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Autore: Gemad    05/08/2015    1 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 22


Le vacanze Natalizie sono finite; Jackson e compagni si erano dati appuntamento sull’Espresso per Hogwarts, pronti a far ritorno al Castello. Il giovane Potter aveva passato il Capodanno a Parigi assieme ai suoi genitori, la zia Lily, suo marito, i suoi cugini e con lo zio James. Soprattutto quest’ultimo, l’aveva portato in discoteca per insegnarli a sapersi divertire come si deve.
Alla fine sono rientrati alle sette del mattino con suo padre che fece una bella ramanzina a lui e allo zio James. –Ti sembra che tu gli stia dando il bell’esempio?- aveva detto suo padre –Accidenti, già con i problemi che ci sono a scuola, adesso tu gli insegni anche a rientrare alle sette del mattino?-.
Non aveva mai visto suo padre così su di giri ma alla fine decise che questo sarebbe stato un segreto che si sarebbero tenuti per loro. Ora, finalmente, Serpeverde e Grifondoro avrebbero potuto nuovamente ingaggiare altri scontri, quando e dove volevano. Il viaggio di ritorno è stato piacevole e tranquillo, senza che nessuna delle due Casate potesse muovere un dito, siccome la maggior parte delle persone “violente” di Serpeverde, sono rimaste a godersi le vacanze al Castello assieme ai loro amici piuttosto che con le loro famiglie.
Finalmente, Jackson avrebbe potuto riabbracciare alcuni dei suoi amici che aveva saluta gli ultimi giorni di Dicembre per poter riallacciare quei rapporti interrotti per qualche settimana. Gli era arrivata, inoltre, direttamente sul treno, una lettera del professor Sinister che voleva assolutamente vederlo appena avrebbe rimesso piede nei confini di Hogwarts; quindi, il giovane Potter, grazie al cielo, poteva tornare a vagare ed esplorare la mente di suo nonno ed i suoi ricordi ed apprendere quelle doti che non aveva.
Si stava domandando, ogni giorno che passava, cosa avrebbe visto e, chiaramente, la curiosità cresceva nonostante avesse qualche dubbio sulla collaborazione del professor Sinister. Aveva parlato con Jonathan di questa sua diffidenza nei confronti del Preside ma Jonathan gli disse di restare calmo e tranquillo visto che, secondo il suo migliore amico, quel foglio potesse essere semplicemente qualcosa che andasse a vantaggio di Jackson.
–Magari è un foglio con una ricetta medica nel caso tu ti sentissi male nel sonno- gli diceva lui –Oppure sta cercando di studiare la pozione per poter capire se ci sono possibili effetti collaterali per qualsiasi essere umano-.
Tutto ciò faceva ragionare il ragazzo che, però, se doveva essere sincero, non era del tutto convinto della cosa. Così, nonostante Jonathan stesso gli disse che avrebbe dovuto parlare delle visioni che vedeva al di fuori della pozione al Preside, Jackson decise di tenersele per sé. Un altro evento importante attendeva il ragazzo appena sarebbe rientrato ad Hogwarts: si sarebbe giocata la prima partita di Quidditch.
Aveva discusso a lungo con James, Jonathan ed Eddie del torneo ma soprattutto di come temeva che potessero finire all’ultimo posto quest’anno e che i Serpeverde potessero seriamente trionfare. Troppe volte quelle teste di Serpente si erano tolti delle soddisfazioni e troppe volte gli avevano lasciati festeggiare.
–Non importa cosa l’urna dice- esclamò scocciato James –I risultati non escono fuori da un barile, ma dal gioco di squadra, dal talento, dalla voglia, dalla passione e da quanta determinazione e coraggio mettiamo in campo!-.
Aveva detto la stessa cosa gli anni passati ma non era mai riuscito a convincere del tutto i propri compagni di squadra; quest’anno, però, tutti si sarebbero rimangiati le critiche che uscivano dalle loro labbra e, finalmente, sarebbero riusciti ad alzare un trofeo dopo tanti anni di pazienza. I primi sfidanti che i Grifondoro dovranno sfidare, sono i Corvonero e la figura misteriosa di Radja continuava ad insinuarsi nella mente del giovane Potter.
Non conosceva il ragazzo di Corvonero e non capiva come i suoi compagni avrebbero potuto contrastarlo. Jackson avrebbe voluto provare a socializzare con lui, ma il loro scontro avvenuto nelle prime settimane dell’anno scolastico, toglieva ogni possibilità di poter rivolgergli la parola. Ora, però, oltre a questo, Jackson doveva pensare ad altre cose molto più importanti del Quidditch: doveva assolutamente parlare con Andrew dell’episodio avvenuto a Natale. Non sapeva come fare e aveva paura che la sua relazione con Kaendra potesse rovinare la loro amicizia che pensava sarebbe rimasta duratura per sempre.
Invece, Jackson, aveva totalmente frainteso quali fossero gli intenti della ragazza che, dopo tanto tempo, aveva compiuto il primo passo proprio al suo compleanno. Sicuramente credeva che essendo a Natale qualcosa sarebbe riuscita a concluderla ma, purtroppo, nella sua calza appesa sopra al cammino, non aveva ricevuto alcun regalo ma solo carbone nero come l’umore della ragazza. Jonathan gli aveva confidato che era rimasta molto delusa da come Jackson aveva reagito.
–Credeva che anche tu provassi qualcosa che andava oltre l’amicizia come lei- gli disse il rosso –Pensava che, però, eri troppo stolto e timido per provarci, così ha deciso di farla finita e di togliersi questo dubbio-.
–Ma, pensavo che…- tentò di dire Jackson.
–Tu pensavi male, come sempre!- lo rimproverò Jonathan.
Il giovane Potter scoprì che il suo migliore amico e la sua migliore amica sono molto amici tra di loro e che non avevano fatto altro che provare a capire quando Andrew avesse dovuto provarci seriamente con lui e, tutto questo, lasciò completamente sorpreso Jackson che, ora, aveva delle idee completamente confuse e disconnesse tra di loro.
Andrew, probabilmente, era la ragazza più carina della scuola e Jackson aveva preferito restare amico con lei per il semplice fatto che non credeva che quest’ultima potesse provare qualcosa per lui. Non amava molto le delusioni d’amore e non voleva restare depresso, con le farfalle che volavano continuamente nel suo stomaco e con il pessimismo che continuava a controllarlo e a farlo parlare.
Così, si era abituato, nel corso degli anni, ad abituarsi alla compagnia della ragazza e ad auto-convincersi del fatto che lei non provasse nulla per lui e che era meglio così per entrambi. Il ragazzo era riuscito a far fuoriuscire questo ragionamento, solamente dopo la notte di Natale che aveva risposto a tante domande di Jackson su alcuni comportamenti anomali della ragazza in alcune situazioni.
Ma doveva anche vedere come poteva evolversi la sua relazione assieme a Kaendra, perché è una ragazza che Jackson adora e a cui tiene enormemente. Lei gli aveva persino scritto una lettera nella quale gli chiedeva se avrebbe voluto rendere questa relazione ufficiale, ovvero che tutti potessero saperlo.

“Ciao tesoro,
Sai, stavo pensando a noi due in questi ultimi giorni e penso che dovremmo far sapere a tutti che noi due stiamo assieme; insomma, mi sono decisamente stufata dei continui approcci che Anthony, Daniel, Wilson e tanti altri ragazzi di varie Casate, hanno nei miei confronti. Mi viene continuamente la voglia di urlare –Io sto assieme a Jackson Potter!- e allora vorrei vedere le loro facce deluse ed incavolate allo stesso tempo. Davvero Jackson, io sto cedendo ogni giorno che passa e le mie amiche stanno continuando ad insistere sul fatto che io debba assolutamente trovare un ragazzo. Mi sono rotta di dover rispondere –Prima o poi arriverà- e ho paura che Natalie ed Eleanor stiano sospettando qualcosa. Dopo che ho rifiutato l’accompagnamento di Jack Sloper al ballo di Natale ho decisamente innescato molti sospetti nei miei confronti da parte delle tante ragazze del Castello, soprattutto di quelle che amano il gossip. Spero che anche tu stia vivendo la mia stessa situazione così, almeno, ci leveremo insieme lo stesso problema. Tranquillo, però, non mi aspetto che tu mi risponda subito siccome questa è una cosa delicata che richiede qualche giorno per pensarci; vorrei almeno che tu possa rispondermi quando ci rivedremo al Castello.
Un bacione, Kaendra”

Jackson pensava a come tutta la scuola avrebbe reagito sapendo che uno dei Grifondoro che non sopportava affatto i Serpeverde, stesse assieme ad una Serpeverde! La cosa, sicuramente, avrebbe suscitato tanto scalpore; ma chissà come l’avrebbe presa Andrew. Lei e Kaendra non si erano mai parlate e non avevano mai avuto alcun tipo di rapporto negativo o positivo, però probabilmente non l’avrebbe presa bene.
Andrew stessa non aveva mai avuto alcun tipo di relazione che andava oltre l’amicizia con alcun tipo di ragazzo e, ovviamente, Jackson aveva compreso il motivo. Erano arrivati al Castello e il giovane Potter ed Andrew non si erano nemmeno visti di sfuggita ma si sarebbero visti di sicuro nel Dormitorio o a lezione prima o poi e la stessa cosa valeva quando si sarebbero parlati.
–Forza amico!- gli disse Jonathan –Andiamo ad appoggiare i bagagli-.
Salirono e finalmente Jackson poté sentire nuovamente quell’aria a lui tanto cara ed importante. Dopo aver appoggiato tutta l’attrezzatura che si era portato per il viaggio in treno, il giovane Potter disse di voler andare a “farsi una passeggiata”, ma era ovvio che doveva andare da Sinister il più presto possibile.
–Oh buonasera Jackson!- lo accolse il Preside dopo avergli dato il permesso di entrare –Hai passato buone vacanze?- chiese cordialmente.
–Sì signore- rispose il ragazzo.
–Spero proprio che ti sia divertito alla festa che i tuoi amici ti hanno gentilmente organizzato-.
–Ma lei come fa a saperlo?- chiese stupito Jackson.
–Diciamo che per sbaglio ho origliato una conversazione fra il signor Weasley e la signorina Line, ma non perdiamoci in chiacchiere ed incominciamo subito; è passato molto tempo dall’ultima volta-.
Jackson mandò giù il bicchiere prevalentemente composto d’acqua con un pizzico di pozione e cadde nuovamente, dopo tanto tempo, in un sonno profondo. Stavolta, notò che stava all’interno di una stanza abbastanza grande ma anche molto ordinata. Le pareti erano tutte giallo canarino mischiato al verde delle sedie. C’era un'unica e grande finestra che mostrava il panorama di una grande piazza stracolma di persone che camminavano per chissà dove.
Solo in quel momento Jackson comprese che si trovava all’interno di un ufficio del Ministero della Magia siccome la luce che illuminava quella grande stanza, proveniva da una vetrata gigante posta nell’immenso e gigantesco soffitto in pietra. Non aveva mai visto il Ministero della Magia da un punto così elevato siccome, solitamente, l’ufficio dove il padre prestava servizio, era posto nelle viscere dell’enorme palazzo sotterraneo.
–Harry?- disse una voce maschile alle sue spalle. Si girò e vide la figura di Ronald Weasley sulla soglia della porta con un mucchio di cataloghi per le mani.
–Entra pure Ron- gli disse lui andando subito a levare qualche catalogo dalle mani dell’amico per permettergli di alleggerirgli il grande peso che portava sulle braccia.
–Non c’era bisogno che prendessi tutti quei cataloghi- disse l’amico intendendo il fatto che lo stesse ringraziando.
–Tranquillo, in fondo questo è un lavoro che stiamo portando avanti insieme, no?- disse Jackson nei panni di suo nonno sentendo che le sue labbra s’inarcarono formando un leggero sorriso soddisfatto.
–Posso chiederti come hai fatto ad ottenere tutti questi fogli?- gli chiese Ron.
–Kingsley ha detto che quando ho bisogno di un piccolo aiuto in qualsiasi cosa, basta chiedere-.
–Ci credo, sei il Salvatore del Mondo Magico; chi non vorrebbe darti una mano?-.
I due risero alleggerendo quella situazione che si faceva complicata visto che dovevano leggere ed analizzare ogni singolo foglio. Jackson leggeva il più velocemente possibile il materiale e le parole poste sopra i vari fogli che gli passavano le mani e capì che erano documenti che narravano la storia di una singola persona.
–Alla fine abbiamo acquisito informazioni che già sapevamo!- esclamò Ron –Insomma, sembra tutto inutile: la madre si chiama Merope, il padre si chiama Tom, è appartenuto alla Casata di Serpeverde, suo nonno si chiama Marvolo, ha lavorato a Nocturn Alley in passato durante le vacanze estive, era uno studente modello e poi da quando ha lasciato Hogwarts non si hanno più informazioni-.
Harry stava guardando i suoi appunti ed i fogli che ormai occupavano la sua scrivania in legno di quercia. Jackson credeva che suo nonno fosse deluso, fosse stanco oppure che non fosse soddisfatto di quello che aveva fatto. Però, sentiva dentro di lui un pizzico di soddisfazione, un senso di felicità ma anche di frustrazione ed un allarme che poteva essere azionato da un momento all’altro dentro sé stesso.
–Ma perché è tutto scritto in Rune Antiche? Grazie al cielo che Hermione è un’esperta: probabilmente è perché queste informazioni sono estremamente top-secr…- non riuscì nemmeno a terminare il monologo che immediatamente venne interrotto da Harry.
–Invece ho trovato quello che stavo cercando Ron!- disse quest’ultimo.
–Davvero? E sarebbe?- chiese il rosso sorpreso dell’affermazione dell’amico.
–E’ vero, ormai l’infanzia di Tom Riddle, così come l’adolescenza, è nota a tutti, così come quello che è successo da dopo che perse il suo vero nome, acquisendo quello che tutto il Mondo Magico ormai conosce. Non noti nulla di strano?- gli chiese.
Ron ispezionò i fogli ed i protocolli che aveva davanti a sé, così come i fascicoli ed i vari documenti ma non sembrò riuscire a capire cosa Harry stesse intendendo realmente. –Allora- disse lui –Sappiamo tutto dalla nascita alla morte-.
–Sì, e dov’è nato?- gli chiese.
–All’orfanotrofio- rispose prontamente il vecchio Weasley.
–E dov’è morto?-.
–Ad Hogwarts-.
–D’accordo, ma dove l’hanno sepolto?-.
–Ecco- tentò di rispondere Ron, ma si bloccò di colpo senza riuscire a rispondere. Diede diversi sguardi a diversi fogli diverse volte, senza trovare alcun documento nella quale si emanava e dichiarava ufficialmente il luogo di sepoltura.
–M-ma, non è possibile- disse l’amico senza parole.
–E invece sì Ron!- disse Harry –Abbiamo tutte le informazioni, ma non sono inutili, perché non sappiamo, anzi, nessuno ha idea di dove Voldemort sia sepolto!-.




Angolo dell'autore: Non ci sono molti aspetti da sottolineare in questo capitolo a mio parere. Posso solo sperare che a chiunque abbia letto la storia fino a questo punto, sia piaciuta e la stia apprezzando perché avere dei lettori soddisfatti, per ogni scrittore, è la cosa più importante. Non voglio aggiungere altro perchè ho paura che possa spifferare tutto :)
Per favore, lasciate un commento alla storia; sono ben accetti anche i commenti negativi perchè mi fanno capire che magari sto sbagliando qualcosa e che sono ancora in tempo di correggermi :) A presto :)
   
 
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