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Autore: Anastasia 2    02/08/2015    2 recensioni
Può un incontro così romantico non essere segno del destino?
Quello che molti chiamano "vero amore" può essere ignorato?
"Una vita fatta di quesiti sempre nuovi" ecco come Martina definiva la sua esistenza.
Troverà le risposte che cerca?
Sicuramente non sarà sola e avrà sempre con sé persone su cui contare.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Verde con marrone. Marrone con verde. Due colori che creavano l'effetto più bello che Martina avesse mai visto. Qualcosa di spettacolare. Sentiva che avrebbe potuto passare tutta la sua vita così. "Ma cosa vai a pensare! Sono solo due occhi su... Oddio che viso angelico!" Il ragazzo aveva un viso dai lineamenti molto dolci, scoperto dai capelli che erano stati sistemati in un ciuffo sollevato a modi cresta. Aveva un corpo tonico coperto da una maglietta rossa a mezze maniche, che lasciava intravedere i suoi bicipiti scolpiti. Il look era completato da dei jeans che gli arrivavano al ginocchio e da delle vans verde chiaro. La sua figura slanciata incombeva su quella di Martina, che se ne stava seduta con le ginocchia vicino al petto. Alcune ciocche brune fluttuavano indomate di fronte al suo viso a causa del vento. Martina continuava ad osservare il ragazzo facendo attenzione ad ogni particolare, che catturasse la sua attenzione... 《 Allora? 》Il ragazzo interruppe ancora una volta il filo dei suoi pensieri. 《 Ehm.... Si scusa...Certo 》Martina estrasse il cellulare dalla borsa e Lo porse al ragazzo il quale le sfiorò la mano, provocando a Martina una scia di brividi, che le percorse tutta la colonna vertebrale. Lei decise di ignorare quella sensazione, incolpando il vento e il suo soffio gelido. 《 Scusa. Il mio telefono si è scaricato...Si tra mezz'ora...Ti aspetto lì. 》Chiuse la telefonata e ridiede a Martina il telefono. 《 Grazie. Ma se non la richiamo subito si preoccupa. 》Disse lui con una nota di rassegnazione nella voce. 《 Tua mamma? 》Tirò ad indovinare Martina.《 Oh, no! Lara, la mia fidanzata! Mia madre come livello di apprensione non è niente in confronto a lei! A volte sembra quasi ossessionata! 》Martina fece una smorfia. Non sapeva cosa la infastidisse di più: il fatto che lui avesse una ragazza o che la trattasse così duramente. 《 Sembra quasi che tu la disprezzi per questo! Dovresti esserne felice. Vuol dire che tiene molto a te! 》Martina non sapeva neanche perché stesse difendendo in questo modo una ragazza che non conosceva. Forse perché fino a poco tempo fa anche lei era stata così. Era stata innamorata e, forse anche "ossessionata" come aveva appena detto Jorge, però anche se rendeva bene l'idea, la parola "ossessionata" era troppo negativa e dispregiativa per descrivere una cosa così bella. O meglio dire che la riteneva bella, prima che lui le spezzasse il cuore. 《 Forse hai ragione sono stato un po' duro, però a volte esagera. 》《 È solo innamorata. 》Nella voce di Martina c'era una vena malinconica, come di rimpianto. Jorge lo notò 《 Parli come se tu lo fossi già stata, ma qualcosa ti avesse spezzato. 》"Cavolo! Ma come fa? Questo ragazzo mi legge dentro?" Martina non riusciva a credere alla sue orecchie, non sapeva cosa rispondere. Così decise che era meglio concludere quella conversazione. Si alzò senza degnare il ragazzo di uno sguardo e si incamminò in direzione di casa sua 《 È stato un piacere. Devo andare. Addio. 》Il ragazzo sorpreso dal comportamento della ragazza le disse 《 Addio? Magari ci rincontreremo. 》Martina non rispose e continuò a camminare senza voltarsi, quel ragazzo l' aveva stupita, anche se non sapeva esattamente cosa in lui ci fosse di così particolare. Intanto Jorge sulla spiaggia la guardava allontanarsi e non poté fare a meno di ammirare il corpo di quella bellissima ragazza. Osservava il movimento dei suoi lungi capelli mossi dal vento che le sfioravano la canotta bianca aderente, che era stata abbinata a un paio di shorts. La ragazza gli ricordava una sirena, anche se qualcosa nel suo sguardo l' aveva incuriosito: era come se fosse stata privata della coda. Leggeva l'infelicità e la delusione nei suoi occhi, ma era sicuro che questi sentimenti ne nascondessero altri molto più intensi, ma che in un qualche modo erano stati rinchiusi dietro un muro. Probabilmente qualcuno l'aveva ferita e questo pensiero lo tormentava e allo stesso tempo lo faceva infuriare. Questo avrebbe spiegato la sua reazione. In ogni caso sperava di rivederla, il solo pensiero che non l'avrebbe più rivista lo inquietava, anche se non sapeva spiegarsi il perché. Non sapeva neanche il suo nome, ma di una cosa era sicuro: l'avrebbe scoperto!
   
 
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