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Autore: Leo    27/01/2009    2 recensioni
Una raccolta di tutti i tipi di solitudine che ho visto o vissuto nella mia breve vita; un quadro dai colori spenti, in cui i protagonisti sono vittime dell'emarginazione del mondo. Come i più classici casi: i vecchi, gli omosessuali, i diversi nelle più svariate alternative. E tutto è stato mescolato in questo ambiente, su questo monte irto, dove ognuno rimane come addormentato.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Memorie

Guardo dall’alto, da un monte sperduto…

qui arrivano solo i più forti, i più coraggiosi…

…i più sfortunati…

…i derelitti della società, gli emarginati…

…gli scarti…

…gli inutili…

…chi è senza qualcosa…

…pochi…

…quasi tutti…

…chi è morto dentro…

Questo è il regno di chi è solo…

 

 

Memorie

 

 

Questa è la storia di uno di loro. Sembra riduttivo, ma proprio non ce la faccio a raccontarli tutti. La storia di un uomo solo, che non aveva famiglia o amici, e che aveva solo un credo diverso…un credo sbagliato…

È la storia di quando lo condussero vicino ai binari con una pistola piantata nella schiena; è la storia di quando prese il treno, pieno di persone smarrite, sfinite. E ora è diventata la storia di quelle persone. Quelle persone che non si rivolgevano la parola, per poter sopravvivere, per ritardare una morte certa. Persone che erano rimaste sole e che lasciavano sole le altre creature al loro fianco.

Questa è una storia piena di nebbia, piena di neve. Una storia che sparisce nel nulla lungo i binari arrugginiti, dopo aver attraversato un cancello bugiardo.

Questa è la storia del gesto di uno di loro, che semplicemente capì…che dalla sua valigia, ormai inutile, cancellò il suo indirizzo, e scrisse solo una parola: “Auschwitz”.

Li guardo mentre aspettano il treno del ritorno ai piedi del monte, mentre nudi e infreddoliti non parlano a nessuno, nonostante stiano vicinissimi gli uni con gli altri. Li guardo mentre sperano che il treno passi in fretta.

E non smetterò di guardare, nonostante la mia vista continui a tremare…

 

Questo capitolo non era in programma, ed è stato fatto di getto proprio in questo momento…

Non potevo evitare di dire la mia in un giorno del genere, e qui da me la pioggia cade incessantemente, rendendomi triste più che mai. E mi rendo conto di essere veramente poca cosa.

Penso, e da qui vengono queste parole gettate su carta digitale…forse inutili, ma intanto questo è il mio, come direbbe Guccini…

Grazie a chi sta seguendo la storia…

 

  
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