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Autore: Ledy Leggy    04/08/2015    2 recensioni
"Non è che posso aiutarvi? Cioè adoro lavorare all'FBI, ma sono più in stile criminale." Si intromise Neal.
"Lo faresti davvero?" Chiese Elsa sedendosi accanto a lui.
"Perché no?" Chiese lui con un sorriso.
"Ad esempio perché ti ho preso in ostaggio e rapito." Osservò Elsa sorridendo a sua volta.
"Con una pistola scarica: hai tutto il mio rispetto."
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mozzie-Dante Haversham, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 7

Tu Vedi Un Blocco, Pensa All'Immagine



 



 

In quel periodo di fuga continua Neal aveva chiamato più volte Elsa.

Avevano parlato un po' delle rispettive situazioni e avevano preso l'abitudine di raccontarsi tutto.

E ora, dopo tutti quei mesi, Neal era di nuovo a New York. In realtà si erano visti all'aeroporto per qualche minuto, quando Neal era arrivato, ma poi fra gli impegni dell'uno e dell'altra (Elsa era dovuta partire per un po' di tempo dopo che Peter si era concentrato su di lei alla partenza di Neal) non erano riusciti a incontrarsi per bene.

E adesso Neal doveva darle la grande notizia.

Si erano dati appuntamento per le cinque da Neal e quest'ultimo aveva sistemato la casa per l'occasione.

Era anche riuscito a buttare fuori sia Peter che Mozzie, che ormai sembravano anche loro coinquilini, quando Elsa suonò.

"Ciao!" Appena entrò si abbracciarono con slancio.

"È bello rivederti." Sorrise Elsa. "Magari adesso Peter sarà troppo impegnato a badare a te per cercare me." Disse entrando e sedendosi in terrazza a godere i primi raggi di un sole primaverile.

Scambiarono un po' di racconti sugli ultimi mesi, poi Neal decise che era arrivato il momento di lanciare la bomba.

"Ho trovato mio padre." Buttò lì.

Elsa lo guardò senza capire.

"Cosa?" Chiese mettendo giù il suo bicchiere.

"Ho trovato mio padre, quasi per caso, mentre indagavo sulla morte di Ellen, te ne avevo parlato no?" Spiegò Neal.

"Sì, ti aveva detto di fidarti di Sam, giusto?" Disse Elsa cercando di schiarirsi le idee.

"Già. Alla fine però ho trovato mio padre, non Sam." Sospirò Neal.

"Non mi hai mai parlato molto di lui." Osservò Elsa riempiendo i loro bicchieri di vino. "Ti va di farlo ora?"

"Posso raccontarti tutto, ma non chiedermi, alla fine, se sto bene. Lo fanno tutti ed è insopportabile. Io sto bene." Disse Neal con tono quasi arrabbiato.

"Non lo chiederò." Promise Elsa con un mezzo sorriso. "So come funziona, conosco le regole." Riempì un po' di più i bicchieri e Neal iniziò a raccontare.

 

Due ore dopo Neal ed Elsa avevano bevuto più del previsto, e sedevano di sghembo sul divano del salotto.

"Non credo di volerlo conoscere." Affermò Elsa incerta.

"Forse neanche io volevo." Disse Neal togliendosi la cravatta.

"No, sai, avere due genitori è già tanto. Mi sento iper controllata. Un nonno sarebbe di troppo." Disse Elsa ridendo e riempiendosi il bicchiere. "Fa strano anche solo a dirlo... non ho mai pensato che avrei avuto un nonno." Disse osservando il livello del vino nella bottiglia.

"Forse dovremmo smettere di bere." Disse Neal interpretando i suoi pensieri.

"Già." Gli dette ragione Elsa. "Al prossimo giro eh?" Aggiunse poi riempiendo anche il bicchiere di Neal, che sorrise accondiscendente.

"Niente nonno quindi." Disse quest'ultimo.

"Almeno finché non scopri se è un assassino." Disse Elsa incerta.

"D'accordo."

Restarono qualche minuto immersi nei loro pensieri, finché qualcuno bussò alla porta.

"Vado io." Disse Elsa vedendo lo sbuffo di Neal.

Si alzò in piedi con calma, ignorando la fretta con cui il visitatore aveva bussato un'altra volta, e aprì la porta.

"Buongiorno." Disse all'uomo che si ritrovò davanti. "O forse buonasera." Sorrise, mentre rimpiangeva di aver bevuto così tanto vino.

"Ho un blocco di marmo per... Neal Caffrey." Disse l'uomo controllando il nome su dei documenti.

"Lo porti dentro." Disse la voce di Neal da dietro la schiena di Elsa.

"Che ci fai con un blocco di marmo?" Chiese Elsa curiosa mentre l'uomo portava il blocco in casa.

"Devo falsificare una scultura di Dubois." Disse Neal mettendo una firma su documento dell'uomo.

"Mi piace Dubois." Disse Elsa, mentre osservava il blocco di marmo da più angolazioni.

"Hai presente il nuovo pezzo che è stato venduto alla galleria qualche giorno fa?" Chiese Neal radunando gli attrezzi da lavoro.

"Ah sì. Edward l'ha definito un falso ben fatto." Disse Elsa scaldando l'acqua per un tè per riprendersi dalla lunga bevuta.

"Ha ragione. Perciò facendo un'altra scultura voglio far uscire allo scoperto il falsario." Spiegò Neal.

"Bene." Elsa bevette un sorso del tè che si era preparata e scrollò leggermente la testa. "Tu lavori e io guardo." Dichiarò soddisfatta. "Sembra rilassante."

"Non vuoi aiutare?" Chiese Neal stupito.

"Non ho lo stesso tocco di Dubois, mi dispiace. Sono un po' troppo rozza in scultura. Al massimo posso darti una mano all'inizio, ma poi devi perfezionare te." Spiegò mentre spingeva il tavolo da una parte per fare spazio intorno al blocco.

"Basta che non si veda che ci abbiamo lavorato in due." Disse Neal.

"Non credo che sia un problema." Sorrise Elsa.

"Vuoi una maglietta che tu possa sporcare senza problemi?" Chiese Neal dopo un attimo di riflessione guardando la maglietta elegante che indossava Elsa.

Lei la guardò a sua volta e annuì brevemente.

Neal frugò in un cassetto e tirò fuori una maglietta bianca e nera a maniche corte per Elsa e una canottiera bianca per sé.

Dopo che entrambi si furono cambiati, tornarono intorno al blocco di marmo.

Elsa prese uno scalpello e guardò il blocco con aria di sfida. Poi osservò gli schizzi che Neal aveva poggiato lì accanto.

"Tu vedi un blocco, pensa all'immagine: l'immagine è dentro basta soltanto spogliarla." Enunciò Elsa. "Michelangelo." Disse poi rivolta a Neal, che la guardava sorridendo.

"Oh lo so." Rispose lui. Prese anche lui uno scalpello in mano e si misero all'opera.

Alle sei e mezza Elsa aveva abbandonato l'impresa, lasciando Neal a rifinire il lavoro mentre lei, dopo una breve spazzata in giro a causa della polvere, si era seduta sul tavolo a guardare.

Non avevano parlato molto nelle ultime ore, si erano limitati a lavorare senza interruzioni, con la porta finestra aperta su New York a dissolvere la polvere che si stava diffondendo ovunque.

"Mi sa che qualcuno sta bussando." Disse Elsa, sentendo dei rumori sopra allo scalpellio di Neal.

Neal si fermò un istante e poi andò ad aprire la porta.

"Neal. Volevo sapere se ti è arrivato il blocco di marmo." Disse una voce familiare.

Non ricordando a chi appartenesse Elsa si sporse oltre la scultura per osservare la scena.

"Oops." Sussurrò notando Peter.

"Disturbo?" Chiese quest'ultimo a Neal entrando nella stanza, mentre il proprietario cercava di mandarlo fuori senza fargli sospettare nulla.

"Oh." Fu l'unica cosa che disse Peter vedendo Elsa.

Elsa rimase seduta sul tavolo sorridendo.

"Salve." Disse senza mostrare il disagio. "Devo proprio andare adesso."

Saltò giù dal tavolo e prese la sua borsa, avviandosi verso la porta.

"Lo sapevo che vi eravate tenuti in contatto." Esultò Peter senza fermarla. "Dove sei stata gli ultimi tre mesi?" Chiese poi curioso.

"Potrei aver fatto dei documenti falsi ed essere andata in Polonia e in Italia." Sorrise Elsa. "O forse no." Aggiunse poi.

"Tale padre tale figlia." Sospirò Peter.

"Poi fammi sapere come va con la scultura." Disse Elsa uscendo e chiudendosi la porta alle spalle.

Peter restò a fissare la porta sconcertato.

"Fammi indovinare." Disse poi. "Ti ha aiutato con la scultura."

"Abbiamo fatto un ottimo lavoro." Sorrise Neal soddisfatto mostrandogli l'opera. "È uno dei miei capolavori migliori."

"Domani lo porteremo al museo è sentiremo gli esperti." Decise Peter. "Perché Elsa era qui?" Chiese poi.

"Abbiamo parlato un po'. E bevuto." Rispose Neal iniziando a pulire la stanza.

"Di tuo padre?" Chiese Peter accigliato.

"Anche." Rispose Neal.

"E come l'ha presa?" Chiese allora Peter curioso.

"Bene. Non era molto scossa." Disse solo Neal.

Peter annuì lentamente.

"Te come stai?" Chiese poi un po' incerto.

"Sai cosa mi piace di Elsa?" Sbuffò a quel punto Neal. "Non mi chiede mai come sto. Non per ascoltare la risposta almeno. Chiede come va solo per abitudine, ma se vuole sapere qualcosa fa una domanda diretta."

"D'accordo, non ti chiederò più come stai." Decise Peter. "Ma dobbiamo trovare quella scatola di prove."

"Mozzie ed io ci stiamo lavorando." Disse Neal semplicemente.

Peter annuì e iniziò ad aiutarlo a pulire la stanza.

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Pian piano la storia si sta mescolando al telefilm. Ancora non ci sono parti di trascrizione vera e propria, ma più tardi ci saranno e devo ammettere che mi sono risultate molto utili per entrare nei personaggi.

Un grande grazie a tutti quelli che hanno recensito, seguito e messo nelle preferite. E ovviamente anche a chi a solo letto.

Spero di riuscire ad aggiornare presto, ma i prossimi mesi sarà dura accedere al computer, perciò gli aggiornamenti saranno molto irregolari. Ma state tranquilli ché il prossimo capitolo è già scritto e prima o poi arriverà.

Un abbraccio

Ledy Leggy

  
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