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Autore: Shaina    28/02/2005    21 recensioni
Quando la vita ha già raggiunto il suo equilibrio... ma nel nostro cuore sono rimasti frammenti di sogni infranti, o irrealizati. Piccoli "sogni proibiti". Yukari aveva scelto Hiroyuki... ma se un giorno per caso, il suo "sogno proibito" prendesse il sopravvento, lo asseconderebbe? Se rivedesse Joji... cosa farebbe?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paradise Kiss

Sogni proibiti

 

Non avrei mai pensato di rivedere Joji in quel modo.

Mio marito era in viaggio, quella sera, ed io ero andata a fare shopping: avevo finito di lavorare prima del previsto, e mi restava ancora qualche ora prima di cena, così mi ero diretta in centro.

Non avevo una meta precisa: semplicemente non avevo nessuna voglia di tornare a casa.

Mi trovai a vagare per le strade, sbirciando qua e là le vetrine dei negozi.

Ad un tratto, riconobbi, esposto in vetrina, il marchio dei Paradise Kiss: e sotto, la firma dello stilista, che rispondeva al nome di… Joji Koizumi.

 

Ma ciò che mi colpì più di ogni altra cosa fu l’annuncio.

 

Lo stilista Joji Koizumi, si recherà in questo negozio tutti i giorni, questo mese, per presentare le sue più recenti creazioni, che sfileranno in anteprima in passerella. I suoi fan avranno la possibilità di ammirare le sue nuove creazioni, prima ancora che siano messe in commercio. E alle prime dieci persone che si presenteranno alla sfilata, verrà offerto in omaggio un capo d’abbigliamento a scelta.

 

Ebbi un tuffo al cuore. Joji… era lì.

Avevo visto le sue creazioni per l’ultima volta al musical di Broadway, dove ero andata con mio marito in luna di miele...

Tokumori non aveva detto nulla, in quell’occasione, ma sono certa che non gli era sfuggito il fatto… che fino all’ultimo io avevo sperato di incontrare Joji…

 

Sono passati quindici anni da allora. E il mio matrimonio procede.

Come? Non saprei. Procede. Tutto qui. Non mi sta deludendo… ma non mi dà particolari soddisfazioni.

Non ho ancora figli. Dopo quasi quindici anni, io e Hiroyuki non abbiamo ancora avuto bambini.

Per chi ci conosce la cosa è inammissibile: “Possibile che non vi siate ancora decisi?” continua a ripetermi Miwako.

 

Io mi limito a sorriderle, ogni volta che tira fuori l’argomento: non posso dirle niente. Non credo che riuscirebbe a capire, quello che dovrei spiegarle…

Lei non ha mai mostrato esitazioni: è riuscita a restare al fianco di Takeshi per tutto questo tempo, nonostante lo scapestrato che è il ragazzo in questione…

Io non ne sono stata capace. Quando Joji mi propose di andare con lui, anteposi la mia carriera di modella alla mia storia con lui… senza volerlo.

Tutta la nostra storia era stata un turbine di instabilità… ed ero sempre stata io a farmi avanti. Senza che lui prendesse posizione. Senza che riuscissi mai a capire cosa Joji volesse davvero. Alla fine, nessuno di noi due riuscì a cambiare le cose. Io e Joji dovemmo rinunciare a tenere in piedi il nostro rapporto… un rapporto che ci stava imprigionando. Tentare di salvarlo ulteriormente avrebbe significato arrampicarsi sugli specchi…

Doveva finire.

 

Ma certe sensazioni non si dimenticano. E i cristalli delle emozioni che Joji era stato capace di farmi provare, mi rimasero addosso… e hanno costruito una retina che mi ha impedito di vivere la mia vita appieno… senza di lui. 

 

Quel semplice cartellino aveva riportato tutto a galla. Ed entrai nel negozio.

 

Non avevo faticato molto, per trovare Joji: non lo trovai molto cambiato.

Aveva i capelli più lunghi, ma continuava a tingerli di blu. E portava ancora le lenti colorate. Invece, lui non mi ha riconosciuta subito.

 

Normale. Anch’io avevo dovuto tingermi i capelli di blu. E quando la folla si disperse, rimasi imbambolata come una scema.

 

- Cosa desidera, signorina?

 

Niente. Non riuscivo a trovare niente di sensato da dire. Vidi la sua espressione accigliarsi, e notai che sembrava piuttosto seccato dalla mia intromissione.

 

Qualcosa dentro di me si mosse. E ritrovai la voce. Almeno per mormorare il suo nome. - Joji…

 

Rimasi a guardarlo che mi fissava con aria interrogativa e temetti il peggio, quando lui allungò la mano, verso di me.

Fu allora che mi riscossi, scuotendo la testa e riuscii a rilassarmi appena: - Sono… Yukari.- mormorai. - Yukari Hayasaka.

 

Una frazione di secondo, il tempo che l’imput arrivasse al suo cervello, ed un attimo dopo i suoi occhi si spalancarono dalla sorpresa. I suoi occhi. I suoi bellissimi occhi azzurri… Portava ancora le lenti colorate.

- Ho visto l’annuncio, fuori…- gli spiegai. Avevo le mani sudate, e mi tremavano le gambe.

- Yukari…- balbettò lui. Scosse velocemente la testa: - Stai facendo spese?- mi chiese, cercando di darsi un contegno.

- Sì… qualcosa del genere.- balbettai.

 

Solo l’inizio. La conversazione andò avanti a fatica. Ci separammo, visto che la fila per la mostra continuava ad aumentare. Ma prima che io uscissi dal negozio, Joji mi richiamò: - Senti… ti andrebbe di bere qualcosa, uno di questi giorni?

 

Certo che ne avevo voglia…

 

Non speravo di rivederlo in quel modo e non posso assolutamente dire che me lo fossi aspettato. Non avevo saputo più nulla di lui.

Nonostante tutto, però, quando lo incontrai, mi resi conto che avevo desiderato di rivederlo da sempre.

 

Sì, ma per fare cosa? Cosa speravo succedesse, adesso?

Bella domanda. Non ne avevo la più pallida idea.

 

Yukari Hayasaka e Joji Koizumi si erano incontrati in città dopo quindici anni. Quindici anni dalla fine della loro storia.

Un imprevisto del fato.

Un altro bivio della vita.

E adesso?

 

Mentre ricordavo tutto ciò che era accaduto tra noi, durante gli anni della nostra adolescenza, avevo la sensazione di guardare la mia vita dall’obiettivo di una telecamera. La mia mente aveva ricostruito gli eventi nello stesso modo in cui avrebbe potuto registrare le sequenze di un film.

 

Non ricordo più chi prese l’iniziativa.

So solo che accettai l’invito di Joji, per l’indomani.

 

Ci incontrammo nei pressi del negozio, alla fine delle sue ore di lavoro. Era ormai il tramonto, quando raggiunsi il luogo dell’appuntamento.

 

Joji era già lì. Il suo sorriso mi scaldò il cuore, quella sera. Adesso, che ero con lui… ogni cosa che avevo vissuto insieme a lui tornava a galla. I suoi baci, le nostre passeggiate, la sensazione che ho sempre provato stando tra le sue braccia…

 

Istintivamente, lo presi a braccetto.

 

Lui non si ritrasse.

 

Ma quella sera, sulla via del ritorno, capii che Joji avrebbe voluto chiedermi di Tokumori. Gli avevo già detto che mio marito era via.

 

- Sei innamorata di tuo marito?

 

Quella domanda mi diede uno scossone.

 

No…

 

Cosa avevo fatto nei quindici anni precedenti?

Non amo Hiroyuki…

 

Avevo lasciato che la mia vita scorresse via, come l’ombra di quello che avrebbe potuto essere. Senza viverla fino in fondo.

 

- Per quale motivo? Lui non sarebbe felice se lo sapesse…

 

Lo sapevo benissimo. Hiroyuki avrebbe avuto mille volte ragione. Ma il problema era mio.

- L’unica cosa che vorrei davvero... non posso ottenerla da sola, Joji… ma l’unica persona che può aiutarmi…si è tirata indietro. Mi ha lasciata quindici anni fa con un pegno d’amore… e dubito che abbia cambiato idea, anche adesso.- gli risposi.

 

Sei tu…

 

- Non sei cambiato da allora… Sei diventato famoso in tutto il mondo…

 

L’unica cosa che mi rimane di te è l’anello… e la chiave dell’appartamento dove hai conservato le tue creazioni… quelle che mi hai regalato…

 

- Questo è un problema che non ha soluzione. Non riuscirò mai a dimenticarti.

 

Non guardavo più quello che mi stava intorno. Avevo concentrato la mia attenzione sui suoi occhi. E anche se apparivano impassibili, percepii il tormento del suo cuore.

Non mi tirai indietro, quando Joji mi afferrò la nuca. Avevamo troncato la nostra relazione, ma la nostra storia non era mai finita.

 

A distanza di quindici anni ero ancora innamorata di lui.

- Non c’è futuro, per noi, Yukari… non funzionerebbe.- mi disse, quando ci separammo.

Lo sapevo benissimo. Ma non me ne importava.

- Lo so.- risposi. E avevo le lacrime agli occhi. - Solo per questa notte, Joji. Domani sarà tutto finito.

 

Vidi i suoi occhi intristirsi.

Non potevamo più tornare indietro.

Mi strinsi a lui. Non importava se tutto sarebbe finito.  

 

Ricordo il tonfo del materasso sotto di me…

Le mani di Joji che mi strappavano i vestiti di dosso…

 

Il profumo pungente della sua colonia…

La sensazione delle sue dita fra i miei capelli…

 

Le sue labbra sulle mie…

Le nostre dita intrecciate.

 

Il calore del suo corpo.

 

Il mio corpo stretto al suo.

 

Nel nostro piccolo universo, sotto le coperte di un letto di un albergo a ore.

 

Il ticchettio della sveglia. Fu quello il suono che mi riportò alla realtà, all’alba del giorno dopo.

Lui dormiva placidamente accanto a me. Mi alzai e mi rivestii in silenzio.

 

Non aspettai che si svegliasse, per andarmene. Avrei solo complicato le cose.

Gli lasciai solo un biglietto d’addio.

 

Non volevo creargli problemi. Quello che avevo avuto mi bastava.

 

Ormai non potevo più continuare a chiedermi cosa ne sarebbe stato di noi se la nostra storia non fosse finita. Era un capitolo chiuso.

 

Quella fu l’ultima volta che mi incontrai con lui da sola. Da allora in poi, sarei stata solo la signora Tokumori, per lui.

 

Il mio unico grande amore era stato lui.

E volevo lasciargli il ruolo prezioso che aveva avuto in passato. Perché lui non era cambiato, e la nostra storia si sarebbe ripetuta come in passato, e aveva già dimostrato di non poter funzionare.

 

È stata una bellissima follia. Ma il sogno è finito.

 

Non smetterò mai di amarti. 

 

Addio Joji… e grazie.

  
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