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Autore: Anemone Grace    05/08/2015    4 recensioni
Se ne stanno sul divano a vedere la TV ormai da un quarto d'ora, ed entrambi non sembrano per niente interessati alla serie televisiva che stanno trasmettendo a quell'ora. Fa strano, perché è la loro preferita da quando hanno cominciato a passare i giovedì pomeriggio a casa di Kevin, mentre gli amici di Edd andavano in un parcheggio dietro la scuola a tenere su una bancarella per vendere qualche oggetto strano di loro invenzione.
KEVEDD - QUESTA FAN FICTION POTREBBE DIVENTARE ROSSA PIÙ AVANTI.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NOTE AUTORE:
Coppia: Kevedd
Personaggi: Kevin e Edd
Genere: romantico - comico
Ringraziamenti a: Sistah per il betaggio.
ATTENZIONE: Questa storia potrebbe diventare con l'andare avanti dei chap di un rating diverso. Siccome la scrivo senza seguire una trama studiata, ma a ispirazione, non so fino a che rating arriverò.


 
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Una scala traballante.
 

Il giovedì successivo Kevin e Doppia D, non si erano potuti incontrare come erano soliti fare e tutto perché l'atleta aveva preso una brutta influenza. Erano già due giorni di fila che stava a casa con la febbre a 38 e mezzo, avvolto in un bozzolo di coperte calde, mentre una borsa riscaldata stava sui piedi perennemente freddi. Il naso rosso gocciava appena poteva e sotto al suo cuscino una miriade di fazzoletti sembrava aver fatto il nido. Stava davvero molto male.
Edd si era offerto più di una volta, tramite messaggio, di andarlo a trovare e fargli compagnia, passargli gli appunti delle lezioni e magari portargli qualcosa di caldo da bere, ma Kevin era stato categorico: “Non voglio vedere nessuno.” E lui, ovviamente, faceva parte delle persone che Kevin non voleva assolutamente vedere.

Così, Edd, aveva cominciato a scrivergli già da dopo pranzo, seduto sul proprio divano a far finta di guardare qualcosa alla televisione. Anche se ormai si sapeva, quella non veniva nemmeno minimamente guardata, era solo un modo per avere compagnia, dato che i suoi genitori erano sempre fuori per lavoro, lasciando il piccolo Edd a casa da solo.


[Giovedì 12 Maggio – 14:02]

Double Dork: Come stai? Ti è scesa la febbre?

[Giovedì 12 Maggio – 14:04]

Kevin: Un po' meglio, ma non è scesa.

[Giovedì 12 Maggio – 14:04]

Double Dork: Sei solo a casa?

[Giovedì 12 Maggio – 14:05]

Kevin: Com'è andata a scuola?

[Giovedì 12 Maggio – 14:05]

Double Dork: Bene, hanno spiegato poco per fortuna, ormai sta finendo l'anno, prossimo giovedì ci sarà una verifica di biologia però.
Double Dork: Sei solo a casa?

[Giovedì 12 Maggio – 14:07]

Kevin: Che palle... quella vecchia racchia non poteva andare in vacanza prima?

[Giovedì 12 Maggio – 14:08]

Double Dork: Credo che tu stia aggirando il mio messaggio. Devo preoccuparmi?

[Giovedì 12 Maggio – 14:12]

Kevin: Cos-?!? No, non ce n'è bisogno. Sto bene! Adesso dormo, ciao.


La conversazione era finita così e Doppia D non sapeva cosa pensare, se non che Kevin non desiderasse essere disturbato da lui, eppure... Eppure nella sua testa non riusciva ad accettare del tutto quell'idea! Tutto quel suo essere evasivo sulla sua salute, lo faceva preoccupare solo di più. E se Kevin fosse semplicemente troppo orgoglioso per farsi vedere in quello stato?
Aveva sentito Nazz, durante le lezioni, dire a Nathan che sicuramente non voleva nessuno di loro a casa perché sarebbe stato troppo imbarazzante per lui. Nathan a sua volta aveva annuito e riso, parlando di come lo avrebbero potuto trovare cadaverico e tutto malaticcio, per niente “cool” come invece era di solito. Edd, ovviamente, solo al ricordo di quei commenti si era sentito contorcere lo stomaco, non poteva lasciare da solo Kevin se le sue condizioni erano così atroci. E se non c'era nessuno a prendersi cura di lui? Preso da un attacco di panico, misto ad un impavido coraggio, uscì di casa, indossando come al solito il proprio cappellino nero a strisce bianche, che per tutti era un pugno in occhio con tutto quel caldo.

Attraversò la strada e dopo un centinaio di metri arrivò davanti casa di Kevin. Si guardò intorno furtivo, notando che nessuno stava passando di lì e al tempo stesso che la macchina dei genitori di Kevin non c'era. La domanda era: cosa fare? Non avrebbe mai aperto l'altro ragazzo e farlo alzare dal letto era fuori discussione, visto che stava male. Si addentrò nel piccolo giardino, notando da dentro il garage una porta che dava sul retro. Si avvicinò velocemente e speranzoso che fosse aperta, tirò giù la maniglia, fallendo miseramente.
Sospirò scoraggiato, tornando di nuovo sul giardino e si guardò intorno, cercando un modo per intrufolarsi dentro. Fu allora, che vide la finestra del secondo piano aperta. Un'idea malsana gli balenò in testa: entrare da essa usando una scala! Se non fosse stata l'unica idea possibile da attuare per entrare dentro casa di Kevin, di certo non ci avrebbe nemmeno mai pensato! Ma a conti fatti, era l'unica soluzione. Si affrettò di nuovo a entrare nel garage alla ricerca di una scala e quando la trovò, a fatica la trascinò verso la parte della casa dove stava la finestra aperta, fortunatamente coperta da un grosso albero verdeggiante. La tirò su, con un bel po' di fatica, rischiando di farsela cadere addosso un paio di volte, finché non ci riuscì. L'idea di scalare però lo fece star male: lui e le altezze non erano mai andati tanto d'accordo e ricordava perfettamente tutte le birbanterie fatte con i propri amici d'infanzia, che gli avevano lasciato non pochi traumi.

Si fece comunque coraggio, cominciando a salire piano su essa, pregando di non cadere e spezzarsi l'osso del collo e imponendosi al tempo stesso di non guardare per nessuna ragione in basso. Mancavano pochi scalini e ce l'avrebbe fatta, quando una voce familiare attirò la sua attenzione, facendo traballare la scala.

“Hey! Piccolo Edd, cosa ci fai lì?”

Nathan era accanto alla scala e lo guardava dal basso divertito e sorpreso: mai avrebbe pensato che un tipo come Edd fosse in grado di fare qualcosa del genere da solo! Tuttavia la scala cominciò a ondeggiare ed Edd entrò nel panico più totale, lanciando un piccolo urlo e aggrappandosi come un koala alla sua unica ancora di salvezza, che adesso rischiava di precipitare.

“Hey!”

Urlò Nat da sotto, afferrando la scala alla base e tenendola ferma, impedendo così Doppia D di schiantarsi contro l'albero o direttamente al suolo. Edd aprì gli occhi lentamente, sentendo che tutto era immobile, sorpreso di non sentire dolore ovunque. Guardò subito verso il basso, rendendosi così conto di ciò che era successo e ringraziando tutti gli dei che fosse ancora vivo e che Nat era lì a salvato, come se fosse stato un piccolo angelo custode!

“Tutto bene? Cavolo, dovevi fermarla meglio questa cosa!”

“S-si! Grazie!”

Cercò di urlare Doppia D, guardando di nuovo davanti a sé e sbiancando di colpo quando a nemmeno un metro di distanza si ritrovò la faccia di Kevin: che era paragonabile a quella di un fantasma con le occhiaie visto il pallore della pelle. Per poco non gli venne un infarto e per lo spavento mollò stupidamente la presa dalla scala, decidendo così la sua morte in quello stesso momento. Fu però grazie alla prontezza e i riflessi di Kevin, che Doppia D non si sfracellò a terra, facendo di se stesso una grande frittata.

“Attento!”

Esclamò con voce rauca e nasale il ragazzo, stringendo forte il suo polso e intimandolo a muoversi a salire, visto che poteva reggere solo fino a un certo punto il peso dell'altro. Edd arrossì imbarazzato e ancora tremolante salì velocemente le scale, fino ad entrare dalla finestra e dentro casa del ragazzo. Si guardarono solo per qualche istante ed Edd potè notare che le guance di Kevin avevano assunto un leggero colore rosato, ma fu una visione troppo rapida per esserne del tutto certo, perché il ragazzo si sporse di nuovo alla finestra per guardare di sotto Nathan che se la stava ridendo grassamente per tutta quella scena.

“Tornatene a casa, bastardo! Ti avevo detto di non venire!”

“Oh mi perdoni sua altezza Giulietta~ non potevo immaginare che Romeo le avrebbe fatto visita quest'oggi..ahahahah”

“Vai al diavolo... faremo i conti quando starò meglio!”

E detto questo chiuse furioso la finestra, sentendosi ancora più in imbarazzo di prima. Quando si voltò si scontrò di nuovo con quello che era un Edd a disagio e imbarazzato.

“Ecco...io... ero venuto per accertarmi della tua salute.”

“E non potevi suonare il campanello come tutti gli esseri umani, Double Dork?”

Chiese irritato, facendosi spazio e uscendo da quella stanza, che non era altri che la camera da letto dei genitori di Kevin. Edd lo seguì a ruota fuori nel corridoio e giù per le scale, ritrovandosi insieme all'amico nel salotto dove quest'ultimo si sdraiò su uno dei divani presenti, incurante della presenza dell'altro. Edd lo osservava dall'alto, insicuro sul da farsi, notando con suo dispiacere di averlo fatto affaticare forse un po' troppo e per questo si sentì mortalmente in colpa.

“V-vuoi che ti prepari un tea caldo?”

“Mmh...no, sto a posto così.”

Rispose con calma e voce stanca. Non era tornato in camera sua solo perché era troppo incasinata per potergliela mostrare e Kevin aveva un certo riguardo per quelle cose, soprattutto quando si trattava di Edd. Gli occhi verde smeraldo del ragazzo si puntarono in quelle blu mare di Doppia D, in attesa di qualche reazione, ma niente parve provenire da parte di quest'ultimo.
Sospirò seccato e stanco, cercando di mettersi a sedere, per poi massaggiarsi con la mano destra la tempia.

“Non c'era bisogno di venire fino qui per la mia salute.”

Gli fece notare, ma Edd corrugò la fronte in un' espressione severa e si sedette accanto a lui, prendendogli istintivamente la mano ed esclamando:

“Certo che dovevo! Sei persino da solo, non puoi gestirti da solo in queste condizioni. Hai preso le medicine?”

Chiese, ma Kevin era arrossito a quel contatto tanto gentile quanto strano, cosa che invece Edd notò solo dopo aver osservato l'espressione dell'altro e lo sguardo puntato alle loro mani. Si staccò velocemente imbarazzato e si schiarì la gola, voltandosi dall'altra parte e guardare, da oltre la porta, la cucina.

“Sì le ho prese...” Rispose Kevin, che adesso sorrideva divertito dalla reazione dell'altro, andando con una mano ad accarezzargli la testa sopra il cappello, allarmando Doppia D, che portò le mani a stringere il berretto e voltarsi di scatto verso di lui, più imbarazzato di prima.

“C-che fai?”

“Ahahah.. sei proprio fissato con questo coso!”

“E-e allora?”

Kevin alzò le spalle, starnutendo subito dopo e facendo allarmare Edd, che si apprestò a prendere la scatola di fazzoletti che trovò sul tavolo.

“Devi riguardarti. Adesso mettiti giù che ti vado a preparare del tè verde. Vuoi vedere qualcosa alla televisione?”

Kevin si stese, mente Edd si alzava e prendeva il telecomando, in attesa di una risposta da parte dell'altro.

“Mmh...c'è la serie tv a quest'ora...”

Disse a bassa voce, guardando il soffitto. Edd sorrise e accese lo schermo, mettendo il volume basso e sul canale dove trasmettevano la loro serie tv preferita, per poi dileguarsi in cucina a preparare una tazza enorme di tè verde.

Quel giovedì pomeriggio passò così: con una tazza di tè verde che sembrava non finire mai, Kevin che si lamentava ogni tre per due a causa del suo naso gocciolante ed Edd, che si prendeva cura di lui, raccontandogli nel mentre tutte le cose che si era perso in quei giorni a scuola.

   
 
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