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Autore: Erina91    03/08/2015    2 recensioni
Il villaggio marittimo emanava un profumo di salsedine, da lì notavi i gabbiani salire verso il tramonto tutti raggruppati.
Il delicato infrangersi delle onde sul bagnoasciuga produceva un suono acquatico e carezzevole che Sasuke udiva da quei viottoli popolati e festosi, colorati da mille stoffe con cui potevi creare Kimono d'alta qualità, e nelle vicinanze del porto dove attraccavano le navi di mercanti sul molo. Tutto di quel luogo gridava che anche lui poteva ricominciare da capo, che nonostante tutti i mali commessi, chiunque poteva avere una seconda possibilità di vivere la proprio vita.
In quel momento si trovava in una contrastante situazione, diviso tra il dovere e il piacere. Piacere che il vivere di nuovo poteva dargli e il dovere di rimediare ai suoi peccati commessi, a quelli più gravi almeno, senza farsi coinvolgere troppo dalle emozioni che non poteva permettersi di provare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Buonasera a tutti! tornata dalle vacanze ho finalmente aggiornato! risponderò presto alle vostre recensioni e intanto vi ringrazio tantissimo per averle lasciate! e ringrazio anche chi ha messo la fanfic tra preferite/seguite/ricordate. Spero di non essere andata troppo OOC con i personaggi! >.<


 
Meeting Their Dauther



Sarada e Chocho si trovavano dietro un alto albero secolare mentre ascoltavano la conversazione tra Naruto e Sasuke: quest'ultimo aveva appena elencato nuove informazioni sulla sua missione. Sarada, però, era tutt'altro che interessata ad ascoltare la discussione tra i due adulti, perché i suoi occhi erano proiettati esclusivamente su Sasuke.
Come aveva immaginato, la foto che nascondeva sua madre era vecchia e suo padre era cambiato abbastanza rispetto al passato.
Iniziò ad avvertire una sensazione d'ansia all'idea di incontrarlo e parlarci per la prima volta e la conversazione che lui e l'Hokage stavano avendo era diventata di poco conto e solo di riempimento per i suoi orecchi. Ad un tratto, Chocho fece un movimento brusco e Sarada vide attivare lo sharingan attraverso gli occhi di suo padre che, visibilmente infastidito, lanciò un Kunai che si conficcò all'interno del tronco dove si nascondevano.
-Chocho! Hai visto? Ci hanno scoperti!- esclamò lei.
-venite fuori, chiunque ci stia ascoltando.- ordinò gelidamente.
-avevo sentito che qualcuno ci stava seguendo, ma non sembrava una minaccia.- commentò Naruto, grattandosi la nuca. Sarada e Chocho decisero di mostrarsi.
Sarada sbucò dal tronco e, dopo aver visto l'occhiata sorpresa dell'Hokage, portò gli occhi di lato perché imbarazzata di incontrare lo sguardo di suo padre.
-perché stavate origliando mocciose?- chiese suo padre, non riconoscendola.
Tale atteggiamento ferì profondamente Sarada, che assunse un'espressione infastidita.
Naruto stava per parlare, ma lei lo batté sul tempo:
-non so come ho fatto a preoccuparmi di un padre che non riconosce nemmeno sua figlia.
Sono stata anni a chiedermi dove fossi per poi scoprire che non riesci nemmeno a capire chi sono!- gridò risentita, -in questi anni hai almeno pensato a me e a mamma? Visto che non mi riconosci nemmeno, dubito che tu l'abbia fatto.-
-calmati Sarada..- intervenne Naruto -..è normale che non ti riconosca visto che non ti vede da quando sei nata.-
Sarada lo fulminò stizzita. -no Hokage! Non è normale che un padre non riconosca la figlia!- sbottò aspra.
Chocho passava da un soggetto all'altro, assai confusa.
Finalmente Sasuke sembrò destarsi dalla condizione di silenzio:
-Sarada.. Sarada sei veramente tu?- domandò avvicinandosi lentamente verso la figlia, la ragazzina di riflesso fece qualche passo indietro.
-non mi toccare! Potresti uccidermi visto che l'hai quasi fatto con un Kunai.-
-non era mia intenzione.- affermò.
-smettila di fare la vittima, papà. Ci hai abbandonato! Mamma per colpa tua sviene continuamente, perché l'unica cosa che hai fatto è farla soffrire!-
-avevo una missione importante da compiere. Non potevo rifiutarla per motivi seri.-
-certo! Però potevi farti sentire! Potevi scrivere! Potevi passare da Konoha ogni tanto! Semplicemente, potevi fare tante cose per evitare una situazione simile.- replicò sfogandosi, guardandolo fieramente in volto: a Sasuke ricordò tremendamente l'intrigante espressione di Karin.
Era proprio sua figlia. Nascose un ghigno compiaciuto a quel pensiero.
-non sono cose che ti riguardano. Avevo da fare per il villaggio.-
-non mi interessa, papà!- esplose, -perché se tu fossi stato qui ti avrei potuto fare tutte le domande che avevo bisogno di farti.- continuò. -e invece ho scoperto tutto da sola.-
-di che stai parlando, Sarada?- domandò Sasuke perplesso.
Chocho e Naruto rimasero in silenzio, anche se quest'ultimo avrebbe voluto intervenire prima che scoppiasse il finimondo; tuttavia, evitò di farlo perché non gli sembrò giusto.
-non fare il finto tonto!- tuonò lei, -che mi dici di questa foto?- le mostrò la foto del Team Taka e indicò il volto di Karin, -chi è questa donna? Perché porta i miei stessi occhiali?-
Sasuke osservò la foto e un groppo allo stomaco lo accolse: quella era Karin. Come mai Sakura teneva una foto di Karin?
Questo voleva dire che Sarada aveva scoperto che Karin era la sua vera madre, oppure che le domande che doveva porgli riguardavano lei e il legame che avevano.
In ogni caso, non poteva dire a sua figlia di Karin. Per quanto avrebbe voluto, non poteva farlo per proteggerla. Doveva trovare una risposta adeguata.
-è una vecchia foto, Sarada. Niente a che vedere con te. Buttala e smettila di fare i capricci come una fastidiosa mocciosa.- la riproverò, avvertendo un senso di colpa indesiderato. “Scusami Sarada, non posso parlarti di lei” pensò mentalmente.
-tu che mi dai ordini come se fossi stato un padre presente, questo sì che è ridicolo.-
-Sarada!!- esclamò Naruto con sguardo serio, -tuo padre non c'entra! È colpa mia se non vi siete visti per tutti questi anni.- aggiunse.
-Hokage.. è colpa di tutti voi adulti egoisti. Tutto qui. Vorrei solo sapere di che razza di missione si tratta per tenere lontano da Konoha papà per tutti questi anni.-
-sono affari del villaggio, Sarada, non puoi avere risposte.- asserì Sasuke secco.
-certo.. non posso mai essere messa al corrente di niente. Avete tutti mentito: tu, mamma, l'Hokage, Shizune.. siete solo un gruppo di bugiardi.- decretò.
-in ogni caso, so che partirai nuovamente dopo questa conversazione. Però, papà, questa volta sarà diverso..-
-cosa intendi Sarada?- domandò Naruto.
-intendo che non lascerò partire papà da solo. Sarà costretto a portarmi con lui perché voglio delle risposte concrete e anche se cercherete di farmarmi, continuerò a pedinarvi finché non avrò saputo la verità. Anche se mi colpite per fermarmi, non tornerò a Konoha ma lo cercherò ovunque. Questa è la mia decisione.-
-testarda e determinata come tua madre.- commentò Sasuke divertito, accorgendosi solo dopo di averla appena paragonata a Karin e non a Sakura.
Sperò che Sarada non si accorgesse del paragone, ma aveva sperato troppo:
-mia madre non è determinata. Affatto! Non lo è più da un po'. Quindi, di chi staresti parlando? Forse della donna con gli occhiali?- chiese sospettosa.
Infatti.. Sarada era troppo sveglia, come lui e Karin, per non cogliere lo strano paragone.
-no, non sto parlando di lei.- mentì, -anche Sakura è determinata.- o almeno, lo era quando era più giovane e prima che lui la facesse soffrire per non essere ricambiata.
-in ogni caso..- cambiò discorso, -va bene! Porterò con me sia la tua amica che te, tanto non credo che potrei impedirtelo.- .
In seguitò, tornò a guardare Naruto. -Naruto.. stai accanto a Sakura, ha bisogno di te in questo momento.-
-di che stai parlando? Sakura-chan ha bisogno di te.-
Sasuke scosse la testa. -no, solo tu puoi starle vicino. Io non posso: non ho mai provato quello che lei desiderava. Non posso darle ciò di cui ha bisogno.- abbassò i toni della voce in maniera tale da non farsi sentire da Sarada.
Naruto abbassò la testa tristemente e si adeguò alla voce lieve di Sasuke.
-hai sempre amato solo Karin, giusto?- domandò.
Sasuke distolse lo sguardo dal volto deluso di Naruto e guardò avanti.
-sì, solo lei.- ammise sinceramente. -mi dispiace di aver fatto soffrire Sakura. Avrei dovuto essere chiaro fin dall'inizio con lei. L'ho illusa.-
-l'hai rivista? Intendo Karin.-
-sì, ieri. La cosa, inoltre, è diventata ancora più chiara per me.-
-anche per lei?- continuò Naruto.
-non lo so se anche per lei, ma per me sì.-
-e non ti senti una merda per aver tradito Sakura-chan?- digrignò i denti, l'hokage.
-sì, ma per me non è mai stato un matrimoio serio il nostro. Solo di convenienza e solo per il bene della figlia mia e di Karin. Mi dispiace, Naruto.-
Naruto cercò di trattenere un pugno che sarebbe partito da un momento all'altro, ma abbassò il braccio trovando la reazione inutile: alla fine capiva Sasuke, anche lui si era accorto da poco che ciò che provava per Sakura non era mai svanito.
-ok, se la metti così allora non ti dispiace se mi prendo Sakura-chan?- domandò.
-fai quello che ti pare. Tu e Hinata vi siete separati, no? Sakura è tua e credo che alla fine lo sia sempre stata. Tu l'ami veramente e lei ha bisogno di te.-
-non dire idiozie, Sasuke, lei non mi ama.-
-non ne sarei così sicuro. In ogni caso, prendertela o meno dipende solo da te e a me non importa più di tanto come agirai, poiché non provo più che affetto per lei.-
-d'accordo. Allora ti affido Chocho e Sarada.- detto questo, con un cenno lo salutò.


-venite mocciose!- le chiamò Sasuke. Sarada fece per avviarsi, ma Chocho rimase indietro e sorrise.
-Sari.. io torno da babbo e mamma, sei nelle mani di tuo padre adesso.-
-d'accordo!- ricambiò il sorriso lei. -grazie Chocho.- e la sua amica “cicciotta” seguì l'Hokage.
Sarada si affiancò a Sasuke.
-sei sicura di volermi seguire?- domandò lui.
-sicurissima.- dichiarò decisa.
Sasuke ghignò: era proprio figlia di lui e Karin.
A proposito di Karin, sarebbe stata dura nascondere la verità a Sarada durante la missione, dato che avrebbero visto anche Karin.
Sapeva che Sarada lo stava seguendo solo per sapere la verità e, appunto per questo, doveva evitare che lo venisse a sapere per proteggerla.
Il tragitto non fu molto lungo, ma Sarada non aveva davvero idea di dove stessero andando. -dove stiamo andando?- chiese infatti.
-lo vedrai, ormai non manca tanto.-
In seguito raggiunsero una zona isolata; un ampia radura di terreno erboso e terroso e un alto edificio fabbricato si estendevano davanti ai suoi occhi.
-cos'è questo posto? È davvero smilzo.- notò lei deglutendo.
-è il villaggio del Suono. Un covo di esperimenti.- spiegò sbrigativo Sasuke, -seguimi.-
Sarada non porse altre domande e seguì suo padre.



 
****



Karin interruppe le analisi che stava facendo, sussultando, perché avvertì il chakra di Sasuke; tuttavia, l'uomo non sembrava da solo ma un'altra presenza si trovava affianco a lui. Realizzò subito di quale chakra si trattava, era un misto tra quello dei suoi simili Uzumaki e quello Uchiha. -non può essere!- esclamò ad alta voce.
Quello pareva davvero il chakra di sua figlia Sarada.
Sasuke perché hai portato Sarada qui? Sei idiota?” pensò mentalmente.
Non era pronta ad incontrare sua figlia dopo così tanti anni.
Com'era cresciuta? Era bella? Stava bene?
Dalle condizioni ottimali del suo chakra sembrava decisamente in gran forma e a quel pensiero non poté fare a meno di sorridere.
Non era sicura che sarebbe riuscita a trattenersi dall'abbracciarla, però doveva resistere per il suo bene.
“Sasuke Uchiha, bastardo, me la pagherai profumatamente per averla portata qui senza il mio permesso!”
Con questo pensiero tirò un respiro profondo ed uscì dall'edificio per andare in contro agli ospiti.


-finalmente sei apparsa, pensavo che avessi perso le tue abilità.- commentò Sasuke divertito, vendendola apparire di fronte a lui. Lei non fece molta attenzione alle parole di Sasuke perché i suoi occhi si erano posati subito su sua figlia che, a sua volta, la stava fissando sorpresa: era bellissima.
Assomigliava tantissimo a lei, ma aveva i colori di Sasuke e portava i suoi stessi occhiali.
Era cresciuta moltissimo e per un attimo perse quasi il controllo tentata di correre ad abbracciarla, ma si trattenne a stento.
-papà! Perché mi hai portato da questa donna?- il delicato momento fu interrotto dalla voce irritata di Sarada e Karin comprese bene il suo disagio, dato che Sarada non sapeva chi era veramente e la preoccupazione per la madre adottiva era normale.
Fu doloroso sentirsi il suo sguardo sprezzante addosso. Molto doloroso e più di quanto si immaginava.
Cosa avrebbe dovuto fare in questi casi?
-sarebbe questa la tua missione? Andare dalla tua amante?- proseguì a parlare, Sarada, profondamente adirata.
Karin decise di intervenire:
-non sono la sua amante, Sarada.- iniziò, -mi dispiace che tuo padre ti abbia messo in questa situazione imbarazzante.- avvicinandosi a lei e poggiandole le mani sulle sue spalle in modo affettuoso. Non riuscì a controllarsi dal rivolgerle un'occhiata materna.
Dopo aver dato una dolce occhiata a sua figlia e aver assaggiato il potere del profondo amore che nutriva per lei, si girò verso Sasuke e lo fulminò seccata:
-perché l'hai portata con te? È tua figlia e sei in una missione pericolosa!-
-se non l'avessi fatto mi avrebbe seguito comunque.- si difese lui stizzito.
-avresti dovuto impedirglielo lo stesso.- seguì gelida. -entrate!- li invitò ad entrare, -si muore di freddo qua fuori.-
Sasuke fece cenno a Sarada di seguirli e poi si affiancò a Karin.
-hai scoperto qualcosa sui fuggiaschi?- le chiese a bassa voce, sussurandole all'orecchio. Il fiato caldo dell'uomo solleticò al suo orecchio destro e le fece scorrere dei brividi di eccitazione lungo tutto il corpo. -sì, ora ti spiego. In ogni caso, non possiamo fare noi due da soli, avremmo bisogno di sostegno per raggiungere il rifugio dei fuggitivi.- aggiunse.
-Suigetsu è qui?- domandò Sasuke.
-è in missione, ma tornerà a breve.- affermò lei.
-ho parlato con Naruto: anche lui ha fatto varie scoperte ed è disposto ad aiutarci personalmente.- proruppe Sasuke, -ci raggiungerà con Sakura appena lei si rimetterà.
Non credo che se ne starà con le mani in mano dopo che Sarada è sparita sotto i suoi occhi. Naruto gli dirà che è con me, ma sarà comunque preoccupata.-
-certo.. d'altra parte l'ha cresciuta lei.- sospirò Karin con amarezza.


Sarada era andata a visitare il covo, nel frattempo, e Sasuke non sopportò di vedere quell'espressione triste sul volto di Karin e in un “lampo” di dolcezza recondita avvolse le sue braccia forti attorno al corpo esile di Karin, affodando le sue mani nelle ciocche scarlatte e appoggiando il mento sulla testa di lei.
-questa espressione non ti si addice, Karin.- asserì schietto.
La donna fu colpita da quel dolce gesto, sgranando gli occhi sorpresa.
Per un attimo rimase in silenzio a godersi il contatto.
-hai visto come mi ha guardata? Quell'espressione era così sprezzante!- si sfogò arrabbiata, -non sopporto che mia figlia mi guardi così. Mi odia, Sasuke.-
Lui sospirò stancamente. -Karin.. non ti ho mai vista così fragile. Perdi di fascino in questo modo.- ribatté lui schivo, continuando a tenerla abbracciata.
-in ogni caso, non ti odia. È solo molto confusa in questo momento: non sa chi sei e non sa che rapporto abbiamo.
In questo momento è una mocciosa capricciosa. Le passerà presto.- cercò di rassicurarla alla sua solita maniera spiccia e scortese.
-ha ragione ad odiarmi, l'ho praticamente abbandonata!- replicò lei.
-non l'abbiamo abbandonata. L'abbiamo allontanata per proteggerla dai pericoli.-
-so che Sakura è una brava donna, ma sapere che mia figlia mi vede come un mostro perché ama incondizionamente la sua madre adottiva fa male.-
-scusa se l'ho portata qui. È colpa mia, Karin.- dichiarò Sasuke in tono soffuso.
-infatti, tu sei stato un'idiota.- concordò irritata, affondando il volto nel petto robusto e muscoloso dell'uomo, strusciandosi e annusandolo producendo un suono strano.
-che stai facendo? mi annusi?- domandò Sasuke perplesso dal suo strambo atteggiamento.
-puzzi. Vatti a fare una doccia.- ordinò lei diretta, -ti sei proprio ridotto a fare il vagabondo eh? Da quant'è che non ti lavi?- sogghignò divertita.
-ora lo senti eh? E poco fa?- fece lui infastidito.
-lascia perdere per poca fa, è stato solo un momento di debolezza.- incrociò le braccia orgogliosa.
-che donna irritante.- borbottò Sasuke, allontanandosi da lei offeso, per andare a farsi una doccia.
Karin avrebbe voluto seguirlo perché i suoi istinti pervertiti, dopo quel lungo abbraccio, si erano accesi nuovamente. Doveva trattenersi per il bene di Sarada.
Prima che potesse dare le spalle al suo banco da lavoro e uscire, si trovò sulla stipite della porta del laboratorio sua figlia che la fissava seria.
-cosa c'è tra te e papà?- chiese sostenendo fieramente il suo sguardo: era proprio figlia loro. Solo Sasuke era in grado di adottare una tale occhiata.
Iniziò ad agitarsi dopo quella piccola osservazione caratteriale.
Da quanto Sarada era sulla porta? Aveva per caso sentito la loro conversazione?
No, se l'avesse sentita non sarebbe stata quella la domanda.
-non c'è nulla, Sarada. È sposato con tua madre.- era doloroso dire quelle parole, -non devi preoccuparti. Non mi metterò in mezzo a loro. Sono solo un'amica.-
-non mi sembrate esattemente “solo amici”. Mio padre non è mai stato così dolce con nessuno, neanche con mamma e trovo strano il suo atteggiamento.-
-cos'hai visto sulla porta?- domandò Karin.
-ti stava abbracciando. Ti guardava con degli occhi con cui non ha mai guardato nessuno. Ti ama! Purtroppo ti ama davvero!- gridò quasi in lacrime, -l'ho seguito per avere delle risposte e ciò che scopro mi fa davvero arrabbiare.-
-Sarada!- la riprese duramente lei scuotendola per le spalle, -adesso basta! Tra me e Sasuke non c'è nulla! Capito? Lui sta con Sakura. Ama tua madre! Smettila con questa storia!- sapeva di star mentendo a sua figlia, ma non poteva fare altrimenti per proteggerla. Sarada restò in silenzio e portò gli occhi di lato.
Karin guardò il viso rigato di lacrime di sua figlia e cercò di trattenere un sighiozzo che minacciava di uscire. Portò una mano sulla guancia di Sarada e l'accarezzò con delicatezza. -guarda.. bella come sei, con le lacrime, ti rovini il volto.- sorrise, alzandole gli occhiali rossi e posandoli sopra I suoi capelli corvini. -asciugati gli occhi.-


Sarada annuì. -io non ci sto capendo più nulla.- disse poi, -sono confusa e tanto arrabbiata con papà perché ha abbandonato me e mamma per tutto questo tempo.-
-tuo padre non ha abbandonato nessuno, è in missione per il vostro villaggio.-
-tutti dicono la stessa cosa, ma lui non si è fatto nemmeno sentire in tutti questi anni.- proseguì Sarada.
Perché stava parlando dei suoi problemi ad una donna che aveva appena conosciuto e che fino a poco fa odiava?
Eppure sentiva una certa affinità con lei. A quel punto Karin non seppe più cosa dire e cambiò discorso:
-vai a farti una doccia anche tu, ne hai bisogno. Vedrai che ti fa bene.- disse rassicurante.
La ragazzina non disse più nulla e fece come Karin le aveva detto.

Nello stesso momento, la donna avvertì che anche Suigetsu stava rientrando alla base e andò ad accoglierlo fuori dal covo per scoprire anche i suoi nuovi aggiornamenti.



 
****



-Naruto.. dovresti pensare al tuo lavoro. È da questa mattina che sei nella stanza d'ospedale di Sakura.- lo riprese il suo braccio destro, Shikamaru.
-Shika.. sai se si è più svegliata da ieri?- domandò lui, ignorando la frase precedente di proposito.
-sì, Shizune mi ha detto che si è svegliata ma poi subito riaddormentata. Era ancora frastornata e non era in grado di alzarsi in piedi.- spiegò Shikamaru.
-capisco..- tornò ad osservare il volto pallido di Sakura.
-Naruto.. dovresti riflettere sul tuo comportamento. Sei ancora innamorato di lei?- chiese il suo compagno/assistente.
Naruto non guardò in faccia Shikamaru e sorrise dolcemente continuando a guardare Sakura riversata a letto.
-già. Lo sono sempre rimasto.- ammise finalmente.
-te ne sei accorto adesso che ti sei separato da Hinata?-
-diciamo che forse l'ho sempre saputo, ma ho ignorato i sentimenti che continuavo a sentire dentro di me.
Ora che sono libero e la vedo in queste condizioni pietose, l'ho realizzato totalmente.- spiegò sincero.
-e che mi dici di Sasuke? Lei è sposata con lui e hanno una figlia.- insisté Shikamaru.
-Sasuke non l'ha mai amata davvero, ecco perché è ridotta così.-
-ama ancora la tua lontana cugina? Com'è che si chiama..? Karin?-
-hai c'entrato in pieno, Shika.-
-lo sai che la situazione è piuttosto complicata? Quella ragazzina, Sarada, non ha già sofferto abbastanza per la lontananza del padre?- proseguì il suo vecchio amico.
-sì, ma purtroppo i sentimenti delle persone non possono essere controllati a piacimento.-
Shikamaru sbuffò di fronte a quella frase e cambiò discorso:
-non so più che dirti. Piuttosto, ricordati che sei l'hokage del villaggio e devi pensare anche ad esso. Quando Sakura si sveglia torna a lavoro subito.- cominciò, -per ora ti sostituisco io e ti tengo aggiornato sugli avvenimenti.- detto questo uscì dalla stanza d'ospedale.
Naruto lo ringraziò mentalmente e tornò a vegliare su Sakura, accarezzando delicatamente la sua candida guancia.
Quel leggero contatto sembrò destarla dal sonno profondo e Naruto la vide lentamente socchiudere gli occhi.
Quando gli aprì completamente, sussultò notando Naruto seduto ai piedi del letto.
-Naruto..?! che ci fai qui!- si alzò di scatto dal letto, posizionandosi a sedere.
-non fare movimenti bruschi, Sakura-chan, ti sei appena svegliata.- la rimbrottò lui.
-ma il tuo lavoro? Da quanto sei qui?- pose una raffica di domande.
-calmati! mi sta sostituendo Shika alla cattedra, per un pochino.-
Poi si guardò attorno frenetica, vendendo la stanza vuota e condivisa solo da lei e Naruto.
-dov'è Sarada? Sta bene?- chiese immediamente, accorgendosi della sua assenza.
Naruto si grattò la nuca impacciato: non sapeva come dirle che era andata con Sasuke, ma il modo per farlo doveva assolutamente trovarlo.
-ehm.. è con Sasuke.- decise di andare dritto al dunque.
Sakura rimase pietrificata per un attimo e poi strabuzzò gli occhi scioccata.
-con Sasuke?!? ho capito bene? Mi hai appena detto che Sarada è con Sasuke?-
-già..- ridacchiò nervoso, -l'ha pedinato e, siccome non sembrava intenzionata a tirarsi indietro, l'ha portata con lui.- raccontò.
Sapeva che dopo quelle parole Sakura sarebbe esplosa di terrore e rabbia.
-ma è pericoloso!!!!!- tuonò appunto, -e tu, come Hokage, non hai fatto niente per impedirglielo? Lo sai che adesso vedrà la sua vera madre?-
-no, non glie l'ho impedito perché Sasuke sa come proteggerla ed è l'unico che può riuscire a nasconderle la verità con freddezza.-
-in ogni caso, non sono tranquilla! Voglio vedere di persona come sta.- decise convinta.
-non preoccuparti per questo. Adesso riposati! Ho già parlato con Sasuke e abbiamo deciso che quando ti sei rimessa raggiungiamo lui, Sarada e Karin per aiutarli.-
-e tu puoi lasciare il villaggio così, senza motivi d'emergenza?-
-sì, in questo caso posso. Stai tranquilla.- con questo portò una mano sulla guancia di Sakura e l'accarezzò con dolcezza, sorridendo. -non stressarti più del dovuto.- aggiunse scendendo con la mano lungo i ciuffi rosati di Sakura, in un gesto audace e inaspettato; infatti, davanti a quel movimento, lei rimase colpita e fissò negli occhi Naruto incontrando il suo ceruleo intenso, acceso di sentimenti ed emozioni solo per lei.
Quell'occhiata profonda e fiduciosa la fece arrossire rovinosamente e volse lo sguardo altrove imbarazzata.
-non possiamo..- sussurrò, -sono ancora sposata legalmente con lui.- Naruto sapeva che “con lui” si riferiva a Sasuke.
-sentiti.. non lo chiami nemmeno più per nome.- notò Naruto, -ti ha fatto stare davvero male. Vedo la tua sofferenza negli occhi e non lo posso sopportare perché..- fece una pausa e poi riprese fissandola determinato -..perché ti amo ancora Sakura-chan!- esclamò infine, attendendo una sua risposta.
Sakura sorrise amareggiata. -speravo non lo dicessi Naruto..- sussurrò, -lo sai in che situazione ci troviamo veramente? Per quanto provi li stessi sentimenti per te..- quest'ultimo, a quella frase, spalancò gli occhi meravigliato e lei proseguì:
-..sì, ti amo anch'io Naruto, ti amo da diversi anni ma ho cercato di negarlo perché tu stavi con Hinata e poi te la sei sposata, poiché non volevo distruggere il vostro matrimonio..- proseguì, -inoltre la situazione è questa: tu sei separato da lei, io ho adottato la figlia di Sasuke e Karin, e sono ancora sposata materialmente con lui che in confronto ha sempre amato un'altra. Tu hai un figlio, non ami più Hinata ma ami me. Ti rendi conto che razza di situazione complicata è?- ripeté.
-sì, è una situazione complicata ma non possiamo farci nulla.- rispose Naruto, -non potevo più trattenere i miei sentimenti dopo averti vista ridotta così. E poi lo sai che sono sempre stato ottimista in questi casi e appunto per questo sono convinto che una soluzione che sistemi tutto la troveremo. Sinceramente, Sakura-chan, ti ho aspettato per 20 anni e ora che puoi essere mia e tu mi vuoi allo stesso modo, non posso più tirarmi indietro. Siamo adulti consapevoli entrambi, no? non voglio più scappare.-
-sei proprio un baka. Dopo tanti anni che ci conosciamo, posso affermare che non sei cambiato di una virgola.-
Naruto scoppiò a ridere a quel commento. -ti 'spiace che non sia cambiato, Sakura-chan?-
-no, non proprio.- lo guardò dolcemente e si portò avanti a lui per unire le loro labbra. Naruto, appena avvertì la lingua di Sakura stuzzicare la sua, rispose con ardore al bacio e avvolse le braccia attorno alla vita di lei approfondendolo in uno scambio complice e travolgente di passione.
Quanto l'aveva desiderata? Quanto? Fu il bacio più bello e più intenso e vero della sua vita. Riusciva a baciare solo Sakura con una passione simile.
I loro respiri si fecero più rumorosi per la forte eccitazione che sentivano e se Sakura non fosse stata ancora debole a quest'ora l'avrebbe già spogliata per assaggiare le sue “grazie”, infatti fu davvero dura resisterle. Poi si staccarono per riprendere fiato.
-accidenti! Non posso permettermelo!- sbottò Sakura, -sono sposata, diamine!-
-solo legalmente.- precisò lui, -inoltre, credi che Sasuke non l'abbia fatto con Karin dopo che si sono rivisti?- convenne. -lui non riesce a resisterle.-
-sono stata tradita, dunque.- asserì lei, abbassando la testa.
-non lo definirei proprio un “tradimento”.- rispose lui, -da quando vi siete sposati ti ha mai toccata con un briciolo di sentimento amoroso?- chiese.
-mi ha toccata ma senza sentimento, solamente per piacere sessuale.- confessò vergognosa. -mi dispiace.- disse lui, -allora quando lo farò io ti farò provare veramente quello che si prova quando si fa l'amore con una persona che si ama. Ti assicuro che è totalmente diverso dal puro sesso.- alzò il pollice sincero, -è una promessa.-
-non hai bisogno di provarmelo, il bacio di prima è bastato a farmi capire la differenza.- sorrise teneramente arrossendo per quello che avrebbe detto dopo:
-nessuno mi ha mai baciato con la passione con cui l'hai fatto tu Naruto.-
Lui si imbarazzò davanti a quella frase. -wow! Non me l'aspettavo da te, Sakura-chan.-
Lei non aggiunse altro, ma tornò al suo lavoro di Hokage:
-Naruto.. ora che mi sono svegliata e sto abbastanza bene, puoi tornare al tua postazione sul trono di Konoha.- suggerì ironica, -quando mi sarò ripresa del tutto raggiungeremo immediamente Sarada e Sasuke.- terminò e gli diede una "spintarella" per farlo alzare dal letto. -adesso vai! Non preoccuparti per me!-
-d'accordo! Ma stasera torno da te.- e, prima di uscire, le lasciò un delicato bacio a fior di labbra. -grazie di tutto Sakura-chan. A più tardi.- e con un cenno uscì.


 

****


Sarada era appena uscita dalla doccia quando, passando accanto ad una delle stanze da laboratorio di quell'oscuro e triste covo, udì le voci di Karin e Sasuke parlare sottovoce:

-Sasuke.. Sarada è davvero confusa e triste; prima, quando eri a fare la doccia, è scoppiata in lacrime davanti a me.
Che hai fatto a Sakura? Non posso vedere mia figlia così. Non riesco a rimanere senza far niente.-


Sarada, davanti a quella rivelazione, rimase scioccata.
Sua figlia? Dunque, lei era veramente figlia di quella donna?
Non sapeva più che pensare. Purtroppo qualcosa le diceva che era la verità.
Lei sentiva una certa sintonia verso quella donna e si somigliavano moltissimo.
Portava fin da piccola i suoi stessi occhiali e Sasuke nutriva forti sentimenti nei suoi confronti.
Per quanto le avessero tutti detto che non c'era nulla tra loro, ciò che i suoi occhi vedevano non combaciavano con le parole che si sentiva dire dagli altri per rassicurarla.
Iniziò a lacrimare nuovamente. Tutti gli avevano mentito, dall'inizio alla fine, e in quel momento si sentiva completamente presa per i fondelli dalle persone più vicine a lei.
Perché le avevano nascosto la verità? Perché la sua vera madre l'aveva abbandonata se era ancora viva?
Era inutile che si facesse tutte quelle domande, tanto finché non chiedeva ai diretti interessati non poteva avere risposte.
Si appoggiò lungo il ghiaccio e "giallognolo" muro scacciando senza successo le lacrime, e si calò lentamente fino a sedersi a terra sul gelido pavimento e a portare le ginocchia verso il petto, stringendole con forza. Non si era mai sentita così triste e delusa dal mondo e dai suoi familiari.
Perché nessuno gli aveva detto nulla nonostante tutte le domande che aveva fatto per scagionare i suoi dubbi? Sua madre adottiva, l'hokage (che forse era anche l'amante della sua madre adottiva), suo padre, Shizune e infine anche la sua vera madre.. tutti gli avevano tenuto nascosta la verità senza darle una chiara spiegazione e lei in quel momento aveva solamente voglia di piangere dopo che le era caduto il mondo addosso per colpa di una stupida foto camuffata e dell'egoismo degli adulti.
Nel frattempo, le sue orecchie sentivano ancora lievemente la conversazione dei suoi veri genitori, ma sembrava che le loro voci si fossero acuite ancora di più o forse era lei che aveva perso l'udito stanca di sentire solo menzogne.


-hai già fatto troppo, Karin.- sentì ancora la voce di suo padre, Sarada.
-non ho fatto un bel niente! Lo so che è per proteggerla, ma per me è dura non farle capire chi sono veramente.- continuò la sua vera madre.


A quelle parole, Sarada aguzzò di più le orecchie.
Forse sentendo quella conversazione avrebbe scoperto qualcosa e così si mise di nuovo in ascolto asciugandosi le lacrime con la maglietta indossata:

-non possiamo ancora dirle la verità. Finché la missione non si sarà conclusa dobbiamo tenere nascosta la tua identità, Karin.- ripeté Sasuke.
-ma tu resti comunque sposato con Sakura, nonostante ci siano sentimenti che ci legano profondamente.- ribattè lei.
-Sakura non mi ama più, Karin, ama Naruto. Appena Sarada sarà fuori pericolo, ho deciso che mi separerò da lei perché non è giusto per nessuno.-
-e che ne sarà di Sarada? Ti sei sposato con Sakura per darle una famiglia felice.-
Sasuke ghignò. -già.. ma io voglio sposare te.-
Karin strabuzzò gli occhi meravigliata. -cosa?!?-
-hai capito bene, Karin. In questo modo, appena si sarà risolto tutto e avremo portato a compimento questa dannata missione, tu sarai mia e Sarada avrà la sua famiglia. Sbaglio o è così che sarebbe dovuto essere fin dall'inizio?-
-non dire idiozie, Sasuke. Tu non vuoi davvero sposarmi.- obiettò Karin sarcastica.
Sasuke le alzò il mento bruscamente e con la sua sensuale rudezza, guardandola profondamente nelle iridi attraverso i suoi "pozzi neri".
-andiamo Karin, come diavolo devo farti capire cosa voglio davvero? Apri gli occhi dannazione! Smettile di fingere che tra noi non ci sia nulla.- protestò glaciale e seccato.
-lasciami imbecille!- esplose, scostando il mento da lui di scatto.
-no Karin. Non voglio stare con Sakura. Non voglio lei. Come devo dirtelo?-
-e non pensi ai sentimenti di Sarada? Lei è legata a Sakura più che a noi due messi insieme, vuoi davvero toglierle l'unica persona che le è stata vicino in questi anni? Siamo per lo più sconosciuti per lei. E' triste pensarlo ma è così.- replicò Karin.
-potrebbe comunque continuare a vederla anche vivendo con noi, se lo volesse.- puntualizzò.
-e io come faccio con il lavoro qui al covo, eh?-
-semplice, vieni a lavorare a Konoha. Stai trovando solo scuse perché hai paura.-
-non ho paura!- esclamò, -di cosa dovrei avere paura?-
-di soffrire ancora.- decretò lui, -ma tanto, in ogni caso, soffriresti comunque per non poter fare da madre a Sarada come veramente desideri.-


Sarada aveva ascoltato l'intera conversazione e non sapeva più che pensare dei suoi genitori; nonostante fossero stati lontani da lei tutto questo tempo, sembravano volerle veramente bene. Parevano amarla davvero. Le era pure scappato un sorriso sentendo le parole preoccupate ed altruiste della sua vera madre.
Forse c'erano dei motivi seri dietro all'allontamento dei suoi genitori di sangue da lei.
L'unica cosa da fare per scoprirlo era parlare chiaramente con entrambi per avere risposte precise.
Cosa ne sarebbe stata della sua esistenza e del suo futuro?
Ormai era nelle mani degli adulti. Così decise che avrebbe parlato con loro al più presto.

 
  
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