momento, quasi ringrazio che fosse in coma almeno all'apparenza non soffriva.

"Perché è successo a te?" si chiese.
"Non lo meriti, nemmeno noi lo meritiamo" aggiunse.

Continuò a fissarlo impotente, voleva fare qualcosa per aiutarlo ma sapeva di non aver alcun potere al momento.

"Ti prego non lasciarci, ti prego. Non sono pronta, non posso sopportarlo" lo implorò.
"Ti ricordi? Per sempre. Vuol dire che non puoi lasciarmi ora, perché dobbiamo stare insieme per sempre. È ancora presto per andare" aggiunse.

"Tony ti prego, devi conoscere tuo figlio. Ti prego non arrenderti, persino mio padre ti vuole vivo. Ti prego" continuò a ripetere disperata.

Rimase nella stanza con lui a lungo. Piangendo, pregando e pensando a come fare ad uscire e continuare la sua vita se lui non si fosse mai ripreso.
Non trovò risposta perché la sua vita senza Tony non era più vita.











Note dell'autrice:

Ciaoooooo :)
Come procedono le vacanze? Siete già stati in viaggio? Io ancora no ma andrò presto :)

Parlando del capitolo... Sento odio, tanto... Ma almeno ricordate che non è ancora morto Tony ahaha

Spero vi sia piaciuto e vi dico che non so se settimana prossima aggiornerò perché sarò, per l'appunto, in viaggio XD
Detto ciò, vi saluto.

Grazie a tutti, baci
Meggie.
  
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