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Autore: AndreMCPro    04/08/2015    3 recensioni
E se gli anime, i manga, i libri e i videogiochi non fossero pura fantasia? E se i creatori di tutti questi fossero stati ispirati da qualcos'altro? Immaginate: se esistono infiniti universi, non potrebbero essercene alcuni in cui tutte queste cose, che secondo noi sono frutto della fantasia, esistono davvero? Ebbene, un gruppo di ragazzi sta per essere catapultato nel mondo di Minecraft, dove tra mille pericoli, folli scoperte e fantastiche avventure, andranno alla ricerca del portale che li riporterà a casa.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Creeper, Nuovo personaggio, Scheletro, Zombie
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternative Dimensions'
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Alternative Dimensions
A journey into a cubic world

Cap.27 Distorsione
 
Sam fu il primo a svegliarsi e la prima cosa che fece fu guardarsi intorno. Appena si rese conto di dov’era, dalla sua bocca uscì un sommesso “No”
La stanza in cui si trovavano era quadrata e due corridoi partivano da essa, da due lati adiacenti. Le pareti, il soffitto ed il pavimento erano fatti tutti di una strana pietra grigio scura, leggermente tendente al verde acqua. Delle lampade di un giallo molto chiaro incastonate un po’ ovunque illuminavano la zona, e c’erano alcuni blocchi bianchi con strani glifi sparsi per tutta la struttura. Ma a rendere chiaro a Sam dove si trovava furono dei buchi simili a finestre posti agli angoli della loro sala di partenza: da essi si poteva vedere all’esterno il vuoto interstellare.
Istintivamente, il ragazzo si mise in piedi e si voltò verso l’angolo opposto ai corridoi. Un Altare Innaturale era sormontato da un Obelisco Innaturale, che fluttuava ad un blocco di distanza da esso. Ma tra di loro non c’era nulla. Niente Portale. Niente Nodo. Niente uscita.
«No…» Ripeté, e passò una mano tra i due pezzi. Niente.
Diede un pugno all’Obelisco, che tremolò leggermente, e gridò ancora: «No, no, NO!»
Il suo grido svegliò Clara. Stesso modus operandi: anche lei ispezionò tutto con lo sguardo, ma a differenza di Sam, non capì dov’era. E come avrebbe potuto?
«Sam…» Fece lei, quando si fu rimessa in piedi. Aveva notato lo sguardo rassegnato del ragazzo. «Che succede? Dove siamo?»
Il ragazzo non rispose, ma provò a teleportarsi. Le particelle attraversarono i muri della stanza ma vennero subito respinte indietro. «NO!» Gridò di nuovo, abbassando il capo.
«Sam, si può sapere che succede?» Insistette la ragazza.
«Queste… Queste sono le Terre Esterne. È un labirinto magico abitato da una leggendaria entità Innaturale…»
Un attimo di silenzio. Clara si stava spaventando. Se anche Sam aveva paura di quel posto, allora c’era davvero da preoccuparsi.
«Ora non so il nome di questa entità... ma so che questo posto è infestato da pericolosissime creature e da un flusso permanente di Distorsione. Di teletrasporto poi non se ne parla, le pareti sono rivestite in Bedrock. E quel che è peggio… il Portale si è chiuso dopo che lo abbiamo attraversato»
«Dove dovrebbe essere?»
«Qui» indicò l’Altare.
«E ora che facciamo?»
«Abbiamo solo un’alternativa: svegliamo Matt e Josh e andiamo a cercare il Boss di questo labirinto. A meno che…»
Tentò di usare il Guanto Comandi per riaprire lui stesso il portale. Nulla da fare: il Guanto non era neppure attivo.
«Niente. Dai, sbrighiamoci ad andarcene»
Andarono da Matt e Josh, ancora addormentati, e li scossero. Appena i due si svegliarono gli altri li misero al corrente della situazione e, tutti insieme, iniziarono ad esplorare la costruzione. Ma appena voltarono l’angolo ebbero il loro primo incontro con un mob di quella dimensione: un Granchio Innaturale.
Sam mise subito mano alle armi, me la creatura non si mosse. Anzi, si comportava come se loro non esistessero. Rimasero a fissarla per qualche secondo, e quella se ne andò imboccando una traversa a vicolo cieco.
Proseguendo, incontrarono un altro mob ostile caratteristico di quelle terre. Assomigliava ad uno zombie, ma aveva una strana armatura indosso: era un Cadavere Innaturale. Tuttavia l’essere non reagì in alcun modo quando vide i quattro. Solo, per un momento, incrociò lo sguardo di Sam, che scorse un paio di occhi rosso sangue. Ma dato che la creatura non dava alcuna importanza al gruppo, neanche loro diedero importanza ad essa e andarono avanti senza preoccuparsene. E incapparono presto in un po’ di Corruzione.
«Cos’è quello?» Chiese Matt, indicando i viticci violacei che ricoprivano interamente il corridoio
«Corruzione Fibrosa. Non bisogna assolutamente toccarla…» Gli venne improvvisamente un leggero mal di testa. Portò quindi la mano alla tempia e aggiunse: «E forse mi sta già contagiando. Sarà meglio allontanarsi in fretta»
Posò della terra al posto di un blocco di fibre, ma quella si trasformò all’istante in Corruzione Incrostata. Imprecò, e prese la Trivella. Ruppe una fibra, ma quella ricrebbe in meno di tre secondi. Si mise quindi a camminare tenendo lo strumento rasoterra, e riuscì a superare indenne la zona corrotta. Gli altri lo imitarono.
«Ok, ora andiamocene» Disse il ragazzo, e i quattro si avviarono per un percorso alla loro sinistra. Ma invece di passargli, il mal di testa di Sam continuava ad aumentare. Non riusciva a spiegarselo. Poté farlo solo quando un altro sintomo apparve.
Erano giunti ad un incrocio a T. Sam stava per voltare a destra quando un piccolo ragno viola, semitrasparente, imboccò il loro corridoio e si imbucò in una strada che i ragazzi avevano già controllato. Sam si scansò subito quando lo vide, e i suoi amici fecero lo stesso. Seguì i movimenti della creatura finché non sparì dalla sua vista, e incrociò gli sguardi perplessi dei suoi amici. Possibile che non l’avessero visto?
«Cosa c’è?» Gli chiese Matt, confermando la sua ipotesi.
«Non… non l’avete visto?» Fece lui, staccandosi dalla parete e indicando l’angolo.
«Cosa?»
«Era… era un Ragno della… Mente…» Solo allora si rese conto di cosa gli stava succedendo. Portò una mano alla testa ed esclamò: «Ma certo!»
«Potresti mettere al corrente anche noi?» Gli chiese Clara.
«Non era la corruzione a infettarmi… I Ragni della Mente non sono esseri viventi veri e propri, ma solo incubi legati alla stanchezza da Distorsione… Ma per qualche motivo, sono perfettamente in grado di ferire chi li vede»
«Ancora non capisco…»
«Sono stato contagiato dalla Distorsione… i suoi effetti sono molteplici, tutti legati alla stanchezza cerebrale che provoca… e che continuerà ad aumentare fino a uccidermi, se non ce ne andremo in tempo…»
«COSA?»
«Qualcuno di voi ha avuto problemi anche solo di percezione? Non so, vista annebbiata, sentire voci…»
Tutti scossero la testa, tranne Matt, che alzò la mano «Una voce… Mi ha detto che a volte lo studio da solo non basta… Cosa vuol dire?»
«Che la tua Distorsione è ancora ai livelli minimi. Ma quando me ne andrò io, temo che toccherà a te…»
Silenzio. Sam si affacciò da dietro un angolo e vide un corridoio cieco con una via secondaria a metà strada. Uno Spawner di Ragni della Mente occupava la fine della strada, e un Guardiano Innaturale stava esattamente davanti al passaggio laterale. Il ragazzo si nascose subito, e in quell’istante la vista gli si annebbiò. Si strofinò gli occhi, ma non cambiò nulla.
«Maledizione…»
«Che succede?» Chiese Josh.
«Un Guardiano Innaturale. Il mob più temibile, dopo il Boss del labirinto» Appena la vista gli tornò normale, estrasse la Spada Estesa. «Pronti?»
Tutti si armarono. Il ragazzo saltò fuori dal nascondiglio e, seguito dai suoi amici, caricò la creatura. Ma quella non si mosse e Sam fermò la carica un attimo prima di colpire l’avversario. Il Guardiano se ne andò come se nulla fosse.
«Che strano…» Disse Matt. Sam invece si era già fiondato contro lo Spawner e lo stava distruggendo. Gli altri rimasero a fissarlo mentre colpiva il nulla, finché non ruppe la gabbia metallica. In quel momento, le Ragnatele che normalmente circondano lo Spawner divennero visibili a tutti.
«Cos’era?»
«Uno Spawner di Ragni della Mente. Volevo assicurarmi che non ci prendessero alle spalle» Rispose. In realtà lo aveva distrutto per odio personale nei confronti di quelle creature.
«Ehm… Sam?» Lo chiamò Josh.
«Cosa c’è?»
«Le tue mani…»
«Cosa?» Se le guardò, mentre tornava dai tre. Tremavano. Sembrava quasi che avesse freddo, ma non avvertiva nessuna sensazione legata al calore. «Sta peggiorando…» Disse semplicemente. «Sbrighiamoci!»
Ripartirono a passo spedito. Ad un certo punto Sam si mise a camminare con le braccia in avanti, perché non ci vedeva, e per poco non andò a sbattere contro un reticolo Altari del Flusso. Iniziava anche a barcollare, segno che il suo organismo iniziava a cedere. Clara gli propose di fermarsi, ma lui rifiutò. «Più il tempo passa… più le mie condizioni… peggiorano… Fermarci… aggraverà solo la situazione…» Aveva detto con voce sofferente. Non ce la faceva più, ma doveva continuare. La vita dei suoi amici dipendeva da questo.
Ad un tratto, i quattro videro un corridoio che dava direttamente sul vuoto interstellare, ma era diviso da esso da una specie di sigillo con un blocco al centro. E questo era incavato a formare una specie di arco pieno.
«La stele…» Borbottò Sam, ma poi si accasciò a terra. Clara lo aiutò a rialzarsi e ripresero a camminare prendendo una strada vicina. «Dobbiamo trovare la… Stele Runica…»
«La cosa?» Chiese Matt.
«È una stele di pietra… con incisioni rosse. È custodita in una… stanza… piena di rocce… e ghiaia… Ah…»
Cadde di nuovo. Ma stavolta gli sforzi per rimetterlo in piedi furono vani.
«No… Lasciate perdere… Non ce la faccio più…»
Lo posarono a terra. Ma rimasero lì a fissarlo, e non accennavano a muoversi, così disse: «Lasciatemi qui… pensate… a salvarvi… Cercate la Stele…»
«No» Rispose Clara risoluta. «Matt… resta con lui. Io e Josh cercheremo la Stele»
«D’accordo» Rispose il ragazzo. Sam scosse la testa ma non disse nulla.
«Non ce la farete mai in tempo… ormai sono condannato: le mie energie calano troppo rapidamente…» Disse quando i due furono svaniti dietro un angolo.
«Resisti Sam! Non è ancora detta l’ultima parola!»
«Sì invece. Io morirò, e  presto anche tu… inizierai a perdere le forze…»
«No… vedrai che…»
S’interruppe e rimase a fissare la testa di Sam, al che quello gli chiese: «C-cosa c’è?»
«Vedo un ragno viola sulla tua testa…»
«Uccidilo… è un Ragno della Mente… E sta attento… a non farti… colpire…»
Svenne. Matt allora cercò di dare un pugno alla creatura ma quella saltò via e si posò sul pavimento. Il ragazzo estrasse quindi la spada e la uccise. Una voce gli parlò:
 
Ti hanno circondato! Scappa!
 
Decine di Ragni della Mente uscirono dal pavimento, dal soffitto e dalle pareti. La frase continuava a ripetersi, e ogni volta altri ragni spuntavano dal nulla. La frase cambiò:
 
Ti hanno circondato! Difenditi!
 
Non se lo fece dire due volte e, quando un’ondata di Ragni lo aggredì, Matt menò un fendente che ne uccise almeno una decina, e gli altri indietreggiarono. La frase cambiò ancora, e la voce divenne un sussurro:
 
Ti hanno circondato… Arrenditi…
 
«No…» Disse il ragazzo, e alla sua risposta centinaia di altri Ragni giunsero da tutte le direzioni. Le creature erano così tante che, se avessero voluto, lo avrebbero potuto sommergere. Iniziarono anzi a salire una sopra l’altra, formando come una gabbia intorno a Matt, che continuava disperatamente a menare fendenti.
 
Arrenditi…
 
«No!» Gridò. I Ragni iniziarono a lanciarsi su di lui, ma riusciva ancora a fermarli. La voce tornò risoluta:
 
Arrenditi.
 
«NO!» Ripeté urlando. E i Ragni lo assalirono. Non riusciva più a respingerli, e le sue gambe ormai erano ricoperte dai loro corpi semitrasparenti.
 
ARRENDITI!
 
Stavolta la voce gridò a squarciagola. Matt era ormai immerso fino al busto nel mare d’insetti e non riusciva più a muoversi. Una lacrima gli rigò il volto e disse: «Mi dispiace, ragazzi…»
La spada gli cadde di mano. I Ragni lo sommersero coprendogli la vista. E poi, perse i sensi.
 
 
 
«Abbiamo la Stele!» Gridò Clara svoltando l’angolo. Josh correva dietro a lei e tra i due era l’unico ad avere il fiatone.
«È stato facilissimo, i mostri non ci hanno neanche…»
S’interruppe: la scena davanti a lei non era assolutamente quella che si aspettava. Sam era scivolato a terra svenuto. La spada di Matt era abbandonata al centro del corridoio. E di lui non c’era traccia. Clara corse subito dal suo ragazzo e si accorse che respirava a fatica. Avevano pochissimo tempo.
«Dov’è finito Matt?» Si chiese Josh, ma Clara riprese a correre dicendo: «Non abbiamo tempo per pensarci! Sam sta morendo!»
E a quelle parole, il ragazzo andò dietro a lei senza indagare oltre.
Inserirono la Stele Runica nel suo incavo al centro del sigillo. I bracci laterali si ritirarono, e sia il blocco centrale che la parete di Vuoto svanirono nel nulla. I due entrarono nella grande sala, e subito una nota acutissima prese a torturare la loro mente. Si otturarono le orecchie con le dita e, constatato che era un suono reale e non mentale, riuscirono ad aprire gli occhi e a vederne la fonte.
La stanza era quadrata, lunga almeno una ventina di blocchi, con al centro una specie di altare ai cui angoli quattro blocchi incisi con strani glifi si scambiavano scariche elettriche violacee. Dall’altra parte della stanza rispetto a loro, tra due Obelischi Innaturali, la causa del rumore: una sfera oscura semitrasparente stava crescendo sopra un piccolo rialzo. Al suo centro un essere simile ad un Guardiano Innaturale, solo più grande e con il mantello più elaborato, si andava formando allo stesso ritmo del globo che lo racchiudeva.
Quando la creatura ebbe raggiunto un’altezza di circa tre metri, il globo scomparve, insieme al suono che emetteva. L’essere si guardò intorno e vide i due ragazzi. Parlò loro con una voce che ricordava molto Enter, in quanto era formata da molte tonalità differenti.
«Dunque siete voi coloro che sono entrati nel mio mondo… Io sono Chlidrath. Benvenuti nella mia mente»
«La sua mente?» Chiese Josh a bassa voce. Ma nonostante questo, Chlidrath lo sentì.
«Esatto. Questo luogo è una costruzione creata dalla mia mente. Quando ho avvertito l’apertura di un canale tra me e il vostro universo ho sentito anche voi entrare. Un momento… ma non eravate quattro?»
«Uno dei nostri è svenuto. L’altro non sappiamo dove sia…» Disse Clara.
«Non preoccupatevi per nessuno dei due. Sconfiggetemi… e avrete tutti salva la vita»
I due ragazzi estrassero le loro armi, e si misero le armature Quantum-Suite. E ignari di ciò a cui stavano andando incontro, iniziarono a combattere.
 
 
 
Mi svegliai. Ero in un luogo del tutto nero, salvo il pavimento che era quadrettato da linee bianche che si distorcevano in lontananza. Nel punto in cui mi trovavo c’era una mattonella bianca che stava al centro dell’area non distorta. Un Signore Innaturale apparve nel nulla dall’area distorta.
«Ciao, Sam»
«Chi sei?»
«Io sono Chlidrath. E tu sei un Ender Human, giusto?»
«Come fai a saperlo?»
«So tutto degli esseri che entrano nella mia mente. E in più devi contare il fatto che ora siamo nella tua coscienza»
«Quindi questa…»
«È la tua mente, esatto. E io sono qui per metterti alla prova»
L’area distorta della mia mente brillò di luce viola, per poi inglobare da tutte le direzioni un intero metro del mio mondo cerebrale.
«E non abbiamo molto tempo» Aggiunse l’essere. «Se vuoi salvare te e i tuoi amici, dovrai darti da fare»
  
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