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Autore: Mercy Amell    03/08/2015    3 recensioni
Veronica, diciottenne annoiata ed un po' sfigata, decide di scrivere un blog intitolato "Diario di un'amante di uomini", in cui narra dell'abbondanza delle sue cotte durante la vita. Veronica è infatti una grande amante dell'altro sesso, sebbene non abbia mai avuto una storia. Voleva essere un gioco divertente, qualcosa di simpatico, finché viene colta alla sprovvista da una "cotta malsana" che, usando il suo blog come principale confidente, racconterà giorno per giorno, recando al blog un successo inaspettato.
"Nella mia breve ed insignificante vita ho avuto cotte per ogni tipo di ragazzo: biondo con occhi azzurri, moro con occhi scuri, moro con occhi verdi, biondo con occhi castani, rosso con occhi verdi e persino con i capelli tinti (che schifo). Tante tipologie diverse di "uomo", tutte a me molto gradite. Devo esser sincera, ho un debole per i bei ragazzi, che siano bianchi o neri, gialli o verdi. [...] Tuttavia, nessuna di queste cotte ha mai comportato un vero e proprio "casino" per me, tutte, a parte quest'ultima.
Ciao, miei cari lettori, mi chiamo Veronica e, nonostante abbia diciotto anni, mi sono presa una cotta grande e grossa per un uomo di trentadue."
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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13-07-2015

Punto uno: oggi il caldo è stato più prepotente del solito, anche ora che è notte inoltrata. Sudo persino a scrivere col computer! Dovrebbe essere illegale sentire tutto questo caldo, ed è forse per questo che amo l'inverno. Tuttavia, l'inverno nella mia regione - la Sardegna - non si può definire esattamente "inverno", poiché nelle stagioni più prospere si raggiungono i venticinque gradi anche a gennaio. Fortunatamente non in tutta la regione il clima è così sfavorevole (si fa per dire), ad esempio nella mia Alghero a volte (raramente) è più fresco, più ventilato. Ma naturalmente ho deciso di passare l'estate dei miei diciotto anni a Cagliari in compagnia dei miei nonni e soprattutto in compagnia dell'afa che avvolge l'intera parte meridionale dell'isola. Ma non è la mia scarsa sopportazione del caldo "il sugo della storia" (come diceva Manzoni), bensì quello che il caldo mi ha portata a fare oggi. No, tranquilli, non sono impazzita, non ho avuto un esaurimento nervoso né niente di strano. Sono semplicemente andata al mare, alla ricerca di un po' di sollievo dalla prepotenza del caldo e, soprattutto, dalle costanti urla che ci sono a casa. Quindi, cominciamo a raccontare.
Dovete sapere che mia zia ed il suo caro fidanzatino non amano particolarmente il mare di Cagliari (in effetti fa un po' pietà), quindi ogni lunedì dall'inizio dell'estate hanno preso la loro Multipla, un paio di racchettoni, una palla, un frigo pieno di birra - esclusivamente Ichnusa - e me e sono partiti verso la bellissima Santa Margherita di Pula. Un vero paradiso, con l'acqua cristallina e la sabbia bianchissima. Anche oggi doveva essere così, per rispettare la routine, ma il destino ha voluto che in nostra compagnia ci fossero altre due persone: una certa Clara, una ragazzina di appena ventidue anni con la faccia da principessina e, soprattutto, Mauro. Ormai dovrei chiamare questo blog "The Adventures of Mauro and me" piuttosto che "Diario di Un'Amante di Uomini", ne sono consapevole, ma lasciatemi illudere che riuscirò a parlare di qualcuno che non sia lui. Nel momento in cui sono salita in macchina e ho capito di non essere l'unica compagna dei miei zii, sono sbiancata. Soprattutto perché non ci ho messo molto ad avvistare il caro e vecchio Mauro, con il suo solito sorrisetto malizioso stampato in faccia (e che faccia da schiaffi) ed una t-shirt talmente tanto attillata da lasciare veramente poco all'immaginazione. Lui era piazzato davanti, con i miei zii. Io dietro, e con me Clara, la sua fidanzata. Una fidanzata che ha appena quattro anni più di me! Durante il viaggio d'andata ho provato ad isolarmi, attaccandomi al finestrino e alzando il volume dell'iPod al massimo, perché di sentire gli schiamazzi dell'allegra banda non ne avevo alcuna voglia. Ma qualcuno lassù, oggi, sembrava esser proprio contro di me, poiché nonostante la musica assordante sparata nelle mie orecchie sono riuscita a sentire la risata stridula di Clara e la voce urtante (e tremendamente sexy) di Mauro. Giuro, ho pensato di aprire la portiera della macchina e scappare lontano da quella banda di matti. Però, che voi ci crediate o meno, un po' ci tengo alla mia vita. 
Una volta arrivati nella località, dopo circa due chilometri di camminata con borse, borsette e "giochi da spiaggia", abbiamo raggiunto la tanto agognata spiaggia. 
Per me andare al mare significa rilassarsi sul lettino sotto l'ombrellone, e di tanto in tanto andare a rinfrescarsi in acqua, per non più di cinque minuti. Per Francesco - meglio conosciuto come "mio zio acquisito" - invece andare al mare significa giocare a palla, poi a racchettoni, poi correre per la spiaggia, poi fare i filmini a rallentatore con il suo iPhone di ultima generazione, poi sghizzare, sghizzare e sghizzare. Ed appena ho appoggiato le mie chiappe sopra al lettino, ho capito che Mauro è persino peggio di lui. Mauro è infatti una specie di bambino troppo cresciuto, capace di svuotarti un secchio d'acqua gelata addosso mentre dormi. 
La mia intenzione tuttavia oggi era quella di leggermi un buon libro in tutta tranquillità, senza nemmeno entrare in acqua. Ovviamente, non mi è stato possibile. 
Quando l'allegra compagnia munita di giochi si è diretta verso il mare lasciandomi a fare la guardiana dell'ombrellone, ho seriamente pensato di avere una piccolissima possibilità di starmene in tranquillità, ma i miei desideri si sono infranti quando ho un Mauro completamente bagnato si è seduto sul mio lettino, accanto a me e mi ha strappato il libro dalle mani.
"Che cosa leggi? Il Cavaliere d'Inverno?" ha detto girandosi il libro tra le mani bagnaticce, ed io inizialmente non sono riuscita a proferire parola. Troppe emozioni per il mio debole cuore di amante di uomini.
"Ridammelo!" ho detto strappandogli il mio adorato libro dalle mani. So perfettamente di non esser molto capace di descrivere le scene eccessivamente emozionanti, ma ci proverò. 
Mauro ha alzato lo sguardo - uno sguardo eccessivamente penetrante - e giuro, i suoi occhi mi sono sembrati più chiari dell'acqua limpida del mare. Mi ha guardata, studiata, mentre tenevo stretto il mio adorato libro tra le braccia, e con il suo sguardo puntato contro, mi sono sentita piccola piccola. Sì, più piccola di quanto io non sia già! E poi Mauro era eccessivamente bello, con le sue decine di tatuaggi in bella mostra.
"Perché non vieni in acqua? Ci stiamo divertendo" mi ha chiesto, e non con quella solita nota d'ironia (di presa per il culo, se vogliamo essere sinceri), ma con tranquillità e... dolcezza. 
"Io mi diverto moltissimo a leggere il mio libro sotto l'ombrellone! E poi, se vi state divertendo così tanto, torna pure in acqua, non ti ho mica chiamato" ammetto che la mia risposta è stata un po' infelice, ma a volte per me è difficile interagire con le persone. Soprattutto con uno come Mauro. Sì, sono una disadattata. 
Mauro ha accennato una piccola risata, e l'avrei preso a schiaffi, ma poi ha detto: "sei esattamente come me. Uguale. E comunque se non vuoi venire di là, resto io. Mi dispiace che tu stia da sola" qualsiasi altra persona se avesse detto qualcosa di simile, ce le avrebbe prese dalla sottoscritta. Ma non lui. Non questa persona così tremendamente bella che mi è sembrato interessarsi veramente a me. O forse è solo la mia immaginazione. 
"Perché sarei uguale a te?" domanda legittima. E mi eccita l'idea di essere un po' simile a lui. 
"Sono sempre stato sul cazzo a molte persone, fin da piccolo. Ho il tuo stesso carattere, solo che forse sono un pochino più irascibile. Se ti sforzassi un po', potremmo andare d'accordo noi due. Ma tu mi odi" l'ha detto ridendo, sa che non è vero. Oddio, si capisce molto che vorrei semplicemente saltargli sopra, senza tanti giri di parole? Forse ce l'ho scritto in fronte, ma probabilmente è la mia faccia da pesce lesso a dimostrarlo. 
"Io non ti odio, ma trovo che tu sia tremendamente invadente" ho scandito le ultime parole, tanto per ribadire il concetto. Tiè! 
"Io sarei invadente?" ho annuito solennemente, come una dama di corte dell'ottocento. 
"Molla il libro, se non vuoi che faccia un bagnetto" e non ho avuto il tempo di lasciare il libro che Mauro, magicamente in piedi, mi ha presa in braccio come se fossi un sacco di patate e, incurante dei miei calci, pugni, urla assassine e minacce di morte ha percorso quel breve tratto di sabbia che ci separava dal mare, dove poi mi ha buttata come se fossi un pesce. Ecco, la definizione ideale per me è "pesce". Il mio nome è Lesso, Pesce Lesso. 
"Bastardo io ti uccido, io ti taglio la lingua e la getto in pasto ai cani e poi ti spellerò e darò fuoco al tuo insignificante corpo" ho urlato come sotto il comando del diavolo, con gli occhi fuori dalle orbite e le orecchie fumanti. Naturalmente, Mauro l'ha presa sul ridere. Ed io gli sono saltata sopra, e non per fare ciò che pensate voi, ma per affogarlo. 
Fanculo al romanticismo, fanculo alle mie stupide cotte, stiamo parlando della mia vita qua!
Purtroppo però il mio tentativo di affogarlo non è andato a buon fine poiché quel bastardo è riuscito ad afferrarmi e... a stringermi a lui. Sì, ho cambiato umore nuovamente. Sì, ho avuto paura di collassare lì, in mare, con le sue braccia che mi avvolgevano. Ed ho cominciato a delirare, facendo uscire dalla mia bocca suoni privi di senso. Suvvia, dovevo controllare il battito impazzito del mio cuore! 
Poi, per fortuna, ho visto lo sguardo di fuoco dell'adorabile Clara e mi sono decisa a dargli una spinta ed a farlo cadere completamente in acqua. 
Cari lettori del mio blog, la situazione si sta facendo più grave del solito. Cari lettori, le mie cotte non mi hanno mai guardata nemmeno per sbaglio. Nessuno, tranne Mauro.
Pregate per me,

L'Amante degli Uomini


Mercy Amell's wall
Mercy is back! Possiamo finalmente dire di essere entrati nel vivo della storia! Ye! Ok, freniamo l'entusiasmo ed analizziamo questo capitolo: per la prima volta ho voluto descrivere un Mauro un po' diverso, un Mauro quasi dolce ed un po' bambino. Dovrete farci l'abitudine, perché lo rivedrete molto spesso. 
Come secondo punto vorrei ringraziare tutti coloro che hanno recensito o seguono semplicemente la mia storia, mi spronate veramente a continuare, grazie di cuore. 
Al prossimo capitolo, 
Mercy

   
 
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