Erano passati due anni da quando Justin era partito per New York ad inseguire il suo sogno di fare l'artista. 
Ancora una volta la casa era vuota. Quante volte Brian riuscirà a reggere queste continue separazioni?
Un attimo un Raggio di Sole illumina la sua monotona vita, un attimo dopo ripiomba nell'oscura solitudine. Il suo sorriso, le sue labbra, il suo corpo, tutto gli mancava. Certo, colmare il vuoto con qualche sconosciuto preso all'amo al Babylon non era lo stesso. Sì, il Babylon era stato ricostruito. Michael lo aveva convinto a ricominciare da capo. D'altronde senza, Pittsburgh non era più la stessa e anche le loro vite. Come avrebbero ammazzato la noia? Soprattutto lui, come avrebbe potuto alleggerire il peso della mancanza di Justin dentro di sé?
Quella sera aveva deciso di non uscire, era stanco, aveva avuto una giornata pensante alla Kinnetic e poi erano due anni esatti dalla partenza di Justin per New York. Segretamente era andato un paio di volte alle sue mostre e aveva comprato qualche suo quadro pagandolo profumatamente. Voleva che avesse il meglio, e comunque li valevano veramente quei soldi, era un artista di talento. Ricordava ancora quando acquistò il suo primo ritratto all'esposizione di beneficienza. Aveva colto ogni dettaglio del suo corpo alla perfezione. 
Ora era sdraiato sul suo letto che che si fumava una canna. Era solito farlo quando la mancanza di Justin si faceva sentire più forte. Perché cazzo se gli mancava. 
Fissava il soffitto boccheggiando lentamente il fumo formando piccoli cerchi. Era come se la mente si svuotasse di ogni pensiero. 
Di fianco a lui c'era il comodino con i cassetti per Justin ancora vuoti. Sperava che sarebbe tornato, prima o poi. Avrebbe aspettato il suo principe per sempre se fosse stato necessario. 
Da un cassetto tirò fuori una scatoletta rossa. La aprì: c'erano ancora le loro fedi. Non le aveva più restituite. Magari un giorno le avrebbero indossate, dopo aver pronunciato quel Sì lo voglio davanti ai loro amici. 
In quel momento ripensò a quando aveva comprato quella casa, che quasi sembrava un castello, solo per loro due. Aveva scommesso sull'amore, avrebbe fatto di tutto per dimostrare alla persona che amava che i suoi sentimenti erano veri e sinceri. Non voleva rischiare di perderlo un'altra volta per non avergli dimostrato abbastanza quanto tenesse a lui. 
Ricordava come fosse ieri il momento in cui lo aveva visto indossare quello smoking, il suo cuore aveva perso un battito. Era davvero bellissimo. Era il suo principe. 
Improvvisamente sentì la porta del suo loft aprirsi.
Se Michael è venuto a chiedermi di uscire, che torni a casa dal suo maritino, perché non sono proprio in vena - pensò.
Sì alzò per andare incontro a Michael, ma non fu lui che trovò davanti alla porta.
Non poteva credere ai suoi occhi. I capelli erano cresciuti un po' dall'ultima volta che lo aveva visto. Le sue labbra erano sempre le stesse, e in quel momento aveva solo voglia di baciarle. Il suo sorriso illuminava tutto il loft.
"Beh? Ti sono mancato?" - disse Justin a braccia aperte.
"Cosa ci fai qui? Non dovresti essere a New York a far carriera?" - rispose Brian sorpreso.
"Sono tornato... Non sei contento di vedermi?" - disse Justin.
"Che domande...certo che sono contento!" - e in quel momento Brian non riuscì più a trattenersi, troppo tempo le loro labbra erano state separate, cominciava a dimenticare il loro sapore. Così prese tra le sue mani il volto del suo Raggio di Sole e lo baciò fino a perdere il fiato.
"Allora vedi che ti sono mancato, eh?" - disse sorridendo Justin.
"Uhm solo un po'..." - finse disinteresse. - "Non mi hai ancora detto perché sei tornato..." continuò Brian ancora confuso.
Nel frattempo si erano seduti sul divano.
"Per noi..." disse deciso il biondino.
"Raggio di Sole, ti avevo già detto che non devi sacrificare il tuo talento, il tuo futuro da artista, la tua carriera, per noi." - rispose l'amante.
"Lo so e su questo ti ho sempre dato ragione, perché l'amore non deve essere sacrificio. Il fatto è che New York non fa per me. Certo è piena di opportunità, ma io mi sento perso senza di te. Non c'è momento in cui non pensi a te e a quanto vorrei tu fossi lì con me. In questo caso non sto sacrificando proprio nulla." - rispose Justin con sguardo tenero.
Seguì il silenzio. Brian si strofinò gli occhi con i palmi delle mani.
"E se io avessi trovato qualcun altro?" - chiese Brian - "Avresti abbandonato tutto per niente..." continuò.
"Ho scommesso sull'amore..." - rispose Raggio di Sole e lo baciò di nuovo intensamente.
"Tu sei pazzo..." sorrise Brian.
"Mi ricorda qualcuno che avrebbe venduto tutto per comprare un castello al suo principe" - disse ponendo le sue braccia intorno al collo di Brian e baciandolo nuovamente.
L'occhio di Justin cadde però sulla scatola rossa che il suo amato aveva lasciato sul letto quando prima era andato verso la porta pensando fosse Michael. 
L'aveva riconosciuta. Non pensava li avesse ancora.
"Non li hai più restituiti?" - chiese.
Brian non capiva e poi si accorse che aveva lasciato gli anelli in bella vista sul letto.
"No... Aspettavo il momento giusto" - disse sospirando.
"Perché riportarli indietro... Sposami" - disse istintivamente Justin.
"Come? Raggio di Sole, sicuro che non siano gli effetti del jet lag?" - rispose colto di sorpresa.
"Ha ha ha no sono sicurissimo! Ora il matrimonio è legale anche qui in Pennsylvania. Sii il mio principe. Voglio vivere con te, passare il resto della mia vita al tuo fianco e magari formare una famiglia con te". - disse con occhi sognanti.
"E che mi dici della tua carriera?" - chiese Brian.
"Ora mi conoscono in molti a New York e anche altrove, perciò se qualcuno vorrà esporre i miei quadri non dovrà dare altro che chiamarmi e farò un salto, ma è qui che voglio stare, il mio posto è qui con te". - rispose, lo baciò e si diresse verso gli anelli. 
Brian era senza parole, non sapeva cosa rispondere. Nessuno gli aveva mostrato così tanto amore. Ora capiva perché lo amava.
"Vuoi tu, Brian Kinney, ancora sposarmi?" - chiese Justin inginocchiandosi di fronte all'amore della sua vita.
Era senza parole.
"Hey, dovrei farla io la proposta... Ma comunque sì, Justin Taylor, voglio ancora sposarti". 
E il biondino gli saltò addosso abbracciandolo forte e lo baciò intensamente.
Quella sera fecero l'amore ininterrottamente come mai prima. Il loro legame non era mai svanito nonostante la distanza.

Il giorno dopo prepararono subito le partecipazioni:

Brian Kinney e Justin Taylor sono lieti di invitarvi nuovamente al loro matrimonio (questa volta è per davvero), il giorno 4 aprile 2007.

Il che significava tra tre giorni. Quando gli invitati la ricevettero furono tutti sbalorditi perché nessuno sapeva ancora del ritorno di Justin, solo la madre. 
Quella sera Brian e Justin andarono insieme al Babylon per salutare tutti.
"Oh guarda un po' chi si rivede! Non fai in tempo a tornare che già ti ha chiesto di nuovo di sposarlo?" - scherzò Emmett.
"In realtà gliel'ho chiesto io questa volta..." rise Justin.
"Oh Raggio di Sole quindi non riparti più per New York?" - continuò Emmett.
"No, ho capito che il mio posto è qui a Pittsburgh con Brian." - rispose Justin.
"Che romantico... Brian dove lo trovavi uno così?" - disse Emmett.
Istintivamente baciò dolcemente Justin. 
"Sono contento per voi" - disse Ted - "Allora questa volta è definitivo?" - chiese.
"Caro Theodore, penso proprio di sì... Il mio Raggio di Sole non vede l'ora di diventare Mr. Taylor Kinney." - scherzò Brian.
Poco dopo arrivarono anche Michael e Ben, che abbracciarono Justin per il ritorno.
"Allora ragazzi i prossimi siete voi stavolta?" - chiese Ben.
"Già e questa volta è sul serio! Poi ora che è legale anche qui..." - rispose Justin.
Dopo aver ballato insieme e aver bevuto qualche drink, i due amanti tornarono a casa.

Il fatidico giorno era arrivato.
Il matrimonio avevano deciso di celebrarlo nel palazzo che Brian aveva comprato per loro due. Era all'aperto nell'enorme giardino che avevano fatto allestire con le sedie per gli invitati e un arco di fiori bianchi sotto il quale si sarebbero scambiati le promesse di amore eterno.
Gli invitati erano già arrivati, mancavano solo gli sposi.
Improvvisamente una musica nunziale comincia a suonare e tutti si voltano indietro per l'ingresso di Brian e Justin. Il primo è accompagnato sottobraccio da Michael, il secondo da Daphne.
Brian aveva il cuore a mille, ancora non poteva credere che lo stava facendo. Fino a qualche anno fa se ne andava in giro dicendo "Io non credo nell'amore, credo nelle scopate" e guardatelo ora, stava per compiere il più grande atto d'amore che avesse mai fatto, sposarsi, proprio lui, Brian Kinney.
Justin era anche lui super emozionato. Guardando indietro, ne avevano passate tante, ma il suo amore non si era mai arreso, anche quando sembrava non ricevere esattamente quello che voleva da Brian. E ora gli stava dando tutto se stesso, promettendogli di amarlo per sempre.
Una volta arrivati davanti alla celebrante del matrimonio la musica si interruppe. I loro sguardi erano l'uno per l'altro pieni di entusiasmo e di gioia e le loro mani erano unite.
Dopo il discorso iniziale, la donna chiede di scambiarsi le promesse, iniziando da Justin.
"Sette anni fa, prima di conoscerti, non avrei pensato che sarei arrivato fin qui, a stringerti le mani e a prometterti il mio amore. Nonostante inizialmente tu non riuscissi a dimostrarmi apertamente il tuo amore, d'altronde non eri abituato, non ho mai smesso di crederci, di credere che pian piano ti saresti aperto con me, e non in quel senso! - rise e anche Brian con tutti i presenti sorrisero - E ora questo è la più grande dimostrazione di amore che potessi darmi. Tu sei e sarai sempre l'amore della mia vita, Brian Kinney. Non ti libererai di me tanto facilmente!" concluse suscitando ancora il sorriso degli invitati.
La celebrante diede poi la parola a Brian.
"Come hai detto bene ho sempre avuto difficoltà a dimostrare apertamente i miei sentimenti, e non solo con te, ma con tutti. Era più facile indossare l'armatura di cinico egoista per non creare aspettative. Sì, mi avete scoperto - si rivolse ai presenti che risero - Ma grazie a te ho imparato ad amare di più, che non c'è nulla di male nel mostrare che teniamo a qualcuno, se non vogliamo perderlo. Tu sei riuscito a fare breccia nella mia armatura, non ti sei mai fermato all'aspetto dei miei sentimenti, sei andato oltre. Grazie Raggio di Sole per non aver smesso di sperare".

Poco dopo la celebrante chiese gli anelli e il piccolo Gus, seduto in prima fila insieme a Mel e Linz, corse verso il padre con le fedi.
Brian infilò l'anello a Justin e Justin a Brian.
"Bene, vuoi quindi tu Brian Kinney prendere in sposo Justin Taylor per amarlo ed onorarlo nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia finché morte non vi separi?" recitò la celebrante.
"Sì, lo voglio" rispose Brian.
"E tu, Justin Taylor, vuoi tu prendere in sposo Brian Kinney per amarlo ed onorarlo nella gioia e nel dolore, salute e nella malattia finché morte non. Ci separi?" recitò nuovamente.
"Sì, lo voglio" rispose anche Justin sorridendo.
"Per i poteri conferitimi dallo Stato della Pennsylvania, vi dichiaro marito e marito, potete baciarvi." concluse la donna felice, seguita dal fragoroso applauso dei loro amici.
Non vedevano l'ora di farlo. Si baciarono così intensamente, con il cuore a mille. Lo avevano fatto. Avevano pronunciato Lo voglio, indossavano un anello al loro anulare sinistro che simboleggiava il loro amore eterno. Ora le loro vite sarebbero state legate per sempre e non potevano chiedere di meglio.
La festa continuò sulle note di Proud di Heather Small, perché loro erano orgogliosi di loro stessi. 
Il principe col suo principino finalmente felici e pronti per vivere ogni minuto e ogni secondo della loro vita insieme nel loro palazzo.

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NOTA DELL'AUTRICE:

Rieccomi con un altra OS sui miei adorati Britin! *-* 
Chi non avrebbe desiderato un finale come questo? Sarebbe stato stupendo..♥
Spero che vi piaccia!
Un bacio,
Erica ♥