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Autore: stella1983    03/08/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo se il giorno delle nozze con Candela, Tristan invece di morire si fosse salvato? come sarebbe stata la loro vita? Donna Francisca avrebbe finalmente accettato la nuova moglie del suo adorato figlio o avrebbe messo ancora una volta i bastoni tra le ruote alla felicità di Candela e Tristan?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aurora Castro, Candela Mendizábal, Martin Castro, Tristán, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Il sole splendeva ormai da un pezzo quando Candela si svegliò, felice come non si era mai sentita prima. Al suo fianco Tristan dormiva ancora e così ne approfittò per andare a preparare la colazione. Il suo volto era roseo e riposato e Martin non potette fare a meno di non accorgersene.
“Candela, questa mattina siete più bella che mai”.
“Figliolo sei un adulatore esattamente come tuo padre”.
“E’ solo la verità. Sono felice di vedervi così serena. Ve lo meritate”.
“Grazie figliolo. Sono davvero felice ed è merito vostro e di tuo padre”.
“Cosa succede qui? C’è una riunione di famiglia e io non sapevo nulla?”, esordì Aurora come un uragano.
“Tranquilla sorella, non stiamo parlando male di te”.
“Candela, ma come siamo belle stamattina”.
“Ma insomma? Vi siete messi d’accordo per farmi arrossire? Basta chiacchiere e andate a fare colazione. Vi ho già preparato tutto”.
“E voi, non fate colazione con noi?”, chiese Aurora.
“No, porto questo vassoio a tuo padre che dorme ancora. Ci vediamo dopo”. Tornata in stanza vide che Tristan era ancora a letto. Dopo aver posato il vassoio si diresse verso di lui e lo svegliò con un bacio.
“Buongiorno dormiglione”.
Il bel capitano aprì gli occhi, sbaragliò il suo bel sorriso e dopo aver ricambiato il bacio di sua moglie le disse: “Buongiorno amore mio. Non potevo sognare un risveglio più bello”.
Candela continuava a guardarlo con uno sguardo pieno d’amore. Non riusciva a smettere di fissarlo.
“Perché mi guardi così?”.
“Perché sei l’uomo più bello, buono, generoso e meraviglioso del mondo”.
“E tu la donna più bella, passionale, generosa e migliore del mondo. Saresti un sogno per ogni uomo ma fortunatamente sei solo mia. Ora vieni qui”, le disse Tristan mentre con foga la stringeva a sé e la baciava con passione.
Dopodichè fecero colazione, si lavarono, vestirono e scesero al piano di sotto dove c’erano ancora Aurora, Martin e Rosario.
“Buongiorno a tutti”, disse Tristan.
“Buongiorno padre”, risposero Aurora e Martin.
“Signore, che gioia vedervi in piedi e così felice”, aggiunse Rosario.
“Cos’è, avresti preferito vedermi ancora a letto, moribondo?”.
“Certo che no, signore. Come potete pensare questo?”.
“Rosario, sto scherzando. So che il tuo affetto è sincero”.
“Lo è signore, lo è”.
“Vieni qui, dammi un abbraccio”., le disse amorevolmente Tristan.
“Allora, che programmi avete questa mattina?”, chiese Tristan.
“Io devo andare al dispensario. Don Pablo non c’è e devo occuparmi dei malati”, spiegò Aurora.
“Io devo occuparmi della tenuta. Andrò a controllare i canali d’irrigazione”, aggiunge Martin.
“E tu Rosario?”.
“Pensavo di andare a fare la spesa prima di andare a trovare Mariana alla villa”.
“E tu, amore mio? Andrai in pasticceria?”.
“Non era nei miei programmi. Pensavo di tenerla chiusa ancora per qualche giorno, almeno fino a quando non ti rimetterai completamente”.
“Amore, ma sto già bene”.
“Sì, ma bisogna medicare la ferita e non voglio lasciarti solo”.
“Puoi medicarmi la ferita e andare in pasticceria. Non succederà nulla se resterò solo per qualche ora. E poi c’è quasi sempre Rosario qui. Candela, davvero, non è necessario che resti sempre con me”.
“Ma lo farei con piacere”.
“Lo so benissimo. E anche a me piacerebbe stare sempre con te ma dobbiamo tornare alle nostre abitudini e so che per te la pasticceria è importante”.
“Sei molto più importante tu ma è vero che mi piacerebbe tornare in pasticceria. E voi cosa pensate?”.
“Che dovreste tornare a lavorare, Candela. Mio padre sta bene, se la caverà lo stesso se resterà solo per qualche ora”, disse Aurora con il suo fare deciso.
“E poi potrei venire sempre in pasticceria con te”.
“Non se ne parla. Devi restare ancora a riposo”.
“Padre, Candela ha ragione. Non potete tornare subito alla vita che facevate prima. Dovete riposare ancora”.
“Va bene, farò come volete ma solo se voi tornerete alle vostre faccende. Compresa te, mia sposa”.
“D’accordo, mi arrendo. Andrò in pasticceria. Promettimi, però, che ti riguarderai”.
“Non preoccupatevi Candela. Rimanderò la visita a Mariana per restare qui a controllarlo”.
“Allora è deciso. Su andate. Resterò qui ad aspettarvi”.
“Vado amore mio. Tornerò a casa il prima possibile”.
“Resterò qui ad aspettarti”.
Per la prima volta, dopo settimane, Candela si separò per qualche ora da suo marito. Arrivata in pasticceria, cominciò a pensare a tutti i momenti che aveva vissuto lì con Tristan e a tutti quelli che avrebbero ancora vissuto: dal primo Capodanno trascorso insieme alla prima dichiarazione di Tristan fino alla sera del fidanzamento. Sorrideva felice mentre ripensava all’inizio della loro storia d’amore ma fu interrotta dall’arrivo di Dolores.
“Candela, che bello trovarvi di nuovo qui. Questo significa che Don Tristan sta bene?”.
“Sì, Dolores, Tristan sta bene”.
“E quando avremo il piacere di rivederlo in giro?”.
“Ci vorrà ancora qualche giorno ma non passerà molto tempo prima che accada. Ditemi, cosa vi serve?”.
“Sinceramente niente. Volevo solo chiedervi di Don Tristan”.
“Bene, allora la vostra curiosità è stata soddisfatta. Se volete scusarmi, avrei parecchie cose da fare”.
“Certo Candela. Vado e salutatemi Don Tristan”.
“Sarà fatto”.
Rimasta sola, Candela si dedicò al suo primo giorno di lavoro. Si sentiva euforica e piena di energie ma più passavano le ore e più sentiva la mancanza di Tristan. Erano appena le 17 ma pensò che, per essere stato il primo giorno, aveva già trascorso troppo tempo lontana da suo marito. Così decise di chiudere e tornò a El Jaral.
“Tristan! Amore dove sei?”, disse Candela entrando nel salotto.
“Amore sono qui”, disse Tristan alzandosi dalla sua scrivania.
“Ma cosa ci facevi nello studio? Non dovresti ancora lavorare”.
“E tu, cosa ci fai già a casa?”.
“Mi mancavi troppo e così ho deciso di chiudere prima e tornare a casa”.
“Non voglio che trascuri ancora i tuoi affari per me anche se, a pensarci bene non mi dispiace affatto se così facendo ti ho tutta per me”.
Le loro labbra si unirono così in un dolce e infinito bacio quasi a non staccarsi più.
“Amore, dobbiamo medicare la ferita. Vado a prendere un catino d’acqua. Aspettami di sopra”.
Candela si recò in cucina a prendere tutto l’occorrente mentre Tristan la stava aspettando in camera da letto.
Candela entrò mentre Tristan si stava togliendo la camicia.
“Aspetta vita mia, ti aiuto”.
Candela sfilò la camicia di suo marito, tolse le bende che coprivano la ferita e la medicò con molta cura prima di ricoprirla nuovamente. Mentre si accingeva a rimettergli la camicia, Tristan cominciò a baciarle il collo.
“Marito che intenzioni hai?”.
“Non lo immagini moglie? Non sono mai sazio di te. Ti farei mia ad ogni ora del giorno”.
“E allora cosa aspetti?”.
Tristan non se lo fece ripetere due volte e con tutta la passione che aveva prese possesso del corpo di sua moglie facendosi spazio tra le sue dolci curve. Tristan e Candela si amarono così intensamente che non si resero conto che, ormai, era arrivata l’ora di cena. Così si vestirono in fretta e scesero di sotto.
In salotto, Rosario aveva già preparato la tavola per la cena. Non passò molto tempo prima dell’arrivo di Martin e Aurora. Tutti insieme si misero a tavola ma prima di cominciare a mangiare Tristan volle dire qualcosa.
“Questa è la nostra, prima vera cena di famiglia. Grazie per la felicità che mi state regalando. Il vostro arrivo ha cambiato la mia vita e ora non posso più immaginare di vivere senza di voi”, disse Tristan rivolgendosi ai suoi figli e a sua moglie.
“Padre state tranquillo. Noi non abbiamo alcuna intenzione di liberarvi il campo così velocemente. Dovrete sopportarci ancora a lungo. Vero Martin?”.
Le parole di Aurora fecero sorridere tutti. Quello fu il primo giorno che trascorrevano come una vera famiglia e dopo anni, a El Jaral, si respirava aria di vera felicità.
 
 
   
 
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