VIII
CAPITOLO
PARTE PRIMA – UNA VISITA SPIACEVOLE
PARTE PRIMA – UNA VISITA SPIACEVOLE
<<-Tony,
non sono mai stata più sicura di qualcosa in vita mia-
Così, senza più interruzioni, liberandosi
velocemente degli ultimi indumenti, tra sussurri e gemiti, fecero
l’amore per la prima volta, anche se uno dei due non lo aveva
ancora capito.>>
Jacklyn si
svegliò presto la mattina, ma nonostante ciò vide
che Tony già si era alzato e, probabilmente vestito, visto
che i pantaloni dell’uomo erano spariti e la sua roba si
trovava ben piegata ai piedi del letto. Così avendo a
disposizione un po’ di tempo per stare sola,
iniziò a pensare a quella notte magica. Lei aveva fatto
l’amore con l’unico uomo che amasse veramente, dopo
quel ’98 non si era mai concessa a nessuno, sia per il
trauma, sia perché, dopo averlo conosciuto, aveva capito che
la sua prima vera volta sarebbe stato con lui e, ora il suo sogno si
era avverato. Bé, di una cosa era sicura, che lei lo amava
profondamente e che avrebbe accettato qualsiasi sua decisione pur di
farlo felice.
Con questi pensieri ben radicati in mente, si vestì e si recò in cucina, dove trovò Tony che preparava la colazione. Gli si avvicinò e, dandogli un bacio sulla guancia, lo salutò. Prima di approfondire il contatto voleva sapere cosa ne pensava lui. E Tony non si fece aspettare molto
-Jacky, non voglio che tu te la prenda, quello che c’è stato tra di noi stanotte è stato, inutile negarlo, incredibile, però spero tu capisca che è stato solo sesso. Io ci tengo tantissimo a te, ma non in quel senso-
Poche parole. Poche semplici parole che le arrivarono prima al cuore che in questo momento si era spezzato, causandole un dolore che mai aveva provato prima. Aveva solo voglia di piangere, di disperarsi, ma nemmeno questo le fu concesso, non lì, non in quel momento. Con una compostezza innaturale annuì, consapevole che se avesse aperto la bocca avrebbe ceduto. Abbassò lo sguardo e, mentre il silenzio calava sui due, si sentì chiaramente un rumore all’ingresso.
-Jacky, nasconditi- a quelle parole la ragazza corse nella stanza da letto e si nascose nell’armadio. Lì dentro vi era un fortissimo odore del ragazzo che amava, ma lei si costrinse a non pensarci e ad ascoltare attentamente in cerca di qualsiasi rumore che l’avrebbe potuta aiutare a capire cosa stava succedendo. Sentì un tonfo e sperò che quella non fosse la pistola di Tony, poi il silenzio…
-Jacky, Jacky, Jacky. Non si accolgono così gli amici. Perché non vieni fuori a salutarmi? Tanto lo so che ci sei-
-Jacky, resta dove sei! Non lo ascol…- ma l’uomo lo imbavagliò, impedendogli di parlare
-Jacky, ho preso il tuo amico. Se non vuoi che gli faccia del male, esci-
-Jacklyn si sentiva male, non sapeva cosa fare e doveva prendere una decisione velocemente-
-Jacky, facciamo un patto. Se tu ti consegni io lascio DiNozzo qui dov’è. Hai un minuto per pensarci-
Ma a Jacky, alla vista di quella proposta, non dovette pensarci nemmeno un secondo, così gli rispose
-Se io esco giuri di lasciarlo qui senza torcergli un capello?
-Certo Jacky. Hai la mia parola-
Quelle parole furono la sua condanna. Uscì e lui, dopo averle fatto legare Tony, la prese e la portò via, senza lasciarle nemmeno il tempo di salutare il suo unico amore.
Con questi pensieri ben radicati in mente, si vestì e si recò in cucina, dove trovò Tony che preparava la colazione. Gli si avvicinò e, dandogli un bacio sulla guancia, lo salutò. Prima di approfondire il contatto voleva sapere cosa ne pensava lui. E Tony non si fece aspettare molto
-Jacky, non voglio che tu te la prenda, quello che c’è stato tra di noi stanotte è stato, inutile negarlo, incredibile, però spero tu capisca che è stato solo sesso. Io ci tengo tantissimo a te, ma non in quel senso-
Poche parole. Poche semplici parole che le arrivarono prima al cuore che in questo momento si era spezzato, causandole un dolore che mai aveva provato prima. Aveva solo voglia di piangere, di disperarsi, ma nemmeno questo le fu concesso, non lì, non in quel momento. Con una compostezza innaturale annuì, consapevole che se avesse aperto la bocca avrebbe ceduto. Abbassò lo sguardo e, mentre il silenzio calava sui due, si sentì chiaramente un rumore all’ingresso.
-Jacky, nasconditi- a quelle parole la ragazza corse nella stanza da letto e si nascose nell’armadio. Lì dentro vi era un fortissimo odore del ragazzo che amava, ma lei si costrinse a non pensarci e ad ascoltare attentamente in cerca di qualsiasi rumore che l’avrebbe potuta aiutare a capire cosa stava succedendo. Sentì un tonfo e sperò che quella non fosse la pistola di Tony, poi il silenzio…
-Jacky, Jacky, Jacky. Non si accolgono così gli amici. Perché non vieni fuori a salutarmi? Tanto lo so che ci sei-
-Jacky, resta dove sei! Non lo ascol…- ma l’uomo lo imbavagliò, impedendogli di parlare
-Jacky, ho preso il tuo amico. Se non vuoi che gli faccia del male, esci-
-Jacklyn si sentiva male, non sapeva cosa fare e doveva prendere una decisione velocemente-
-Jacky, facciamo un patto. Se tu ti consegni io lascio DiNozzo qui dov’è. Hai un minuto per pensarci-
Ma a Jacky, alla vista di quella proposta, non dovette pensarci nemmeno un secondo, così gli rispose
-Se io esco giuri di lasciarlo qui senza torcergli un capello?
-Certo Jacky. Hai la mia parola-
Quelle parole furono la sua condanna. Uscì e lui, dopo averle fatto legare Tony, la prese e la portò via, senza lasciarle nemmeno il tempo di salutare il suo unico amore.
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VIII
CAPITOLO
PARTE SECONDA – LO STIVALE
PARTE SECONDA – LO STIVALE
<<-Certo
Jacky. Hai la mia parola- Quelle parole furono la sua condanna.
Uscì e lui, dopo averle fatto legare Tony, la prese e la
portò via, senza lasciarle nemmeno il tempo di salutare il
suo unico amore.>>
Quando
Gibbs e Ziva arrivarono da Tony e trovarono la porta aperta si
preoccuparono non poco. Ispezionarono tutta la casa prima di recarsi in
cucina e trovare Tony legato ad una sedia che si agitava come un pazzo.
Lo sbavagliarono e, prima ancora che finissero di slegarlo, lui disse
con voce rabbiosa
-Ha preso Jacklyn! L’ha presa ed è tutta colpa mia!-
Poi si zittì aspettando una ramanzina che non arrivò. Gibbs di era reso conto di come si sentisse Tony e pensava fosse inutile infierire ulteriormente. Si sarebbe solo depresso più. Senza sprecare una sola parola si recò in macchina assieme ai due e, silenziosamente, li condusse all’NCIS. Arrivati lì Gibbs riprese a parlare
-McGee, prendi il computer, chiama Abby e raggiungeteci da Ducky. Dille che abbiamo bisogno dell’occorrente. Saprà cosa fare-
Così mentre Tim obbediva a quegli ordini gli altri tre si recarono da Ducky che si trovava da solo in sala autopsie perché Palmer aveva chiesto due giorni di permesso. Gli spiegarono la situazione e lui accettò di farli ‘accampare’ lì. In questo modo avrebbero avuto più privacy.
Presto arrivarono Abby e McGee, lei, con uno sguardo afflitto, aveva un sacco di cavi tra le braccia, mentre lui portava il portatile della ragazza.
-McGee, collega questi cavi al computer e tieniti pronto-
-Dunque, ieri ho chiesto ad Abby di inserire, per precauzione, un microfono nello stivale di Jacky. In questo modo, adesso, potremo sentire cosa succede e sapere se è ancora viva- disse Gibbs, ignorando il brivido che percorse la schiena di Tony a queste sue ultime parole
-McGee, pensi di riuscire, tramite le onde emesse dal microfono, a rintracciare la posizione di Jacky?-
-Si capo, ma dovrei avere almeno una zona approssimativa su cui lavorare-
-Bé allora tutto ciò che possiamo fare e restare qui e sperare di ascoltare qualcosa-
Detto questo accese il microfono e attesero.
-Ha preso Jacklyn! L’ha presa ed è tutta colpa mia!-
Poi si zittì aspettando una ramanzina che non arrivò. Gibbs di era reso conto di come si sentisse Tony e pensava fosse inutile infierire ulteriormente. Si sarebbe solo depresso più. Senza sprecare una sola parola si recò in macchina assieme ai due e, silenziosamente, li condusse all’NCIS. Arrivati lì Gibbs riprese a parlare
-McGee, prendi il computer, chiama Abby e raggiungeteci da Ducky. Dille che abbiamo bisogno dell’occorrente. Saprà cosa fare-
Così mentre Tim obbediva a quegli ordini gli altri tre si recarono da Ducky che si trovava da solo in sala autopsie perché Palmer aveva chiesto due giorni di permesso. Gli spiegarono la situazione e lui accettò di farli ‘accampare’ lì. In questo modo avrebbero avuto più privacy.
Presto arrivarono Abby e McGee, lei, con uno sguardo afflitto, aveva un sacco di cavi tra le braccia, mentre lui portava il portatile della ragazza.
-McGee, collega questi cavi al computer e tieniti pronto-
-Dunque, ieri ho chiesto ad Abby di inserire, per precauzione, un microfono nello stivale di Jacky. In questo modo, adesso, potremo sentire cosa succede e sapere se è ancora viva- disse Gibbs, ignorando il brivido che percorse la schiena di Tony a queste sue ultime parole
-McGee, pensi di riuscire, tramite le onde emesse dal microfono, a rintracciare la posizione di Jacky?-
-Si capo, ma dovrei avere almeno una zona approssimativa su cui lavorare-
-Bé allora tutto ciò che possiamo fare e restare qui e sperare di ascoltare qualcosa-
Detto questo accese il microfono e attesero.
Salve
a tutti! Mi dispiace per questo mio enorme ritardo, ma ho un sacco di
cose da fare, specialmente studiare, visto che, essendo fine
quadrimestre, ho le ultime interrogazioni in tutte le materie *sob*
So che questo capitolo è molto breve, ma ne ho ancora due da aggiungere e poi ci salutiamo (per ora) e non volevo ridurre il loro numero ulteriormente (ma i prossimi saranno più lunghi, giuro!). Spero mi perdonerete.
Adesso i ringraziamenti:
ringrazio tutti coloro che leggono questa fanfic ed HermioneCH per averla aggiunta ai preferiti ed HermioneCH, lolla20, slurmina, thia e tinta87 che mi recensiscono (ehi, ragazze, mi avete fatto prendere un colpo quando non ho avuto nessuna recensione al 6° capitolo, temevo non vi piacesse -.-‘) e, tra l’altro, con recensioni strepitose! Sono più belle quelle che la fanfic ^.^
Adesso vi lascio. Spero di riuscire ad aggiornare domani, ma se lo faccio sarà di sera, perché ho tutto il pomeriggio impegnato :P ciao!
So che questo capitolo è molto breve, ma ne ho ancora due da aggiungere e poi ci salutiamo (per ora) e non volevo ridurre il loro numero ulteriormente (ma i prossimi saranno più lunghi, giuro!). Spero mi perdonerete.
Adesso i ringraziamenti:
ringrazio tutti coloro che leggono questa fanfic ed HermioneCH per averla aggiunta ai preferiti ed HermioneCH, lolla20, slurmina, thia e tinta87 che mi recensiscono (ehi, ragazze, mi avete fatto prendere un colpo quando non ho avuto nessuna recensione al 6° capitolo, temevo non vi piacesse -.-‘) e, tra l’altro, con recensioni strepitose! Sono più belle quelle che la fanfic ^.^
Adesso vi lascio. Spero di riuscire ad aggiornare domani, ma se lo faccio sarà di sera, perché ho tutto il pomeriggio impegnato :P ciao!