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Autore: zaynseyes_    03/08/2015    1 recensioni
"Tu--tu non assomigli ad un angelo" esclamai stupidamente. Il ragazzo aveva tatuaggi lungo le braccia e un abbigliamento poco consono all'aspetto di un angelo. Che poi, come diavolo si vestiva un angelo?
Lui fece spallucce "Che ti aspettavi? Non tutti gli Angeli sono uguali"
"E a me doveva capitare quello che assomiglia al tatuatore in fondo alla strada?"
*
Si avvicinò e mi sfiorò la guancia con il naso, accarezzandomela delicatamente e respirando pesantemente sulla mia pelle.
"Sei la persona più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita" le parole mi uscirono dalla bocca senza il mio consenso.
La logica e il corpo di Zayn più vicino del dovuto, a quanto pare non andavano molto d'accordo.
.
.
| Dove Zayn è un Angelo Custode un pò particolare e Charlotte una ragazza molto realista e affatto sicura di se stessa |
#Accenni Larry, se non vi piace il genere evitate di leggere o in alternativa di saltare le parti inerti ad esso. Grazie dell'attenzione.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scesi le scale, diretta in cucina per farmi uno spuntino. Trovai Emily vicino al bancone mentre tagliava con dedizione le verdure che aveva comprato il giorno prima.

"Ehi Emily" la salutai "Cosa cucini di buono?" chiesi, sbirciando oltre le sue spalle.

Lei si voltò con un sorriso sghembo "So già che non ti piacerà per niente quello che ho intenzione di cucinare" disse, riprendendo a tagliare le numerose verdure sul bancone.

Arricciai il naso "Non dirmi che quelle verdure servono per fare lo stufato"

Lei fece un ampio sorriso "Esatto, signorina. Le ho prese dal miglior fruttivendolo della zona e sono freschissime. Sono sicura che verrà un ottimo stufato e-- non fare quella faccia!" esclamò Emily, voltandosi quel tanto per vedere la mia espressione di disapprovazione.

"Emily. Mi hai appena detto che cucinerai uno stufato pieno di verdure, che per la maggior parte odio, e che sembrano disgustosamente salutari. Che altra faccia dovrei fare?" chiesi ironica.

Se non si era capito, odiavo le verdure. Odiavo il loro gusto, il loro colore e tutto quello che aveva a che fare con loro. Le mangiavo solo in casi eccezionali o perché obbligata.

"Non puoi mangiare sempre quelle schifezze, Charlotte. Mi chiedo come tu sia ancora così incredibilmente magra" affermò pensierosa.

Guardai in basso, esaminando il mio fisico. Non credevo fossi così magra ma Emily non mentiva mai. Era sempre così mostruosamente sincera, anche quando non vorresti.

"Ti dispiacerebbe finire di tagliare queste verdure? Ho davvero bisogno di farmi una doccia. Ci metterò poco, giuro" disse frettolosamente, dopo aver lanciato un'occhiata all'orologio appeso nell'altra parte della stanza.

"Okay, nessun problema" aggrottai le sopracciglia confusa "Dove devi andare?"

Si voltò di scatto "Cosa? Da nessuna parte. Io--devo solo farmi una doccia" fece un finto sorriso.

"C'è qualcosa che devi dirmi, Emily?" incrociai le braccia al petto.

"No, assolutamente. Solo che stasera avevo intenzione di uscire fuori con un paio di amici. Scusa, oggi dovrai restare a casa da sola" disse lei, ricordandosi improvvisamente di quel piccolo dettaglio.

"Con chi devi uscire, esattamente?" chiesi, inarcando un sopracciglio sospettosa.

"Uhm, nessuno. Solo un paio di amici" rispose lei vaga, passandosi velocemente una mano tra i capelli.

"Ne sei sicura?" chiesi ancora una volta, allungando la testa verso di lei minacciosa.

Lei incrociò le braccia al petto "Adesso i ruoli si sono invertiti? Dovrei essere io quella a chiederti con chi esci e dirti di non fare tardi"

"Peccato che io sia la ragazza più asociale di questo quartiere e che non abbia nemmeno un'amica" dissi "Quindi adesso tocca a me questo compito"

Lei sembrò vacillare, alla ricerca di una risposta efficace. Poi sbuffò infastidita e guardò nuovamente l'orologio.

"Uscirò con un ragazzo, stasera. Un mio vecchio amico" rispose lei, anticipando la mia domanda.

"Dove andate?" chiesi.

"Senti, risponderò a tutte le domande che vuoi, adesso però devo andare a fare la doccia. Dammi mezz'ora e sarò tutta tua" affermò lei, indietreggiando verso le scale che portavano al piano superiore.

"Aspetta, voglio solo-" incominciai ma mi fermai quando vidi Emily correre, letteralmente, su per le scale.

Sbuffai e scossi la testa. Poi lanciai un'occhiata verso il bancone e arricciai il naso quando notai le verdure non ancora tagliate.

Raggiunsi il tavolo e afferrai il coltello affilato. Incominciai a tagliare la carota più arancione che avessi mai visto, togliendo ogni tanto una ciocca di capelli che mi cadeva sul viso.

"Sei così sexy quando tagli le verdure"

Sobbalzai e per poco non mi tagliai il dito con il coltello "Idiota, stavo per farmi male per colpa tua! Altro che proteggermi, tu mi vuoi uccidere!"

Rise leggermente "Non ci potrai mai credere, ma mi sto affezionando a te"

"E poi perché diavolo appari sempre alle mie spalle?" chiesi stizzita, tagliando con più veemenza un gambo di sedano.

Sentì dei passi sul pavimento, segno che si stava avvicinando. Mi spostò i capelli di lato e lentamente avvicinò le labbra al mio orecchio.

"Forse perché da qui ho una visuale migliore" sussurrò malizioso "O forse perché ho sempre preferito poter avere il controllo sulle persone, poterle dominare. Sai che la colonna vertebrale è uno dei tanti punti deboli degli umani?" chiese, sfiorandomi la schiena con le punta delle dita.

Arrossii vistosamente e trattenni il fiato per il tocco leggero e freddo del moro, dietro di me. Presi ad osservare le piastrelle della cucina di fronte a me.

"E quali sono invece i punti deboli degli Angeli?" chiesi, cercando di non balbettare e farmi prendere per idiota.

Lo sentì ridacchiare e poggiare una mano sul balcone, intrappolandomi così nel suo pseudo-abbraccio.

"Non lo vuoi sapere davvero" rispose, sorridendo maliziosamente e strofinando la punta del naso sulla mia guancia.

Voltai leggermente il capo, guardandolo con la coda dell'occhio. Adesso il suo naso quasi sfiorava le mie labbra.

"E se invece lo volessi sapere?" insistetti, continuando ad assecondare il suo gioco.

Lui mi guardò con una scintilla ad illuminargli gli occhi "Se proprio ci tieni a saperlo, te lo dirò." disse, accontentando la mia segreta curiosità. Si spostò di nuovo verso il mio orecchio, sfiorandomelo poi con le labbra "Noi Angeli non possediamo molti punti deboli, ma siamo particolarmente più vulnerabili quando ci eccitiamo. Non succede spesso, però non è nemmeno una cosa impossibile. In fondo, abbiamo pur sempre qualcosa di umano in noi. Non è facile trattenere i propri istinti, lo sai Charlotte?"

Se possibile, arrossii ancora di più e ritornai ad osservare il muro della cucina.

"E se non riuscite a frenare i vostri...istinti, cosa fate? Andate a letto con il vostro protetto?" chiesi con ironia e un pizzico di curiosità.

Zayn restò in silenzio per un paio di secondi, tanto che pensai che fosse scomparso. Così mi girai, e sobbalzai quando lo vidi a pochi centimetri dalle mie labbra mentre mi osservava divertito.

"Questo non te lo dirò. Assolutamente no" scosse la testa e ridacchiò imbarazzato, distogliendo lo sguardo dai miei occhi indagatori e ingenui.

"Perch- oh!" esclamai. Era ovvio cosa facessero per frenare i propri istinti. Domanda stupida, molto stupida.

"Già" annuì, leggendomi nel pensiero. Diventai rossa come un peperone e presi ad osservare le verdure di fronte a me.

"Forse è meglio che mi allontani, o potrebbe succedere uno di quei momenti" sorrise sghembo.

"Smettila" affermai sbuffando.

"Di fare cosa?" chiese stranito, indietreggiando di qualche passo.

"Di mettermi in imbarazzo" borbottai infastidita.

Ci fu un momento di completo silenzio tra di noi. Poi Zayn parlò e "Scusa" disse dispiaciuto.

Notai il noto serio con cui parlò e scossi la testa "No, non dispiacerti. In fondo non è colpa tua"

La colpa era mia. Mia e della mia timidezza, del mio pudore e della mia stupida ingenuità.

Dopo un breve momento, immersa nei miei pensieri, ritornai alla realtà e ripresi a tagliare le rimamenti verdure sul bancone.

Continuavo a pensare e ripensare alle parole di Emily. Dopo tanti anni che si era completamente presa cura di me, evitando accuratamente tutto il genere maschile, adesso usciva con un ragazzo, un suo vecchio amico. O forse dovrei dire una vecchia fiamma?

Cosa aveva intenzione di fare? Andare a letto con lui ogni volta che ne sentiva il bisogno o accoglierlo qui a casa nostra come se fosse diventato il suo fidanzato ufficiale? E poi, era davvero single come credevo? E perché non me ne aveva mai parlato?

Un sacco di domande mi si affollavano in testa e non avevo risposte neanche ad una di quelle. Era così frustrante.

Sentì la mano di Zayn poggiarsi delicatamente sulla mano con cui tenevo il coltello. Neanche mi ero accorta che stavo frantumando il povero gambo di sedano sul bancone.

"Cosa c'è?" mi chiese cautamente.

"C'è che sono preoccupata, Zayn" risposi, lasciando il coltello e voltandomi completamente verso di lui.

"Lo so" rispose lui.

Inarcai un sopracciglio "E allora perché me l'hai chiesto?"

"Sento che c'è qualcosa che ti turba ma non riesco a capire cosa sia" rispose lui tranquillamente.

Sospirai "Emily non mi ha mai parlato di un uomo. In realtà non mi ha mai parlato della sua vita sentimentale in generale. E adesso se ne esce così, dicendomi che se ne sta andando ad un appuntamento con non so chi, io ed io non so neanche che intenzioni abbia questo ragazzo! È una situazione snervante" dissi tutto d'un fiato.

Gli angoli della bocca di Zayn si sollevarono in un sorriso compiaciuto.

"Cosa c'e?" chiesi infastidita. Si stava per caso prendendo gioco delle mie emozioni? Come diavolo si permetteva.

"C'è che anche se dici che non ti importa nulla di Emily, che non è tua madre e che mai lo sarà, in realtà ti importa di lei. E tanto. So che non lo ammetterai mai a te stessa, ma questa è la verità. E tu stessa lo stai dimostrando adesso" rispose lui, aprendo le braccia e indicando la situazione che si era creata.

Non sapevo cosa rispondere. Per quanto odiassi ammetterlo, Zayn aveva ragione, su tutto. In fondo Emily era stata una parte importante della mia vita e anche se non la considerassi mia madre, in un certo senso lo era.

Sbuffai come una bambina e feci il broncio "Smettila di essere sempre così ragionevole. Non ti sopporto"

Lui ridacchiò "Già, me lo dicono in tanti, ma non riesco mai a capire perché sia considerato sempre così fastidioso." si mise una mano sul mento "Probabilmente perché ho sempre ragione. Gli umani a volte sono così stupidi"

"Ti ricordo che anche tu sei metà umano" gli ricordai.

"Oh, vero. Tendo sempre a dimenticarlo" ghignò.

Scossi la testa senza speranza e ritornai ai miei pensieri.

Perché Emily non me ne aveva mai parlato? Se fossi stata come una figlia per lei, sarei stata così importante da essere avvisata della sua vita sentimentale, di tutto quello che le riguardava. Evidentemente non ero poi così importante come pensavo.

"Sai che Emily è una ragazza riservata, Charlotte. Se non te ne ha parlato significa che quest'uomo non è poi così importante per lei da dovertene parlare. È grande, sa quello che fa. Probabilmente vuole solo passare una serata con qualcun altro, poter parlare liberamente, senza freni, e perché no, magari flirtarci e andarci a letto. È una ragazza, anche lei ha i suoi bisogni e le sue necessità, e poi ha ancora venticinque anni. È ancora troppo giovane per occuparsi di una figlia, ma nonostante questo lei lo ha fatto lo stesso. Perciò...lasciale il suo spazio. Lascia che si diverta" concluse Zayn con un sorriso accennato.

Elaborai le sue parole nella testa e annuì lentamente. Inutile dire che aveva ragione anche questa volta. Se fossi stata nei suoi panni, probabilmente avrei fatto lo stesso.

"E se quel ragazzo le fa del male?" chiesi allarmata.

"Charlotte, non-"

"Charlotte, che stai facendo?" mi voltai spaventata verso Emily, che era apparsa sulla soglia della cucina con un turbante sui capelli e un asciugamano avvolto intorno al corpo.

"Io-- niente. Avevo-- avevo finito di tagliare le verdure" feci un sorriso tirato e lanciai un'occhiata a dove pochi secondi fa era Zayn.

Era scomparso appena in tempo.

Emily lanciò un'occhiata al bancone e arricciò il naso "Spero che tu non abbia tagliato in quel modo anche il resto delle verdure"

Seguì il suo sguardo e vidi il sedano sul bancone a piccoli pezzetti minuscoli.

"Sapevo che odiavi le verdure, ma non credevo così tanto da trattarli in quel modo" continuò divertita.

Soffocai una risata e roteai gli occhi. Improvvisamente mi venne un dubbio e mi rivolsi a Zayn.

Emily avrebbe potuto vederti se non fossi scomparso in tempo?

"No, nessuno può vedermi, eccetto te"

E non possono neanche sentirti? chiesi stupita.

"No, Charlotte. Io sono come se fossi un'ombra nella tua mente, un'illusione che tu sola puoi vedere. È impossibile che altri possano vedere o solo percepire la mia presenza"

E perché io non l'ho mai percepita? In fondo se sei un'ombra nella mia mente, avrei almeno dovuto sentirti.

"Non è così facile. Tutti gli Angeli, prima che si mostrino agli Umani, creano intorno a loro un aura che li protegge e che evita che queste sensazioni arrivino nella mente dell'uomo. È una cosa piuttosto intelligente. Chi ci ha creato di certo sapeva esattamente come e cosa fare" lo sentì ridacchiare.

"Charlotte, mi stai ascoltando?"

"Eh, cosa? Che succede?" esclamai, ritornando in me e guardando Emily di fronte a me.

"Sembravi piuttosto pensierosa, più del solito. Tutto bene?" chiese, con la fronte aggrottata.

"Si, si, certo. Scusa" risposi velocemente.

"Avanti, so che stai morendo dalla voglia di riempirmi di domande" rispose lei divertita "Dai, sono pronta"

"Uhm, okay" dissi pensierosa. Non sapevo da dove iniziare, così optai per la domanda più semplice e scontata "Chi è il ragazzo con cui esci?"

"Si chiama Adams, un mio vecchio amico del liceo. Pochi giorni fa ci siamo incontrati per caso e abbiamo deciso di uscire insieme. Come amici, si intende" rispose.

"Nessun ragazzo sano di mente direbbe ad una ragazza di uscire fuori solo 'come amici'. O è gay o è proprio un idiota"

"È gay?" chiesi senza giri di parole.

"Charlotte!" spalancò la bocca "No, non è gay!"

"Allora è un idiota"

"Ti piace?" chiesi sospettosa.

"No, non credo. Insomma, è un bel ragazzo ma non-- non mi piace, no, almeno credo" rispose frettolosamente, senza pensare troppo alla risposta.

"Dove andrete?" incrociai le braccia al petto. Sembravo proprio una madre che stava cercando di ricavare più informazioni possibili dalla figlia minorenne alle prese con il suo primo appuntamento.

"In un locale qui vicino. Se stai per chiedermi se ci andrò a letto, la risposta è no. Prenderemo solo qualcosa da bere e parleremo un pò, niente di più" rispose con un sorriso divertito.

Arrossi vistosamente "In realtà non volevo chiederti se avevi intenzione di andarci a letto. Certe cose è meglio che non le sappia" scossi la testa disgustata.

"Vedrai, quando proverai il sesso non la penserai allo stesso modo" mi fece l'occhiolino.

"Te l'ho detto che amo questa ragazza? Mi offrirei volontario a 'portarla a cena' se solo non fossi invisibile ai suoi occhi. In tutti i sensi"

"Zayn!" esclamai nella mia testa indignata.

"Emily!" esclamai, spalancando gli occhi e la bocca. Cercai poi di riprendere un certo contegno e mi schiarì la gola "Chi te l'ha detto che non l'abbia già fatto?"

Lei mi guardò terrorizzata "L'hai già fatto? Cosa-- quando? Con chi? Perché non me lo hai mai detto?"

Roteai gli occhi e scossi la testa "Emily, stavo scherzando. Rilassati"

"Non farlo mai più." sospirò di sollievo "Voglio sapere tutto da oggi in poi, okay? Tutto"

Annuì "Anch'io. Non credere che la discussione sia finita qui"

"Certo, mammina" rispose lei ironicamente.

Poi mi misi da parte, permettendole di prendere la verdura tagliata a cubetti sul bancone e gettarla dentro una pentola, messa precedentemente sul fuoco.

"Emily, solo...stai attenta okay?" le dissi, sospirando e guardandola mentre ripuliva la cucina.

Lei si voltò nella mia direzione e mi rivolse un dolce sorriso "Lo farò. Adesso vai, sali in camera tua. Ti chiamerò io quando è pronto"

Annuì e riluttante mi diressi nella mia stanza. Trovai Zayn sdraiato sul letto, con una mano sotto la testa e il capo già voltato verso l'uscio della porta.

"Non dire una parola!" dissi stizzita, avvicinandomi al letto e sdraiandomi accanto al moro.

Lui ridacchiò ma restò in silenzio, facendomi poi avvicinare al suo corpo e poggiare il capo sul suo petto.

Dopo un paio di minuti, Zayn mi mise una mano sulla fronte e premette leggermente il palmo sulla mia pelle.

Per un attimo sentì un leggero calore irradiarsi dalla sua mano, e subito dopo l'usuale tocco freddo della sua pelle. Zayn fece poi cadere la mano al suo fianco e sorrise compiaciuto.

Mi sentivo...sollevata, più tranquilla e in un certo senso anche più rilassata.

Alzai lo sguardo su di lui "Cosa hai fatto?" chiesi curiosa.

Lui mi sorrise rassicurante "Niente di che, in realtà. Ho solo eliminato un pò di quell'ansia e preoccupazione che ti stavano attanagliando la testa. Adesso dovresti sentirti meglio"

"Grazie, Zayn. Ne avevo proprio bisogno" gli sorrisi sincera e riconoscente.

"Lo so" mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse forte a sè.

Fu così che-- dimenticandomi della cena che Emily doveva cucinare per noi e il suo imminente appuntamento con un ragazzo-- caddi in un tranquillo e profondo sonno, tra le braccia del mio Angelo Custode.


 

___________

Come promesso, ecco il capitolo successivo!

Non so perché, ma questo capitolo è uno dei miei preferiti, ed è anche abbastanza lungo, dai! Ahaha

Se mi dimostrerete quanto vi è piaciuto e lo farete arrivare almeno QUATTRO recensioni, ne posterò subito un altro! Dobbiamo recuperare il tempo perduto eh u.u

Il capitolo successivo è già pronto, aspetta solo voi♥

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Com'è che non ho mai visto quella foto di Zayn prima d'ora? Io boh, le ingiustizie della vita e.e

Zayn che si morde il labbro comunque è illegale, stop.

  
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