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Autore: peeta_mellark    02/08/2015    1 recensioni
questa storia parla di peeta mellark, un adolescente come tutti che è innamorato di una ragazza ,katniss, però già impegnata, lui va a scuola, esce con gli amici e cercherà in tutti i modi di sistemare la sua vita sentimentale.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina mi sveglio tutto indolensito, il letto è scomodissimo, non è stata una buona idea dormire qui, mi giro e vedo il faccino di Kat che dorme affianco a me, è bella anche quando sogna, guardo l’orologio, sono le 9.
Non so se svegliarla o meno, allora le lascio un biglietto prima di andare a prendere la colazione.
Mi alzo e mi infilo solo le scarpe, ho dormito vestito, mentre esco di casa mi riviene in mente Haymitch, inizia a farmi male la testa, come ho potuto trattarlo così.
Per favore fa che si riprenda, il mio migliore amico devo dirgli almeno un’ultima volta quanto io tenga a lui, quanto è stato, ed è importante per me in questa vita.
La sensazione di non poter fare nulla mi distrugge, mi sento inutile.
Arrivato ad un piccolo bar prendo due cornetti al cioccolato e due cappuccini da portar via, il ritorno è stato molto più corto del previsto, forse per lo stress cammino più veloce.
Arrivato a casa, vado verso la camera e vedo che Katniss sta ancora dormendo, mi appoggio sul letto e la sveglio con bacio “buongiorno amore, ho la colazione per te.” Le mi sorride ancora con gli occhi chiusi e si mette saduta.
“Inizio a chiedermi come farei senza di te Peeta.” Faccio una piccola risata ed iniziamo a mangiare.
Una volta finito prendo il telefono e vedo che ci sono circa 12 chiamate perse da mia madre, mi ero completamente scordato di lei, senza pensarci troppo digito il nome e chiamo.
“Peeta!” risponde infuriata “dove diavolo sei, è tutta la notte che ti cerco, sei impazzito, volevi farmi morire di paura?” è davvero arrabbiata, “mamma mi dispiace, sto tornando a casa ora con Katniss, sto bene.”
Cerco invano di calmarla, ma la sua furia non si placa “ Bene, sappi che appena torno da lavoro dobbiamo parlare ragazzino.”
Chiudo la chiamata, e dico a Kat di muoversi, il bus passa fra dieci minuti e non abbiamo molto tempo.
Si mette le scarpe e la felpa e ci incamminiamo verso la fermata, arriviamo perfettamente puntuali, saliamo e ci sediamo vicini.
Approfitto dell’attesa per chiamare Finnick, non lo sento da due giorni e devo parlargli assolutamente.
“Hey Fin, mi senti?”
“Si, sono qui dimmi tutto.” Sento dalla sua voce che sta malissimo.
“Devi venire a casa, anche ora io sto arrivando, dobbiamo parlare.”
“va bene, arrivo.” Bene spero che accetti la mia idea di trasferirsi, io non resisto in questa città senza Haymitch, spero con tutto me stesso che si riprenda.
Scendiamo alla fermata davanti casa ed entriamo dentro, c’è un silenzio tombale, non c’è nessuno, neanche il tempo di poggiare le felpe che sento bussare alla porta.
Apro, è Fin ha  delle occhiaie assurde, non deve aver dormito questa notte, anche la sua pelle è molto bianca, sembra quasi un fantasma.
“Cosa dovete dirmi?” neanche saluta, credo sia distrutto, accenno un sorriso per farlo tranquillizzare, ma è una pessima idea.
 “Senti, immagino tu sappia tutto quello che sia successo ad Hay, beh vedi se non dovesse farcela…” non mi da il tempo di finire la frase che comincia ad urlare “ come scusa? Stai parlando seriamente?”.
Il suo sguardo è un misto fra il furioso e lo sconvolto, vedo la mano lungo il suo fianco che si stringe a pugno.
“Finnick mi sento esattamente come ti senti tu, io non ci resto qui se Haymitch dovesse morire, lo hai visto! Lo abbiamo visto tutti sta morendo! Guarda in faccia la realtà.”
Ora sono arrabbiato anche io davvero pensa che non me ne freghi nulla del mio migliore amico? Non sa neanche come mi sento, sono furioso.
“Non pensare neanche per un secondo Peeta che io affronti questo discorso adesso, sei senza cuore solo se pensi una cosa simile.” Ora la situazione sta degenerando stiamo praticamente urlando come dei cani rabbiosi l’uno contro l’altro.
Non so cosa mi ha spinto ma prendo Finnick per il collo della maglia e lo sbatto al muro, “prova a dire un’ altra volta che sono senza cuore e giuro che te ne pentirai.” Non avevo mai litigato così con lui, non capisce come sto io senza il mio amico, non posso vivere qui senza Haymitch.
“okay, non lo dico più, ma come fai ad affrontare un discorso simile ora?” metto a terra il biondino e si sistema la maglia, in effetti forse questo è il momento peggiore per parlare della fuga, ma non ci sarà mai un momento adatto.
“ora come ora un giorno vale l’altro, e io vi dico le mie idee subito, se Hay non ce la farà io e Katniss andremo via, a Londra e vorremmo che anche tu, Effie ed Anne verrete con noi.”
Mentre pronunciavo quelle parole squilla il telefono, leggo il nome ed è mia madre. “Dimmi tutto.”
“Tesoro.” La voce le trema, sembra quasi che stia piangendo, di certo non porta buone notizie, “Dovete venire subito in ospedale, devo dirvi qualcosa, a te e a tutti i tuoi amici”.
Senza rispondere attacco il telefono e lo metto in tasca, sono sconvolto so già cosa mi dirà, inizio a tremare, a sudare a freddo, guardo i due ragazzi e vedo che hanno entrambi uno sguardo interrogativo e preoccupato.
“dobbiamo muoverci, mamma ci aspetta in ospedale” dico frettolosamente e con un filo di voce, usciamo di casa e prendiamo le bici sul retro, ce ne sono esattamente 3, una mia e due dei miei genitori.
Senza aspettare troppo saliamo ed iniziamo a pedalare, rischio due o tre volte di cadere per l’elevata velocità.
Ogni tanto mi giro per vedere se quei due mi seguono, arriviamo in ospedale il prima possibile, entriamo correndo e vedo subito mia madre con le lacrime agli occhi.
Il battito cardiaco si fa sempre più forte, ho paura di ascoltare, si vede dal suo sguardo che non sta succedendo niente per cui festeggiare, arrivo a pochi passi da lei e le chiedo cosa stia succedendo.
Ho paura di sentire la risposta di ascoltare, ho paura della notizia che aspetto stia per darmi, vorrei essere un bimbo piccolo che non si rende conto della gravità della situazione.
Inizio a tremare sempre di più, quasi non mi controllo, sento il mal di testa farsi sempre più forte e una lacrima scivolarsi sul viso solo tre parole girano nella mia testa *non posso perderlo*, continuo a ripetermelo.
Dopo secondi di attesa che sembrano ore, mi risponde “SI È SVEGLIATO.”
Scoppio a piangere, sento tutto lo stress che avevo scivolarmi addosso, abbraccio mia madre, le lacrime scendono sempre di più “grazie mamma, grazie”.
“aspetta tesoro non ho finito” sentendo quelle parole mi si gela il sangue, la guardo sconvolto “cosa?” mi accarezza una guancia, “con l’impatto ha battuto la testa ed ora, ha perso la memoria”.
Neanche rispondo e mi dirigo verso la stanza di Haymitch, non può non ricordarsi di me, sono il suo migliore amico, corro, salgo le scale svolto a destra ed eccola.
Fuori dalla stanza c’è Effie che piange disperata, entro e lo vedo seduto, sembra un’ altra persona, il suo colorito è perfetto, lo guardo, e lui ricambia, ma non dice nulla. Affianco a lui c’è un medico che lo controlla.
Sono sconvolto, “Amico, come stai?” sono le uniche parole che mi escono in quel momento, lui mi guarda stranito e dice “scusa parli con me?” Solo sentire quelle parole mi distrugge, esco fuori mi appoggio alla parete, mi sento svenire.
Un conato di vomito sale nel mio intestino, ma non ho il tempo di reagire, che cado a terra svenuto.
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Ecco un altro capitolo genteee!! Spero di avervi sconvolti un po’ u.u All’ora il nostro Hay purtroppo sta male, cosa succederà nel prossimo capitolo? Si ricorderà mai dei suoi amici?
Se avete qualche commento non esitate a recensire ;)

   
 
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