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Autore: HoshiTaniguchi_    05/08/2015    1 recensioni
"Da quel giorno io, ho giurato vendetta"
E' così che iniziano le avventure di Himitsu e del gruppo Delta, partiti per un anno di avvenute nella speranza di passare l'esame che li vedrà diventare cacciatori di demoni a tutti gli effetti, ma solo una persona riuscirà davvero! Chi sarà mai?
Una storia che presto diventerà un manga, una storia che prevede spiriti e demoni giapponesi e non solo!
Spero vi piaccia :)
-Hoshi
Genere: Avventura, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4: Lo scontro

 

«Dammi il potere, così che io possa fare giustizia.»

 

Erano state queste le parole pronunciate da Himitsu.

A vedere che cosa stava succedendo erano tutti increduli, sia Rokurokubi, sia compagni di squadra.

Anche voi sareste increduli vedendo quello che stava fancendo la ragazza.

Infatti, dopo aver detto quelle poche parole, sotto ai suoi palmi che erano ben ancorati alle cosce, s’era accesa una strana luce dorata.

Ma non era finita qui! Poco a poco Himitsu stava sollevando le mani portandosele di fornte e indovinate che cosa erano magicamente uscite dalle sue cosce?

Due lunghe katane dalla lama affilata.

Una con il manico rosso e l’altra con il manico blu. Una con i kanji di “Potere” e l’altra di “giustizia”.

«Se non la capite con le buone…» disse Himitsu impugnando saldamente le due katane «ve lo spiegherò con le cattive.»

La luce dorata era sparita in un attimo, così com’era apparsa, ma sulle cosce di Himitsu erano rimaste delle strane scottature, che a ben vedere formavano gli stessi kanji che erano incisi sulle due katane: potere e giustizia.

«Bello, eh?” disse Himitsu rimettendosi a posto le calze «Era di usanza nella mia famiglia nascondere le armi nel proprio corpo con la magia.»

«Q-quelle katane sono nascoste nel tuo corpo.»

«Non chiedermelo Cyourui… Non so neanche io come sia possibile.» ammise Himitsu.

«Nascondere le armi nel corpo? Tuo padre era forse Yamamoto Ryunosuke?!» Chiese tutto d’un fiato Kagaku.

«Ehy.” Ryoko-sama sembrava infastidita «Non eravamo nel bel mezzo di una battaglia?»

«Giusto, nonnina.» ridacchiò Himitsu mettendosi in posa d’attacco.

Al “nonnina” pronunciato da Himitsu, la vecchia Ryoko si lanciò all’attacco e sebbene non fosse notte, allungò il suo collo a dismisura.

La ragazza dai capelli fucsia lo bloccò prontalmente, posizionando le due katane in una X che fermò l’attacco.

Dopodichè fu il turno di un’altra rokurokubi che avanzando di qualche passo anch’essa allungò il suo collo e fu addosso a Cyourui che con un balzo e qualche formula latina, congelò la sfortunata rokurobuki che s’era gettata contro di lui.

Himitsu era ancora impegnata con la testardaggine e la forza bruta di Ryoko mentre tre spiriti attaccatono all’unisono Kagaku. Anche la ragazza dai capelli turchini riuscì in moche mosse a mettere K.O. le sue avversarie.

«Lasciala a me, Ryoko-sama» disse d’improvviso una voce.

Haruka stava sfoderando la sua spada. Ryoko mollò la presa con un ghigno compiaciutò e ritrasse il collo tornando normale. Poi guardò Hankon.«E’ da un pezzo che non mi divertivo così. Vediamo se sei forte con un tempo!” e partì all’attacco di quest’ultimo.

«Bene, bene, Himitsu.» Fece Haruka stringendosi al meglio la spessa cintura. «vediamo come te la cavi.»

Senza tanti preavvisi si lanciò in avanti. Himitsu trovò strano che non allungasse il suo collo per attaccare e infatti questo la spiazzò tanto che ottenne così un graffio sulla guancia destra.

«Meno male che non sono una di quelle ossessionate dalla bellezza” dichiarò Himitsu sfregandosi il taglio appena subito con il dorso della mano. «Ma te la farò pagare lo stesso!” Con un balzo degno di un acrobata, lanciò le sue due spade verso il cielo, fece una capriolo mortale, e le spade ritornarono nelle sue mani questa volta però con le punte rivolte verso il basso e con uno sguardo feroce si gettò addosso ad Haruka.

«Ah, ti ho battuto. Mph!» fece Himitsu sfregandosi un dito sotto al naso in un impeto d’orgoglio «si beh, sono la migliore, che ci volete fare?»

«Io sarei qui…» Haruka distava almeno 15 metri da Himitsu che aveva colpito un’altra povera rokurobuki che non aspettandosi questo attacco era stata tramortita e non si muoveva neanche.

«Ah! Maledizione! Devo ancora perfezionarlo quest’attacco, eheheh»

tutti i presenti si ritrovarono le gambe per aria per l’affermazione di Himitsu.

«Questa volta non sbaglierò!» confermò estraendo le sue katane dal terreno.

Attaccò un’altra volta, e un’altra volta ancora. Lei e i suoi comapagni si scambiavano a volte, ma Himitsu tornava sempre di fronte a Haruka, come se ormai fosse una questione di vita o di morte batterla, ed in un certo senso lo era.

 

Il sole stava calando ed il cielo si era tinto di rosso. La battaglia avanzava da qualche ora ma erano rimaste poche Rokurokubi.

«E’ ora di finirla, Haruka.»

«Quando sarò stanca, Himitsu.»

«SMETTETELA.» una voce le sorprese. Una figura esile con la vita fasciata si ergeva a fatica appoggiandosi al muro grezzo della grotta.

«Eiko?» Haruka sembrava preoccupata e decisamente spaventata.

«Smettetela di combattere.» ripetè la nukekubi.

«Eccola è lei! La nukekubi! Haruka che aspetti? Uccidila! E una volta morta ci berremmo il suo sangue!» Ryoko-sama si leccò le labbra, una scintilla scoccò nei suoi occhi.

Le rokurobuki la imitarono avanzando di qualche passo verso “l’ipostora” ma Eiko non si scompose e non si spostò di un millimetro.

 

«No…»Fu la voce tremante di Haruka a far si che tutte si bloccassero e si voltasserò verso di lei.

«No?» fece Ryoko.

Haruka si mosse lentamente. Prese la sua spada, la roteò nel cielo e comparve dal nulla una seconda lama l’opposto della prima. La sua katana era diventata un’arma a doppia lama.

Nessuno capiva. In un attimo Haruka si spostò dando la schiena ad Eiko, posizionò la sua “nuova” arma davanti a lei con il braccio teso e lo sguardo fisso in quello di Ryoko che balbettando le chiese che stava facendo.

«Proteggo, l’unica persona che mi abbia mai amata.»

«Che cosa dici, Haruka? Le nukekubi non hanno sentimenti! Vieni qua prima che ti uccida per solo piacere!»

«Uccidere per piacere? Non ha sentimenti?! CHI HA APPENA DETTO CHE VOLEVA BERNE IL SUO SANGUE? QUESTO NON è FORSE UCCIDERE PER PIACERE?!»

Haruka urlava e piangeva. Quante cose non dette in tutti questi anni stavano uscendo come un treno in corsa.

«Chi quando ero piccola mi ha sempre escluso dai corsi per diventare sacerdotessa? Lei Ryoko-sama. E solo perchè avevo i capelli diversi dai vostri. MI AVETE PICCHIATA, MALTRATTATA ABBANDONATA!!! Mi sento così sola! Non ho niente, NIENTE!!! Tutta la vita passata a chiedermi perchè voi non mi volevate! Tutta la vita a fingere di star bene! NON STO BENE! NON STO BENE!”

«Haruka, ora calmati…» cercò di intervenire Kagaku.

«Lascia che si sfoghi.» rispose Hankon.

Haruka aveva ripreso fiato. Gli occhi rossi e le enormi lacrime che le rigavano il volto.

«Mi avete sempre derisa, e mi avete costretta ad indossare questa stupida maschera che mostra un volto felice… io però ero distrutta.»

un’altra pausa.

«Tutti questi anni mi avete trattato come una feccia, obbligata a fare i lavori più sudici esistenti! E ancora non ne avevate abbastanza. Ma ho deciso di mostrarmi forte e felice. E così ho fatto. Per anni e anni. Ma adesso basta.»

Tirò su lievemente col naso, e si girò verso Eiko puntandole l’arma all’altezza della cicatrice sul collo.

«Avete ragione, in ogni caso.» fece. «Lei è una nukebuki e per questo va sconfitta.»

Non poterono dire o fare niente che Haruka si portò in avanti, Eiko fu costretta ad indietreggiare e cos’ entrambe caddero in dalla rupe, in un precipizio alto otto metri.

Gruppo Delta e rokurokubi si precipitarono sul limitare della roccia e con i loro occhi inceduli, videro Haruka piangente. Ma non erano lacrime di tristezza come le precedenti, erano lacrime di felicità. Eiko sorrideva con la fronte appoggiata a quella della sua amata.

Nessuna delle due credeva potesse esserci qualcuno che sarebbe riusicito ad amarla così tanto. Eppure eccole la, una stretta all’altra, abbracciate così forte da fare quasi male. E mentre precipitavano, Haruka sussurrò qualcosa ad Eiko, qualcosa che arrivò poco dopo alle orecchie di tutti quelli che osservavano quella scena incapaci di fare qualcosa.

«Lo faccio per noi due. Così almeno in un’altra vita potremmo amarci senza pregiudizi»

La spada a due lame trafisse le carni di entrambe, contemporaneamente, e mentre i loro corpi si sgretolavano il sole scomparve e il buio prevalese, l’unica fonte di luce che di tanto in tanto illuminava i volti degli spettatori era data proprio da quelle specie di polvere luminosa che scompariva poco dopo avvolta dall’immensa oscurità.

 

Erano tutti stravolti. Sembrava quasi un sogno. Nessuno si sarebbe mai aspettato un volgere delle cose così drammatico. Le rolurokubi non avevano capito fino a quel momento quanto davvero fossero state così crudeli con Haruka e nonostante Eiko fosse una loro nemica, la sua morte non era certo stata programmata. Loro dicevano, dicevano ma solo per darsi un po’ di arie, per farsi vedere coraggiose.

Discesero la rupe tutte in silenzio, scortate da Hankon che era rimasto impassibile, probabilmente era abituato a queste cose. D’altronde lui era il loro insegnante, chissà quante cose aveva visto, anche peggiori di queste.

Una volta discesa la rupe e riaccompagnate le rokurokubi più scosse alle loro abitazioni, Himitsu andò nel luogo dove erano morte Eiko ed Haruka. La spada a due lame birllava alla luce fioca della luna. La ragazza la prese in mano e la puntò nel terreno. Raccolse qualche fiore da  terra e lo intrecciò alla lama. Poi posò la sua lanterna di carta vicino all’arma e guardò verso il cielo.

«E’ strano, non trovi?» Cyourui era dietro di lei da un po’, aveva avuto la sua stessa idea ma Himitsu l’aveva preceduto.

«A scuola Ci preparano a queste cose, ma vederle con i tuoi occhi... non credo mi ci abituerò mai.»

«Non ti preoccupare Cyourui. Se hai paura ti proteggo io!» Himitsu rise guardando dal basso il ragazzo che sospirò sedendosi vicino a lei.

«Proteggiamoci a vicenda allora.» La ragazza non rispose, appoggiò il capo sulla spalla dell’amico continuando a rimanere in silenzio.

Cyourui però sapeva che quel gesto valeva più di mille parole.

 

«Gambe in spalla ragazzi! Il nostro lavoro qui è finito.»

Hankon era appena entrato in quella che era diventata la “camera degli esaminandi” da quando avevano alloggiato in quel villaggio.

«Finite di raccattare le vostre cose e venite di sotto, saluteremo Ryoko-sama e poi partiremo subito, il viaggio è molto lungo.»

Ma l’insegnante ebbe come risposta solo un mugulio assonato in generale.

 

«Ti ringrazio molto Hankon per essere venuto fin qui. I tuoi alunni supereranno presto l’insegnante, temo.»

«Non essere così positiva! Ce ne vuole ancora molto prima che possano egualiarmi.”

«Il solito egocentrico.» Ryoko sorrise. «Proprio come ai vecchi tempi. Dovremmo rifarla una rimpatriata in futuro. Sei ancora in contatto con Rikosyugi?»

«Ma certo.» rispose Hankon. «Anche in questo istante preciso.»

Ryoko non capì l’ultima affermazione di Hankon, ma lasciò perdere. Salutò tutti i ragazzi del gruppo Delta.

 

«Allora ragazzi.» fece Hankon camminando. «Kagaku in questa prova ha ottenuto 7, Cyourui 7 anche tu, Kiiro e Orengi 7 meno, impegnatevi di più la prossima volta, Himitsu invece…»

«SIIIII?!» chiese la ragazza impaziente. «Tu hai preso 9, complimenti. Hai saputa fronteggiare il nemico a testa alta e te la sei cavata anche bene se non fosse stato per quell’attacco da perfezionare.»

Himitsu fece la linguaccia, e mentre ascoltava il suo insegnante dirle le motivazioni di quel voto, guardò verso la rupe un’ultima volta e vide le rokurokubi sistemare dei fiori su quella che era diventata la tomba di Haruka ed Eiko, l’arma attirava l’attenzione su di lei così come la vastità di colori che si era creata tutt’intorno, molte lanterne erano state posizionate li vicino e vide anche alcune ragazze commuoversi.

“E’ questo quello che si meritano davvero.” pensò Himitsu. “Niente pregiudizi, solo amore.”

 

Mi scuso se non vi sono allegati in questo capitolo, purtroppo sono impegnata a studiare per l’esame di ammissione in un’università che non voglio fare, che sono costretta a fare dai miei genitori a cui non gliene frega un cavolo dei miei obbiettivi.

In ogni caso ringrazio tutti voi che mi seguite! Grazie davvero!

Ps. Questo capitolo non è scritto molto bene perchè come ho già detto sono davvero impegnata ç_ç non l’ho neanche riletto çOç

Un bascio,

-hoshi

Vi lascio una tavola selvatica del mio manga x''' l'avevo fatta qualche giorno fa... quando ancora avevo tempo...*piange*

 

  
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