Lay
Me Down
Brittany’s POV.
Stupida.
Yes, I do, I believe
Persa.
That one
day I will be
Davvero stupida.
Where I was right there
Davvero persa.
Right next to you
Disperatamente stupida.
And it's hard
Sono avvolta
nella nebbia.
Sono
disciolta nell’aria, in goccioline di vapore.
Sudo lacrime di disperazione.
Dove
sono?
The days just seem so dark
Sono
diventata pazza.
Pazza di
dolore.
Pazza di
malinconia.
Pazza e
terrorizzata del vuoto, del baratro che ha tranciato in due il mio cuore.
The moon and the stars
Il Faro ha smesso di allietare il buio delle mie notti.
Non c’è luce, non c’è movimento.
Mi sento un buco nero.
Scruto da ore la volta celeste, col naso all’insù, sforzandomi
di vedere oltre l’apparenza della
realtà.
No, purtroppo non c’è altro che la cruda e dura realtà stessa delle cose.
Mi arrendo: non c’è più traccia di quella meravigliosa,
luminosa Via Lattea che dava un senso ai miei sogni.
Are nothing without
you
Lo sento, chiaro e forte.
Sento il sangue sgorgare da quell’oblio che mi si è formato nel
petto.
Eppure, sono solo lacrime quelle che scivolano in silenzio
fuori dai miei occhi.
Eppure mi sento come se avessi un pugnale conficcato dritto in
gola.
E poi quel ronzio nelle orecchie, in continuo aumento.
E i battiti di quel fottuto muscolo a perforarmi il torace, più
forti di prima.
Oh, Dio.
Ho
commesso peccato.
Ho
gioito troppo, con te.
Ho
goduto troppo, con te.
Ho
sperato troppo, in te. In noi.
Ho
peccato di eccessiva felicità, con
te.
Your
touch, your skin
Dolce miele, il profumo dei tuoi capelli.
Delicata e fragrante come il pane appena sfornato, quella tua
pelle color cioccolato alle nocciole e caffè.
Il tuo tocco leggero e gentile, ed anche sensuale, irruento,
febbrile.
E quel fuoco che ti invadeva l’anima.
E bruciavi di bellezza, sospesa su di me.
Il tuo sguardo così fiero, ma fragile quanto un castello di
carte in bilico a mezz’aria.
E la tua voce, la tua anima, forti e decise, sottili ma
imponenti, armonie dei miei giorni e di tutti i momenti.
Dio.
Più forte.
Il pugnale affonda ancor di più nella
carne.
Where
do I begin?
Ridi, nei
miei ricordi.
Il tuo
sorriso luminoso.
I tuoi
denti, fanculo!
Sono così pazza dei tuoi denti…
Stravedo per
loro.
Risaltano la
luce che scivola sinuosa tra le pieghe della tua bocca.
Sono
sensuali.
«Cazzo! I denti… Dovrei lavarli…».
«Britt, Amore, proprio adesso?».
Ridevo della tua faccia perplessa e
parzialmente irritata.
Effettivamente era da pazzi pensare
ai denti proprio in quel momento.
Quel
momento in cui ti ero a cavalcioni sul bacino, intenta ad esplorarti, da
perfetta dentista, la bocca con la lingua.
«E’ che non è colpa mia… ci ho pensato e poi…».
Le tue mani premevano con urgenza sulla
mia schiena, sul sedere, e le tue unghie nella carne.
«Mmmh, okay… vado dopo».
No words can
explain
L’eco della tua voce tintinna forte nel silenzio del mio
cuore.
«Mi fai un sorriso?».
Era davvero
impossibile non accontentarti.
Il tuo
sguardo diveniva così dolce, quando si posava su di me, che perdevo la
cognizione di tutto il resto.
Bastava guardarti
per sentire il cuore leggero, privo di preoccupazioni e problemi.
Bastava…
bastava.
The way I'm missing you
Vago nel vuoto priva di meta ormai da ore.
Persa.
«Fa’ la voce di Stitch,
dai!».
Avevo stretto
il tuo viso tra le mani e pizzicavo le tue guanciotte
rosse con le dita.
Avevi sbuffato, fintamente irritata,
mascherando una risata.
In fondo, molto in fondo, ti piaceva fare facce stupide e voci sceme per me,
per farmi ridere di gusto e gioia.
«Shhtitch….. p-p-persho».
Le tue labbra
si erano arruffate, e pareva ti fosse spuntato un becco da papera, al posto
della bocca.
Oh, Cristo, quanto ero pazza di te.
Avevo riso, baciandoti forte, stese su quel
divano, perse nel nostro mondo.
«E’
colpa tua se non riusciamo mai a guardare un film!».
Ti avevo zittita con una mano, mordendoti
il mento. «Non è vero! Non sono l’unica maniaca… è anche colpa tua».
Deny
this emptiness
Spio di
soppiatto quella boccettina color caffè dalla mensola, in cucina.
Qualche goccetta di
quell’intruglio ed il dolore sparisce, penso.
La sollevo
tra le dita, tremando.
Sento la tua
risata, ancora.
E la tua voce
si alza con forza, quasi tu fossi, d’un tratto, alle mie spalle.
«Ma che cazzo fai! Mettila via, porcatroia!».
Inorridita di
me stessa, caccio rapida il flacone sopra al mobile; devo essere davvero
impazzita.
«Piantala», mi dico, allontanandomi all’indietro,
correndo verso il mio letto.
This
hole that I'm inside
Pulcino, Orsetto e Stitch.
E la tua maglietta bianca.
Li stringo forte, e comincio a piangere ancora.
«Ohana significa “famiglia”».
«E famiglia significa che nessuno viene
abbandonato, o dimenticato», recitavamo assieme, ridendo.
E poi quello
sguardo, il tuo sguardo perso d’amore per me. «Tu sei la mia Ohana».
Eccolo lì, il
magone in gola. «E tu sei la mia».
Nascondo quei pupazzi sotto di me, e rotolo con la testa a
fondo, nel mio cuscino di piume.
Il cuscino.
L’odore dei tuoi capelli sulla federa a fiori.
La mia mano carezza dolcemente quel vuoto, quell’anima
invisibile che so ancora essere ferma lì, a dormire con me.
«San… non riesci a dormire? Ti senti male?».
Nel buio,
qualche attimo di silenzio, e poi avevi annuito, mugugnando qualcosa di
confuso.
Ed io ero nel
panico.
Ero così fottutamente incapace di rendermi… utile.
Inesorabilmente,
mi stavi già scivolando via dalle mani.
These
tears
Perché non mi sono accorta in tempo di quel tuo dolore?
Perché ero così fottutamente distratta da quella meravigliosa
felicità che mi stavi regalando?
Sono stata una stupida.
Non ho saputo ascoltarti.
Non sono stata in grado di leggerti dentro.
Avrei dovuto essere vigile per poterti salvare.
Avrei dovuto essere vigile per non lasciarti cadere.
«Britt… forse dovremmo prenderci una pausa».
Io ti ho guardata, sconvolta, completamente
senza parole.
«Che cazzo pensi di risolvere con una cazzo
di pausa?».
Silenzio.
Ed io avevo
già cominciato a piangere, perché inconsciamente avevo già capito che eravamo
vicine alla fine.
Ancora silenzio.
E poi quel
tuo abbraccio, che sapeva così tanto di disperazione, e di abbandono.
«No, scusami, sto dicendo cazzate. Non ti
lascio, non ti lascio. Non ti lascio. Scusami».
Avevo tirato
mezzo sospiro di sollievo, con gli occhi ancora gonfi di pianto.
Era
esattamente l’inizio della fine.
They
tell their own story
Un pianto incontrollabile.
Un lamento.
Non riesco a bloccarlo.
Non riesco a chiudere la bocca.
Non riesco ad arginare quella falla dentro di me, che vomita
ricordi su ricordi.
Piango, mi sciolgo, piango ancora.
Non ce la faccio.
Non ce la posso fare.
Cristo Iddio.
Sto male.
Fatemi male.
Che qualcuno mi picchi, mi spacchi, mi rompa la testa.
I tuoi
capelli legati ed il tuo sguardo appannato dalle lacrime.
Le mie
braccia ti avevano stretta forte.
Non
dovevo farti partire.
È stato uno
dei più fottuti errori della mia vita.
Eri così piccola.
Eri così
indifesa e dolorante.
Eri così dolce.
Eri così … mia.
Eri.
Told
me not to cry when you were
gone
Basta.
Esco di casa e comincio a correre.
Non so dove cazzo
andare.
Non so più chi cazzo
sono.
Non so cosa cazzo
sia rimasto di me.
Ti sei portata via tutto.
Hai tutto il meglio di me.
«Tu devi imparare a vivere senza di me. Devi
imparare a vivere da sola, con le tue forze. Ed io con le mie».
But
the feeling's overwhelming,
it's much too strong
Non riesco a muovermi.
Sono a terra, e l’asfalto brucia contro la mia pelle.
Passa un’auto.
L’autista suona il clacson con impazienza e mi lancia qualche insulto.
Lo so, non è il massimo sedersi in mezzo alla strada.
È che non riesco veramente a sbloccarmi da quella posizione.
Non ho mai desiderato tanto come in quell’istante di farmi del
male.
Di prendermi a pugni.
Di ferirmi, più di quanto il mio cuore fosse ferito.
«Promettimi che vivrai».
Mi asciugo quelle fottute lacrime per l’ennesima volta ed urlo
dalla disperazione.
Mi prendo la testa tra le mani e mi accoccolo sul ciglio della
strada.
Chiudo gli occhi.
È buio, e tutto il mondo è salato di pianto.
Can I lay by your side?
«E…
ce la farai, Britt, okay? Sei forte. Sei… la persona
più bella di questo mondo».
Non sono in grado di immaginare dolore più grande.
Non ci riesco.
Quante volte ti avrei dovuta mandare affanculo? Mh?
Le cazzate
sagge che dicevi…. Erano davvero clamorosamente cazzate.
E no, niente frasi del tipo “let’s just do the mature thing here, okay?”,
perché, vaffanculo, non c’era
giustizia in quelle tue parole.*
In realtà, non c’è giustizia in amore.
L’amore è illogico, è perverso, è assurdo,
è ambiguo, è criptico, è complesso, è un’emozione per dannati.
Eppure, eppure non riesco a trovare cosa
più viva dell’Amore.
Non riesco a trovare cosa più ingiustamente
giusta dell’Amore.
E no, lo so; quelle non erano cazzate.
Erano fottute verità giuste, nude e crude.
Verità per le
quali sto soffrendo come un cane, ancora.
Next
to you, you
«Io e
te, da adesso, non siamo più nulla».
Mi alzo in piedi, colta da un improvviso spasmo di nausea.
Scatto verso l’alto, respiro a fatica.
Mi sento soffocare.
Singhiozzo, ed ho le palpitazioni a mille.
Mi odio.
Percepisco che la cosa mi sta sfuggendo di mano.
Il dolore sta sfuggendo
al mio controllo.
Sto impazzendo.
Mi guardo attorno e non capisco… dove sono.
Quello strano verso che mi sta uscendo di gola mi ricorda il
canto di Fanny, la fede ed adorata fenice di Albus
Silente.
È il suo ultimo canto, dedicato al suo amato, prima di
andarsene senza meta, col cuore seppellito in quella tomba, assieme a lui.
È tutto così straziante.
And make sure you're alright
«Britt,
non… non sto bene».
Lo so.
Lo so.
Lo so.
I'll
take care of you
Non ho forze.
Sul serio, come ho fatto a pensare di essere diventata una
persona forte, con te?
Ero e sono rimasta una cazzo
di persona debole e fragile.
Sono ancora una bambina.
E forse lo sarò per sempre.
«Tu devi essere forte perché sei forte. Non
perché lo sono io. O perché io sono con te».
Ero forte perché ti avevo con
me.
Ero forte perché il nostro Amore mi proteggeva.
Non sono nulla, ora.
Mi sento vivere.
Percepisco la mia vita scorrere.
Eppure io
sono rimasta parecchi passi indietro.
E non trovo
un cazzo di motivo per spingermi
avanti.
È tutto così incolore senza di te.
È un cielo opaco, bigio, privo di arcobaleno.
I don't want to be here if I can't be with you tonight
«Siamo amiche. Fine».
Guardo assorta la casa che ho a fianco.
Il mio cuore sa perché sono lì.
Comincio a piangere ancora, impazzita.
Chino il volto a terra e scruto attentamente con lo sguardo
l’asfalto.
Le sto cercando.
Sto cercando i mozziconi di quelle Benson
che ci siamo fumate dopo aver fatto l’amore nella mia macchina.
«Cazzo! Diocristo!
Avanti, saltate fuori! Dove cazzo
siete!».
Grido. E ringrazio il cielo di essere in aperta campagna, in
una strada dove non passa mai nessuno.
«Ehi,
Britt? Alice mi ha chiamata e ha detto che la mamma
di Richi è passata e ti ha vista amoreggiare con una
mora…».
Una risata isterica mi era uscita di bocca.
«Ci ha viste? Merda».
Mi ero voltata dalla tua parte; il tuo
sguardo era interrogativo, lievemente spaventato.
La mia amica,
al telefono, non ci aveva dato di certo una bella
notizia…
Nessuno
sapeva di noi.
Chiaramente,
essere beccate da una parrucchiera
non era certo il massimo…
Una settimana
massimo e tutto il paese l’avrebbe
saputo.
Avevo perso
l’uso della parola e non riuscivo a spiccicare una sillaba.
Più che
spavento, ero… stranita dalla
casualità degli eventi.
Crudele il
destino quando ci si mette, mh?
«Sai cosa? Non me ne frega un cazzo. Che dicano
quello che vogliono», avevo mormorato, chiudendo la chiamata.
Le tue mani
non avevano smesso un istante di carezzarmi le gambe.
«Amore, per fortuna che non passa mai nessuno
di qui, eh?», e ridevi. «Ma… come
farai?».
Avevo fatto
spallucce, sorridendoti con calore. «Fregancazzo», ed avevamo ricominciato a baciarci.
«Spero che non ci abbia beccate mentre ero
con la testa tra le tue gambe, comunque…».
Il tuo viso
si era fatto paonazzo, e ti eri coperta gli occhi con le mani. «Britt… la tua testa era sotto il telo, cazzo…».
Avevo ridacchiato, facendoti l’occhiolino.
«La mia testa era sotto il telo, assieme
alla tua Gnocca Imperiale…».
I'm
reaching out to you
Niente.
Non c’è traccia di loro.
Non c’è nessuna sigaretta.
Nessuna.
Stringo i pugni e mi volto verso l’entrata di quella dolce
casetta giallo limone.
E ti immagino sul marciapiedi, col sorriso dolce e caloroso, e
pieno d’amore.
Hai le braccia tese verso di me, pronte ad accogliermi in un
abbraccio.
«Amore…», mormoro straziata. «Dove sei? Perché mi hai lasciata
qua da sola? Perché?».
Tutto questo puttanaio
non ha senso.
Quel dolore inutile, quelle parole che ci eravamo dette,
quest’oceano di sensazioni negative che sento in corpo.
Tutto fa schifo.
Senza la tua luce, il mondo fa schifo.
Can you hear
my call?
Sono così fuori di me che spero che il mio dolore ti arrivi.
Spero che tu senta
il mio malessere.
Spero che tu oda i
miei lamenti.
Spero che tu rinsavisca
e scelga di venire a salvarmi.
Perché sì, mi hai salvata.
Sei tu la vera salvatrice, tra noi due.
Salvatrice che
ha permesso a me di salvarti.
«No, Santana,
no. Non sono forte. Ho solo… ho solo questa immensa, fottuta speranza in te».
This
hurt that I've been through
«Io non ho speranza, Britt. Tu cosa
fai? Crolli, mh?»,
I'm
missing you, missing you like
crazy
Crollo, esatto.
Sto collassando.
Mi sento allo stremo delle forze.
Mi sento effettivamente priva di forze.
«Io e te non stiamo più insieme. Fine».
Se fossi una credente, pregherei Dio di mandarmi un Angelo a
salvarmi.
Poi ricordo che anche se non credo, Dio me l’ha mandato
ugualmente.
L’unica cosa che non sapevo era che persino gli Angeli
potevano fare del male.
You
told me not to cry when you
were gone
«Britt. Ti sto lasciando».
È che sono stupida, lo so.
Credo tutt’ora in lei.
Credo tutt’ora in noi.
Ci credo come una stronza disperata.
Ecco, visto?
È la fottuta speranza che fa andare avanti il mondo.
Fottutissima
speranza.
But
the feeling's overwhelming,
it's much too strong
E se quella non bastasse?
E se il Destino non lo permettesse?
Mi sento morire a pensare a quell’eventualità.
«Mi dispiace per il dolore, Britt… ma passerà…».
Can I lay by your side?
Sto lentamente morendo.
Mi sto ingrigendo.
Sono brizzolata come il capello di un cinquantenne.
Avrei tanto desiderato salvarti.
Avrei tanto desiderato poter combattere per te.
Avrei tanto desiderato essere in grado di capire che tu stavi
male.
Ecco perché mi odio.
Ecco perché ti amo.
Ecco perché non passa istante in cui non ti pensi.
Next to you, you
Muovo i piedi, e cerco di camminare.
Eppure, torno a fermarmi come una cretina nel bel mezzo della
strada.
Sono riuscita a bloccare le lacrime per qualche secondo; il
tramonto è delizioso.
Peccato che io non possa condividerlo con te, Santana.
And make sure you're alright
«Britt, ti chiedo scusa per il male…».
Ho gli occhi così talmente irritati dal pianto che la pelle ha
già cominciato a creparsi.
È come se avessi una cazzo
di infezione e non riuscissi a smettere di lacrimare.
Sospiro, mesta.
Impreco mentalmente, assorta nel dolore del silenzio, e giro
le spalle alle casette gialle.
Mi volto un’ultima volta e lei è ancora là, nei miei sogni, su
quel marciapiede, a salutarmi gioiosa, scoppiettante d’amore per me.
I'll
take care of you
Vorrei veramente che questa visione fosse reale.
Vorrei essere una diavolo di mogliettina contenta e felice, e
poterti preparare la cena tutte le sere.
Vorrei poterti riempire la borsa dell’acqua calda quando hai
male al pancino.
Vorrei poterti avvolgere nelle coperte e dormire contro il tuo
petto ogni notte.
«Sii
forte, piccola, mh? Sii forte. Solo questo».
Come avrei mai potuto affrontare tutto questo senza di te?
Non sono forte.
Non sono forte.
Non sono forte.
I don't want
to be here if I can't be with you tonight
Comincio a camminare, strofinandomi forte gli occhi.
Desidero immediatamente allontanarmi da quelle case.
Potrei scoppiare da un momento all’altro.
Per “scoppiare” intendo “scoppiare ed autodecompormi
in cinque secondi netti”.
«Apri
le ali e vola… Non sei più un pulcino».
È che sono davvero stanca di donare pezzi di me.
Sono stanca di ricevere segnali positivi dall’esterno, dal
mondo circostante.
Sono stanca di arrivare a volare… e poi franare al suolo come
se tutto fosse stato campato per aria.
Sono… stanca davvero.
E mi manca non poter essere più il tuo pulcino.
«Dimmi checcazzo di
animali insulsi sono le galline. Cioè, io non le capisco. Il pulcino lo
capisco. Ma la gallina proprio no».
Più guardavo quelle pollastre nel campo chiocciare,
e meno le gradivo. «Sono brutte! Non mi
piacciono le galline. No».
Un sorriso delicato e premuroso era
spuntato sul tuo viso. «Servono per darci
i pulcini, dolci, piumosi, morbidi… Belli come te».
Per poco non
avevo collassato; quella frase… oddio, stavo davvero arruffando le penne dall’emozione come un pulcino pulcioso.
«Ma che bella frashe
che è queshta», avevo gongolato, arrossendo di
botto. «E tu… shei
una paperina dalla teshta verde…».
Oh, Dio, eri
così … piacevolmente imbarazzata, e le fossette sul tuo volto ne erano la più
totale conferma.
Mi avevi guardata ed avevi riso, moolto istericamente. «Brittany…. Stiamo davvero… ma davvero… esagerando».
Di slancio, ti avevo presa in braccio,
stringendoti a me. «Mmmh, eppure è la cosha
più bella che tu mi abbia mai detto».
Avevi sbarrato gli occhi, quasi inorridita. «La più bella, davvero?». Avevi riso forte. «Mammerda, Britt!».
Mmh.
È come se riuscissi ancora a sentire le nostre voci, nella mia
testa.
È come se dentro al mio cervello ci fossero migliaia di file
audio suddivisi per cartelle, per giorno, per mese, per anno.
Stanno
aspettando che io prema play sulla
tastiera.
E, da
perfetta cogliona quale sono, lo faccio.
Lay
me down tonight
«Sei
stupida, lo sai? Sei davvero stupida, Santana».
«…
forse hai ragione, Britt».
Lay
me by your side
Godo ancora qualche attimo di quel tramonto, e poi riparto.
Destinazione?
Speranza.
Ci
aspettano tempi duri, Love.
Ma troverò davvero quella forza che mi hai suggerito di
cercare.
E tutte le
sere lo farò.
Scruterò gli occhi di ogni passante, e ti
troverò.
Sarò forte anche per te.
Lay
me down tonight
Sarò quella con la camicetta a quadri nera e blu, che ti
sorriderà brittanescamente
dall’angolo più remoto del pub.
Lay
me by your side
Pregusto
già quel momento.
Lo
posso percepire sin da ora.
L’emozione di rivederti.
Il cuore in fibrillazione.
Il profumo della tua pelle.
Il guizzo di vita briosa e gioiosa
dei tuoi occhi.
La delicatezza del tuo sorriso.
La morbidezza delle tue labbra.
Le tue battute cretine per rimorchiarmi (dopotutto, sono pur sempre
la tua Wikipedia, no?).
Le mie risate imbarazzate e, un pochetto, civettuole (è che godo nel farmi corteggiare da te).
Oh,
Dio, sarò così felice, quel giorno.
E
tutto il dolore, lo so, sparirà.
Perché,
davvero, non è tutto fino, no?
Ho
questa dannata sensazione di vederti sbucare dalla porta di casa.
Ho
la sensazione che ti rivedrò presto.
…
solo sensazioni, già.
Can
I lay by your side?
Amore, posso dormire con te, questa notte?
Next to you
Con te.
«Io non ho la
forza di scriverti cose stupende… Addii fantastici. Non ce l'ho. Sono a pezzi.
Perciò posso dirti solamente di essere felice prima con te stessa, e poi con
chiunque ti sarà a fianco, dovrai essere felice più che con me. Impegnati a
fare questo. Il destino non ci farà mai più incontrare, lo so. Sarei una testa
di cazzo cogliona e stupida a crederci e a sperarci. Perciò… Sii felice,
Amore».
You.
«Britt... Non posso dirti di aspettarmi... Non posso
prometterti nulla... E se tu non ci credi, forse è perché è così. Davvero se
avessi bisogno... Non farti remore nel contattarmi. Sii felice, sii forte... E
mi mancherai. Davvero. Un bacio... Amore».
Tienimi le
coperte calde, Amore.
Dopotutto sono una testa di cazzo cogliona e stupida che non ha perso la speranza.
Non ancora.
*la frase in
inglese è pronunciata da Santana nella puntata 4 della quarta stagione (fottuta
puntata…. Cogliona Santana).
** “Lay me down”
è un singolo di Sam Smith.
Canzone
meravigliosamente struggente (soprattutto la versione dello stesso Smith
assieme a John Legend) che non mi
appartiene.
Ma, beh, grazie
Sam, per questo meraviglioso pezzo.
La suddetta
Babbiona non è in vena di scrivere troppe
cagate….
Mmh.
Quando uno
scrive, lo fa perché se lo sente, perché si diverte, perché ha il mondo nel
cuore, perché è contento, perché è innamorato, perché… tanti perché. In primis,
a prescindere da tutte le motivazioni possibili ed inimmaginabili, credo, però,
che ognuno lo faccia perché ha il desiderio di comunicare qualcosa al mondo. No?
Qualcosa di
brutto, di bello, di diverso, di strano, di personale… qualcosa.
Perciò,
nonostante questa shot abbastanza deprimente, ho
voluto ricordare quanto la fottuta
speranza, molto spesso, salvi la vita alle persone.
Probabilmente,
tra quelle persone, ci sono anche io.
Ci sono tutt’ora.
E chissà quanti
altri di voi. No?
La fine di qualcosa non è poi mai la fine
del mondo, e dopo ogni “game over” ci sarà sempre un nuovo inizio, una nuova partita, che lo si voglia o meno.
E la speranza
serve per ricordarsi di questo.
È che il buio
non è per sempre; se si ascoltasse
attentamente Albus Silente, invece di dormire come citrulli ignoranti durante i suoi discorsi (Hermione lo sa bene), la gente sarebbe un po’ meno persa, e si ricorderebbe di accendere la luce al momento del bisogno.
…. Okay, sono
discorsi assurdi alla Brittany, ve lo concedo.
Ho finito,
davvero.
Perciò, boh, “fatto il misfatto”.
Alla prossima.