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Autore: Cleia    02/08/2015    1 recensioni
Carta Di Identità Del Protagonista:
NOME: Mag
COGNOME: quello vero o quello che uso a lavoro?
ETA’: ehi, non si chiede, sono una donna!
ASPETTO FISICO: Uff... bionda, occhi grigi, pelle chiara... vuoi anche il mio numero di telefono per caso?
RESIDENZA: Mah, un giorno a Londra, un giorno a Oxford, un altro in una cripta... dipende da dove sono richiesta
MESTIERE:aiuto le creature sovrannaturali a non farsi beccare e arrestare. O peggio…
SEGNI PARTICOLARI: sono in parte una naiade. Può essere definito come “segno particolare”?
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io e Tracy ci guardiamo per mezzo secondo prima di cominciare a correre dalla parte opposta, verso una qualsiasi via di uscita disponibile.
 
Sento chiaramente i passi veloci del demone alle nostre spalle, anche se sono gli unici rumori che emette, dato che non prova nemmeno ad urlarci contro.
 
Lo considererei un fatto strano se tutta quella situazione non fosse già assurda di suo: forse non è il caso di ricordare al nostro anfitrione che, essendo un demone, può teletrasportarsi.
 
Scendiamo a capitombolo le scale fino a ritrovarci in una stanza con altre e due porte sistemate nelle pareti adiacenti.
 
Non è la prima volta che ci capita di essere inseguite da qualche mostro, quindi non abbiamo bisogno di pensarci due volte prima di dividerci: io prendo la porta sulla parete a destra, e Tracy quella a sinistra.
 
A quanto pare Christopher ha preferito inseguire la mia amica, perché non lo sento più dietro di me. Ciò nonostante corro ancora per qualche metro prima di rallentare e guardarmi alle spalle: in effetti non c’è nessuno che mi insegue.
 
Mi fermo a prendere fiato davanti ad una finestra che da sul giardino interno, che a quanto pare viene usato come garage per le varie auto. Se riuscissi a trovare una porta poco più avanti potrei uscire e raggiungere l’ala opposta del castello...
 
Certo, il prato sarà largo una sessantina di metri, ed è rischioso correre così allo scoperto, ma è sempre meglio che essere intrappolati in qualche vicolo cieco nei corridoi.
 
Dopo una decina di metri arrivo ad un arco che porta direttamente all’esterno e lancio qualche occhiata in giro: tra me e la porta più vicina dall’altra parte c’è solo una fontana, leggermente spostata sulla sinistra, mentre invece alla mia destra... c’è un ponte levatoio!
 
Deve essere l’entrata e uscita per le auto, perché non lo avevo visto prima, dal portone principale. Se avessi più tempo ruberei una di quelle auto d’epoca parcheggiate ben più in là della fontana e aspetterei la mia amica appena fuori dal cancello, ma a quanto pare dovrò accontentarmi di correre.
 
Appena oltrepasso il ponte abbassato, però, sento un trillio sospetto alle mie spalle. Mi volto appena in tempo per vedere Christopher che, con la stessa aria omicida di prima, attraversa di corsa il giardino venendo verso di me... in bicicletta.
 
Da dove diavolo è sbucato fuori? E perché ha una bicicletta?!
 
Non ho il tempo per pormi altre domande stupide dal momento che ha quasi raggiunto il ponte anche lui, quindi continuo la mia corsa lungo la stradina sterrata che dovrebbe portarmi verso qualche uscita.
 
Seguo la curva della strada, non fidandomi del terreno pieno di buche che troverei se la lasciassi, e mi lancio a tutta birra in avanti, senza avere nemmeno il coraggio di lanciare un occhiata alle mie spalle.
 
Da là dietro arriva il suono minaccioso del campanello sul manubrio, che in quel momento assomiglia tanto ad un corno di battaglia. Comincio a farmi prendere dal panico quando capisco che, pur essendo veloce, lui ha comunque una bicicletta e presto mi raggiungerà.
 
In questi casi estremi l’unica soluzione è usare i miei poteri, sperando che non mi tradiscano per via del terrore. Già, perché nonostante la mia bisnonna sia l’unica vera e propria naiade in famiglia, ho ereditato comunque qualche potere, e imparato dei trucchetti da mia madre e mia nonna.
 
Dato lo stretto rapporto che abbiamo con l’acqua, sono capace di trasformarmi momentaneamente in una nebbiolina, o in rugiada (anche se è più difficile), ma per farlo mi serve un minimo di sole che mi faccia evaporare...
 
Proprio più avanti l’ombra del castello termina, e il prato viene illuminato dai bagliori del sole ormai alto in cielo. Devo solo correre per qualche altro metro, dopodiché per il demone sarà difficile afferrare una manciata di vapore acqueo.
 
Corro mentre sento solo il ritmo del mio cuore, più o meno al livello della gola, fino a raggiungere quell’agognato sprazzo di luce che si riflette su di me, mentre mi squaglio letteralmente al sole.
 
Il mio piano funziona in parte: mi trasformo effettivamente in nebbia poco prima che Christopher possa afferrarmi... ma non avevo considerato il fatto che sono fuori allenamento e che non riesco a tenere la mia forma magica a lungo: dopo qualche secondo sono costretta a ritornare solida, per non rischiare di disperdermi nell’aria.
 
Nel frattempo Christopher (che poco fa mi aveva praticamente trapassato) è smontato dalla bici, riprendendo in mano il fedele coltello, giusto in tempo per essere placcato da Tracy, apparsa da dietro un albero.
 
Lei si che sa comparire dal nulla quando meno te la aspetti!
 
Mentre è intenta a bloccare il demone, mi fa cenno da sopra la sua spalla di riprendere l’ombrello che fortunatamente avevo infilato nella tasca del giubbotto.
 
Stavolta non ci vado leggera e lo tiro e rigiro con tutte le mie forze (che, modestamente, non sono mica poche dopo tutti gli anni di palestra) fino a staccare il manico dal tubo d’acciaio.
 
Proprio da li dentro rotola fuori una piccola gemma (che in effetti somiglia molto ad un diamante) che cade ai miei piedi. Non pensavo fosse così piccola! A saperlo non avrei perso tempo ad esaminare i bottoni di tutti quegli ombrelli, li avrei direttamente fatti a pezzi.
 
La raccolgo nella mia mano (sarà grande quanto mezza falange del mio mignolo, o poco meno) e la posiziono davanti agli occhi di Christopher, ancora intanto a lottare con Tracy, per fargliela vedere.
 
Dato che non sortisce molto effetto provo con un contatto più diretto, e gliela conficco nella fronte, come uno di quei pallini rossi che hanno le ragazze indiane. Questo a quanto pare funziona meglio, perché subito il diavoletto si calma.
 
Quando l’amuleto si stacca dalla sua fronte il demone lo afferra al volo e lo guarda prima sbigottito, poi felice.
 
-L’avete trovato allora! E dove..?- comincia, prima di rendersi conto di essere all’aperto
 
-Dove diamine siamo? Cioè, come ci siamo arrivati?- si guarda ancora un po’ attorno stupito, prima di accorgersi di noi due, entrambe con le braccia incrociate al petto e lo sguardo furioso, che lo guardiamo male.
 
-Perché invece non ci spieghi come mai hai cercato di ucciderci?!- esclamo io, leggermente alterata
 
Lui mi guarda confuso, e ammetto che quel faccino mi mette quasi (quasi) tenerezza.
 
-Uccider...vi- esala lui, accorgendosi della lama che tiene ancora tra le mani e della bici accanto a noi. Rimane un attimo allibito, dopodiché spalanca gli occhi, colto da un’illuminazione improvvisa.
 
-Ma certo! E’ proprio come nel film: “assassino in bicicletta”, quello che ho visto ieri sera in tv!- ci spiega con un sorriso entusiasta... che gli muore sulle labbra appena vede che le nostre espressioni accigliate rimangono ferme, forse solo un po’ più perplesse di prima.
 
-Beh, insomma... inseguire le vittime con un coltello in mano... a bordo di una bicicletta... sembra lo stesso modus operandi dell’assassino nel film.. se non l’avete visto ve lo consiglio!-
 
-Fammi capire- gli dico col tono meno accusatorio che riesco ad avere -tu hai visto un assassino in tv che andava in giro su due ruote ad ammazzare della gente (neanche stesse consegnando delle pizze) e ti è venuta la brillante idea di imitarlo?!-
 
Christopher, notando che adesso sono io ad avere uno sguardo demonicida, decide di dispiacersi un poco (o almeno, far finta di esserlo)
 
-Davvero non so cosa mi sia preso, non ricordo neppure nulla!-
 
-Certo che non ricordi nulla, avevi uno dei tuoi blackout visto che non portavi con te la pietra magica, e quindi il tuo inconscio si è messo a recitare la parte di un film thriller- spiegai io, rimettendo assieme tutti i pezzi del puzzle
 
-E mentre la tua mente faceva un sonnellino, noi due abbiamo passato un tranquillo week-end di paura nel tuo fottutissimo castello!-
 
E dopo il mio sfogo quel cretino ha pure il coraggio di sorridermi!
 
-Già, che l’avrebbe detto che i film potessero essere tanto realistici? Certo, avrei dovuto sospettare qualcosa quando il mese scorso mi sono risvegliato completamente ricoperto di sangue, dopo aver visto quel film splatter...- ragiona tra se e se tutto d’un fiato. Spero vivamente che stia scherzando
 
-... comunque, tutto è bene quel che finisce bene, giusto? Adesso che ho ritrovato il mio amuleto farò in modo di non perderlo mai più, ve lo garantisco- conclude sorridendo.
 
Io in risposta gli sorrido amabilmente... anche se forse, più che un sorriso, sarebbe più corretto dire che sul mio volto si forma lentamente un ghigno degno del diavolo in persona.
 
-Oh, sono sicurissima che non lo perderai- rispondo con voce flautata.
 
Parecchie ore dopo esco trionfante da un bagno al piano terra che avevo momentaneamente usato come infermeria, e osservo soddisfatta il volto del mio imbronciato paziente.
 
Devo dire che, per essere il mio primo trapianto sottopelle sulla fronte di un uomo, non mi è riuscito affatto male.
 
Io e Tracy ora possiamo tornare tranquillamente a casa e fare i bagagli: dopo essermi fatta dare il resto dei soldi da Christopher (più un aumento di diecimila sterline per il disturbo) sia io che lei abbiamo deciso di farci una vacanza al mare.  




Ed eccoci alla fine della storia... abbastanza breve in effetti, ma non mi andava di aggiungere troppe parti esterne al sogno.
In questo modo sono riuscita a liberarmi di questo racconto che mi chiedeva a gran voce di uscire!
Spero almeno sia piaciuta, anche se è totalmente diversa dal mio genere :)

Beh, è sempre bello fare nuove esperienze!
-C-

 
   
 
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