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Autore: Erina91    03/07/2015    3 recensioni
Il villaggio marittimo emanava un profumo di salsedine, da lì notavi i gabbiani salire verso il tramonto tutti raggruppati.
Il delicato infrangersi delle onde sul bagnoasciuga produceva un suono acquatico e carezzevole che Sasuke udiva da quei viottoli popolati e festosi, colorati da mille stoffe con cui potevi creare Kimono d'alta qualità, e nelle vicinanze del porto dove attraccavano le navi di mercanti sul molo. Tutto di quel luogo gridava che anche lui poteva ricominciare da capo, che nonostante tutti i mali commessi, chiunque poteva avere una seconda possibilità di vivere la proprio vita.
In quel momento si trovava in una contrastante situazione, diviso tra il dovere e il piacere. Piacere che il vivere di nuovo poteva dargli e il dovere di rimediare ai suoi peccati commessi, a quelli più gravi almeno, senza farsi coinvolgere troppo dalle emozioni che non poteva permettersi di provare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karin, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ciao a tutti! allora, vorrei fare una premessa prima di pubblicare il capitolo; sarà una Longfic, ma avrà all'incirca 4 capitoli, salvo imprevisti, perché ho diverse storie in corso, anche se una la interromperò, per ora, poiché non è molto seguita ç__ç.
Ho finito ieri di leggere Naruto Gaiden e ho deciso di rivoluzionare tutto il finale come fan SK e NS. Karin è il mio PG preferito e, dopo l'ultimo cap di Naruto Gaiden, lo è ancora di più perché è veramente incredibile.
Prendete questa storia più come un omaggio per PG di Karin e alla felicità che come personaggio si merita.
Probabilmente le fan SS e NH mi odieranno per i cambiamenti impartiti alla storia, ma io sono una grande fan delle coppie NS/SK e, sebbene le cose siano finite come sono finite, amerò sempre ed esclusivamente queste coppie perché mi trasmettono un amore immenso.
Bene, spero che vi piacerà! ecco il primo capitolo!^^ ringrazio chi mi segue sempre!

 


"12 Years afer the war.."

 
Il piccolo villaggio marittimo era in festa: il dolce suono dei flauti traversi imperniava i viottoli di pietra in quella calda estate. Il profumo di cibi speziati e cotti in un attimo fuggente sulla griglia dei banchi in servizio invadeva le sue narici, stuzzicando il suo difficile gusto. Alcuni giovani mercanti venuti da paesi lontani con grandi navi, cercavano di vendere i loro prodotti importati da sconosciuti villaggi.
Giocolieri, danzatrici in Kimono, artisti di caricature, truccatrici, equilibristi ravvivano l'armoniosa festa e creavano un'atmosfera rilassante e gradevole, come poche volte aveva avvertito durante i suoi lunghi viaggi per ripagare e rimediare i suoi peccati e perché Naruto, ora diventato Hokage del villaggio della Foglia, aveva colto l'occasione per mandarlo in missione per Konoha, avvantaggiando la sua redensione.
Sembrava che ultimamente ci fossero nuove minacce e lo scoppio di una possibile nuova guerra.
Inoltre.. sembrava alcuni esperimenti di Orochimaru, esseri nati in provetta, fossero in giro per il mondo cercando di riprodursi ed erano scappati dal covo all'insaputa del loro creatore. Pareva che lo stesso Orochimaru non ne fosse a conoscenza e avesse chiesto a Suigetsu, Karin e Jugo di provvedere alla loro ricerca e in seguito alla loro cattura appena avessero trovato il loro nascondiglio, ma lui e Naruto non si fidavano ancora del tutto di lui e anche per questo Naruto l'aveva mandato in missione; una missione dalla durata indefinita.
Tornò a guardarsi attorno: coppiette, gruppi di amici, stranieri, ninja di ogni tipo passeggiavano nelle stradine che sembravano fatte in miniatura da quanto erano curate e particolareggiate; in maschera, senza, con foulard erano arrichiti gli abitanti del villaggio.
Ultimamente aveva girato tutti paesi poveri, privi di fascino, malridotti, colpiti e distrutti da un eterna guerra che era solamente terminata da qualche anno, non trovando alcun "essere" sperimentale in quei luoghi.
Quel villaggio, quello dove si trovava adesso, trasmetteva buonumore e ilarità, esprimeva liberazione e fierezza. Attraverso i festeggiamenti sanciva un nuovo inizio. Un inizio migliore, felice, fatto di nuovi valori e novità: una nuova partenza per tutti e forse anche per lui. Sasuke, da quando era finita la guerra, si era reso conto che i suoi ideali avevano perso contro quelli più forti e penetranti di Naruto Uzumaki.
Da allora aveva cercato in tutte le maniere di redimersi, aiutando i villaggi che l'Akatsuki aveva saccheggiato pur di prendere i cercoteri (e per la missione incaricatogli da Naruto), che aveva trascurato per seguire la sua sete di vendetta: anche per questo non era rimasto al villaggio e aveva accettato di buongrado quella missione di lunga durata, perché dentro di sé sentiva che in quel momento non poteva restare senza far niente. Doveva fare qualcosa per rimediare, anche minimamente, al suo passato da criminale.
Il villaggio marittimo emanava un profumo di salsedine, da lì notavi i gabbiani salire verso il tramonto in gruppo.
Il delicato infrangersi delle onde sul bagnoasciuga produceva un suono acquatico e carezzevole che Sasuke udiva da quei viottoli popolati e festosi, colorati da mille stoffe con cui potevi creare Kimono d'alta qualità, e nelle vicinanze del porto dove attraccavano le navi di mercanti sul molo.
Tutto di quel luogo gridava che anche lui poteva ricominciare da capo, che nonostante tutti i mali commessi, chiunque poteva avere una seconda possibilità di vivere la proprio vita.
In quel momento si trovava in una contrastante situazione, diviso tra il dovere e il piacere. Piacere che il vivere di nuovo poteva dargli e il dovere di rimediare ai suoi peccati commessi, a quelli più gravi almeno, senza farsi coinvolgere troppo dalle emozioni che non poteva permettersi di provare.
Intanto che camminava coperto da un mantello nero e vestito con colori scuri, la sua attenzione colse un ritratto, più precisamente una caricatura che l'artista seduto aveva fatto su un foglio posto sopra ad un cavaletto di legno tutto scheggiato, che gli ricordò profondamente la presuntuosa espressione di Karin e, senza accorgersene, si era fermato davanti al povero pittore che sbiancò spaventato di fronte a quella sua smorfia corrucciata e perplessa, e ai suoi scuri occhi coperti da un ciuffo nero solo da un lato.
-chi è questa ragazza?- chiese all'artista, gelido, indicando il dipinto.
-non lo so, signore. È passata di qui solo qualche ora fa e, visto che mi è sembrata tanto bella, le ho chiesto se potevo farle un ritratto.-
-sai per caso dove potrebbe essere andata?-
L'uomo scosse la testa intimorito e a Sasuke entrò il nervoso.
-aspetti, aspetti.. non si arrabbi.- lo richiamò il signore, -credo di averla vista andare verso il molo poco dopo. Magari è ancora lì.- tentò aspettandosi un pugno se non rispondeva allo sguardo minaccioso dell'Uchiha.
-lo voglio. Prendo questo ritratto. Lo consideri un ringraziamento per l'informazione che mi ha dato.-
Detto questo gli passò alcuni spiccioli.
-grazie dell'acquisto, signore. Le auguro di trovare la sua bella.-
Sasuke non rispose e ripensò a quello che aveva appena visto: aveva sempre nutrito una particolare attrazione verso Karin, fin da quando si erano incontrati la prima volta al covo di Orochimaru. Tuttavia, l'aveva semplicemente considerata un'utilità per tutto il tempo che si erano frequentati e avevano combattuto assieme.
Avevano passato numerose notti di fuoco per sfamare il loro desiderio sessuale e la loro innegabile attrazione ed empatia, questo più o meno fino a sei anni fa e fin quando non era nata Sarada che adesso aveva undici anni.
Karin era rimasta incinta, senza volerlo davvero, e per proteggere la bambina da Orochimaru, aveva deciso di affidarla a Konoha e in particolare a Sakura che le faceva da madre fin da neonata.
Lui e Sakura erano stati obbligati a sposarsi per ottenere l'affidamento di Sarada e lui e Karin costretti a separarsi per proteggere la loro legittima figlia. Però, fino a quel momento, non era mai riuscito a comprendere cosa lo legasse a Karin e ciò che lo spingesse a preoccuparsi per lei e soprattutto a desiderare di condividere accese notti insieme. Si era accorto solo dopo essersi separato da lei, dopo quegli undici anni trascorsi senza vederla e allontanandosi da Sarada per la sua redensione e per la missione, che le era mancata e inconsciamente aveva sperato di incontrarla un'altra volta in uno dei suoi viaggi. Non aveva mai capito l'origine di quel sentimento, ma appena aveva visto quel ritratto sul cavalletto dell'uomo gli era sembrato sprecato lasciarlo lì.
Era cambiata molto in quei sette anni: i capelli parevano ancora lunghi, ma non più seghettati, e sempre di quello scarlatto fiammeggiante. E quegli occhi rosso fuoco, nonostante fosse solo un ritratto, anche attraverso esso esprimevano orgoglio e fierezza, arguzia ed intelligenza.
Forse era anche un po' dimagrita, ma le gambe erano sempre slanciate e la sua sensualità era rimasta la stessa, per non parlare della sua eterna giovinezza; nonostante avesse trent'anni, come lui, li portava decisamente bene.
Si era fatta più femminile ed adulta nei linieamenti del volto e nelle forme del corpo.
Quanto ancora diventarai attraente Karin Uzumaki?
Con quella domanda in testa, cercò di raggiungere il molo e nel frattempo si era fatto buio e ora il cielo non era più dei tipici colori del tramonto ma di un blu cobalto esageratamente stellato. Ma per la stagione estiva era normale.
I suoi occhi attirarono l'attenzione di una figura seduta sulla sabbia, da sola, ad osservare le onde distruggersi appena toccata la riva.
Si avvicinò per constatare chi era, ma i morsi dietro il collo erano così ben visibili che capì subito di chi si trattava.
-Karin.- disse solo, appena fu dietro di lei.
La ragazza, stupita, scattò scioccata da terra e arrossì sistemandosi gli occhiali.
-Sasuke..?- sussurrò, -tu.. che ci fai qui?- si ricompose subito, dopo la prima reazione.
-potrei farti la stessa domanda. Sei in missione per Orochimaru?-
-Sì, sono venuta in questo villaggio perché Orochimaru dice che nei commerci marittimi ci possono essere prodotti interessanti per i suoi esperimenti.- spiegò brevemente.
-è tanto che non ci vediamo.- aggiunse avvicinandosi a lui e scoprendo il suo cappuccio nero per guardarlo meglio in viso. -questa cicatrice? Come te la sei procurata?- chiese sfiorando il volto sfregiato da una cicatrice da poco risarcita, -prima non ce l'avevi. Non ricordo di avertela mai vista.- continuò. Non era un segno tanto evidente, era un piccolo graffio che era il simbolo di una ferita da taglio, ma niente di grave.
Però, Karin, così abituata a sostenere il suo sguardo con decisione, si era subito accorta di quella imperfezione nel suo volto. Aveva sempre avuto un'acuta vista grazie ai suoi occhiali da vista e ai suoi occhi vispi.
-un ninja fuorilegge, mi ha lanciato un Kunai nel tentativo di colpire un suo traditore e invece ha colpito me e io e ho deciso di non evitarlo tanto non mi avrebbe fatto niente.
Non sarebbe stata una ferita mortale, solo un misero graffietto.-
-però ti è rimasta la cicatrice, idiota.- sbottò lei, scostando la mano.
-comunque, come sta Sarada? Sono sua madre, non posso fare a meno di pensare a lei.- cambiò discorso tristemente assorta, -l'hai più vista o è sempre con Sakura?-
-non la vedo da quando è nata. Ho sempre girato il mondo, in missione per Naruto e per redimermi. E poi, se le stessi troppo vicino, Orochimaru potrebbe approfittarne.
Non ci fidiamo ancora di lui, nonostante ci abbia avvisato dei suoi fuggitivi.-
-sono sicura che con Sakura stia bene, all'oscuro di chi sia la sua vera madre.-
-Sakura agisce come vera madre con Sarada.- confermò. -mi fido di lei. Siamo sposati legalmente, lei è l'unica cosa che ci lega, ma so che è una persona affidabile. Non abbiamo bisogno di preoccuparci per lei.-
-ma tu dovresti essere lì con lei. Hai la possibilità di stare con lei. Io non posso, lo sai.-
-non posso stare con lei. Ho dei doveri da compiere, prima di tutto, e cerco di non vederla per proteggerla.
Tu dovresti pensare al tuo lavoro, invece.-
-io penso al mio lavoro, Sasuke, ma non sono così insesibile da non pensare a mia figlia.- ribatté irritata. -vorrei vedere come sta. Lo so che non possiamo, ma non posso fare a meno di desiderarlo.
E poi tu, che vuoi da me? Sei sposato con Sakura.-
-sono stato costretto a sposarmi con lei. L'unica cosa che ci lega è l'affidamento di Sarada, ripeto.- replicò. -inoltre, io e Sakura non proviamo niente l'uno per l'altra.-
-chi mi garantisce questo? Certo, a me non interessa con chi ti diverti, dal momento che io e te non ci vediamo da undici anni.- incrociò le braccia pensierosa.
-questo non cambia nulla. Non c'è niente tra noi, l'unico vincolo è il contratto di matrimonio.- afferrò la vita di Karin e se la portò vicino a sé con veemenza e Karin rimase scioccata da quel gesto così ardito e imprevedibile.
-cos'è tutta questa impetuosità, Sasuke?- ghignò ammicante, non allontanandolo. -non è da te. Ti si sono attivate le valvole ormonali all'improvviso?- lo provocò.
Sasuke rispose alla sua provocazione con un sogghigno divertito e portò la sua mani verso le ciocche di Karin, sfiorandole. -le ho sempre avute attive, Karin, per tua informazione e tu lo sai bene.-
-ma davvero?- cominciò imbarazzata, cercando di mantenere compostezza, davanti alle sue attenzioni improvvise. -e dire che le ho tentate così tante volte senza mai ricevere risposta, se non solo come desiderio carnale.-
Sasuke portò il ritratto che aveva comprato a quel signore davanti agli occhi di Karin.
-lo vedi questo? Chiedolo a questo perché sono qui.-
-tu.. chi ti ha dato il permesso di prenderlo, bastardo?- glielo strappò di mano.
-calmati. Smettila di fare la solita isterica.-
-allora dimmi perché l'hai comprato?- chiese aspra.
-mi piaceva. Tutto qui.- asserì tranquillo.
-ti piaceva? E da quando ti piaccio?- domandò maliziosa.
-chi lo sa. Sei così dannatamente arrogante e fastidiosa che non so come possa essere successa una disgrazia simile. Ma, se non fosse così, non vedo perché dovrei essere qui.
Inoltre, perché dovrei andare a letto con una persona che mi schifa?-
Karin arrossì a quel cattivo commento “mascherato” di complimenti.
-stai cercando di sedurmi? Non puoi: anche se solo legalmente, sei sposato.-
-è solo uno stupido matrimonio di convenienza.- affermò gelido.
-questo da parte tua e che mi dici di Sakura? È lei che mi ha fatto da ostetrica.
Se non ci fosse stata lei, a quest'ora Sarada non sarebbe nemmeno nata.-
-di Sakura non mi interessa. Per me è come una sorella. In più, da quando ti preoccupi per gli altri? Sei sempre stata così egocentrica ed egoista in passato.-
-in passato, esatto, ma le persone maturano. Sono riconoscente a Sakura per quello che ha fatto per noi e per quello che sta facendo per Sarada. Non possiamo farle questo.-
-hai ragione. Alla fine cosa mi cambia? Posso andare a letto con chi voglio.- decretò lui.
-infatti, perché bastardo sei e bastardo rimani.- tuonò lei.
Sasuke ignorò completamente le parole di Karin e si si precipitò sulle sue labbra.
Karin non riuscì a resistere dal rispondere a quel bacio così intenso.
D'altra parte Sasuke era sempre capace di farla impazzire e i suoi sentimenti per lui non erano cambiati.
Quando si staccarono fissò seria Sasuke:
-cosa significa questo bacio? Non ci baciamo da undici anni, Sasuke.
E hai detto che puoi andare a letto con chi vuoi. Non sono interessata a sfamarti, ripeto.-
-io ti ho sempre osservato, Karin.- cominciò lui, -odiavo i tuoi atteggiamenti presuntuosi e le tue moine invadenti, ma ho sempre avuto una predilizione verso le tue uniche abilità. Abbiamo passato diverso tempo insieme, ti ho conosciuta, abbiamo avuto rapporti sessuali e ho notato che dopo tutto eri fottutamente intrigante.
I tuoi modi di fare mi hanno sempre irritato, eppure eri l'unica che riusciva a mettermi in difficoltà.
Non riuscivo a “domarti” come volevo e, più stavo con te, più avrei voluto ucciderti per quello che il tuo carattere di merda riusciva a scatenarmi. Quando ci siamo separati, undici anni fa, non mi importava nulla di dove saresti andata, sinceramente, e volevo solo proteggere Sarada da Orochimaru. Tuttavia, ultimamente, mi sono trovato a ricordare com'eri e quel ritratto mi ha spinto da te come una maledetta calamita difettosa. Il mio corpo, come puoi sentire, vuole che tu sia mia.. ma la mia testa vorrebbe andarsene e mollarti qui come se niente fosse e come se oggi non ci fossimo davvero incontrati.- terminò seccato da quelle emozioni.
Karin, a quelle parole maligne eppure intrise di sentimento e passione, si stupì piacevolmente e dopo una pausa di riflessione disse: -ma non ci riesci, giusto?-
-sì, perché ormai mi sono rotto di negare l'evidenza.- dichiarò, -per cui, cerca di farmi divertire come in passato, Karin.- la invitò fiantando sulle sue labbra.
-d'accordo. Sappi che sei uno stronzo, Sasuke: appari sempre quando meno me lo aspetto, sei disposto a tradire tua moglie e desideri che io diventi tua quando ti pare e piace, dopo tutte le volte che ci ho provato ad avvicinarmi a te anche sentimentalmente.- affermò irritata. -ma se mi vuoi così tanto, di certo non mi faccio scappare una tale occasione.- sussurrò suandente, trascinando lentamente la mano all'interno dei pantaloni di Sasuke per stimolare la sua eccitazione. Sasuke, a quel tocco audace, si lasciò andare ad un gemito trattenuto.
Però, senza pensarci due volte, tornò a stuzzicare le labbra fulvide di Karin unendole con le sue in un bacio appassionato che avrebbe fatto impazzire chiunque per il suo scambio ed incontro di lingue che si cercavano e si intrecciavano in un visibilio mai provato.
Karin si strinse di più a lui, con forza, affondando le mani nella sua massa corvina e spettinata dai lunghi viaggi.
Il profumo intenso di spezie di Sasuke non era sparito. E in quella notte, sotto le stelle e in riva al mare, Sasuke e Karin diventarono un tutt'uno dopo undici anni che non si erano visti.
Fu una notte intensa, calda e luminosa, dove due giovani adulti avevano consumato l'attrazione_mai sopita_che nutrivano l'uno per l'altra.
Le spinte e i gemiti liberatori dei due amanti risiuonavano in mezzo alla spiaggia, ma era un suono che potevano avvertire solo loro data l'assenza di chiunque altro.
Erano dei rumori che alle orecchie di entrambi erano incredibile goduria e soddisfazione, in un connubio di sensazioni misteriose e sconosciute al freddo cuore di Sasuke Uchiha, e a lungo desiderate in quello di Karin Uzumaki; emozioni che li portarono entrambi all'apice del piacere, davanti a quella unione e condivisione intensa e viva di sentimenti, irrinunciabile, incantevole, spaventosa.. assai indescrivibile.
Finalmente riscoprirono le sensazioni passate, la simbiosi che li aveva uniti e appagando la bramosia del piacere sessuale e carnale che non li aveva mai abbanotati nemmeno dopo gli anni trascorsi e la lontananza.
Quella notte sotto le stelle, però, fu molto diversa rispetto a quelle passate. Ciò che la distingueva dalle altre era un amore condiviso, la nostalgia del passato e delle loro notti focose, il bene comune per la loro figlia e un desiderio che in quegli undici anni avevano cercato di annichilire e negare perché costretti dagli eventi e dai pericoli che Sarada avrebbe potuto correre se fossero rimasti insieme e se non l'avessero affidata ad una persona che poteva nasconderla e allontanarla dal male del mondo.




 
Konoha

Sakura aveva preso in affidamento Sarada dopo che era nata ed era stata costretta a sposarsi con Sasuke per ottenere l'adozione della bambina. Non sapeva nemmeno lei perché si era spinta a tanto per la sua paziente e amica, Karin, che le aveva portato via l'uomo che aveva amato in passato.
Aveva faticato ad accettare l'idea di crescere la figlia del suo primo amore, nata in rapporti sessuali con una persona che non era lei, ma allo stesso tempo si era sentita responsabile verso entrambi: Karin aveva aiutato Konoha, Naruto, e combattuto in guerra dalla loro parte, e lei invece per Sasuke non era mai riuscita a fare molto.
Quando nacque Sarada e lui e Karin le chiesero di proteggere la figlia al posto loro, per allontanarla dalla minaccia di Orochimaru e dalla sua ossessione per il clan Uchiha/Uzumaki, in passato vittime continue dei suoi esperimenti, si era sentita in dovere di farlo perché per la prima volta avrebbe potuto essere utile a Sasuke e avrebbe avuto comunque un legame stretto con lui, poiché la giurisdizione di Konoha prevedeva che, per ottenere l'adozione di un bambino, i genitori adottivi dovevano essere sposati.
Lei lo sapeva e anche per quello aveva approfittato dell'occasione per legarsi, anche se solo da un contratto su pergamena, con Sasuke. Incosciamente aveva sperato che, sposandolo, si sarebbero avvicinati di più e lui l'avrebbe potuta ricambiare. Ma Sasuke non l'aveva mai toccata, né sfiorata, né baciata dolcemente.. solo qualche volta avevano fatto l'amore, compresa la notte di matrimonio, e qualche giorno prima che lui ripartisse per star via udici anni, ma non c'era sentimento quando lo facevano da parte di lui.. sembrava più un frustrante sfogo.
Insomma.. l'aveva sempre trattata come una semplice sorella e, dopo che si erano sposati ottenendo l'affidamento di Sarada, se n'era andato in missione sotto incarico di Naruto e non era più tornato a Konoha da allora, senza vedere neanche Sarada. Tale atteggiamento le aveva solo fatto capire che l'unica cosa che li legava era la bambina di lui e Karin, niente di più. Sakura era caduta in depressione dopo quella realizzazione ed era stata assalita da svenimenti da stress a causa del dolore, ma allo stesso tempo si era avvicinata a Sarada a tal punto da ritenersi la sua vera madre. Le voleva bene come se fosse veramente sua figlia, dato che l'aveva cresciuta fin da quando era nata e Sarada non era a conoscenza che lei non era la sua vera madre e sapeva che suo padre era in una missione di lunga durata e che, finché non la portava a compimento, non sarebbe tornato a Konoha.
La piccola non l'aveva mai davvero incontrato, perché se n'era andato quando lei era ancora una neonata e probabilmente non si ricordava nemmeno la sua faccia.
Sarada, anche se era ancora piccola, ne soffriva tantissimo perché vedeva i genitori dei suoi compagni di accademia uniti da una vera famiglia, perché lei aveva solo una madre che in quel periodo era assai schizzata, lunatica e stressata. Tuttavia, Sakura, ultimamente era stata aiutata molto da Naruto che si era separato da Hinata perché i rapporti tra loro non andavano più bene, e lui e Sakura si erano avvicinati. Naruto si comportava come un padre nei confronti di Sarada e lui e Sakura erano gli unici a sapere di chi fosse veramente figlia, a parte di Sasuke.
In passato si era sentita confusa riguardo ai suoi sentimenti: non riusciva più a capire chi amasse veramente, se Naruto o Sasuke. Poi Naruto e Hinata avevano cominciato ad uscire insieme e in seguito si erano sposati, dal loro matrimonio era nato Boruto.
Allora, a quel punto, vedendo che la relazione tra Naruto e Hinata stava proseguendo a gonfie vele, si era tirata indietro e lei e Naruto si erano distaccati.
Sakura aveva sacrificato ciò che provava per Naruto per il bene della relazione tra lui e Hinata e perché Boruto aveva il diritto di avere ambedue i genitori vicini e di conseguenza si era anche accorta che, dopo il ritorno di Sasuke, provava ancora qualcosa per lui e le si era riaccesa la speranza, decidendo di sposarlo legalmente e proteggere Sarada come lui e Karin le avevano chiesto.
Però si era accorta che quel sentimento per lui, dopo undici anni che non lo vedeva e accettando che non era ricambiato, aveva iniziato a scemare lentamente; mentre, con il riavvicinamento di lei e Naruto, e la separazione tra lui e Hinata, era riamerso anche il suo attaccamento sentimentale verso quest'ultimo. Non aveva mai smesso di amarli entrambi, i sentimenti avevano solo vacillato l'uno per l'altro, ma adesso stava iniziando a capire che ciò che provava per Naruto stava diventando più forte rispetto al passato, perché lui era maturato moltissimo ed ora era la persona più stimata del villaggio oltre che un Hokage meraviglioso.
E si era separato da Hinata. Si erano riavvicinati molto.
Mentre stava occupandosi delle faccende casalinghe, adocchiò le foto di Sarada da piccola, con accanto un giovane Sasuke e lei. La osservò attentamente, sotto quella foto era stata nascosta la fotografia del Team Taka e di Karin accanto a Sasuke. Aveva sostituito la foto del volto di Karin con una sua, in modo da sentirsi almeno una famiglia quando guardava quell'immagine dove erano riprodotti lei, Sasuke e Sarada, anche se era una foto camuffata: le dava l'idea di famiglia, anche in realtà era solo un rapporto di convenienza e Sasuke si era sposato con lei solamente per Sarada. Un'espressione triste attraversò il suo pallido volto e avvertì che un altro attacco di svenimento la stava cogliendo. Infatti, poco secondi dopo, cadde a terra.
Il comodino dove era posta la foto, fu colpito dala scopa che piombò sopra infrangendo la cornice cafummata che cadde a terra, scoprendo l'immagine del Team Taka e di Karin accanto a Sasuke.
Sarada avvertì il tonfo e il rumore di vetri frantumarsi, capì subito che sua madre era svenuta nuovamente e scese giù le scale per soccorrerla.


 

****


-mamma! Ehi! Tutto bene?- chiese, chinandosi per vedere come stava. -aspetta che chiamo Shizune che ti fa il solito controllo.- mentre si avvicinava al telefono, notò la foto uscita dalla cornice e i suoi occhi sorpresi colsero subito l'immagine di una donna a lei sconosciuta, sorridente e con i suoi stessi occhiali, accanto a suo padre da giovane.
Si dimenticò di chiamare Shizune per un momento e rimase a fissare il volto della donna così somigliante al suo e con gli occhiali della stessa fattura e dello stesso colore.
Chi era quella donna? Non aveva mai visto quella foto, poiché al posto del viso di quella donna c'era sempre stato quello di sua madre. Non si era mai preoccupata di notare quanto fosse strana quella foto messa accanto a suo padre da giovane e perché i suoi genitori non avessero una foto insieme dato che erano sposati.
La piccola Sarada fu assalita da mille dubbi e domande e, dopo aver chiamato Shizune senza troppa frenesia, seguì l'amica di sua madre trasportare Sakura su un lettino.
-non preoccuparti, Sarada, sai che capitano spesso questi svenimenti a tua madre.- la rassicurò sorridendo Shizune, ma la donna vide che lei era strana e pensierosa.
-tutto a posto, Sarada? Che ti prende?-
Sarada non seppe se chiedere spiegazioni o no, a Shizune, ma al momento era la persona con cui sua madre aveva più contatti oltre che all'Hokage.
-senti Shizune, ma lei è veramente mia madre?-
La donna si scioccò davanti a quella domanda inaspettata, ma si fece dispiaciuta.
-certo che è tua madre, perché questi dubbi?- ma c'era incertezza in quelle parole.
Sarada tirò fuori la foto che aveva trovato a terra e la mostrò a Shizune.
-e allora perché questa donna mi assomiglia così tanto e porta i miei stessi occhiali?- sentì le lacrime farsi strada, irritandola, e Shizune le si avvicinò.
-vedi.. io in realtà non so molto, Sarada, non ti posso aiutare. Purtroppo il tuo certificato di nascita non è mai stato trovato qui in ospedale.- rivelò sincera. -non so veramente dove sia e Sakura non ha mai spiegato molto su questo dettaglio.- continuò, -io ho smesso di porle un'altra volta la stessa domanda, poiché ultimamente è molto fragile e non voglio stressarla più del normale. Più di così non posso dirti, perché non so niente.-
Sarada abbassò la testa delusa e amareggiata. Suo madre le nascondeva sicuramente qualcosa, perché tutte le volte che lei gli domandava dove suo padre fosse e perché non sapeva niente di lui, lei si innervosiva, si arrabbiava, e alla fine non le dava risposte concrete nemmeno riguardo ai sentimenti che li legavano.


-mamma.. ma papà ci ama?- le aveva chiesto lei, un paio di anni fa.
-perché non è qui con noi? Perché non l'ho mai visto?- proseguiva.

Sakura era rimasta in silenzio e le aveva fatto un mezzo sorriso, molto spento, che non aveva nulla di veramente reale e dolce. -non preoccuparti, Sarada, i suoi sentimenti sono connessi ai nostri.- le aveva, poi, risposto poco dopo e sempre con quell'aria triste. -tornerà presto da noi. Credimi.-
Sarada non aveva insistito con le domande e ogni tanto glie l'aveva richiesto, ma ciò che otteneva sempre erano risposte vaghe, mezze verità e rimproveri ispiegabili ed ingiusti da parte di sua madre, che sembrava voler portare il discorso su altro; come se parlarne le creasse solo un gran dolore e le lacerasse il cuore senza un motivo preciso.
Sarada, dopo quelle rispose, piangeva in silenzio in camera sua.
Piangeva per la tristezza di sua madre e perché sentiva la mancanza di un padre non presente e che non aveva più incontrato da quando era nata, spaventata dal pensiero che lui le avesse abbandonate perché non le voleva o perché non le accettava come famiglia. Ma soprattutto aveva paura di essere stata rifiutata come figlia.
Dopo le numorose volte che aveva posto la stessa identica domanda a sua madre senza ottenere risposte concrete e chiare, aveva smesso di farlo, e si era convinta che suo padre non sarebbe più tornato da loro.


Ora, però, dopo quella foto, era stata nuovamente accolta dai dubbi e dalle domande.
Specialmente aveva bisogno di risposte sincere e chiare perché credeva di meritarsele.
Quando sua mamma si sarebbe sveglieta dallo svenimento, glielo avrebbe chiesto chiaramente e una volta per tutte, mostrandole la foto che aveva trovato.
Ad un tratto, la porta della camera dove era ricoverata sua madre, si spalancò in un secondo e apparse l'Hokage del villaggio. -Hokage?- chiese, Sarada, meravigliata dalla sua presenza.
-Sarada.. come sta tua madre?- domandò immediamente, con il fiato corto.
-non è nulla di grave, a volte sviene a causa dello stress emotivo.- rispose lei, ancora perplessa dalla presenza di Naruto Uzumaki davanti ai suoi occhi e nella stanza di sua madre. Sembrava molto preoccupato per lei.
Naruto si avvicinò al letto di Sakura e prese un panchetto per sedersi al lato del materasso.
-ma non devi lavorare?- intervenne Sarada, scettica, di fronte a quella scena che sembrava quasi sdolcinata.
Il romanticismo si fece quasi nauseabondo quando Naruto portò una mano sulla fronte di Sakura con delicatezza e le scostò le ciocche rosate che le coprivano il viso. Era sudata e sembrava avere una leggera febbre.
Sarada rimase a fissare quell'assurda situazione, in silenzio, e si chiese da quando sua madre e l'Hokage erano diventati così intimi. Sapeva che lui si era separato da poco dalla moglie, ma non si aspettava di certo che fosse così legato a Sakura, poiché prima di lasciarsi da sua moglie, non si era mai presentato davanti a loro come in quel momento e in maniera così agitata e preoccupata.



Pochi minuti prima
Naruto Uzumaki aveva appena ricevuto una visita da parte di Shizune, nel suo studio, che l'aveva avvisato che Sakura era svenuta. Dopo tale notizia, che lo aveva sconvolto, si era precitato all'ospedale per vedere come stava Sakura. Solo recetemente si erano riavvicinati, lui e Sakura; perché, ambedue sposati, avevano finito per distaccarsi. Però tra lui e Hinata era finita da un anno perché i rapporti tra loro si erano irrigiditi da quando lui aveva iniziato a lavorare come Hokage. Il sentimento che sembrava legarli si era affievolito, o forse non era mai veramente nato, perché lui non aveva mai dimenticato il suo amore per Sakura, lo aveva solo sotterato per la sua felicità: si era finalmente sposata con Sasuke, e probabilmente aveva anche il suo amore ricambiato e dopo il matrimonio con lui l'aveva vista davvero felice, e ciò lo aveva portato a mettere da parte l'attaccamento sentimentale che lo legava a lei.
In passato aveva cominciato una relazione con Hinata, prima di sposarla, questo dopo che lei si era dichiarata a lui e lui aveva deciso di concederle una possibilità. Tale possibilità si era trasformata in una vera sintonia che li aveva strettamente uniti e anche lui pensava che quello che sentiva per Hinata fosse davvero amore. Un amore diverso da quello provato per Sakura, più incentrato sull'affetto, ma pur sempre una forma d'amore e così, convinto di non avere speranze con Sakura, aveva sposato Hinata e dal loro matrimonio era nato Boruto.
Nei primi anni del matrimonio era andato tutto bene, ma con lo scorrere del tempo avevano finito per allontanarsi l'uno dell'altra e anche Hinata pareva soffrire in quel matrimonio un po' solitario e non condito da sentimenti intensi, ma solo da un eterno affetto e un pizzico di ammirazione reciproca, che poteva essere scambiato perfettamente per una forma d'amore. Tuttavia, la frenesia di quel sentimento si era lentamente modificato e lui e Hinata, nell'anno prima di lasciarsi, non avevano nemmeno più fatto l'amore perché non ne sentivano l'esigenza. Fu proprio per quel motivo, specialmente uno dei motivi, che avevano portato Naruto a ragionare sulla loro relazione e dopo averne parlato e anche sentito il punto di vista di Hinata_dato che il problema pareva comune_ avevano deciso di separarsi perché il loro legame era diventato solo un contratto su carta, popolato da sentimenti d'affetto ma privo di sentimenti d'amore. In seguito alla separazione con Hinata, ciò che provava per Sakura_ora che si erano riavvicinati_era riemerso dal profondo del suo cuore e la preoccupazione provata davanti all'avviso di Shizune erano solo la conferma che in fondo lui non aveva mai davvero smesso di amarla, ma aveva messo da parte i suoi sentimenti per la felicità di Sakura.
Ed ecco che adesso si trovava lì, davanti a quel lettino, con Sakura in pessime condizioni psicologiche ed emotive, fortemente stressata e depressa. Perché si era ridotta così?
Da quando aveva ricominciato a vederla più frequentamente, aveva solo notato tanta stanchezza in lei, ma ora la vedeva davvero distrutta e povera di forza e determinazione. Poteva essere a causa dell'assenza di Sasuke, è vero, ma quando avevano discusso della sua missione, Sakura era perfettamente consenziente e convinta che fosse la soluzione migliore, dunque come poteva essere suo marito il motivo?
Sicuramente, visto che l'aveva sposata anche se solo per ottenere l'affidamento di Sarada, Sasuke era innamorato di lei e sua cugina Karin faceva parte del passato, o almeno così aveva inteso.
Pensava che adesso Sakura, con la sua vita, fosse felice e soddisfatta, ma da come la vedeva in quel momento non pareva proprio. -Sarada.. da quanto tua madre è in queste condizioni?- le domandò, infatti, osservando rattristato e ansioso il corpo di Sakura debole, addormentato e febbroso adagiato nel letto d'ospedale.
-non l'ho mai vista così debole in vita mia.- aggiunse.
-Hokage.. mia madre è così da diversi anni, da quando mio padre è partito per quella lunga missione. Gli svenimenti frequenti dipendono dal suo fragile stato d'animo e dal suo esaurimento nervoso. Soffre di queste crisi da un po'.-
-Come mai non ne eri a conoscenza?- domandò confusa, in seguito.
Naruto ascoltò con attenzione le parole di Sarada, sentendosi sempre più in colpa per non esserle stato vicino dopo la partenza di Sasuke per quella lunga missione.
-io e Sakura-chan ci siamo allontanati dopo che mi sono sposato con Hinata. Poi sono sempre stato impegnato con il lavoro di Hokage e ho finito per trascurare il nostro rapporto che in passato era molto stretto.- spiegò, -per questo non ero a conoscenza che Sakura-chan stesse così male. Abbiamo ripreso ora a vederci di più.-
-mia madre sta male per colpa di mio padre.- affermò secca, Sarada.
-tuo padre è in una missione importante, lo sai.- lo difese lui, -anche se posso capire come ti senti.-
-potevi evitare di mandarlo.- replicò lei arrabbiata, -inoltre, mia madre non ha notizie di mio padre da quando è partito. Il ché vuol dire da undici anni. È normale che sia ridotta così.
Mio padre non si è degnato nemmeno di chiederci come stavamo.-
-non vi ha scritto nemmeno una volta?- chiese meravigliato Naruto.
Sarada scosse la testa. -neanche una. Almeno da quello che so.- volse lo sguardo altrove, ferita.
Naruto si dispiacque molto, ma sapeva che Sasuke evitava di scrivergli per proteggere Sarada e Sakura dai pericoli, ma probabilmente la piccola non lo sapeva.
-se non vi ha scritto è stato solo per proteggervi.- disse lui sorridendo.
-certo. E da cosa? Neanche questo mi ha detto mamma.- fece adirata.
-Sarada.. cerca di capire..- tentò Naruto, ma fu fermato dalle parole della ragazzina:
-come posso capire, Hokage? Non so nulla di mio padre! di dove sia, cosa fa, e quello che veramente lega i miei genitori..- cominciò, -non so nemmeno se sono veramente figlia di mamma.- sussurrò, non riuscendo a trattenersi.
Naruto sapeva che era figlia di Karin, ma non poteva dirglielo per proteggerla.
Era un “patto” che avevano fatto lui, Sakura e Sasuke. Una condizione che doveva rispettare.
-questa foto cosa significa?- proseguì Sarada, tra le lacrime. -chi è questa ragazza?-
-è solo un'amica di tuo padre.- era dura mentirle vedendola così disperata, ma non poteva fare altrimenti: la loro era una promessa infrangibile, almeno per ora.
La ragazzina non rimase soddisfatta da quella risposta e uscì dalla stanza di corsa, incontrando Chocho per strada.
Naruto abbassò la testa tristemente. "scusami tanto, Sarada.." pensò mentalmente.



 
****


-ehi Sarada! Dove corri così disperata?- la chiamò Chocho, seguendola.
-voglio andare a cercare mio padre. Devo sapere dov'è e voglio chiedergli alcune cose che mi assilano.- rispose, scacciando le lacrime sotto la sguardo confuso della sua amica. -mia madre mi ha sempre mentito. Tutti l'hanno fatto. Non posso fidarmi di quello che mi dirà, devo cercare la verità da sola. Ho sentito che l'Hokage si incontrerà con mio padre, domani, poco distante da Konoha. Lo seguirò e parlerò con il mio papà.-
-ma è troppo pericoloso, Sarada! Lo sai che ti scopriranno?-
-è l'unica cosa che posso fare, Chocho.-
-allora vengo con te.- decretò la sua amica.
-non voglio metterti in pericolo. Non venire per favore.-
-non posso lasciare un'amica così. Domani pedineremo l'Hokage e io sarò con te. Magari incontro anche qualche bel ragazzo.- commentò divertita e sognante.
-sei sempre la solita, Chocho. Però grazie.- sorrise. -tuttavia.. prima devo parlare con mia madre, un'ultima volta, prima che si svegli. Anche se so che non avrò risposta.-



 
****


-ci separiamo qui, Sasuke.- asserì Karin, -la mia missione in questa città marittima è terminata.- si fissarono intensamente per un tempo indefinito.
-ho bisogno del tuo aiuto per questa missione di ricerca, Karin.- affermò Sasuke, -non capisco perché Orochimaru non abbia proposto di affiancarmi a te, quella volta, nonostante tu abbia quelle abilità speciali.- continuarono a guardarsi negli occhi, uno sguardo che valeva più di mille parole. Era dura per entrambi separarsi nuovamente, ma nessuno dei due l'avrebbe mai ammesso con sincerità perché non potevano stare insieme.
-Servo in laboratorio, al covo. Per questo non mi ha mandato con te.
E poi anche a Konoha sostenete che lui c'entri con i fuggitivi nati in provetta dal covo, o sbaglio?-
-non mi interessa quello che dici. Domani mi incontro con Naruto per le ultime informazioni e poi ti raggiungo al covo. Costringerò Orochimaru a farmi dare il tuo aiuto nella missione, non si scoprirà facilmente se c'entrasse davvero con essa e con i fuggiaschi.-
Karin sospirò stancamente:
-è meglio se noi non ci vediamo, Sasuke, la situazione è troppo complicata e lo sai bene.-
-si fa come dico. Nessuna obiezione. Mi servi.- ordinò duro.
-ti servo e basta, dunque? Allora a maggior ragione è meglio se non ci vediamo.-
Sasuke la fissò in quegli occhi accesi: Karin era cambiata moltissimo.
Anzi.. forse era sempre stata gentile ad altruista, e lui lo sapeva, ma in quel momento le sembrò la persona più matura del mondo e una madre ferita perché non poteva stare con la propria figlia come avrebbe voluto.
Spinto da una tenerezza imprevista portò una mano sulla guancia di Karin che, cono decisione ed orgoglio, sostenne il suo sguardo. -non mi servi e basta. Dovresti averlo capito.- disse, -ho bisogno di te. Domani ti raggiungo al covo. Cerca di non farmi aspettare, Karin. Facciamo prima con te.- detto questo, calò delicamente la mano dalla sua guancia quasi come una carezza. -a domani.- aggiunse allontanandosi.
Karin lo fissò allontanarsi di spalle e rifletté su tutto quello che era successo la notte prima.
Non sapeva se era stata solo la sua immaginazione, ma la notte che avevano trascorso insieme era stata molto più intensa delle altre, quasi come ambedue avessero aspettato quel momento per avvicinarsi davvero.
Sasuke era sposato con Sakura, che tra l'altro era una sua amica oltre che la sua ostetrica, e Karin aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa che legasse i due e, appunto per questo, aveva deciso di affidare Sarada a Sakura.
Pensava che l'amore tra i due fosse reciproco e lei, invece, solo un'untilià per Sasuke e un divertimento al momento che lo necessitiva, sebbene fosse consapevole che tra lei e Sasuke ci fosse un'attaccamento effettivo.
Ma ciò che li univa era solamente Sarada, o almeno era questo quello che Karin aveva creduto fino alla notte scorsa, poiché lei desiderava solo la felicità Sasuke e Sarada, e pensava che il matrimonio con Sakura avrebbe potuto dargliela a tutti a due. Allora perché Sasuke aveva detto che non c'era niente tra lui e Sakura?
Erano state proprio tali parole a farla riflettere e a lasciarsi andare con lui un'altra volta, ed in effetti Sasuke pareva alquanto diverso dal passato con lei. Specialmente se ripensava a quella "specie" di dichiarazione che le aveva fatto ieri notte, prima di consumare l'amplesso.
Aveva davvero avuto la sensazione di esserle mancata da come l'aveva vezzeggiata quella notte.. ovvero in maniera più dolce, non aggressiva né frettolosa, era stato un rapporto delicato e veramente voluto.
Non come semplice e puro desiderio sessuale, ma come un bisogno essenziale, nitido e tanto atteso da parte di entrambi. Non voleva essere così confusa, ma non riusciva a farne a meno.
In ogni caso, lui restava sposato legalmente e un rapporto tra amanti era proibito per regola morale e giuridizionale. Non doveva ripetersi ancora, anche se l'attrazione li avesse spinti a desiderarlo.
Doveva farlo per il suo bene, per quello di Sasuke e Sakura, ma soprattutto per Sarada.. non poteva distruggere la famiglia di sua figlia per un suo desiderio egoistico.
Tanto non avrebbero mai potuto viverlo davvero, perché c'erano troppi rischi e pericoli e, finché il male non veniva eliminato, non c'era posto per quel genere di sentimenti e almeno Sarada doveva vivere spensierata.

 
  
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