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Autore: sku    27/01/2009    1 recensioni
Vent'anni prima Allanon aveva svelato a Shea la sua discendenza reale e lui aveva sconfitto il Signore degli Inganni. Adesso un nuovo nemico minaccia le Quattro Terre e il druido torna a calcarle per fermarlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allanon, Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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25.
- Se tu fossi il re di Leah sarebbe tutta un’altra storia. - ammise Sour con tono strafottente. Non era mai stato il suo forte ammettere un errore.
- Arrogante anche nei momenti di difficoltà, sei proprio un uomo della Frontiera come il tuo accento lascia intendere. - Ad un suo gesto gli uomini che erano con lui rimisero le spade nel fodero, ma continuarono ad osservarlo sospettosi. - Cosa ti ha portato a perderti nelle pianure di Clete? -
- Una missione. -
- Quanto mistero. Adesso tu sai chi sono io, ma noi ignoriamo la tua identità. -
Sour era ancora indeciso se rivelare ogni cosa, aveva immaginato diversamente il momento del colloquio col re. In verità aveva anche immaginato un re diverso, non così giovane e non così… non avrebbe saputo definirlo, libero.
- Hai ancora qualche perplessità, più che giusto se il tuo incarico è così importante. Allora lascia che ti aiutiamo a giungere a Leah dove potrai constatare coi tuoi occhi che non mento. Harmon, rendi al cavaliere le sue armi. - L’uomo parve sul punto di protestare, ma Menion lo precedette. - Non temere, non ci farà del male. E siamo sempre sei contro uno. -
La cavalcata non durò a lungo, presto arrivarono alle porte della città dove le guardie salutarono con rispetto la compagnia. Raggiunsero il palazzo reale e vi entrarono scortati sempre dalla deferenza delle persone che incontravano. Sour dovette ammettere che forse l’uomo non gli aveva mentito.
- Qui ci separiamo, straniero. Sarai alloggiato in una stanza confortevole e il re ti riceverà a cena. Sii pronto a rivelargli il tuo segreto. - gli disse accomiatandosi da lui.
Sour non gradiva tutta quell’ironia nei suoi confronti, ma era innegabile che l’uomo che l’aveva appena salutato allontanandosi col ragazzino fosse un capo nato. Gli ricordava Balinor, ispirava lealtà e fiducia.
Seguì Harmon lungo un corridoio e infine in una stanza spartana, dove un ragazzo stava preparando un bagno caldo.
- Verrò a riprendervi per la cena. Non fate scherzi, qui fuori ho messo due guardie. -
A Sour non parve vero di poter fare un bagno dopo settimane di marcia forzata e combattimenti e si affrettò a spogliarsi non prima di aver messo una sedia davanti alla porta per bloccarla. Non si era mai troppo prudenti.

Harmon gli aveva portato dei vestiti adatti alla mensa di un re. Anche se il Regno di Leah era piccolo, il protocollo andava rispettato.
Quando entrò nella sala Sour fu deluso da quello che vide. Si era immaginato sfarzo e oro, tendaggi preziosi e ceramiche pregiate, ma non vi era nulla di tutto ciò. Solo la sala da pranzo di una famiglia agiata. Sentì una risata venire dalla sua destra.
- Mi spiace che il mio regno non sia all’altezza delle tue aspettative. - lo punzecchiò Menion entrando, al suo fianco una bellissima donna dai capelli rossi e dagli occhi azzurri che lo fissava. - Ma mia moglie è il mio gioiello più prezioso e nulla deve offuscare la sua grazia e la sua bellezza. -
La donna rise e Sour si sentì in imbarazzo, improvvisamente di troppo.
- Shirl, questo è lo straniero che desiderava tanto conferire con me. Adesso è ripulito, ma se chiederai a Hendel come l’abbiamo trovato capirai perché i miei uomini siano stati tanto duri. -
- Lo domanderò a nostro figlio domani. Adesso immagino che questo viaggiatore senza nome abbia fame. - disse dirigendosi verso la tavola.
- Mi chiamo Sour. - disse l’uomo della Frontiera improvvisamente, spinto da un impulso che non seppe frenare. Menion sorrise, sapeva che sua moglie era abile nel mettere a loro agio le persone.
- Bene, Sour del Callahorn, siediti a mangiare con noi e raccontami se la mia terra è splendida come la ricordo. - lo esortò la donna.

La cena fu breve, Shirl si occupò di tener viva la conversazione parlando di Kern, di Tyrsis e della Frontiera con Sour. Per lui fu piacevole distrarsi. Ma quando ebbero finito tutto tornò con urgenza alla sua mente.
- Allora, Sour, cosa hai di così importante da dirmi per sfidare le nebbie delle pianure di Clete? - chiese Menion.
- Io sono un messaggero, mi manda Allanon, l’ultimo druido. -
- Non avevo dubbi che ci fosse il suo zampino. Cosa sta accadendo? - disse il re con una smorfia.
- L’esercito delle Terre del Sud è in marcia verso la Frontiera. Si propongono di conquistare tutto il sud, il Callahorn per poi muovere battaglia ad Elfi e Nani. -
- E’ ridicolo! - esclamò Menion Leah - Non possono riuscirci. -
- Sono già molto avanti, al massimo una settimana da qua, forse qualche giorno di più. Il loro esercito è enorme. E non sono soli. -
- Che cosa intendi, che Gnomi e Troll stanno arrivando da est e da nord? - chiese Shirl preoccupata.
- I Troll non prenderanno parte a questa guerra. O per lo meno non dalla parte sbagliata. E gli Gnomi stanno tenendo occupati i Nani per il momento. -
- Quindi è qualcosa di peggio. Raccontami tutto dall’inizio. -
Sour spiegò ai reali di Leah tutta la storia, il viaggio verso Dechtera, le bestie incontrate lungo la strada, la morte di Rentro e il viaggio degli ultimi quattro verso il deserto.
- Quindi il druido ha portato con sé la piccola Leian. Il vecchio Flick non sarà per niente contento di questo! - sorrise ma presto tornò serio. Si fece descrivere l’esercito del Sud nei particolari e aiutò il racconto di Sour con delle cartine della zona.
- La situazione non è per niente rosea. - disse infine. - I messaggeri partiranno stasera stessa alla volta di Tyrsis, Arborlon e Culhaven. Domattina riunirò l’esercito, non sarà difficile, sono stati tutti preavvisati. –
Questo stupì Sour. - Come mai? -
- Quello che tu mi ha raccontato non ha fatto altro che confermare i miei sospetti. Già da tempo temevo che Rentro avesse mire espansionistiche, anche se non pensavo così imponenti. E non mi sorprende più di tanto che i governanti del Sud abbiamo deciso di continuare il piano nonostante la sua morte. Hanno sempre voluto soggiogare il Callahorn. Ma non ci riusciranno tanto facilmente. Dovranno letteralmente passare sul mio cadavere. - Menion si alzò. - Grazie per le tue informazioni, credo che vorrai riposare. Vado a impartire gli ordini. - Uscì dalla stanza lasciando Sour incerto sul da farsi.
- Hai messo in moto mio marito. - osservò Shirl sorridendo tristemente. - Sarà difficile fermarlo adesso. -
- Mi spiace, non volevo causare… -
- Hai fatto ciò che dovevi e ti siamo grati di averci avvisati il più in fretta possibile. Devi capire che non può fare altrimenti, deve proteggere la sua gente e vuole difendere anche gli Elfi, i Nani e la Frontiera. Ha un debito con Balinor per aver fermato il Signore degli Inganni prima che raggiungesse Leah vent’anni fa. Lui la pensa così e vuole ricambiare. - Lo osservò e Sour abbassò gli occhi.
- E adesso tu cosa farai? - gli chiese poi.
Sour non seppe cosa rispondere. Non ci aveva pensato, così teso nello sforzo di arrivare a Leah non aveva pensato al dopo.
- Dovrei tornare a sud, cercare Brennar. Ma non so se sia una mossa saggia. - Il pensiero di abbandonare ancora una volta il nano lo fece sentire in colpa. - Vorrei rendermi utile. Vorrei fare qualcosa. - Si guardò le mani sconsolato.
- Potresti far parte dell’esercito di Leah. - gli propose semplicemente la donna.
- Non sono di qui. -
- Neanche io, eppure sono la regina. Non servono solo le origini per sentirsi parte di qualcosa. Lo devi fare per le Quattro Terre, per la Frontiera, non per Leah. -
Detto così era tutto più semplice, ammise Sour a se stesso.
- E tu fai già parte di questa storia. Dopo tutto quello che hai fatto, non vorrai perderti il finale, vero? - lo canzonò lei.
Sour rise, improvvisamente risollevato. Il destino delle Quattro Terre era passato in mani più competenti delle sue, ora la responsabilità di un possibile fallimento non era più solo sua. Era un pensiero da vile, ma lo privava di un peso enorme. Improvvisamente capì come doveva sentirsi Allanon, su cui ogni popolo libero faceva affidamento.
- Adesso, se mi permetti, vado a vedere cosa posso fare per il mio regno. Ti consiglio di riposare, domani mattina la sveglia sarà molto presto. Sempre che tu lo voglia. -
Shirl attese una risposta. Non voleva essere pressante, ma il tempo scorreva inesorabile.
- Domani sarò con voi. - rispose infine l’uomo, inchinandosi.
- Riferirò al re la tua disponibilità. Ne sarà felice. Devi essere un uomo coraggioso e tenace per essere sopravvissuto alle Pianure di Clete che hanno quasi ucciso mio marito e i suoi amici molti anni fa. Buonanotte, Sour del Callahorn. - si accomiatò.
L’uomo rimase un attimo inebetito. La regina di Leah era una donna carismatica, che negli anni aveva imparato a governare e a conoscere gli uomini. Il suo fascino le procurava fedeli cavalieri che sarebbero morti per lei. Sour sarebbe presto diventato uno di loro.
Sour fu svegliato da un veloce bussare alla porta, poi Harmon entrò.
- Il re richiede la tua presenza nella sala del consiglio. Vestiti in fretta. - L’uomo uscì, rapido com’era entrato lasciando l’altro spiazzato e confuso.

- Una grave minaccia incombe su di noi. Le squadre mandate in esplorazione ci porteranno notizie più dettagliate, ma per ora sappiamo solo che un enorme esercito proveniente dalle Terre del Sud sta per attaccarci, dista una settimana di cammino o poco più. Quest’uomo - disse indicando Sour - è un messaggero di Allanon, lui ci ha avvisato fornendoci notizie precise e importanti. Grazie a lui i nostri messaggeri sono già in viaggio per avvisare gli alleati e i soldati sono stati avvisati. -
- Cosa proponete di fare? - chiese un uomo di mezz’età dal viso arcigno.
- Andare incontro al nemico. - rispose semplicemente il re di Leah suscitando un mormorio allarmato. - Il nostro esercito non potrebbe resistere ad una battaglia imponente e non potremmo sostenere un assedio, senza contare che lascerebbe inermi i villaggi esterni. Per questo propongo di andargli incontro, per rallentarlo e permettere agli eserciti alleati di venire in nostro soccorso. -
- Pensate che verranno veramente? - chiese un anziano.
- Sì. - fu la secca risposta del re.
- Vi fidate della parola dello straniero? - chiese il consigliere.
- Mi fido di quello che dice il nostro alleato - disse calcando sull'ultima parola - e di quello che abbiamo saputo dai nostri messaggeri nel Sud in questi ultimi mesi. Ad ogni modo non partiremo con l’intento di sconfiggerli, dobbiamo solo rallentarli. Per questo saremo solo poche squadre esperte, mentre il resto resterà a difesa della città. Manderemo corrieri ad avvisare i villaggi esterni perché gli abitanti si rifugino nelle mura. -
- Non è una buona idea che partiate anche voi. - disse l’uomo dal viso arcigno.
- Non starò ad aspettare il nemico sulla porta di casa, sono il re! E’ mio compito difendere il mio popolo. -
- Sarebbe vostro compito anche avere il buon senso di non abbandonarlo per una manovra rischiosa e azzardata. Inoltre non avete considerato un’altra possibilità. -
- Quale? -
- Allearci con le Terre del Sud. -
- Non credo che questo accadrà mai. Da generazioni la mia famiglia governa sulle montagne e non sarà certo sotto il mio regno che perderemo la libertà e l’autonomia. Durante la mia assenza, la regina sarà la reggente. - Altri mormorii di disapprovazione percorsero la sala. - Non voglio sentire che non è corretto perché è una donna o una straniera. La mia fiducia in lei è incondizionata e se quando tornerò m’informeranno che l’avete ostacolata… - non terminò la frase, lasciando che il timore di una sua ritorsione entrasse nelle loro menti. La sua espressione non lasciava adito a dubbi circa la sua vendetta. Quando ritenne che avessero compreso, sciolse la seduta e si avvicinò a Sour.
- So come ti senti. Anni fa partecipai ad una riunione simile e non riuscivo a capacitarmi della mancanza di nerbo di un consiglio. Le cose non sono cambiate. -
- Però non è saggio che lasciate il regno. - gli fece notare.
- Non sarei più rispettato come re se non lo facessi. Non posso mandare i miei uomini a rischiare la vita e stare chiuso al sicuro dietro un portone. Partiremo nel pomeriggio. Sei ancora convinto di voler venire con noi? -
- Non ho motivi per non farlo. E devo difendere la mia terra. -
- Ci intenderemo. - concluse Menion dandogli una pacca sulla spalla.

- Partiremo alla volta di Culhaven oggi stesso. - lo avvisò il druido. - Per strada incontreremo altre persone che si uniranno a noi. -
- Si uniranno a noi per fare cosa? - chiese Sour.
- Per combattere. -
- Oggi? - Sour era confuso, il druido non gli aveva parlato di battaglie. Non nell’immediato ad ogni modo.
- In futuro. Vuoi tirarti indietro? -

***
L'annuncio è di rigore: ieri ho finito gli esami dell'università e a marzo mi laureo (sempre che un meteorite non mi uccida mentre sono fuori di casa. )
Alaide: grazie per tutti i tuoi complimenti, sono felice che riesca a rendere Allanon IC e che ti piacciano i miei personaggi originali. Menion è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti, era così umano, con tutti i suoi difetti e i suoi pregi.
Grazie anche a chi legge senza recensire e a chi ha messo la mia storia tra i preferiti.
A presto,
sku
  
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