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Autore: SarahSlytherin    05/08/2015    2 recensioni
Una sera d'inverno Draco conosce una ragazza: si chiama Amelia, ha i capelli color mogano, gli occhi verde giada e un carattere difficile, costruito sulla base di grande dolore e sofferenza. E' l'inizio di tutto, di come il destino si possa incontrare proprio sulla strada per evitarlo. Nasce un legame indissolubile e complesso, eccentrico agli occhi di molti, ma attraverso il quale entrambi riusciranno a crescere, mettersi alla prova e, alla fine, carpire il meglio di un mondo all'apparenza senza speranza. E' la storia di come Amelia ha scoperto il vero significato dell'amicizia. La storia di chi ha conosciuto il sapore delle lacrime amare. Di chi, dopotutto, ha imparato ad amare.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo

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Draco si ritrovò solo nella sua stanza, disteso sul letto a baldacchino adornato dalle tende verde-argento che tanto gli ricordavano quelle appese nella sua camera al Malfoy Manor. Non c'erano mai stati dubbi, lui sarebbe diventato un Serpeverde, sin da quando sua madre Narcissa gli aveva regalato quelle dannate tende e insieme le avevano montate accuratamente attorno ai bastoni che si ergevano oltre la tastiera del suo letto.
Guarda, figliolo, sono verde-argento, come il colore dello stemma dei Serpeverde.
Aveva detto, già due anni prima del suo undicesimo compleanno, e suo padre aveva annuito fiero, dandogli una vigorosa pacca sulla spalla. Di questo si era sempre trattato, di persone che si aspettavano qualcosa -ma poi chi era lui?-, dei suoi genitori che erano convinti fosse destinato al futuro che avevano in serbo per lui. Non avevano mai nemmeno provato a chiedergli cosa volesse o cosa si aspettasse.
Era e doveva essere così, basta.
Si slacciò rapidamente il polsino della camicia di raso che indossava, poi arrotolò la manica, scoprendo le linee nere tracciate sul braccio, causa di tutte le sue preoccupazioni. Portò alla luce fioca della camera l'oscurità trattenuta in quel disegno vivo sul braccio. Non si muoveva, ma poteva percepirne la linfa vitale. Odiava doverlo tenere rinchiuso sotto agli strati di tessuto della maglia perchè aveva come la sensazione che così riuscisse ad impadronirsi ancora più facilmente del suo corpo, delle sue membra e della sua mente. Perciò, appena poteva, lo denudava dalla spessa stoffa che lo ricopriva. A volte si chiedeva cosa sarebbe successo se per sbaglio, un giorno, si fosse dimenticato di nascondere il Marchio Nero al suo amico Blaise.
Come avrebbe reagito? Lo avrebbe giudicato? Lo avrebbe abbandonato?
Allungò una mano ad aprire il cassetto del comodino in legno rovere accanto al letto e vi estrasse un pacchetto di sigarette, ne portò una alla bocca e l'accese con un incantesimo non verbale.
-Draco cosa fai qui tutto solo?- nel frattempo un Nott raggiante aveva irrotto nella stanza, spezzando la tranquillità e la calma in cui era stata avvolta fino ad un attimo prima -Non avrai mica bisogno di un tuo momento personale, se hai capito cosa intendo?-.
Draco aspirò una folata di fumo infastidito, lasciando che Theodore continuasse a ridere compaciuto della propria simpatia.
-Dai adesso non mettere il broncio Dracuccio! Io e Blaise ti aspettiamo giù, stiamo andando a fare una partita amichevole a Quidditch, forse si uniranno a noi anche Tiger e..-
-Non credo di voler venire.-
Rispose in un soffio Draco, un'espressione sul viso assolutamente fredda e insensibile.
-Perchè mai?-
Domandò dubbioso l'amico, che era ben consapevole della sua passione per quello sport e al fatto che non si fosse mai sottratto ad un allenamento.
-Voglio stare da solo.-
-Come vuoi.-
Proferì sospettoso Theodore raccogliendo la sua scopa da sotto il letto e affrettandosi ad uscire dal Dormitorio.
-Ultimamente sei parecchio strano Draco.-
Osservò, poco prima di chiudere definitivamente la porta della camera e lasciando di nuovo il biondo al silenzio assordante dei suoi pensieri. Malfoy diede un ultimo tiro alla sigaretta stretta fra le dita, poi la fece evanescere, così come tutta la cenere caduta sul pavimento.


Ultimamente sei parecchio strano Draco.
Continuava a ripensare a quelle parole.
Ma cosa volevano tutti da lui?
Improvvisamente le mura del Dormitorio gli erano parse troppo strette e soffocanti che aveva sentito il bisogno di gettarsi fuori dalla Sala Comune per non rischiare in un attacco di panico. Voleva uscire a prendere una boccata d'aria e poi, magari, si sarebbe fumato l'ennesima sigaretta. Un gruppo di Tassorosso del terzo anno badò bene di stargli alla larga quando attraversò i corridoi per raggiungere i giardini di Hogwarts. Credette di potervi trovare un po' di pace ma, al contrario, appena si avvicinò al porticato che divideva l'esterno dall'interno, sentì le urla concitate dei ragazzini del Primo e Secondo anno che occupavano abitualmente quel luogo del castello nelle prime ore del pomeriggio. Senza pensarci due volte, indietreggiò di scatto urtando qualcosa, o qualcuno.
-Ehi!- urlò una ragazza -Malfoy stai attento a dove cammini che ti sembrerà difficile da credere ma non sei il padrone dei corridoi!-
-Semplicemente non metterti in mezzo ai piedi!-  
Ringhiò lui, superandola e dirigendosi a falcate verso una delle torri ben esposte alla brezza invernale. Amelia lo guardò andar via, studiandone il profilo con disgusto, per poi arrivare ad una conclusione: lo detestava. Si volse per tornare sui suoi passi ma qualcosa per terra finì per catturare la sua attenzione. Era un pacchetto di sigarette, le stesse che gli aveva visto fumare il giorno del loro primo incontro e anche quelli successivi. Non c'era dubbio che, scontrandosi, gli fossero cadute dalla tasca della giacca, ma non era sicura di voler riportargliele.



Nel frattempo Draco si era accomodato davanti ad una finestra di mattoni di una piccola torre del castello. Non sapeva cosa fosse esattamente, forse il vento che gli accarezzava delicatamente il viso o che gli scompigliava con dolcezza i capelli, ma ora, più che mai, era sicuro che niente sarebbe andato storto o che nessuno sarebbe venuto ad importunarlo.
Decise che aveva bisogno di fumare e frugò nella tasca in cui aveva infilato prima le sue sigarette, ma non vi trovò nulla. Nessuna traccia. Erano scomparse. Dannazione pensò mi saranno cadute quando la Alkins mi è venuta addosso. Continuò a tastare in ogni angolo della sua giacca pur sapendo che non sarebbe servito a nulla e, alla fine, si arrese, convenendo che non sarebbe rimasto ancora a lungo in quell'ala del castello senza una buona dose di nicotina.



Amelia aprì l'acqua della vasca da bagno, regolandone la temperatura in modo che fosse abbastanza calda da attenuare quella sensazione di freddo che alleggiava attorno ad ogni muscolo intorpidito del suo corpo. Si era resa conto che quella sciarpa di lana fatta a mano e ormai malmessa non le avrebbe impedito di prendersi un bel raffreddore dopo quel pomeriggio all'aria aperta, ma cosa ci poteva fare. Amava quel castello, nulla a che fare con la sua vecchia scuola, decisamente più piccola e meno accogliente. Si premurò di chiudere il rubinetto quando il livello d'acqua raggiunse quello desiderato. Il sapone aveva formato delle bolle colorate in superficie e il calore che veniva sprigionato dalla vasca era una prospettiva allettante a quelle giornate gelide d'inverno. Si tolse l'uniforme ed il reggiseno, lasciandoli cadere a terra in un suono ovattato assieme agli stivali che indossava.
Era tutto perfetto, mancava solo una cosa. Un bel libro da leggere mentre si godeva il bagno.
Velocemente raccolse un grande asciugamano da terra e se lo posizionò attorno alla vita, pur sapendo che la Buldstrode non sarebbe tornata in stanza prima di quella sera.
Aprì la porta ed entrò nella camera da letto, si avviò verso il comodino e raccolse il libro che vi era poggiato sopra. Quando diede un'occhiata fugace verso il letto della sua compagna, per poco non le prese un colpo. Si gettò all'indietro, lasciando cadere il volume che stringeva fra le mani. Draco Malfoy era seduto sul letto, la guardava con spenti occhi grigi, placido, come se non ci fosse nulla di anormale in tutto ciò.
-Ti ho spaventato?- le domandò -Sono venuto a riprenderemi una cosa che mi appartiene.-
-Io.. tu.. come hai fatto ad entrare?- chiese incollerita -Non puoi salire nel Dormitorio femminile!-
-Il modo c'è, e lo abbiamo ideato molto tempo fa. Mi sa che tu sia rimasta indietro.-
Le spiegò imperturbabile. Continuava a guardarla, l'asciugamano candido che le copriva il corpo solo per metà; doveva ammettere che fosse eccitante vederla così scoperta ed indifesa. Si alzò dal letto per poterla osservare meglio. Amelia indietreggiò trovandosi con le spalle al muro, mentre Draco avanzava verso di lei. D'istinto, assicurò meglio l'asciugamano facendolo aderire al corpo.
-Certo che quando sono salito non mi sarei aspettato di trovarti con solo quello addosso..-
Cercò di provocarla, la voce improvvisamente calda e sensuale. Era a pochi passi da lei quando lo fermò, bloccandolo con un braccio mentre con l'altro continuava a mantenere l'asciugamano saldo al petto.
-Vattene via.- gli disse, impassibile ma furiosa.
-Alkins ti conviene tenere entrambe le mani su quella salviettina che ti copre per metà, non vorrei che scivolasse sai..-
Una scarica d'adrenalina la pervase e le guance assunsero un delicato color Bordeaux. Continuò a fissare quegli occhi color argento fuso, che parevano creare un gioco di luce in contrasto con le labbra perlacee. La voglia di prenderlo a schiaffi per l'atteggiamento insolente era pari a quella di sfiorargli la pelle, per saggiare se fosse stata così vitrea come il pallido colorito suggeriva.
Si voltarono di scatto quando udirono delle risatine concitate in lontananza e poi il cigolio di una porta che si apriva. La Buldstrode e la sua amica Astoria Greengrass fecero ingresso nella camera, non riuscendo a trattenere dei sospiri di stupore nel trovarvi i due giovani così vicini l'uno all'altro. Per di più, così intimi.
-Oh!- iniziò a strepitare Millicent, due chiazze scarlatte all'altezza degli zigomi pronunciati per l'imbarazzo di averli colti sul fatto -Scusate non pensavamo.. vi lasciamo soli.-
Terminò la frase, tentando di darsi un'aria compita, per quanto la sua leggiadria nei movimenti lasciasse a desiderare.
-Non vi preoccupate, me ne stavo giusto andando.- si oppose Draco discreto -Alkins, ridammi il mio pacchetto di sigarette.-
Aggiunse, tornando a rivolgersi alla ragazza che si era timidamente accollata al muro. Normalmente, non avrebbe perso occasione di rimproverarlo per quel modo sgarbato che le aveva destinato, ma quella situazione l'aveva messa parecchio a disagio e l'unica cosa che voleva era che Draco uscisse da quella stanza al più presto. Il Serpeverde allungò una mano verso di lei, in attesa che gli porgesse l'oggetto per cui si era tanto scomodato a farle visita.
Raggiunse il comodino, dovendogli dare le spalle, e Draco non si risparmiò un'occhiata al fondoschiena.
-Eccolo.-
-Perfetto, ci vediamo.-
Uscì dal Dormitorio femminile montando sulla sua scopa Nimbus 2001, sotto gli sguardi allucinati delle altre due ragazze.
-Per Merlino, Amelia, cosa avete fatto?- domandò la più robusta delle due, senza nemmeno lontanamente tentare di celare l'irriverente curiosità- Racconta!-
-Non abbiamo fatto assolutamente nulla!-
Rispose avvampando e sbuffando dalle narici, affrettandosi a raccogliere il libro da terra. Adesso nessuno le avrebbe potuto vietare un bagno ristoratore.
-Ti ha guardato il lato B con due occhi!-
La informò la più piccola delle due, gesticolando per sottolineare l'importanza del concetto.
-Non mi interessa quell'arrogante pieno di se stesso!-
Furono le sue ultime parole, prima di rinchiudersi nel bagno a riempire nuovamente la vasca colma d'acqua ormai gelida. Ma era poi vero che non le interessasse?



-Dimmi, in particolare cosa vorresti sapere del Quidditch?-
-Tutto, vorrei che mi spiegassi daccapo, non ne so proprio nulla.-
Amelia si sporse dalla tribuna e scorse lo sguardo dal centro del campo all'estremità, dove vi erano situati tre pali d'oro con degli anelli in cima.
-Seguimi.-
La invitò Miles Bletchley, Serpeverde come lei, all'ultimo anno. La portò direttamente al centro dello stadio e con un incantesimo di appello fece apparire una grossa valigia nera che sembrava contenere una qualche sorta di creatura magica, a causa dei ringhi che vi si udivano all'interno.
-Questa è una pluffa- spiegò, indicando la prima palla di cuio rosso alla sua destra -Un giocatore non deve far altro che lanciarla in direzione di uno di quei tre anelli della squadra avversaria, se entra segna 10 punti.-
Il suo tono di voce era solenne, probabilmente quello sport doveva significare molto per lui.
-Questo invece è un bolide- continuò, puntando il dito contro una palla nera situata al centro, all'apparenza molto pesante -E' stregato in modo che tenti di disarcionare i giocatori dai loro manici di scopa.-
-Non capisco.. è brutale, gli studenti sono esposti ad un grosso pericolo.-
Convenne preoccupata e lui annuì indulgente.
-Lo hanno pensato anche tutti i giocatori che almeno una volta sono finiti in ospedale a causa sua, ma poi ci si fa l'abitudine.- chiarì lui, per poi proseguire -Infine questo è il boccino d'oro- lo estrasse dalla valigia e, appena questo venne a contatto con l'aria, spalancò due piccole ali dorate ai lati -Un giocatore viene scelto come Cercatore, il suo compito è riuscire a catturarlo e portare alla vittoria la propria squadra.-
Terminò, richiudendo il grosso bagaglio.
-E qual è il tuo ruolo invece?- domandò assopita.
-Io sono il portiere, proteggo i tre anelli- rispose -Ripensandoci visto che sei nuova ci tengo a darti un piccolo omaggio, in modo che tu possa tornare a tifare per noi Serpeverde.-
-Quello è certo!- rispose stendendo le labbra in un grande sorriso.
-Ecco, vieni, così te lo posso mostrare- le fece strada all'interno degli spogliatoi -Aspetta pure qui che devo cercarlo.-
La lasciò al centro di un corridoio desolato, il piccolo edifico che ospitava i camerini per il cambio degli indumenti sembrava deserto.
-Bene bene- una voce da dietro le spalle la fece sobbalzare per lo spavento -Sei qui perchè vuoi diventare la prima giocatrice Serpeverde nella storia? Hai delle aspettative molto alte.- la canzonò Malfoy.
-Veramente io..- Amelia si voltò, pronta a spiegare la causa della sua presenza nello spogliatoio, quando la visione di un Draco a petto nudo la indusse a rigirarsi nuovamente nella direzione opposta.
-Guarda che non mi imbarazzo mica se mi guardi.- un ghigno compiaciuto deformò l'espressione sul suo volto.
-Hai capito male Malfoy, è che non mi interessa guardarti a petto nudo, non è un gran spettacolo.- pronunciò quelle parole con voce sommessa, sicura che lui non l' avrebbe creduta.
-Strano, e pensare che il modo in cui mi guardavi l'altro giorno sembrava dire il contrario. Sembrava volessi spogliarmi con gli occhi.- concluse trionfante.
Amelia d'istinto si girò, puntandogli contro la bacchetta e stavolta senza vergogna nel guardarlo senza maglia, solo il braccio sinistro coperto da uno scaldamuscoli.
-Giuro che ti schianterei qui Malfoy.- gli confessò, colma d'ira.
-E fallo, no?-
Sentirono dei passi avvicinarsi e la Serpeverde, che aveva già imparato la lezione, ripose la bacchetta nella tasca cercando di darsi un contegno.
-Eccola qua Amelia.. Oh, ciao Malfoy!- lo salutò allegramente- Era da un po' che non ti si vedeva a fare degli allenamenti.-
-Si, preferisco venire quando sono sicuro non ci sia nessuno- rispose, non ricambiando la stessa esaltazione del ragazzo -Miles dì pure agli altri che per questa partita ci sarò a giocare, non ci sarà bisogno di nessun sostituto. Voglio essere io in persona a stracciare i Grifondoro.-
-Sissignore, sarà fatto!- rispose entusiasta di averlo di nuovo in squadra -Questa è una maglietta di Quidditch dei Serpeverde, mi raccomando fai il tifo dalle tribune!- le sorrise rassicurante porgendole l'indumento, che accettò ringraziando di cuore.
-Scusa tu sei nella squadra di Quidditch.. veramente nella squadra di Quidditch?- ripetè per convincersene, inarcò le sopracciglia, guardandolo basita.
-Rimarrai stupita di scoprire quante cose in realtà so fare..- disse, intrecciando le dita fra le ciocche bionde che risaltavano sul suo incarnato vitreo.
-E quale sarebbe il tuo ruolo?-
-Sono un Cacciatore.-
-Scherzi? Quindi l'intera squadra dipende da te! Dubito che siano in buone mani.- osservò con intenzionale crudeltà. Draco scrollò il capo, emettendo una risata soffocata.
-Salazar, Alkins! Un giorno qualcuno ti farà ingoiare tutta questa insolenza!-


   
 
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