MY ENDING
THINKING ABOUT YOU
Wyoming.
Per molti un pezzo di terreno sperduto negli
Stati Uniti.
Per altri un puntino
colorato su una vecchia e giallognola carta geografica.
Per me tutto ciò che
desideravo e che non potevo ottenere.
Il Wyoming
era Jack…e Jack era morto.
Una
notte come tante altre. Poche stelle illuminavano il cielo scuro ricoperto di
nuvole grigie cariche di pioggia che promettevano acquazzoni. Nessun rumore
apparente. Solo il fruscio del vento e l’ululato di qualche coyote in
lontananza. Il fuoco picchettava tenue, ormai in fase di spegnimento e
diffondeva un piacevole calore. Il torrente era in secca e le sue dolci acque
da molto tempo non toccavano il letto del fiume che percorreva Brokeback.
Accese
una sigaretta ed inspirò con fatica il fumo grigiastro che poi espulse dalle
narici. Un solo tiro e buttò lontano quel tabacco velenoso. Si coprì poi con
una coperta consunta e adorna di pezze utilizzata centinaia di volte per
riscaldarsi.
Socchiuse
gli occhi e si ricordò della prima volta in cui lo vide. Un ragazzo come lui
dai capelli ricci che lo guardava incuriosito.
Non
un ragazzo qualsiasi.
Jack.
Jack
che gli sorrideva con i suoi denti leggermente storti e che lo guardava con i
suoi occhi azzurri trasognati carichi di intensità ed emozione.
Fu
sul punto di riaprirei suoi ed allontanarsi da quel posto maledetto. Da anni
era morto, ma sempre puntuale ritornava nei suoi sogni.
Per
farlo piangere.
Per
farlo emozionare.
Per
diffondere nel suo corpo a volte eccitazione, a volte ansia o addirittura senso
di colpa. Quanto agognava la sua voce, le sue battute scherzose, il tempo
passato con lui su quelle montagne.
Pregò
che Jack tornasse. Anche solo per una volta.
Voleva
riabbracciarlo e credere di essere stati lontani l’uno dall’altro solo pochi
istanti.
Gli
sembrò in lontananza di udire qualcuno che lo chiamava.
Aprì
gli occhi speranzoso.
Non
vide nessuno.
Probabilmente
era stato il vento che scontrandosi con le fronde dei grandi aceri aveva
prodotto un lamento sommesso, quasi umano che l’aveva fatto tremare di
nostalgia.
Brokeback, quella dannata montagna e
i suoi segreti.
Richiuse
gli occhi. Ogni ricordo riaffiorava naturalmente nella sua mente e lo faceva
maggiormente soffrire.
Jack
non poteva che occupare anche da morto il suo cuore e così sarebbe sempre stato
perché Jack rappresentava tutto per lui.
L’amore
negato.
L’amore
sognato.
L’amore
soggiogato.
Odiato.
Nutrito.
Temuto.
Soffocato…
Prese
dalla sacca vicino al fuoco la camicia di Jack che conteneva, come una seconda
pelle, la sua a quadretti che credeva di aver perso da tempo e se la strinse
forte al petto. Capì in un istante che la sua esistenza era destinata ad
appassire come un fiore che viene reciso, da un giardiniere inesperto, durante
la stagione primaverile. Perché loro erano due metà perfette, complementari che
erano state irrimediabilmente divise irrazionalmente dall’intolleranza della
gente.
Non
avrebbe trovato nessuno come lui, mai più.
Un
sapore agrodolce gli invase il palato ed una fitta allo stomaco lo fece
impallidire.
Mentre
respirava forte udì prima sparare da
lontano e poi una civetta planò delicatamente, a pochi metri dall’accampamento
da lui allestito per la notte, guardandolo con i suoi occhi lucenti, creati per
l’oscurità.
Fu
allora che pensò di morire.
Fu
allora che morì.