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Autore: MysteriousSx    03/08/2015    2 recensioni
"Mi ricordo ancora quel giorno.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci. Faceva un caldo tremendo, che diventava peggiore sotto la tunica che indossavamo noi diplomati. D’altronde, quest’ultima era nera, e si sa, il nero attira il sole. Era il giorno che mi avrebbe cambiato la vita.
Ma non per il fatto che mi stavo appena diplomando e che quindi sarei andato al college e tutto il resto … no, quel giorno lo ricorderò per sempre per un altro motivo.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci, quando mi dissero che Thomas Edison era scomparso."
Un'indagine in corso. Un ragazzo scomparso. Numerosi sospettati. Ognuno ha qualcosa da nascondere. Ma chi sarà il colpevole?
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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I genitori
 
-Giornata di fuoco, eh, capo?-
-Puoi dirlo forte, George! Ragazzo diciottenne scomparso!-
-Ah, come minino ha fatto una fuga romantica con la fidanzatina!-
 
Joe Miller era a capo del commissariato di polizia, sezione persone scomparse, da circa due anni e mezzo. Era un bell’uomo di trent’anni, alto, capelli neri, occhi verdi e un sorriso che stendeva metà delle donne che incontrava. Lui e il suo vice, Carrie Baker, donna di media statura bionda, occhi azzurro chiaro di circa ventiquattro/venticinque anni, erano stati messi al corrente della scomparsa di Thomas Edison quel giorno stesso ed avevano attivato tutta la squadra per trovarlo. Erano andati alla cerimonia di consegna dei diplomi per prendere gli amici del ragazzo per indagare sulle cause probabili della scomparsa.
Joe li vide tutti: Minho, il migliore amico; Newt, il ragazzo silenzioso; Brenda, la migliore amica; Teresa, la fidanzata.
Era il momento di iniziare gli interrogatori.









3 ore dalla scomparsa









Pov- Joe

-Joe? Hai un minuto?- disse Carrie entrando nel mio ufficio.
-Ma certo, entra!- le dissi.
Lei entrò con un paio di cartelle tra le braccia. Una gialla e l’altra rossa.
-Ti ho portato quei documenti che dovresti firmare!- disse la mia collega, sedendosi di fronte a me.
-Oh, grazie mille!- dissi io.
Presi una penna dalla scrivania e cominciai a firmare quei pezzi di carta. Non li leggevo nemmeno. Nel mio lavoro, avevo imparato, documenti come le pratiche d’ufficio, erano quasi sempre uguali, poteva cambiare al massimo un punto o una virgola.
-Ecco fatto!- dissi, porgendole di nuovo le cartelle con un sorriso.
-Grazie mille! Erano per avere finalmente il consenso per indagare sulla scomparsa di Thomas Edison!-
-Oh, perfetto! Il caso è nostro, quindi?-
-Si! Dovremmo iniziare ad interrogare i soggetti … -
Già, gli interrogatori. Una cosa che ho sempre detestato fare. Ogni volta che cominciavo a fare le domande, loro piagnucolavano o pretendevano di avere diritto ad un avvocato, anche se non avevano fatto niente. Non li ho mai sopportati. Ma fa parte del mio lavoro, quindi …
-Andiamo! Chi sono i primi?-
-I genitori!-
 
-Scusate l’attesa … - dissi entrando nella sala degli interrogatori del commissariato.
-Si figuri!- mi rispose la madre del ragazzo. Molto giovane e bella con i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore. Il padre, invece, era un uomo alto con i capelli brizzolati neri, quasi grigi e gli occhi verdi.
La madre del ragazzo, Susan, mi sembra si chiamasse, mi sorrise mentre mi sedevo nella sedia di fronte a loro. L’unica cosa che ci separava, era quel semplice tavolo di legno.
-Dunque … dovrei farvi alcune domande su vostro figlio … -
-Ma certo, faccia pure!- disse il padre del ragazzo, Marcus, in tono accondiscendente – Non c’è niente che non andasse in Thomas!-
-Beh, signor Edison, se è scomparso, un motivo dev’esserci per forza … -
-Mio figlio non fa cavolate di questo genere!- disse Marcus in tono più esasperato.
-Marcus, calmati!- disse Susan, mettendo una mano sopra a quella del marito.
Marcus riprese fiato. Si rilassò di più. Io estrassi dalla tasca un foglietto. Mi ero appuntato alcune domande da rivolgere ai coniugi.
-Dunque, sapete se Thomas aveva dei problemi con qualcuno?- feci la prima domanda.
Era una domanda classica, che poniamo sempre per prima. Capita sempre più spesso che i ragazzi scompaiano perché hanno litigato con qualcuno o per una questione irrisolta.
-No, Thomas è il ragazzo più tranquillo che ci sia!- rispose la madre, gentilmente –Non ha mai avuto una lite con nessuno, ne sono certa!-
-Va bene! Allora … Thomas è fidanzato?-
-Si, ha una ragazza, Teresa, mi sembra che sia qui oggi … - disse il padre guardandosi indietro come per cercare la ragazza.
-E voi che ne pensate di lei?-
- Teresa è una bravissima ragazza! Lei e Thomas stanno insieme da quasi due anni, ormai!- disse Susan.
-E … per caso, avete notato se nell’ultimo periodo ci siano state crisi di qualche genere?-
-Beh, in effetti, c’è stata una sera, a cena, a casa nostra, in cui hanno  litigato …









*FLASHBACK*
 
Pov- Thomas
 
Mio padre si sta lanciando in uno dei suoi soliti sproloqui sul college e sul fatto che io un giorno in futuro dovrò seguire le sue orme, ecc …
Mia madre e Teresa stanno invece ridendo di una cosa della quale non avevo seguito il discorso per filo e per segno.
Io sto giocherellando con le verdure nel mio piatto, non avendo per niente fame.
Faccio finta di ascoltare mio padre, ma in realtà, penso a lui.
Sarei dovuto uscire da solo con lui, questa sera, ma mia madre mi ha incastrato in questa cena con una ragazza che crede che io ancora ami.
Ma forse io non ho mai amato Teresa.
Mai.
Ancora mi chiedo come ho fatto a pensare di mettermi insieme a lei, quando la persona che amo realmente era sempre stata lì, accanto a me.
Come se avesse percepito i miei pensieri, il cellulare mi vibra nella tasca.
Lo estraggo e vedo che mi è appena arrivato un sms. Proprio da lui.
Sorrido al solo pensiero.
Apro il messaggio.
“Ciao Tommy! Come va la serata?”
Sorrido di nuovo.
“Mi manchi da morire!” gli rispondo.
Dopo poco, arriva un altro messaggio.
“Mi manchi anche tu! Ce la fai a passare più tardi? :)”
“Ci provo! Non resisto un altro minuto!”
“Ahahahahahah, dai fai buon viso a cattivo gioco!”
“Si tu la fai facile! Ci vediamo da te :)?”
“Certo, tra mezz’ora?”
“Okay …”

 
Chiudo il cellulare e me lo metto in tasca.
 
Pov- Marcus

Vedo Thomas che comincia a messaggiare.
Non gli dico niente, ovviamente, mentre continua a scrivere, ma quando mette via il cellulare, gli chiedo:
-Chi era, figliolo?-
Lui colto di sorpresa, alza lo sguardo e cerca il mio.
Mi sembra che esiti un po’ prima di rispondere.
-Ehm … era, era Minho, mi chiedeva se tra poco passo da lui … -
- Thomas ma siamo qui con Teresa, non mi sembra il caso … -dice mia moglie. Io non le do torto, ma Thomas protesta.
-Ma, tanto avevamo finito … -
-Thomas, smettila di fare il bambino! Vedi Minho tutti i giorni a scuola, non penso sia un problema se stasera non vai da lui!- dico io, lasciando intendere che non voglio continuare a discuterne.
-E andiamo, papà … -
-Ho detto di no … -
-Minho? Non era Newt che ti scriveva?- chiede Teresa.
Io subito mi allarmo. Non voglio assolutamente che Thomas esca con quel ragazzo. Non mi era mai piaciuto più di tanto.
-Newt? Ma che dici?- chiede Thomas.
-Ho visto chi ti scriveva! Non sono stupida … -
-Allora se non lo sei, dovresti sapere che esiste la privacy … -
-Thomas, ma ti sembra il modo di trattarla così?- chiede mia moglie.
-Infatti, hai esagerato!- ribatto io.
-Non vi preoccupate, signori Edison, ormai è diventata un’abitudine … - dice Teresa.
-Cosa vorresti dire?- chiede Thomas.
-Sei distante!- risponde Teresa –Non mi fai sapere dove vai, ti incupisci, mi rispondi male, litighiamo in continuazione … -
-Cos’è? Ti devo rendere conto della mia intera esistenza? –
-Stiamo insieme! Potresti rendermi almeno partecipe della tua esistenza! –
-Forse non ne ho voglia, Teresa! E secondo te, perché siamo in questa situazione?-
-Per colpa tua, ecco perché!-
-Perché tu non mi concedi i miei spazi! Mi stai sempre e continuamente addosso!-
-E come dovrei fare? Sei tu che mi fai comportare così!-
-Ah, quindi sarebbe colpa mia? Se siamo in questa merda è solo per colpa tua!-
-Thomas! Non dire queste parole!-dico io.
-Non mi importa di quello che dico, perché tanto è quello che penso! E comunque, io esco lo stesso!- dice lui in ultima battuta, alzandosi dal tavolo e andando verso la porta.
-Thomas! Torna immediatamente qui!-dico di nuovo io.
Ma lui sbatte la porta ed esce.
*END OF FLASHBACK*
 
-Dopo di che se ne è andato! Da Minho, da Newt … non lo so … - concluse Marcus.
-Quindi, c’erano stati dei problemi, tra i due … - disse Carrie.
-A parte quella litigata, non saprei … - affermò Susan. –Ma sembrava tanto di si, dopo quella sera!-
-Bene! Verificheremo da chi si è effettivamente recato Thomas, quella sera! Nel frattempo, dovreste portarci il suo portatile e il suo cellulare!- dissi io.
-Ma certamente! Possiamo portarglieli anche oggi pomeriggio!- disse Susan.
-Perfetto! Bene, abbiamo finito per oggi, ma c’è la possibilità che potreste essere richiamati,per degli accertamenti … -disse Carrie
-Va benissimo!- disse Marcus, alzandosi poi in piedi. –Trovate mio figlio, commissario Miller!-
-Naturalmente!- dissi io.
Strinsi la mano ad entrambi, e poi loro uscirono, lasciandomi con i primi dubbi …
 



 
  
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