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Autore: imallaboutcalumsbass    04/08/2015    2 recensioni
Isabelle è la figlia del ricco e famoso imprenditore Edward Waldner. Fin dalla sua nascita, è abituata a vivere serenamente nella sua enorme reggia, circondata da maggiordomi, governanti e camerieri, che strisciano ai suoi piedi, ad ogni suo schiocco di dita. Crescendo, si rende conto che la vita che conduce è ricca di piaceri, quanto di oppressioni. Si sente schiacciata ed intrappolata in quel mondo che predilige la perfezione, sente come se stesse sprecando la sua vita, non stesse vivendo tutte le esperienze che una ragazza della sua età dovrebbe e non ne avesse il controllo, a causa delle imposizioni che deve eseguire alla lettera per integrarsi in quella società. Quando incontrerà Calum Hood, un modesto venditore di strumenti musicali, la sua vita di accenderà e si incasinerà.
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Tratto dal primo capitolo:
"Perché hai continuato a mostrarmi le chitarre?" Chiese Isabelle, curiosa. Il ragazzo piegò la testa, elaborando la domanda. "Se sapevi che non mi interessava." Spiegò la giovane. Lui alzò le spalle.
"Perché mi piaceva il modo in cui mi guardavi, mentre lo facevo." Le sorrise, facendo colorare le guance pallide della ragazza in un tenue scarlatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Meet the big sister.

Isabelle non era particolarmente entusiasta quel giorno: suo padre l'aveva quasi rinnegata come figlia, perché aveva indossato qualcosa di leggermente diverso dal solito, solo ed esclusivamente per andare in piscina, le sue compagne di nuoto, perennemente invidiose, le avevano fatto notare che fosse ingrassata e, come se non fosse stato abbastanza, stava quasi annegando in piscina, se solo Quentin, l'istruttore giovane e sexy a cui tutte andavano dietro, non l'avesse salvata ed in seguito assicuratosi che stesse bene, causando nelle compagne più invidia del solito nei suoi confronti. La ragazza non si riusciva a spiegare da dove provenisse tutto quell'odio per lei: avevano tutte dei padri ricchi, che davano loro tutto ciò di cui avevano bisogno, o anche di più, Isabelle non possedeva né più né meno di loro. Ma d'altronde, l'invidia era uno dei sentimenti con cui doveva avere a che fare ogni giorno, poteva gestirlo, ma quel giorno, quel giorno no, quel giorno ne aveva abbastanza di tutto. Decise così di prendere la sua roba e sgattaiolare dalla porta sul retro, prima della fine della lezione. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare le conseguenze di quella sua azione sconsiderata, ma aveva davvero bisogno di una pausa. E quasi inconsciamente, i suoi piedi la guidarono davanti quel negozietto decadente. Rimase un po' ad osservarlo, soppesando il da farsi. Non ci pensò troppo, sapeva che se l'avesse fatto sarebbe tornata a casa con la coda fra le gambe. Spinse la porta del locale ed entrò silenziosamente. Si guardò intorno, era proprio come l'ultima volta che c'era entrata, quella volta che il ragazzo le disse che non le avrebbe chiesto il numero di telefono, sorrise spontaneamente al ricordo, quasi ironico dal momento in cui, solo qualche settimana dopo, si trovavano a sentirsi ogni minuto della giornata. Scorse Calum nella stanza, che discuteva con una ragazza. Le sue sopracciglia erano inarcate, formando un profondo solco tra esse e le sue mani gesticolavano nervosamente. Isabelle constatò che era decisamente seccato e non avesse scelto il miglior momento. Probabilmente sentendosi osservato, pensando che fosse un cliente in attesa, Calum si girò nella direzione della ragazza, l'espressione ancora cupa. Quando però si rese conto di chi avesse davanti, il suo viso si rilassò e le sorrise, facendo scivolare la rabbia via alla visione di Isabelle, i capelli ancora un po' umidi e la postura leggermente contratta, a disagio ora che anche quella ragazza aveva gli occhi fissi su di lei.
"Isabelle." Pronunciò Calum, sorpreso. Ed era davvero difficile lasciare Calum Hood senza parole. La giovane si schiarì la voce, passando lo sguardo dal ragazzo alla ragazza, cercando di capire la prossima mossa da compiere. Lui sembrò rendersi conto della situazione solo in quel momento e decise di intervenire. "Lei è mia sorella." Lui si rivolse ad Isabelle, indicando la ragazza al suo fianco, in cui ora finalmente lei poteva scorgere i tratti tipici di Calum. 
"Mali-Koa, giusto?" Chiese conferma la ragazza, allungando la mano verso l'altra.
"Non ci credo che mio fratello ti ha parlato di me." Rise Mali-Koa, stringendo la mano di Isabelle. Quest'ultima si rilassò leggermente, quando vide la sorella di Calum rivolgerle uno sguardo amichevole, per nulla quello sguardo pregiudiziale o di sufficienza, a cui era abituata. Aveva gli occhi di suo fratello, forse era per quello che Isabelle non ne aveva timore. Purtroppo, sembrava che Calum e Mali-Koa non fossero esattamente amichevoli fra di loro, come lo erano con lei. La ragazza decise di cogliere la palla al balzo ed aiutare il giovane, che si trovava in difficoltà.
"In realtà, lui ti vuole molto bene." Chiarì Isabelle, sorridendole sinceramente. Mali-Koa portò lo sguardo su suo fratello, che stava alzando gli occhi al cielo alle parole della ragazza.
"Peccato che non lo dimostri." Mandò una frecciatina la sorella, facendo nuovamente infervorare Calum.
"Senti Mali, te lo ripeto un'ultima volta e basta. Non sono il tuo autista, non ti posso scarrozzare dove ti pare e quando ti pare, io lavoro, okay?" Quasi urlò il ragazzo, innervosito dalla sorella, che pareva non capire e pensare solo alle sue esigenze. Le voleva bene, certo, era sua sorella, ma sembrava volerlo fare diventare matto di proposito. Isabelle osservò Calum, passarsi la mano sul viso stanco, non era una bella giornata nemmeno per lui. Il suo sguardo si spostò su Mali-Koa, che lo stava guardando, a sua volta, indispettita.
"Io ho un autista, se ti serve." Alzò la mano quasi colpevole la ragazza, interrompendo lo scambio di sguardi rabbiosi tra i due. "Non mi sto vantando o altro, l'ho detto soltanto perché potrei darti un passaggio." Puntualizzò Isabelle per non essere fraintesa, scrollando le spalle. Calum abbassò lo sguardo su di lei, sospirando, ma Mali-Koa lo precedette, prima che potesse pronunciare sillaba.
"Grazie Isabelle, sei gentile, però è un posto abbastanza distante da qui e non devo nemmeno andarci ora, ma dopo pranzo. Non mi sembra giusto." Scrollò le spalle la sorella del ragazzo. Quest'ultimo alzò le braccia al cielo, sconvolto.
"Per me ti sembra giusto, invece?" Esordì, scuotendo la testa.
"Tu sei mio fratello, devi sopportarmi o per si o per forza." Rispose pronta l'altra, mettendolo a tacere.
"Io non ho problemi se devo fare un po' di strada in più o devo farmi venire a prendere dopo pranzo, andrò un po' in giro, tanto più tardi torno a casa e meglio è." Intervenne nuovamente Isabelle. Calum spostò lo sguardo su di lei, cercando di entrare e capire cosa la turbasse, tanto da preferire vagare da sola per la città.
"Sei sicura?" Chiese non molto convinta Mali, non voleva approfittarsene. Isabelle annuì, sinceramente entusiasta di poter essere utile. "Potremmo pranzare insieme, così non rimarrai sola nel frattempo." Propose eccitata la sorella del ragazzo.
"No." Rispose secco Calum, facendo spalancare gli occhi alle due. "Non andrai con lei." Affermò secco, prima di allontanarsi e raggiungere il bancone.
"Puoi darmi due minuti?" Sussurrò Isabelle all'altra, che annuì. La ragazza raggiunse il giovane, poggiando le mani sul bancone, esattamente di fronte alla sua postazione. "Calum?" Lo chiamò. Quest'ultimo alzò lo sguardo su di lei.
"No Isabelle, non ci provare." Chiarì il ragazzo, fin da subito, quando la giovane gli mostrò i suoi occhioni. Lei spostò le mani dal bancone e lo aggirò, sedendosi accanto a lui.
"Perché non vuoi?" Chiese, decidendo di cambiare approccio.
"Perché Isabelle..." Partì in quarta Calum, ma poi si bloccò e sospirò. "Perché mia sorella lo sta facendo solo per fare un dispetto a me, perché tu non puoi semplicemente andare in giro a dispensare gentilezze, perché la gente se ne approfitta e..." Si lamentò, quasi affranto.
"È tua sorella, non capisco quale sia il problema." Confessò Isabelle, cercando lo sguardo del giovane, perennemente abbassato sui suoi skinny jeans, colpevole.
"Non so nemmeno io quale sia il problema." Ammise. "Sei venuta qui per me, penso, no? Certo. E ora te ne vai con mia sorella." Si strinse nelle spalle, imbarazzato. Era quello quindi il problema, a Calum dava fastidio che Isabelle passasse con sua sorella il tempo che avrebbe potuto passare con lui. La ragazza cercò di mascherare un sorriso che lottava per spuntare sul suo viso, mentre lui alzò finalmente lo sguardo su di lei, non sentendo alcuna risposta.
"D'accordo, allora potresti venire a pranzo con noi, non appena sei in pausa." Propose la giovane, come se stesse parlando ad un bambino. 
"Dovevo mangiare con i ragazzi oggi." Ricordò dispiaciuto l’altro.
"Porta anche loro." Scrollò le spalle la ragazza. 
"Sicura?" Chiese conferma Calum. Lui sapeva che Isabelle non era sempre a suo agio in situazioni simili, non voleva infastidirla, non sembrava nemmeno il suo miglior giorno.
"Certo." Rispose invece lei, per nulla contrariata. La ragazza si spostò dalla sua postazione per riferire a Mali-Koa i programmi, ma lui le afferrò un braccio prima che potesse allontanarsi. 
"Che hai?" Le chiese, perforando i suoi occhi col suo attento sguardo.
"Niente." Rispose la giovane senza nessuna espressione, stringendosi nelle spalle e tentando di districarsi dalla presa del ragazzo. Lei non voleva annoiarlo ancora con le sue sciocchezze da principessina, magari lui aveva problemi più grandi, magari nemmeno gli interessava, le bastava anche solo vederlo e distrarsi, non aveva per forza bisogno che lui l'ascoltasse, nessuno l'aveva mai fatto, non era qualcosa a cui doveva fare l'abitudine.
"Isabelle." La fermò nuovamente lui. "Mi importa ciò che ti succede, non pensare nemmeno per un momento che non sia così." Pronunciò Calum dritto nei suoi occhi - e nel suo cuore - quasi leggendole nella mente. La ragazza ebbe un fremito per l'intensità con cui Calum la stava guardando, scavando nella sua anima. Si rimise seduta.
"La mia mattinata non è cominciata, né proseguita, nel migliore dei modi." Confessò Isabelle, mentre il ragazzo fece scivolare il tocco delicato sul dorso della sua mano. Lei deglutì, non era abituata a tutto quel contatto. "Sono scappata via dalle lezioni di nuoto." Ammise, osservando le loro mani giocare e attorcigliarsi. Non andò troppo nei dettagli, non era il momento, Mali-Koa la aspettava.
"Perché?" Chiese curioso Calum.
"Non sopporto nessuno in quel posto." Sbuffò, mentre i commenti cattivi delle sue compagne le rimbombavano nella testa. Il ragazzo ridacchiò all'espressione quasi schifata di Isabelle. 
"Che ne dici se pranziamo al mc donald's oggi?" Propose col suo solito sorriso rassicurante, per distoglierla dai cattivi pensieri. Purtroppo, non sapeva che con quella domanda li aveva fatti insinuare più profondamente nella mente della ragazza. Quest'ultima tossicchiò e cercò di trovare in fretta una scusa.
"Non si può nemmeno considerare pranzo un panino di quelli." Rise fintamente, facendo comparire un cipiglio sulla fronte del giovane.
"Pensavo volessi provarlo?" Uscì più come una domanda dalla bocca di Calum. Isabelle abbassò lo sguardo, osservò le sue gambe spiaccicate sulla sedie che sembravano due enormi cosce di pollo, non si sarebbe sorpresa se le avessero chiesto di friggerle ed inserirle in un nuovo panino: chicken mc Belle. Sobbalzò quando le dita del ragazzo le alzarono il mento, per riportare lo sguardo sul suo.
"Cosa sta succedendo nella tua testa?" Chiese Calum comprensivo. Lui notava spesso quello sguardo un po' assente, pensieroso, nella ragazza, che stava combattendo qualche sorta di guerra nella sua mente. Isabelle osservò gli occhi del giovane, dispiaciuti che lo lasciasse fuori. Lui stava davvero provando ad esaudire i suoi desideri, ma lei non glielo stava lasciando fare.
"Andiamo al mc donald's!" Esclamò allora la giovane, cercando di trasmettere un entusiasmo che non possedeva. "Magari prenderò un'insalata." Sussurrò fra sé e sé, ma poi non così tanto lievemente, si rese conto, quando il ragazzo la rimproverò con lo sguardo.
"Stai bestemmiando." Scosse la testa, seriamente contrariato Calum, come se si stesse parlando di un argomento serio. "Non ti lascerò commettere questo peccato." Annuì, fedele alla sua missione, portando una mano sul petto. Le labbra di Isabelle si allargarono in un sorriso. Non sapeva se Calum lo stesse facendo solo per distrarla e divertirla, ma se era quello il suo intento, ci stava riuscendo. "Davvero, vai al mc per la prima volta, dovresti assaggiare tutti i panini disponibili." Le consigliò e la ragazza stava già pregustando quella bontà, dal modo in cui lui la descriveva deliziosamente. Contò fino a dieci nella sua testa. Visione eliminata. Decise di assecondarlo in quel momento, aveva lasciato Mali-Koa da sola e senza una risposta fin troppo a lungo.
"Va bene." Emise il verdetto Isabelle, cercando di essere convincente. Calum la lasciò finalmente andare, con un sorriso soddisfatto in volto, che la fece sentire quasi in colpa. Avrebbe deluso anche lui, lo sapeva. Poco importava se avesse iniziato a farlo con una piccola bugia su un panino.











Is there anybody here?
Lo scorso capitolo ha avuto un calo di recensioni, per non dire che non ne ha avuta neppure una ed ovviamente ero alquanto restia all'idea di pubblicare questo ennesimo capitolo, ma le visite superavano le trecento ed io mi chiedo onestamente come sia possibile che su più di trecento persone, nessuna di queste possa lasciare due parole in croce, io davvero non voglio essere presuntuosa, non riesco semplicemente a spiergarmelo. Scusate se lo sono sembrata, ma oggi è un giorno un po' particolare: Louis Tomlinson ha confermato che presto diventerà padre  (tesi sul quale ho molte teorie), come se non bastasse è spuntata fuori una foto di Calum con una tizia mezza nuda e nessuno riesce a capire se sia un fotomontaggio o no, ora sono appena venuta a sapere che Zayn e Perrie si sono ufficialmente lasciati, quindi sono arrivata alla conclusione che mi serve una pausa da questi fandom o alla fine del 2015 avrò bisogno di un terapista. Oh e si, per chi non lo sapesse ho un problema con le band/boyband e sono ossessionata, oltre che dai 5sos, anche dai One Direction e dai The Vamps e la morale di oggi è che solo in quest'ultimo fandom si può convivere serenamente, senza continue sorprese e proprio ieri questi bimbi hanno compiuto tre anni da "Vegas Girl", la loro prima cover pubblicata su Youtube, ma senza Connor (discriminazione), e l'hanno riproposta ieri sera al concerto di Chicago e sono orgogliosa di vedere e sentire quanto siano cresciuti. MA WAIT, ieri è anche uscito il video di SKH, che se lo dovessi descrivere con una parola sarebbe KABOOM, penso che oltre a far divertire, alla fine di tutto ha un significato più profondo e spero che a voi sia arrivato ciò che è arrivato a me. Comunque avete visto che ho cambiato nick? inlovewithcalum era provvisorio mentre ne decidevo uno che mi convinceva maggiormente, mi aveva già stancato perché, se pur veritiero, risultava banale, così riguardando un paio di interviste annoiata ce n'era una in cui chiedevano a Calum "are you all about that bass?" e così è nata la stupida idea di questo nick. Questo spazio autrice sta diventanto più lungo del capitolo ed, a proposito, in questo conosciamo la big sister di Calum e non chiedetemi perché ho voluto aggiungerla, è stata un'idea last minute, ma considerando che Isabelle non ha una migliore amica come ogni protagonista che si rispetti, mi serviva una figura femminile e con questo non sto dicendo che diventeranno migliori amiche. Direi che è il momento di chiuderla qui, spero che qualcuno si faccia vivo, ho bisogno di tirarmi su il morale, ma soprattutto NO MORE DRAMA. Alla prossima!


Ps. Ora non che sono ossessionata o qualcosa del genere, ma il "meet the big sister" che si può ricondurre al "meet the vamps" come tributo? Giuro che non è stato fatto di proposito.
   
 
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