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Autore: Martachan 55    05/08/2015    2 recensioni
Kaiyo D. Tori, una ragazza che porta sulle spalle il cognome della donna più famosa del mondo. Dopo anni di ubbidienza ai Draghi Celesti decide di liberarsi, cercando di portare a termine l'obbiettivo che sua madre non è riuscita a terminare. Nel suo pericoloso viaggio incontrerà persone che la sosterranno sempre, ma anche altre pronte a colpirla alle spalle alla buona occasione. Non ostante i numerosi ostacoli che le si pareranno contro la persona che sta all'altro capo del suo filo rosso sarà sempre lì con lei, anche quando il mondo le cadrà addosso.
Riuscirà insieme ai nostri eroi a distruggere il governo mondiale? Scopritelo entrando!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il demone rosso'
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Appena aprì gli occhi la forte luce del sole la costrinse a richiuderli immediatamente. Lentamente riuscì a schiuderli abituandosi alla luce che entrava dalla grande finestra. Ci mise un po' per capire dove fosse. C'erano due letti bianchi alla sua sinistra, una grande scrivania coperta da fogli di dubbia provenienza davanti a lei. Sul comodino alla sua destra erano posati dei fiori rossi, una siringa piena di un liquido biancastro e delle pastiglie, accompagnate da un bicchiere d'acqua. Era in infermeria. Nella sua nave. E si stavavano muovendo a giudicare dal leggero movimento a dondolo. Non ricordava il motivo per cui si trovava distesa in quel letto. Cercò di tirarsi su facendo leva sulle braccia, ma si pentì subito di quel movimento azzardato, la testa le pulsava incontrollata e nel braccio destro era inserito un tubo, collegata ad un sacchetto pieno di un liquido rosso. Sangue. In un istante tutti i ricordi ripresero il loro posto, e il peso della sconfitta andò a posarsi comeun macigno sul suo petto. Aveva perso. Chissà come stavano i suoi compagni, se erano vivi. In quel momento la porta si spalancò creandole un'altra fitta alla testa. Spostò gli occhi vermigli sulla figura appena entrata, permettendo ai suoi occhi di bagnarsi di calde lacrime. Se Angel stava bene e se erano sulla Tsunami allora anche gli altri dovevano stare bene.
- Buongior...Che succede sorellina? - 
Accorse subito dalla rossa inginocchiandosi al suo letto ed asciugandole le lacrime.
- Gli altri stanno bene? -
- Stupida! Mi hai fatto prendere un colpo! Comunque si, Barbabianca ci ha trattati davvero molto bene -
- Per quanto ho dormito? -
- Quattro giorni... -
- Eh?! Per così tanto?! -
Esclamò portandosi poi una mano al petto cercando di limitare la fitta che l'aveva colta.
- Calma, non ti agitare. Hai subito una ferita profonda, c'è mancato davvero poco che non ci lasciassi le penne. Erano davvero molto preoccupati per te. Persino Marco era preoccupato -
- Voglio sedermi -
- Ma mi stai ascoltando?! Va bene, ti do una mano -
Delicatamente la tirò su sistemandogli poi un cuscino dietro la schiena.
- Ti ho portato un panino. In realtà era mio ma fa niente, andrò a mangiare dopo -
- Grazie mille Angie! -
La ringranziò azzannando il tramezzino con prosciutto e formaggio dell'amica.
- Non mangiare così in fretta, altrimenti poi ti viene nausea -
- Non ti preoccupare -
Le rispose rallentando la velocità d'ingurgitazione.
- Mentre mangi dammi il braccio destro -
Disse mentre preparava la siringa. Tori s'immobilizzò, da quando aveva notato che nel suo braccio era conficcata una flebo non aveva ancora avuto il coraggio di muoverlo. 
- O su non fare quella faccia, non avrai mica paura di una punturina? -
- Non mi fa paura, è che mi fa schifo il fatto che tu mi infili del liquido dentro -
Replicò mettendo su il broncio offesa. La bionda le si avvicinò e con fare materno le accarezzò il capo, per poi fulminarla con un'occhiataccia.
- Adesso io ti faccio questa puntura e se tu non fai storie magari ti levo anche la flebo -
Sussurrò minacciosa infilando l'ago nella vena. Tori trasalì, non voleva fare quella puntura, ma magari riusciva a scollarsi quella dannata flebo.
Appena estrasse la siringa vuota fu costretta dalla rossa a levarle anche la flebo, nonostante avesse perso davvero molto sangue.
- Vado a dare la notizia del tuo risveglio, tu dormi -
- Hey! -
Non riuscì neanche a controbattere che il medico se ne era già andato. Si rimise giù sbuffando, ma in poco tempo si riaddormentò. 

- Allora come sta?! -
Esclamò alterato Eiji alzandosi di scatto dal ponte della Moby Dick.
- Si è svegliata e sta benone. Se solo non fosse stata così cocciuta da volersi levare la flebo... -
- Tra quanto si riprenderà? Posso vederla? -
- La pianti di fare la mammina ansiosa, uccellino? -
- Satch fammi il piacere di stare zitto. Lei è la mia sorellina! -
Due pugni arrivarono in testa ai due litiganti, Marco ci sapeva davvero fare a calmare le acque.
- Tra una settimana dovrebbe riuscire a rimettersi in piedi e nessuno di voi l'andrà a trovare oggi, se mai domani ma dovete chiedere a me per vederl...Zeke, che accidenti stai facendo?! Torna immediatamente qui! -
- Non rompere il cazzo Angel -
Le rispose svogliatamente il guerriero Shandia dirigendosi in infermeria.
- Se va lui allora andiamo anche noi! -
Esclamò il resto dei pirati dell'onda avviandosi, seguiti a ruota dagli ufficiali di Barbabianca.
- Hoy Zeke perchè non entri? -
- Fai silenzio Eiji - 
Il biondo si avvicinò alla porta scorgendo subito il volto rilassato della sua sorellina che riposava tranquillamente. Quella vista fece addolcire gli sguardi di tutti. 
- Fuori di qui! -
Angel scaraventò tutti fuori, per poi abbracciare il suo dolce fidanzato.
- Gurarara! Povera piccola! -
- Andiamo a mangiare -
Propose Satch con non troppo entusiasmo, venendo poi travolto nella folla che avanzava, delicata come una mandria di bue in calore, in direzione della sala da pranzo. Il pasto fu consumato con l'allegria che in quei quattro giorni era venuta a mancare. Persino Marco mangiava con leggermente più entusiasmo del solito. A fine giornata tutti si presentarono al capezzale della rossa, nessuno escluso.

- Razza di baka! Come accidenti ti è saltato in mente! Potevi restarci secca! Se ci fosse lo zio sai quante te ne direbbe?! -
Urlò Eiji appena fu entrato nell'infermeria. La preoccupazione che aveva accumulato in quei giorni venne fuori sotto forma di rabbia.
- Scusa mamma! -
- E non pigliarmi per il culo Tori! -
- Gomen nasai -
Si scusò facendo gli occhioni dolci, ricevendo in risposta solo uno sbuffo.
- Perdonata. Adesso che ci penso il babbo vorrebbe parlarti -
- E come mai? -
- Che accidenti ne so! E comunque il piercing all'ombelico può anche passare ma quello alla lingua proprio no! -
- Guarda che io non li volevo, me li ha fatti Lui! Anche questo simbolo, me lo ha impresso a fuoco lui stesso... -
- Scusami. Sono felice che tu sia qua -
Sorrise, mentre le accarezzava la guancia.
- Emh figliolo, posso parlare un attimo con la ragazzina? -
- Oh papà, da quanto tempo sei lì? -
- Sono appena arrivato -
- Ho capito, vi lascio soli. Sorellina non me lo mangiare! -
- Spiritoso! -
Gli fece la linguaccia, mentre Barbabianca si sedeva sul letto al suo fianco.
- Sai mocciosa, nessuno aveva mai retto così tanto contro di me -
- Sei ripetitivo vecchio -
- Mi dispiace -
- Ti ti dispiace? -
Era shoccata, uno dei quattro imperatori si stava scusando con lei! Da non credere!
- Non volevo ferirti in quel modo, sei stata tra vita e morte per una giornata intera -
- Ah, per questa? Non ti preoccupare, ormai è quasi guarita e tra qualche giorno sarò di nuovo in forma smagliante, ho la pellaccia dura io!-
- Gurarara! Ho visto, ho visto! Ti ricordi il nostro accordo vero Tori? -
La rossa abbassò la testa, in quel momento le lenzuola erano diventate davvero interessanti.
- Vorrei chiederti di diventare il mio vice -
Alzò il capo di scatto. Voleva che lei diventasse il suo vice capitano?
- Il tuo vice? -
- Esattamente -
- Ma non lo era già quell'ananas? -
- Gurarara! Marco? No, lui è solo il capitano della prima flotta -
Le rispose tranquillamente spiazzandola. Se c'era qualcosa che quel vecchio aveva era proprio il potere di spiazzarla.
- Ma i miei compagni? -
- Loro saranno la ciurma del mio vice capitano -
- Quindi resteranno con me -
Sestenziò sospirando di sollievo. Sapere che i suoi amici sarebbero stati bene la rendeva felice.
- Qual'era in realtà il tuo obbiettivo? -
- Eh...Il mio obbiettivo? Era sconfiggerti, ovvio -
Rispose poco sicura ritornando a guardare le lenzuola.
- Non sono nato ieri mocciosa. Qual'è il tuo vero obbiettivo? -
Uno dei pochi difetti che aveva era proprio quello di non saper mentire. Se da un lato era bravissima a nascondere i suoi sentimenti, dall'altro non sapeva raccontare bugie verbali.
- Non ti è ancora chiaro vecchio? -
- Per caso centra per caso quel simbolo? -
- La zampa del Drago Celeste dici? Possiamo dire che collega il tutto -
- Mio figlio ti ha liberato dai Nobili -
- Si, ma per fortuna non lo hanno visto -
- Vuoi fare fuori il Governo Mondiale - 
- Esatto, e voglio la testa di San Jalmack -
Rispose pacatamente accendendosi una sigaretta.
- Sai vecchio, lui in realtà sarebbe mio padre -
- Tuo padre? -
Rispose spalancando gli occhi.
- Sorpreso? Nessun uomo che usa come schiava la propria figlia non dovrebbe considerarsi nè padre e nè uomo -
Strinse le lenzuola così forte che le nocche divennero bianche.
- Non è facile superare un simile trauma, quando sarai pronta diventerò io tuo padre -
Si alzò voltando le spalle alla rossa e senza lasciarle il tempo di ribattere. Tori si accasciò sul cuscino inspirando il biancastro fumo della sigaretta. Gli aveva confessato tutto il suo passato, seppure lo avesse appena accennato, e senza che le avesse chiesto niente. Ma che le prendeva? 
- Ma che muso lungo abbiamo, fammi indovinare gli hai raccontato tutto? -
- Hai origliato Zeke? -
Domandò prendendo il boccale ricolmo di birra e bevendolo velocemente per poi pulirsi le labbra con il dorso della mano.
- No, basta vedere la tua faccia. E poi sono il tuo migliore amico -
- Mi fido di lui -
- E meno male, pensa un po' che dovremo restare con quel baffuto per il resto della nostra vita -
- Oh, mi dispiace... -
- Taci Tori. Dopo tutto non si sta tanto male e poi Angel può divertirsi con il suo ragazzo -
- L'ananas dici? Bleah, che schifo -
- Ahahaha. Cosa pensi di fare con Lui? -
Domandò diventando improvvisamente serio.
- Penso che il titolo di vice capitano di Barbabianca crei molta paura a quei cagasotto dei nobili -
- Vice capitano? Ma come ci sei riuscita? -
Esclamò contento abbracciandola. Zeke era il membro della ciurma con cui aveva legato di più in assoluto, tralasciando Angel naturalmente, e se mai sarebbe morta avrebbe preso lui il comando dei pirati dell'onda.
- Andrà tutto per il meglio questa volta -
- Forse per una volta avremo anche noi il nostro lieto fine -
- Eh già -
- A proposito di lieto fine, dove è il tuo principe azzurro principessa? -
- Q-quale principe azzurro? -
Chiese abbassando lo sguardo mentre le guance le s'imporporavano.
- Non fare la stupida, sto parlando del bel fiammiferino. Dovessi vedere come era preoccupato per te. Neanche le minacce di Angel sono servite per farlo andare via da qui -
- Oh...Era così preoccupato? -
- Già, e anche tu sei bella cotta -
Affermò per poi sghignazzare osservando il forte colorito che aveva preso il viso dell'amica. 
- Zeke, ho fame! -
Esclamò cercando di far passare quell'attimo d'imbarazzo. Forse aveva davvero ragione lui. Forse. 


Buon salve a tutti! Tori si è svegliata dopo quattro giorni di coma ed ecco che svela a Barbabianca un po' del suo passato. Secondo voi riuscirà mai ad accettarlo come padre? Ho voluto dare maggiore spazio anche a Zeke, il suo migliore amico, magari poi vi svelo qualcosa in più anche su di lui, bha. Ringrazio in anticipo chi commenterà e chi metterà la storia tra le preferite/seguite/ricordate. Bacioni e al prossimo capitolo!
   
 
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