12. A che serve
avere
una ragazza se non puoi
tagliarle la
gola e
vederla sanguinare.
Lo Shogun
aveva temuto quel momento per tutta la notte. Non riusciva a credere
che
quell’uomo, nonostante tutti i suoi sforzi, era riuscito ad
arrivare nella sua
sala del trono. Lì con lui
c’erano le uniche altre tre
superstiti: sua figlia, Jiiko e la moglie dell’uomo che aveva
compiuto quel
massacro Fedekira.
Avrebbe dato
la vita per proteggerle ne valeva della sua reputazione e della sua
virilità.
Ma nonostante tutto era ancora atterrito dal fatto che
quell’uomo era riuscito
a sconfiggere ogni suo singolo uomo completamente da solo. Estrasse la
spada e
si preparò a combattere ma questa sua tenacia
durò solo un attimo poiché un
guizzo rosso lo colpì in petto facendolo cadere sulla
schiena.
-Patetico,
questo succede quando ci si cura di politica. Il potere fa perdere
determinazione e forza di volontà una volta raggiunto. Si
vive come amebe
sanguisughe che si nutrono del sangue del popolo. Un'ingiustizia. Il
forte e il
valoroso guerriero riceve la medaglia e la fama, ma alla fin fine sono
sempre i
Re ad avere tutto il resto. Oggi ho ucciso molti samurai e ora
brandendo quella
spada stai solamente infangando la loro memoria- fece Yashuo entrando
nella
stanza.
-Ti prego
risparmia queste ragazze, stanno venendo altri soldati. Ho inviato un
messaggio
ad un villaggio vicino per reclamare il mio diritto sulla sua forza
armata.
Verranno altri guerrieri che potrai dare impasto alla tua sete di morte
ma ti
prego non ferire queste deboli e innocenti fanciulle che non hanno
alcun
peccato soprattutto tua moglie- stava dicendo sputacchiando sangue lo
Shogun.
Era steso a terra e cercava di sfruttare tutte le forze rimastegli per
quell’ultima supplica mentre la macchia di sangue sotto di
lui si allargava
sempre di più sul pavimento. Non riuscì
però nel suo intento poiché Yashuo gli
conficcò la spada in bocca zittendolo-Ti correggo, ex-moglie
io ora sono
sposato con TRINITY con un matrimonio di sangue celebrato con la morte
dei tuoi
uomini- gli disse il samurai ma fu inutile perché il suo
interlocutore era già
morto.
-Dovete
sapere che non so il motivo per cui sono qui, in un primo momento sono
venuto
per uccidere Fedekira ma mi sono fatto prendere così tanto
la mano nel fare a
pezzi la gente che non conosco più il motivo della mia
venuta- fece Yashuo
grattandosi la testa con TRINITY- poco male, se sono qui e
c’è un premio lo
raccolgo- continuò sorridendo.
-Smettila!
Yashuo riprendi il controllo di te stesso! Mio marito non parlerebbe
mai in
questo modo non sei più tu. Quella spada ti ha fatto il
lavaggio del cervello
ribellati. Non è possibile che tu abbia dimenticato
completamente il nostro
amore, io continuo ad amarti come ti ho detto a cena. Ti prego mi
appello a tutto
ciò che c’è di giusto in questo mondo
marito mio, riprenditi! - gli urlò la
moglie piangendo. Le sue lacrime potrebbero essere viste come un
disperato
attaccamento alla vita e un rifiuto verso la morte, ma non è
così. Lei non
piangeva per la paura di morire ma per la paura che ad ucciderla fosse
il suo
amato marito. Non aveva paura di essere fatta a pezzi, non le importava
cosa
quell’uomo voleva fare al suo corpo, temeva invece
ciò che quell’uomo voleva fare
al suo cuore che conteneva il suo preziosissimo sentimento
d’amore.
-Hai detto
bene forse tuo marito non l’avrebbe fatto ma io non sono
più tuo marito, ormai
sono sposato con questa bellissima tesoruccia- fece alzando la spada
facendo
cadere la moglie in ginocchio per la disperazione.
-Andate
avanti- disse Jiiko avanzando contro quel demone- mi
occuperò io di lui. Col
passare degli anni ho affinato una straordinaria capacità
nella lotta corpo a
corpo. Vedete il mio lavoro consiste nell’intrattenere gli
uomini che giungono
a palazzo e come sapete c’è sempre chi tocca di
più. Quindi ho dovuto imparare
a difendermi dagli uomini per sopravvivere e adesso vi farò
vedere il mio
imbattibile stile di combattimento- finì iniziando a correre
contro il loro
aggressore.
Questo
vedendo quella tipa venirgli incontro si piegò in due dalle
risate fino a
piangere e stette così finchè la povera Jiiko non
fu a tiro di spada, quindi si
asciugo le lacrime- Orizzontale e Verticale- e il combattimento era
finito.
Sul volto di
Jiiko si dipinse una smorfia di dolore poi il suo corpo si divise in
quattro
parti perfette e piombò a terra privo di vita. Yashuo le si
avvicinò le prese
la parte della gamba destra- Questo è vostro a TRINITY
bastano tre- fece
lanciando questa verso le due uniche superstiti che erano sotto shock
per poi
riscoppiare a ridere.
-No scusate
era un po’ squallida. Povera Jiiko non aveva mai colto il
punto delle cose, non
ha mai capito la vera natura della vita. Ha vissuto nel suo mondo
fantastico
col suo corpo favoloso sognando di essere la principessa. Ma noi non
viviamo in
un sogno ma in un incubo- disse passando la mano insanguinata sulla
lama della
spada.
La morte di
Jiiko fu devastante per le due donne. Più guardavano quel
corpo senza vita più
pensavano che tra meno di qualche minuto anche loro avrebbero fatto la
stessa
fine. Nonostante questa paura riuscirono a dominare il panico. Anzi la
morte di
quella donna se da un lato le aveva turbate dall’altro diede
la forza alla
figlia dello Shogun di muoversi.
Questa non
aveva ancora raggiunto la maggiore età ma aveva un coraggio
che neppure le
vecchie possono vantare di possedere. Si mise così davanti a
quell’uomo che la
guardò sogghignando anche se il suo volto tradiva una punta
di stupore e iniziò
a parlare–Sei un mostro io so che prenderai la mia vita
stanotte voglio solo
che tu sappia che all’inferno la tua anima, o meglio, quello
ch’è rimasto della
tua anima brucerà tra le calde fiamme della giustizia
alimentata da tutte le
vite che hai spezzato stanotte. Parlò ora con te uomo buono
che mi salvasti
quella volta, non preoccuparti io ti perdono possa solo la tua anima
trovare
pace e che gli dei perdonino la tua stoltezza. Ora sono io lo Shogun,
mi è di
diritto, possiamo parlare alla pari demone. L’uomo che
possiedi mi salvò la
vita quindi può disporre della mia esistenza come
più vuole io non mi opporrò
ti chiedo solo di risparmiare sua moglie anche se lui la rinnega come
tale. Un
demone non può arrogarsi il diritto di distruggere
l’amore degli uomini- disse
con voce forte e chiara tanto che per un momento il samurai
esitò.
Ma fu solo
per quel secondo, per quel secondo qualcosa si sciolse e una calda
lacrima
scese lungo la usa guancia destra, quando però questo fu
passato si sentì un
tonfo e rimase un solo superstite in tutto il palazzo.
- Ora ho
finalmente riparato all’errore che mi procurò
questa brutta cicatrice. Come fui
stolto quando mi misi in pericolo per salvare l’inutile vita
di una bambina. Non
raccoglierò il tuo sangue. TRINITY non lo vuole. Saresti
stata una buona
regnante ma ho dovuto assecondare il volere della spada -disse Yashuo
con un
lieve rammarico nelle ultime parole. Qualcosa lo stava facendo esitare
si
iniziava a sentire strano. Si asciugò la lacrima con TRINITY
e scacciò via quei
pensieri ma rimase stupito nel vedere che Fedekira ora gli stava
davanti
sorridendogli.
-Io non
posso oppormi a te. Non che ne abbia la forza, ma anche se
l’avessi non lo
farei. Non posso permettere che ciò che amo si ferisca-
disse avvicinando una
mano verso il viso del marito dandogli una dolce e tremante carezza.
Negli
occhi di questo comparse qualcosa, la vista della moglie gli stava
provocando
una lotta all’interno del suo cuore. Sentì tutto
il suo sangue ribollire e
dimenarsi finchè tutto ritorno alla normalità.
Mise un braccio intorno al collo
della moglie e la strinse.
-Yashuo…ti
amerò sempre Yashuo- disse questa sputando sangue per la
spada che l’amato le
aveva conficcato nel petto. Yashuo guardò il sangue scendere
dalla ferita e
scorrere lungo il bordo della lama- Io no. Mi dispiace. Non posso
amarti poiché
questo non è un amore. Un amore non è un amore se
non si può bagnare nel sangue.
Guarda i volti che urlano sulla mia amata le loro urla mute
testimoniano il
nostro amore. Cos’è un amore se non senti il
bisogno morboso del tuo oggetto
amato? Cos’è un matrimonio se non viene celebrato
nel sangue? A che serve avere
una ragazza se non puoi tagliarle la gola e vederla sanguinare?- e
dicendo
questo sfilò la spada.
La ragazza
emise un docile verso di dolore e cadde all’indietro ma il
demone la mantenne
per i capelli. Lei ora stava in ginocchio davanti a lui sanguinante
priva della
forza di aprire gli occhi per vedere l’uomo che le faceva
questo. TRINITY si
mosse velocemente e la gola della ragazza si squarciò. Un
getto di sangue colpì
in volto Yashuo che rialzò la spada e con un netto colpo
recise la testa di
Fedekira. Fatto ciò la sollevo e la mise in modo che il
sangue che usciva da
questa cadesse sulla sua spada che mandava getti d’aura
rossi. Questi si
andarono ad allungare sempre di più finchè non
raggiunsero e avvolsero la testa
per poi farla a pezzi.
Ora se ne
stava in silenzio difronte al lago nel bosco lì vicino ad
osservare il modo in
cui l'acqua si increspava creando dei cerchi che si espandevano, si scontravano
e si
restringevano. Stava aspettando l’arrivo di quei guerrieri
che lo Shogun aveva
menzionato aveva voglia di altro sangue. Gli aveva fatto piacere
uccidere
Fedekira ma il piacere era presto passato lasciando spazio ad un vuoto
ancora
più grande. Pensò a come avesse fatto fino a quel
momento a vivere senza mai
assaporare il gusto frenetico dell’omicidio.
Sollevò la spada che gocciolava
ancora sangue e si fece cadere un paio di gocce di quel liquido rosso
sul viso
e in bocca. Il sangue aveva proprio un sapore dannato non gli piaceva
proprio a
differenza di TRINITY. Erano così diversi, ma le differenze
non contano niente
in amore.
Abbassò
la
spada ed iniziò ad osservare i volti urlanti che si
muovevano su questa quando
ad un tratto la sua attenzione fu catturata da qualcosa che gli pendeva
dal
fianco. Era la sua spada della quale non riusciva ormai più
a ricordare il
nome. Sorrise alla vista di quel debole strumento di morte che spauriva
difronte all’eleganze e alla mortalità di TRINITY.
Come era possibile che fino
ad allora non si era accorto di avere con se quell’infimo
pezzo di metallo.
Posò TRINITY alla sua sinistra e mise una mano
sull’elsa per prendere la spada
e buttarla nel fiume.
Appena la
mano toccò la spada si ricordò subito il suo
nome. Caliptica era un nome così
confortante ed equilibrato, sembrava che ogni parola del nome trovava
il suo
giusto spazio e si univa perfettamente con le altre. Quel senso di pace
e di
equilibrio gli provocò una piacevole visione.
Smuokinuow
si trovava davanti a lui, aveva una mano sulla fronte e il suo volto
era il
ritratto della tristezza –Amico io ho scelto te non per la
vicinanza o per raccomandazione
ma perché confidavo nel tuo animo temperato e buono. A
quanto pare però la
creazione ha battuto il creatore. A volte capita quando si è
troppo bravi a
creare cose. Ma la storia non finirà così, non
possiamo darle un lieto fine ma
almeno possiamo preservare il nostro nome. Gli oggetti per quanto
potere
possano avere non riusciranno mai a piegare completamente la
volontà di un uomo
buono. Stai dando troppo valore a quel pezzo di metallo, se ad una
ragazzina
dai importanza non importa la tua perseveranza la tua fine avanza
poiché quando
meno te l’aspetti lei t’azzanna e la tua
volontà ammazza. Dai valore più a
quello che desideri che a quello che ami- gli disse per poi scomparire
in una
nube di fumo.
Quando
Yashuo tornò nel nostro piano spirituale vide che TRINITY
stava brillando
poiché voleva essere raccolta dalla fredda terra per essere
d nuovo impugnata.
Il demone si affrettò a raccoglierla con la mano sinistra
poiché il samurai
nella destra impugnava la sua Caliptica.
Non seppe
cosa pensare quando le due spade davanti a lui si scontrarono
sputacchiando
scintille colorate. Non sapeva per chi fare il tifo e neanche cosa
stava
succedendo. Si limitò quindi a osservare il suo braccio
destro combattere
contro il sinistro e chiedersi se quella era la prova finale della sua
follia.
Entrambe le
braccia erano formidabili combattenti. Scartavano di lato per schivare
i colpi,
paravano, contrattaccavano e ferivano il rivale per poi ricominciare da
capo.
La situazione andò avanti per un po’
finchè il braccio sinistro sembrò dire al
destro qualcosa del tipo –Che c’è non
sai usare l’aura? Io non posso usarla se
non la usi prima tu fifone lo sai, sono troppo sportivo-.
Si doveva
essere proprio qualcosa del genere poiché in quel preciso
istante le due
braccia attivarono simultaneamente il loro potere. Le due spade
iniziarono a
brillare dei loro colori spirituali, rosso per TRINITY e azzurro per
Caliptica,
illuminando tutto il bosco e riflettendosi sul lago che sembrava
scintillare. Yashuo
vedendo l’intenzione dei due sfidanti si accucciò
e sollevò le braccia il più
in alto possibile in modo che non lo decapitassero con qualche fendente
mal
calcolato.
-Pensi di
potermi in qualche modo sconfiggere? Siamo state forgiate dallo stesso
fabbro
questo è vero, ma io sono l’incarnazione della
battaglia. Sangue, morte,
violenza scorrono in me e sono parte di me. Come pensi di potermi
sconfiggere
in un combattimento se sono io stessa il combattimento-
sembrò continuare
TRINITY.
-Hai
ragione, in me non risiede abbastanza forza per continuare a rispondere
ai tuoi
fendenti perché tu contieni al tuo interno il senso stesso
del combattimento.
Ma ricorda il fuoco selvaggio bruciante viene spento dalla calma acqua
del lago
piatto!- sembrò rispondergli Caliptica. Poi
iniziò a tagliare l’aria in più punti
con precisione chirurgica.
In poco
tempo si crearono dei piccoli vortici d’aria che andarono ad
avvolgere la spada
e il braccio sinistro- Il nemico principale di una spada è
l’aria, se la
densità dell’aria intorno a questa aumenta, non
può muoversi e quindi non può
tagliare un bel niente. Essere il senso di qualcosa è
inutile se non si riesce
ad applicarlo! - sembrò urlare Caliptica trionfante alla
vista di TRINITY che
si dimenava per uscire da quella soffice presa.
Il braccio
sinistro iniziò a stendersi verso l’esterno ma fu
per poco poiché con un guizzo
rosso TRINITY si liberò dell’aura del nemico- Che
stupido. Non importa se io
sono il fuoco e tu l’acqua finchè mi attacchi con
la tua aura non potrai mai
sconfiggermi poiché la mia aura è molto
più forte- e intendendo questo la spada
sparò una scarica di proiettili rossi contro la sua stolta
avversaria.
Caliptica
guardò quei getti rossi avvicinarsi lentamente, lo spazio
che le divideva era
poco ma quel colpo ci metteva così tanto ad arrivare. Rimase
per quei secondi a
guardare la sua amica con compassione poi con un rapido fischio si
attivò il
mulinello d’aria.
Da questo
vortice parti un getto d’aria che andò a
deflettere il proiettili di TRINITY
respingendoli indietro. Questi colpirono il braccio sinistro
spingendolo
all’indietro verso la schiena con tale forza che Yashuo per
il dolore dovette
alzarsi e mettersi orizzontalmente rispetto alle due spade.
-A volte
l’uomo buono e valoroso deve staccarsi il braccio senza
pensare a quanto sangue
possa uscire per adempiere alla giustizia- sembrò dire
Caliptica prima d menare
il fendente che pose fine a tutta quella storia.
Il braccio
sinistro di Yashuo cadde a terra orizzontalmente con ancora TRINITY in
pugno
rivolta verso l’alto. Il massacro era finito, in quel momento
la ragione era
forse finalmente riuscita a prevaricare sul volere di morte e violenza
che la
spada instaurava nel suo portatore? Nessuno può saperlo,
possiamo solamente
conoscere il risultato delle leggi che regolano il nostro mondo non le
leggi
stesse se no l’uomo le seguirebbe per risparmiarsi tanti
dolori e insuccessi.
Nel corso dei secoli le menti più brillanti della nostra
specie hanno
teorizzato semplificazioni di queste leggi (fisica, matematica, chimica
e
kamasutra) ma solo uno è riuscito a comprenderle. Peccato
che il caro Dr.Faust
sia stato esiliato in un’altra dimensione, avremmo potuto
chiedergli qualche
spiegazione che ci avrebbe fatto capire meglio il senso di tutto questo
anche
se penso che la violenza può essere difficilmente spiegata.
Per quanto
riguarda il destino di Yashuo questo può essere riassunto in
un motto di
spirito tanto usato dai samurai dell’epoca e riportato un
paio di volte in questo
racconto. Il terreno vicino al lago era scivoloso e bastò
che Yashuo spostasse
un po’ di più il suo peso verso sinistra per
cadere rovinosamente.
Il caso, la
giustizia, l’ingiustizia, la provvidenza, la beffa o quel che
sia, volle che
cadde proprio sulla TRINITY che gli trapassò il cuore
uccidendolo sul colpo.
Quando però i rinforzi lo trovarono il volto del samurai si
presentava sereno
con gli occhi chiusi e un leggero accenno di sorriso sulle labbra.
Il capo dei
rinforzi aveva ricevuto una lettera molto dettagliata su TRINITY e
sulle sue
peculiari capacità e segui scrupolosamente tutte le
precauzioni del caso. Non
volle quindi neanche estrarre la spada dal corpo del samurai che fu
deposto
fuori al tempio più vicino dove già si erano
presi accordi per custodire la
spada.
Per
controllarla meglio furono prese una serie speciali di misure di
sicurezza.
Prima di tutto fu avvolta in uno speciale fodero fatto con la pelle si
scroto
di monaci vergini. Fu poi stabilito che i guardiani della spada
dovevano essere
sterili, vergini e aver perso tutti i capelli per cause naturali
poiché alla
spada piacevano i capelli lunghi.
Le
precauzioni tennero la spada lontana dagli stupidi per molto tempo
finchè dopo
una brutta guerra il tempio fu distrutto e la spada perduta. Le tracce
di
questa dopo quella devastante guerra si persero completamene e la sua
stessa
leggenda iniziò a essere dimenticata finchè un
giorno un mago novellino grazie
a delle conoscenze molto particolari e a molta fortuna mista a soldi
riuscì ad
ottenere la spada come regalo per un amico.
Gideon aveva
sempre voluto una katana, fin da piccolo aveva letto molti manga e
giocato a
molti videogiochi in cui ogni protagonista ne aveva una. Quando Pain
gli regalò
TRINITY stava appena uscendo da una brutta storia amorosa (che avrebbe
rimpianto in confronto a quelle che ebbe dopo aver avuto la katana) e
quindi si
sentì subito molto legato alla sua spada che
soprannominò Cuccicucci per via
del suono che faceva quando si estraeva dal fodero (il singolare suono
era un urlò
di liberazione e di respirazione perché, come Pain aveva
già scoperto, la spada
posta nel fodero era oppressa dalla inettitudine passiva della pelle di
questo
e si dimenava come un hippy in gabbia)
Ora
però la
coesione che provava per la spada era completamente diversa qualcosa di
molto
più profondo ma allo stesso modo pericoloso per la
dipendenza che gli dava
quella sensazione. Non ci fece però molto caso, aveva TRINITY
da molto tempo e
riusciva a controllarla come nessun altro mortale aveva mai fatto.
Sarà stato
per il fatto che la sua generazione non prende niente sul serio o
perché il suo
cuore ferito gli permetteva di capire ciò che provava il
pezzo di spada
spezzato ma bisogna riconoscere che oltre al suo proprietario era fin
ora
quello che aveva posseduto TRINITY per più tempo.
A proposito
di tempo ormai era quel tempo. Si decise quindi ad entrare in piazza e
notò
subito che davanti a lui seduto sui gradini della basilica
c’era il suo
avversario calmo perso in chi sa quali ricordi. Estrasse subito TRINITY
e buttò
il fodero di lato. Il suono da questa emesso attirò
l’attenzione di Ronkudo che
si alzò brandendo la sua Masamune che iniziò a
brillare di un blu profondo.
I due
sfidanti erano l’uno di fronte all’altro con le
loro katane fosforescenti a
fissarsi e a studiarsi pensando a cosa dire o fare per iniziare lo
scontrò. Fu
in quel momento che il sole fu inghiottito dal mare facendo piombare
tutto
nell’oscurità illuminata solamente dalle aure
delle spade dei due sfidanti (per
un guasto tecnico i faretti posti sul pavimento lungo tutta la piazza
non si
accesero quella notte).
Notucce
personali :)
Hey ma non
l’avevi
già scritto? Ho avuto problemi con internet e non ho potuto
postarlo sono la
tristezza sfigata. Tralasciando questo ora ci sarà un
combattimento che vi ho
promesso da bho non lo so be’ finalmente Gideon combatte col
più grande samurai
di tutti i tempi DIN DIN.
Nel prossimo
invece ci sarà lo scontro tra altri due fuori classe Zio
Peppino e Feng Chin e
finalmente finiamo questo capitolo e ci rioccupiamo di Pain *-*
Vi ho
schematizzato un po’ la situazione ma non dirò
altro…dirò solo…capra magica,
chi capisce capisce.
Detto questo
vi saluto tutti
Bye
CUORICUORI<3