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Autore: Inquisitor95    05/08/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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19.

Nel passato

 





Se ripenso a quel lungo viaggio mi viene da ridere visto quante cose erano andate storte e quante bene. Però credo di dirmi soddisfatta se vedo il quadro generale. All'epoca ero una ragazza comune, una maga che insisteva nell'apprendere più magie e incanti, Hematha mi stava insegnando gli incantesimi per curare i veleni e incanti per potenziare le armi, il primo della Magia Bianca mentre i secondi erano della Magia Gialla, serviva per dare un fuoco magico alla armi o per renderle di ghiaccio. Appresi subito quest'ultimi visto che ebbi la possibilità di infiammare o congelare le armi dei miei amici. In un primo momento imposi le mani e solo il mio bastone venne infiammato visto che era il più vicino a me. Facendo numerose prove però potei espandere le fiamme e il ghiaccio alle altre armi. Un effetto che non durava molto ma che faceva danni. Naturalmente tutti erano soddisfatti di quell'incredibile progresso e di quante magie avevo appreso, eravamo però ancora a metà del viaggio verso Astesia, due settimane addietro avevamo lasciato Maryshar insieme a Glaremy. Purtroppo non volevo esserle amica nonostante lei ci provasse.
Glaremy era perfetta, un corpo che invidiavo per le sue forme, un viso bellissimo e delicato, movimenti sensuali che se avessi imitato mi sarei rotta un'anca! Era bella e forte soprattutto e le attenzioni dei ragazzi sembravano sparse un po' tra me e un po' tra lei, Tarnyth era più un donnaiolo, Winsper era meno sfacciato e più serio, ancora non aveva ricordato nulla e spesso si soffermava a guardare la luna crescente con uno sguardo strano, assorto come nei ricordi. Forse non diceva tutto. Persino Raphael era chiaramente attratto dalla comandante e io ero pure gelosa, specie visto che Glaremy era solita piazzare la sua tenda dietro quella di Raphael quando ci fermavamo per la notte.
« Sai penso che Raphael siamo molto attratto da quella ragazza. Voglio dire... io stessa la trovo incredibilmente attraente! » disse Hematha una notte, eravamo fermi attorno al falò per la notte, il cielo era pulito come se fosse tornata l'estate e la luna era a metà del suo ciclo nascente, bianca come l'avorio.
« Hematha ti ci metti pure tu!? » Glaremy era praticamente a favore di qualunque cosa facessero i maghi così come l'Imperatore di Inakarrias era di larga veduta riguardo i maghi nell'esercito, erano ammessi e accetti, senza parlare del fatto che erano settimane che cercava un Grande Stregone per la corte.
« Sì vede da cento metri che non ti piace. Che ti sta antipatica ma non vorrei che fosse perché adesso condividi le attenzioni dei maschietti. Non hai nulla da invidiarle... »
« A parte un fisico da urlo, una bellezza incredibile e il fatto che sia una comandante! » in verità dell'ultima non mi interessava, ma si sa che ogni cosa fa brodo.
« Anche tu hai delle belle forme! » disse l'elfa difendendomi. « Solo che con tutti quei vestiti il tuo corpo non viene risaltato! » poteva anche essere vero; sia la tunica che la cappa non erano di certo progettate per essere attillate o per rendere giustizia al corpo, erano vesti da maga e dovevano solo essere comode. Per quanto riguardava la veste da notte la indossavo solo per dormire visto quant'era leggera.
Inoltre come potevo levare la cappa sapendo che sotto c'era il marchio di Lamia? Decisamente era da escludere la qualunque.
« Non credo tu mi abbia mai detto di come hai scoperto di essere lesbica... » cambiai argomento, ero davvero affascinata e soprattutto Hematha era una mia amica e mi interessava il suo passato. Lei sorrise e guardò altrove.
« Non c'è molto da dire in effetti... semplicemente non mi piacevano gli altri elfi. Sono cresciuta con il clan degli Elfi della luna come sai; i miei genitori non avevano cariche importanti e io ero un'elfa come tutte le altre. » cominciò ricordando qualcosa, lontana nel tempo di chissà quanti anni. « Spesso ho avuto... occasioni con le altre elfe, circa cento anni fa ho anche avuto una relazione con un'umana, ero in viaggio per comprendere la religione... ero felice! » i suoi grandi occhi verdi si tinsero di un bagliore che riconobbi come lacrime. « Quando lo dissi ai miei genitori dissero: “Onduli ma'aeri!” che tradotto significa “Segui il tuo cuore”. Penso di essere stata molto fortunata nella mia vita... qui a Inakarrias non ci sono molti problemi riguardo l'omosessualità, a parte la religione... »
« No è vero, ma resta il fatto che venite spesso visti con un occhio diverso. » aggiunsi alle parole. « Mi chiedo se siano tutti a pensarla così... voglio dire anche all'esterno di Inakarrias! »
Hematha non ci mise molto a rispondere. « So che nella regione di Melkasen verso ovest sono persino approvati i matrimoni. Questo mi fa molto pensare ai principi Eveblen e Leoniun... » e lo stesso facevo io.
« Già... » si volevano unire in matrimonio, essendo loro i nuovi sovrani potevano modificare la legge nella loro città e rendere il matrimonio valido, ma chi lo avrebbe consacrato? E la gente avrebbe accettato due fratelli sul trono come sposi? « La loro situazione è difficile visto il legame sanguigno! »
Vidi che il gruppo attorno a Glaremy si era sciolto, lei si era alzata e stava avanzando contro di me, pensai subito a cosa volesse e si fermò in piedi davanti a me. « Vorrei tanto parlarti Myrah. Non ne abbiamo avuto piena occasione... Hematha ti dispiace? » la stava cacciando via, l'elfa scosse il viso e mi diede un ultimo sguardo di incoraggiamento. Mi alzai e vidi i tre ragazzi con gli occhi fissi su di noi, solo Raphael però guardava più me che la comandante. Ci allontanammo di alcuni metri dall'accampamento fino a restare nelle ombre, a quel punto evocai la luce nel palmo della mia mano per illuminare.
« Di cosa volevi parlarmi Glarymy? » chiesi direttamente, forse un po' troppo fredda ma non potevo farci niente. Per quanto ci provassi, non potevo farmela piacere. E la nostra collaborazione sembrava spingersi ancora a lungo nel tempo.
« Conversare piacevolmente » mi guardò con i suoi begli occhi rossi e un sorriso. « In fondo non ne abbiamo avuto modo come ti ho detto. Mi è stato detto che sei degli Erranti... » ovviamente le cose sul mio passato venivano fuori.
« Sì. Ho lasciato il mio clan per cercare di essere presa sotto l'ala del Grande Stregone Endelisis di Maryshar; a quanto pare però il mio destino è stato un altro... » commentai con sarcasmo e lei si mise a ridere come se trovasse la cosa divertente.
« Hai fatto un grande passo e da sola. Io non ci sarei riuscita... ricordo che quando fui presa nell'esercito piangevo ogni notte perché mi mancavano i miei genitori. Ed eravamo tutti nella capitale imperiale comunque! » non volevo conoscerla, non volevo sapere quelle stupidaggini sul suo passato. Non volevo essere sua amica!
« Immagino che la vita nell'esercito sia stata difficile per una ragazza soprattutto... » non sapevi che altro dire per conversare.
Lei cambiò espressione, quasi trattenne un ghigno malizioso ma senza poterci riuscire. « Vedi... il segreto è di non cedere ai complimenti. Prendi i tuoi tre compagni... » ci voltammo entrambe verso il falò, si riferiva ai tre spasimanti, il fatto che Raphael fosse incluso mi faceva davvero male. « Sono dei bei ragazzi... ma hanno in mente una cosa sola: il sesso. Cosa che potrei dare volentieri a Raphael... il piccolo Paladino, chissà che grande spada nascondere tra le gambe! » non saprei descrivervi la mia reazione perché credo di aver avuto la mente annebbiata.
Ogni singola fibra del mio corpo mi chiedeva di prenderla a pugni, di prenderla a fuoco con la mia magia, soprattutto per ogni cosa che diceva non solo per la sua presenza. Sapendo che voleva andare a letto con Raphael... e sapendo che insinuazioni faceva su di lui, ero gelosa e non potei trattenermi.
« Come puoi pensare a quello!? » sbottai quasi urlando, cercando di restare lucida per contenere la mia ira. Lei parve stranita dalla mia reazione.
« Pensare al sesso è una cosa normale. E con Raphael ne farei volentieri tanto... hai visto che fisico? Non lo pensi anche tu? » disse lei, mi stava forse provocando? Stava cercando di farsi dare un pugno da me? Non ero una rissosa, ma stava superando ogni limite della mia pazienza.
« No, Raphael è mio amico e non mi piace che ne parli così! È un ragazzo speciale, una persona fantastica e con la testa sulle spalle, un uomo di valore! Un uomo dedito alla famiglia e... »
Mi interrompette impedendomi di continuare, soprattutto perché mi aveva mozzato il fiato. « Da come ne parli sembra che tu ne sia innamorata, Myrah... » lo aveva detto per scherzare, però la cosa mi aveva zittita e poteva fraintendere.
« Siamo solo amici... » a quel punto spensi la luce nella mano visto che non riuscivo più a stare concentrata sull'incantesimo. Quasi mi mordevo le mani per la rabbia che stava attraversando il mio corpo, era una questione di principio. E se Raphael avesse ceduto agli istinti e fosse andato a letto con lei... allora non era la persona che si era dimostrato fino a quel punto, non sarebbe stato sincero anche se la “colpa” sarebbe stata di lei.
Poi però la mente rifletté, i miei pensieri si misero a fuoco in pochi istanti dalla frase che avevo detto: stavamo parlando di Raphael, quel ragazzo dolce e sensibile che si rifiutava di dare del “tu” alle ragazze, quel ragazzo cresciuto con la migliore educazione e che rispettava le donne. Una cosa che però entrava in contraddizione se pensavo al fatto che mi aveva detto che aveva avuto delle avventure di una notte. Poi sorrisi... erano cose differenti, quelle erano prostitute, noi no. Eravamo donne di alto livello, ma nella mia mente ero curiosa di saperlo da lui.
« Non c'è bisogno di alterarsi, stavamo parlando da ragazza a ragazza no? » pensavo che avesse dei valori da comandante, in realtà era civettuola e stupida come molte ragazze.
« Giusto... » dissi a fatica.
« Parlando di altro... » cominciò un nuovo discorso, forse non aveva inteso che non volevo essere sua amica o confidente! « O meglio tornando all'argomento d'inizio; ti rispetto molto per la tua natura da maga. Con tutti i pregiudizi che ci sono... anche per la Magia Nera e i demoni! » aveva ritrovato la mia attenzione parlando di demoni e la Seconda Arte Arcana.
« Anche tu in disaccordo con chi usa la Magia Nera immagino? Sai che Tarnyth ne ha alcune conoscenze basilari? » forse gli stavo facendo cattiva pubblicità e me ne pentii subito.
« Ho uno zio che fa pratica di Magia Nera. Si trova nella regione Fran'heder; là le pratiche oscure sono studiate nelle Accademie della Magia. Sono piuttosto affascinata dalla Magia Nera in verità... forse sono di parte visto che mio zio ne fa uso. È il fratello di mio padre... » ecco che aveva acquistato punti. In fondo non avevo io stessa usato la Magia Nera? Ero anch'io diventata una minaccia nel momento in cui avevo evocato Lamia, ero diventata pericolosa e da eliminare. Un abominio visto che un demone risiedeva in me!
« Io mi sono sempre detta contraria... gli Erranti mi hanno insegnato che la Seconda Arte Arcana era proibita. Nessuno doveva contraddire. Ma non posso più dirlo o... » O sarei un'ipocrita falsa visto che io stessa ho evocato un demone! Riflettei ma non continuai la frase. Lei si voltò, probabilmente guardando Tarnyth in lontananza e la sentì sogghignare.
« Tarnyth ha conoscenze di Magia Nera...? La cosa si fa parecchio interessante! Mi piacerà stare con voi... adesso è meglio che vada, ti lasciò riposare! » stava parlando come se fossi una vecchia che doveva andare a letto. Non potei dormire per tutta la notte visto che non ero tranquilla.
Un'altra settimana passò molto in fretta, eravamo quasi arrivati anche se ancora c'era strada da fare, ciò che preoccupava tutti noi era sopratutto la mancanza di provviste, fortunatamente c'erano alcuni mercanti in giro attorno alla città e potemmo fare provviste per poter continuare ad andare avanti. Purtroppo però dovemmo fare un'importante fermata per via della notte: al tramonto eravamo arrivanti davanti le rovine di una città grandissima, costituita da rovine e case distrutte, vie piccole che si ricongiungevano tutte ad una via principale che separava in due la città, scavata nella terra e costruita interamente con quello che sembrava rame mischiato a un intruglio di argilla, l'intera città brillava di quel rosso sporco, eppure non c'era anima viva, potevo persino sentire un'eco lontano, desolato e mortifero. Le voci degli abitanti morti lì.
« Siamo arrivati in un grande cimitero? » chiese Glamery guardando disgustata la bellezza della città, poteva sembrare in cimitero ma era troppo elaborata come architettura. Persino da non sembra neanche umana...
« Porta rispetto! Siamo davanti le rovine dell'antica capitale degli elfi, Ash'Aegal » disse Hematha rispondendo alla domanda della comandante, tutti noi restammo in silenzio e mi voltai appena verso i due elfi. Entrambi con guardo chino e desolato.
« Rovine? Parliamo di un'antica capitale... al tempo dell'Era dell'Eclissi? » chiese Winsper, doveva essere così; anticamente era una città degli elfi, in seguito alla ribellione degli umani però era stata distrutta e spazzata via. L'intera città mostrava i segni della battaglia, ecco perché quella sensazione sgradevole e fredda. Non eravamo i benvenuti dagli spiriti!
Eccoci quindi ad attraversare quella lunghissima via, da essa potevamo ammirare la bellezza dell'architettura elfica, una città imponente con palazzi alti e spaventosi, statue ovunque realizzate con minerali a me sconosciuti, era strano trovarsi in quella città fantasma, soprattutto era spaventoso trovarsi sopra quel ponte, perfettamente integro e funzionale.
« È strano che la via principale non abbia ricevuto danni... sarebbe stato utile distruggere il ponte per impedire la fuga visto che la città è scavata nella terra... » disse Winsper dopo cena, la notte era totalmente calata e con mia meraviglia, la città si era illuminata: la luce lunare veniva riflessa tra i palazzi grazie alla natura dei loro materiali, c'era un alone di azzurro tutto intorno a noi che dava alla città un aspetto spettrale.
La frase di Winsper era stata poco delicata soprattutto vista la situazione e la presenza di due elfi. Quando se ne rese conto si alzò e si allontanò di pochi metri infiltrandosi in una via secondaria. Mi dissi che non era affar mio, nonostante tutto però mi alzai per potergli parlare. « Non sei stato molto delicato... » dissi quando arrivai a lui, era davanti un gigantesco tempio, probabilmente in onore di una divinità elfica.
« Lo so... ma credo di aver ricordato una parte essenziale della mia vita! » accidenti quello sì che era inaspettato. Tuttavia non sembrava essere un bel ricordo e quindi una buona cosa. « Credo che i miei fossero dei reali. Magari dei nobili... ricordo che degli elfi avevano attaccato la nostra casa, anzi, erano i nostri servitori... hanno ucciso i miei genitori! »
Sembrava molto sicuro di ciò che aveva detto, non potevo dirgli quanto mi dispiaceva, le mie parole non avrebbero giovato a lui. « Posso immaginare il tuo dolore, ma non tutti gli elfi sono uguali... Hematha e Tarnyth sono... » mi fermò.
« Vada per Hematha! Lei è davvero simpatica e adora il Creatore. Ma Tarnyth... lui non è una brava persona! Dovresti fare attenzione perché sai che ti vuole ed è subdolo! » aveva evitato il mio sguardo per tutto il tempo fino ad ora.
« Ti ricordi la tua famiglia? Magari la tua città? Che altro ti viene in mente pensando al passato? » erano domande a raffica che non potei trattenere, era importante che stesse recuperando la memoria o almeno una parte di essa.
« Ho dei bei ricordi... » guardò il cielo privo di nuvole, scuro e spettrale, la luna immensa nel cielo e vicini all'essere piena. « Mia madre... era bellissima! Mi cantava una ninna nanna nella culla... ricordo un giardino attorno a me. Una campagna grandissima e io che giocavo da solo... » fece una pausa e notai che stava sorridendo. « Eravamo nelle campagne della città Marpedy, vicino Maryshar... era bellissimo! » abbassò lo sguardo per guardare me. Chiaramente soffriva. « E poi è successo il disastro, avevo sedici anni però... dopo ricordo qualcosa di spaventoso. Niente nello specifico! » continuò. Erano davvero bei ricordi, ero felice che avesse recuperato parte della memoria.
« Se avessi bisogno di parlare sentiti libero di farlo con me. Non ti parlo da fidanzata... » misi quell'importante paletto vista la strana luce che si era messo su. « Ma come amica! Per ora! » quella puntualizzazione era errata, gli davo una speranza.
Winsper si voltò nuovamente verso il tempio e fu allora che sentii nuovamente quella voce: quella presenza che mi chiamava, che mi trascinava e invocava dall'interno del tempio, distintamente potevo sentire il mio nome.
« Non lo senti anche tu? Sono realmente solo io a sentire questa voce!? » chiesi forse ad alta voce, Winsper mi guardò stranito. Si voltò in giro ma non sentiva nulla. Non poteva. Solo io potevo sentirlo perché solo io ero la diretta interessata.
Mi spostai dal mio posto in piedi, salì le scale che portavano all'interno del tempio e illuminai la mia mano con l'incantesimo, forse bilanciato in mal modo visto che feci una luce accecante e brillante, illuminai tutto il tempio, era davvero spaventoso, inquietante anche per il fatto che sentivo presenze negative attorno a me, fortunatamente però Winsper era entrato con me. Mi mossi verso l'altare per trovare ancora una volta quella strana pietra ovale, piantata nel pavimento, brillava alla luce della mia mano e in particolare risaltavano le rune sulla sua superficie. Anche questa pietra aveva un incavo con quella pietra circolare, perfetta e brillante con una pietra sopra.
« Perché mi chiamano? Perché sono io a trovare queste pietre? » dissi al nulla, forse stavo interrogando la voce ma non ricevetti più risposta. Il silenziò dilagò, solo il leggero ronzio delle voci degli altri echeggiava fino a lì.
« Myrah... dovremmo andare via da qui! Non mi sento ben accolto... e non solo per ciò che ho detto riguardo gli elfi! » disse lui, nonostante la sua voce fosse venata di paura mi seguì fino ad arrivare alla pietra. « Un momento... ma non ne avevi già trovato un doppione? » chiese infine, certo. Lui era presente quando avevo trovato quella nell'obelisco. Mi aveva detto che gli piacevo quella sera; la prima era nella stessa foresta in cui era svenuto lui e il giorno seguente l'avevamo trovato...
« Potrei pensare che sia colpa tua visto che quando ne trovo una ci sei sempre tu di mezzo! » dissi con spontanea sincerità, questo lo incuriosì, dipingendogli soprattutto un bellissimo sorriso in pieno volto. « Che a proposito è la terza... »
Winsper si avvicinò piano alla pietra per poi sfiorarla, con lui venne via con facilità come sempre successo a me. La prese tra le mani ed ebbe un brivido, immagino per il contatto freddo. « E gli altri che ne hanno detto? » a questo non risposi.
« Che mi dicevi riguardo la tua famiglia? » dissi prendendo tra le mani la pietra, lui sbarrò gli occhi, incredulo visto che non poteva credere a ciò che stavo facendo.
« Stai nascondendo le pietre agli altri!? Ma ti rendi conto che potrebbero essere pericolose? Magari Magia Nera, forse contengono maledizioni... se si trovano in una città degli elfi forse sono proprio ideate da loro. Potrebbero contenere demoni e... » a quel punto fui io ad interromperlo per la stupidità della cosa. Adesso era realmente ossessionato dall'odio per gli elfi?
« Non credo ci siano demoni al loro interno! E se la cosa ti fa stare meglio lo dirò agli altri... » e che dire riguardo al fatto che le avevo nascoste? Avevo paura della vostra reazioni?
Più io nascondevo loro il demone, più sapevo che quando lo avrebbero scoperto sarebbe stato doloroso per tutti. Winsper sembrava felice della mia scelta, adesso il suo sorriso mi irritava parecchio così uscì dal tempio con la pietra in mano e avanzando velocemente per la via fino all'accampamento.
Il primo ad accorgersi della pietra fu Raphael che ascoltava passivamente la discussione di Glaremy visto che era girata d'altra parte. « Myrah che cosa avete tra le mani? »
Non volli rispondere, prima mi avvicinai al mio zaino e presi le altre due pietre, era tutte leggere nonostante il materiale fosse sicuramente pesante; potei tranquillamente tenerle tra le mani per mostrarle agli altri che adesso riponevano la loro attenzione di su me anziché sulla comandante.
« Che cosa sono? » chiese Morkor mostrandosi improvvisamente interessato alle tre pietre circolari. Era proprio quello che mi chiedevo anch'io e speravo in una risposta.
« Non lo so. So che le ho trovate io, che mi hanno chiamato e che solo io sentivo la voce. Non so perché sia toccato a me, so che sono familiari... null'altro! » risposi alla domanda. Tarnyth ed Hematha furono subito incuriositi e presero le pietre. Nel mentre che le esaminavano, Raphael si avvicinò a me.
« Perché le avete tenute nascoste? Potevano essere pericolose... non vi hanno insegnato che certi oggetti possono essere maledetti? » mi chiese dolcemente, mi aspettavo di essere sgridata e invece mi fissava con i suoi begli occhi verdi, caldi e allegri, aveva ragione, poteva essere pericoloso.
« Non sono pericolosi... o almeno credo. Avrei sentito se ci fossero stati demoni o spiriti intrappolati! » dissi facendo spallucce, mi concesse un sorriso. Ma avrei davvero sentito la presenza di demoni o altro? Forse no, Lamia non mi aveva aiutato sotto quel punto di vista.
Tornai con le mie attenzioni ai due elfi, sembravano riuscire a leggere quei simboli anche se a fatica. « Queste pietre sono davvero antiche... si tratta di elfico ancestrale, o per meglio dire elfico molto molto antico! » disse Hematha per prima.
A quel punto prese la parole Tarnyth. « Ti sbagli! » scuoteva il viso. « Questo è elfico sì... ma da alcuni ideogrammi sembrerebbe più un manufatto fatato, appartenente alle fate o ai fauni. » dette quelle parole ripresa il discorso Hematha.
« Non mi intendo di questo genere di materiale elfico, sembra far parte di un marchingegno forse... » azzardò lei.
« Come fai a dirlo? » sul dietro le pietre non avevano nulla, o almeno apparentemente. Riuscivano a leggere quei simboli?
Tarnyth ebbe l'occasione di mostrare tutto il suo sapere. « Ho letto parecchi libri antichi; questa è una chiave! » disse con semplicità tenendo attentamente una delle pietre circolari. « Ma non saprei dirti cosa possono aprire... » chiavi? Di cosa?
« Quindi sono innocue... buono a sapersi no? » chiese Glaremy, ovviamente lei non poteva capire visto che era estranea alla magia. Se erano innocue non potevamo dirlo con certezza. Non ancora.
« Se noi abbiamo tre chiavi quante c'è ne saranno? » chiese Raphael, ma la domanda più giusta fu quella che feci dopo.
« Se le chiavi non sono nella loro serratura, cosa staranno cercando di tenere chiuso? » tremai al solo pensiero di quale creatura si annidasse da qualche parte nel mondo.
Non ero più certa di voler tenere le chiavi.
  
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