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Autore: Ysabell    26/01/2009    2 recensioni
// 1933. Una giovane bionda, pronta al matrimonio e alla famiglia. La sua vita spezzata e con essenza anche la speranza che il suo sogno diventi realtà.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rosalie Hale
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Passarono i giorni, i mesi, gli anni ed ero sempre più affamata, incontrollabile.
Non riuscivo a capire come potessero sopportare tutto questo.
L’odore del sangue era così forte, che mi dava alla testa.
Eppure Carlisle mi teneva la mano e cercava di confortarmi, ogni volta che mi portavano a passeggio.
Ero diventata la mascotte più indisciplinata che potessero avere.
Edward era sempre così accigliato, distante e scocciato dalla mia presenza.
Non capivo perché hai suoi occhi ero così riluttante, nonostante sapevo quanto potevo essere bella agli occhi di tutti.
Li sentivo i loro sguardi assatanati spogliarmi da quegli stracci che portavo addosso, ma anche se potevo avere chiunque ai miei piedi, non riuscivo a sopportare la loro voglia irrefrenabile di conquistarmi.
Ero arrivata al punto di scappare, quando un ragazzo dai lineamenti indiscutibilmente belli e raffinati, fu sul punto di regalarmi un mazzo di rose rosse, dopo la seconda volta che mi vide entrare in quel Bar.
Di certo non fuggivo per la vergogna, ne per l’imbarazzo, ma semplicemente perché tenevo a quella vita misericordiosa che mi ritrovavo innanzi agli occhi.
Sentivo il suo profumo e il sangue che gli scorreva sotto la pelle calda, morbida e palpabile.
Non potevo reggere a tutto quell’odore e così ogni volta, mi alzavo e me ne andavo via;
Coscia ovviamente, delle risate continue di Edward e di Carlisle.
Sbuffai offesa da tanta insistenza quando vidi quel ragazzo il giorno dopo, tornare all’attacco.
Non lo sopportavo più e incrociai le braccia irata, prima che Edward si avvicinò di colpo intento a mettermi un braccio attorno alle spalle.
Sentii un brivido lungo la schiena e sussultai sorpresa da quel gesto fin troppo volontario.
<< Mi sembra che la Signorina qui, abbia rifiutato più di una volta, se non erro. >> disse Edward calmo e docile come un agnellino, all’estraneo che non sembrava intenzionato a staccare gli occhi da me.
Il ragazzo senza accennare alcuna risposta, si protese ai miei piedi, inginocchiandosi davanti agli occhi sconcertati dei Clienti.
Sospirai, stringendomi ad Edward, per scappare a quel profumo irresistibile. Mi portai la mano davanti alla bocca, per tapparmi il naso.
<< Lei è la più bella donna che abbia mai visto al mondo, la prego di accettare questo piccolo dono, fatto con le mie mani. >> cinguettò il giovane moro, allungando le mani e il dolce caramellato che andava a formare, un cuore al cioccolato.
Per la sintesi quel giorno era persino San Valentino e Carlisle non era nei paraggi.
Cosa strana c’era solo Edward a complicare la mia vita eterna.
La mano che premetti sulla bocca, non serviva a scacciare quel profumo di sangue che sentivo trapelare dal ragazzo e non mi accorsi neppure dello scatto che la mia mandibola fece, se non fosse stato per il gesto impulsivo di Edward.
Mi sentiti voltare e i miei occhi ancora leggermente più scuri, incrociarono quelli ambrati e profondi del Vampiro.
<< Rosalie, stai calma. >> per una volta pronunciò il mio nome, così candidamente da mandarmi in una tale confusione,
che quando lasciai scivolare via dalla bocca la mano, sentii ancora più forte la voglia di saltare addosso alla preda che provava ancora a richiamare la mia attenzione.
Ma non mi voltai verso il ragazzo, perché le mani fredde di Edward preso il mio viso e lo avvicinarono al suo con tanta velocità, che neppure io me ne accorsi.
Avevo ancora gli occhi aperti, quando le sue labbra toccarono le mie e la mia lingua sfiorò la sua.
Il giovane che era ancora prostrato ai miei piedi, si alzò e gettando il dolce nel cestino, si allontanò ferito.
Ma non me ne resi conto io, troppo presa da quel bacio infantile che Edward tenne a darmi, solo per distrarmi dall’odore del sangue.
Perché era così, non significava niente per lui.
<< Edward. Rosalie >> ci richiamò alla realtà la voce di Carlisle, che ci fissava accigliato e impotente davanti a tale scena.
<< Oh Carlisle, Rosalie stava perdendo il controllo. >> soggiunge veloce e freddo come al solito, Edward.
Mi lasciò andare così in fretta che quando si alzò e mi resi conto di cosa fosse successo, gli lanciai un pugno sulla faccia che prontamente immobilizzò con la mancina.
<< Finitela ora >> rimproverò Carlisle, mentre mi allontanavo da Edward offesa e imbronciata, più che mai.
Sentivo gli sguardi curiosi dei Clienti, a cui rivolsi un ringhio furioso che li fece saltare sul posto.
<< Insomma Rosalie. Andiamocene. >> continuò Carlisle, prendendomi per mano e lanciando un’occhiata ad Edward che sogghignava contento.
<< Forza Edward >> sbiascicò in sua direzione Carlisle, mentre ci conduceva fuori dal Locale.


Ad un trattò sussultai, persa fra quei ricordi a cui mi aggrappavo con tutta me stessa e che con gelosia gli raccontavo.
<< Rosalie ?? >> chiamò Bella, mentre si ciondolava sul letto, con le gambe incrociate e le mani sui piedi.
Posai lo sguardo sulla giovane umana e le sorrisi di scherno.
<< Questo è quanto Bella. Usciti dal locale Carlisle ci portò da Esme. >> sospirai malinconica, mentre aspettavo che Bella mi chiedesse qualcos’altro.
<< Non avevate un bel rapporto tu ed Edward >> cinguettò con quell’ansia che ormai era sfumata, nel trascorrere del racconto.
Risi divertita, mentre gli passavano la mano sui capelli sciolti.
<< No Bella, ma neppure adesso. Quindi stai serena e pensaci, pensaci bene. >> soggiunsi, immaginando che se fossi stata umana come lei, le mie guance sarebbero arrossite.
Mi alzai dal letto e la guardai ancora una volta.
<< Mi dispiace Rosalie >> le sentii dire con quello sguardo rammaricato e un po’ contratto da qualche smorfia dispiaciuta.
Era buffa quella ragazza, ma a modo mio la sopportavo.
<< Lo so Bella. Buona notte >> conclusi fin troppo amabile, mentre le voltavo le spalle e aprii la porta, per andarmene.
La sentii sospirare e chissà quale parte di me, desiderò che quel racconto le fosse servito in futuro.
Ma forse sapevo anche che l’amore che provava per Edward era più forte del mio e che un giorno, ne ero sicura purtroppo, sarebbe stato per sempre.
Così mi allontanai da quella stanza, aggrappandomi di nuovo a quei ricordi e finalmente dopo tanti anni, sorrisi nell’averli raccontati.
  
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