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Autore: MysteriousSx    28/07/2015    4 recensioni
"Mi ricordo ancora quel giorno.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci. Faceva un caldo tremendo, che diventava peggiore sotto la tunica che indossavamo noi diplomati. D’altronde, quest’ultima era nera, e si sa, il nero attira il sole. Era il giorno che mi avrebbe cambiato la vita.
Ma non per il fatto che mi stavo appena diplomando e che quindi sarei andato al college e tutto il resto … no, quel giorno lo ricorderò per sempre per un altro motivo.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci, quando mi dissero che Thomas Edison era scomparso."
Un'indagine in corso. Un ragazzo scomparso. Numerosi sospettati. Ognuno ha qualcosa da nascondere. Ma chi sarà il colpevole?
Genere: Introspettivo, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Brenda, Minho, Newt, Teresa, Thomas
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Prologue



 
Mi ricordo ancora quel giorno.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci. Faceva un caldo tremendo, che diventava peggiore sotto la tunica che indossavamo noi diplomati. D’altronde, quest’ultima era nera, e si sa, il nero attira il sole. Era il giorno che mi avrebbe cambiato la vita.
Ma non per il fatto che mi stavo appena diplomando e che quindi sarei andato al college e tutto il resto … no, quel giorno lo ricorderò per sempre per un altro motivo.
Era il 26 giugno ed erano appena le dieci, quando mi dissero che Thomas Edison era scomparso.







 








 
Alle otto precise di quella mattina, ero già sveglio. Mi ero fatto una doccia, mi ero messo una camicia bianca a maniche corte ed un paio di jeans. Avevo infilato la toga e messo il tocco.
Mi ricordo, di essermi guardato allo specchio per un lungo periodo di tempo.
Avevo diciott’anni. Avevo superato gli esami con un bel 90 %.
Potevo essere il ragazzo più felice della terra in quel momento.
Ed invece non lo ero.
Mi mancava una sola cosa per essere veramente felice quel giorno.
Ed era Thomas.
Pensando a lui, continuai a guardarmi allo specchio.
Poi andai verso la scrivania. Afferrai il cellulare e gli scrissi un SMS.
 
“Tommy. Ti prego, rispondimi. Ci sto malissimo per quella litigata. Mi dispiace di aver affrettato i tempi, hai ragione tu, forse non siamo pronti a dirlo a tutti.
Sono due giorni che non ti vedo a scuola, dove sei finito?
Mi manchi tantissimo, sai?
Per favore, perdonami, ti chiedo scusa per come mi sono comportato.
Rispondimi al più presto. Ti amo.”
 
Uscii di casa, salutando i miei con un cenno della mano. Vidi mia madre che piangeva, commossa. Vidi mio padre, uno sguardo fiero in volto.
Saltai dentro la mia macchina, misi in moto e mi recai verso la scuola.
Per l’ultima volta.
Certo, mi riusciva difficile guidare, dato che sono zoppo, però ci riuscivo abbastanza bene.
Arrivai puntuale alle nove.
Non appena uscii dalla macchina, Minho (il mio migliore amico e anche il migliore amico di Tommy), mi saltò addosso.







 








 
-CIAO DIPLOMATO!- mi urlò in un orecchio.
-Minho, piano! Le orecchie mi servono!- gli dissi.
-Scusa, sono emozionato! Un 88 non è mica da tutti i giorni!-
Minho si era diplomato con un brillante 88. Una cosa abbastanza strana dato che a scuola era una frana.
-Hai visto Tommy?- gli chiesi a bruciapelo.
-No, fratello! Stavo, anzi, per farti la stessa domanda!-
-Con me non parla più … -
-Non ci credo! Conti moltissimo per lui!-
-Dici davvero?-
-Me lo ha detto! Sta tranquillo! Qualunque cosa sia successa, vedrai che si sistemerà! E comunque, presto sarà qui, sia il suo bel culetto, sia il suo schifosissimo 100 e Lode!-
Il linguaggio di Minho non è proprio dei migliori, però aveva ragione. Thomas era il più in gamba della scuola, ma non per questo era considerato un secchione. Era anzi molto popolare. Giocava anche a Lacrosse. E la cerimonia dei diplomi era un evento troppo importante.
Un traguardo che lui aveva raggiunto appieno. Non poteva mancare.
Ma, a quanto pare mi sbagliavo. Solo che allora non lo sapevo.
Io e Minho ci recammo verso il palco parlottando e cercando Thomas con lo sguardo in mezzo alla marea di studenti. Non vidi lui, bensì Teresa.







 








 
Lei ci vide e ci venne incontro.
Cercai di trattenere un ringhio alla sua vista.
-Ciao ragazzi! Pronti?- ci disse come se non fosse successo nulla. Un sorriso strafottente stampato in faccia. Un sorriso che riservava solo a me.
-Prontissimi!- rispose prontamente Minho –Che premio danno per la bellezza e l’intelligenza insieme? Perché il sottoscritto vuole sentirsi lodare per entrambi!-
-Non è una consegna premi, Minho! Ci daranno i diplomi!- gli disse Teresa.
-Lo so, lo so! Ma se fosse stata una consegna premi, quello per lo studente “Più sexy e seducente dell’intera Jackson Hills” sarebbe stato mio!-
-Non credo! L’avrebbero dato a Tom! Tu non trovi, Newt?-
Uno dei principali obbiettivi di Teresa era quello di rendermi la vita impossibile.
Non la guardai, posai lo sguardo sull’erba sotto i miei piedi. Se aveva intenzione di farmi incazzare, ci stava riuscendo, ma non lo diedi a vedere. Le avrei dato una soddisfazione enorme.
-Ci vediamo dopo, Minho!- dissi e mi allontanai.
Mi scesero delle lacrime dagli occhi, ma me le asciugai con la manica.







 









 
Ci stavano per consegnare i diplomi.
Ma vennero interrotti da uno stridere di sirene.
Sirene della polizia.
Due volanti della polizia si fermarono davanti ai cancelli della scuola. Scesero dei poliziotti, vennero verso di noi.
Ricordo quei minuti. Minuti di ansia e di preoccupazione. Nessuno sapeva cosa stava succedendo.
Guardai Minho, e successivamente Brenda, l’altra mia migliore amica.







 








 
Tutti e due avevano uno sguardo confuso. E credo lo fosse anche il mio.
-Per favore, mantenete la calma!- ci disse uno dei poliziotti. –Dobbiamo purtroppo interrompere questa cerimonia!-
-Come mai, agente?- chiese la nostra preside, avvicinandosi.
-Un ragazzo, Thomas Edison, è scomparso!-
Il fiato mi mancò. Pensai di aver capito male, all’inizio. Ma il suono delle lettere che formavano il suo nome era così familiare.
Thomas era scomparso.
E io, sentii il forte desiderio di svegliarmi da quello che credevo fosse solo un incubo.
Ma, purtroppo era la triste realtà.
L’incubo ancora doveva cominciare.
 









 

 

 
  
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