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Autore: milly92    27/01/2009    5 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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My Sweet Sixteen

Salve, gente! Eccomi qui con un giorno di anticipo =D

In questo capitolo saranno un po’ più presenti le figure di Daniele e di Silvia, dopotutto il programma sta per finire e ci sono comunque delle piccole cose irrisolte con loro, specialmente con Daniele, con cui Debora dovrà fare i conti.

Poi mi scuso per la questione dell’Antonio che ha sostituto Andrea xD ma nella versione originale i personaggi hanno altri nomi e purtroppo a volte per un minimo di distrazione mi sfuggono e non li cambio. Prometto che cercherò di farò ancora più attenzione! ^^

Grazie mille a:

freeze: Una strana piega, dici? Eh si, dopotutto non mi sembra che questa storia abbia mai avuto una piega “normale” ^^Ma con la finale, nel cap 41, le cose saranno più chiare, promesso! 

Giulls: Hi, my dear! =D Riguardo la finale, certo che faranno pace… Più o meno… Ihihi, scherzo, anche se comunque quel giorno una certa persona non amata da Deb farà intrusione nel backstage, sconvolgendo un bel po’ le cose che saranno già sconvolte di per sé! Purtroppo la tristezza è d’ordine in questi cap, dato che l’addio è vicino, sigh… Bacioni!

giunigiu95: Eheheh, non sai quanto invidio Deb per la dolcezza di Andrea! Se si potesse comprare un ragazzo così… ;-P

Angel Texas Ranger: Ma certo, dopo la fine del programma continueremo a sapere cosa fanno gli altri, anche perché Deb li incontrerà in una particolare occasione e poi inizieranno a rivedersi frequentemente, anche se questo succederà tra un bel po’ di cap! ^^

95_angy_95: Andrea cerca semplicemente di non illudere Deb, perché illudendola si illuderebbe a sua volta ^^ E cos’ha Niko, beh, lo scopriremo nel prossimo cap, dai, bisogna pazientare solo un altro po’! =)

_New_Moon_: Sei perdonata, tranquilla! Grazie mille! Ecco un altro cap, spero placherà almeno in minima parte la tua sete di informazioni! ^^

vero15star: Eheheh, che bello vederti entusiasta dopo tanto patire appresso a quei due!=D Spero che anche questo cap sia di tuo gradimento!

A sabato,

la vostra milly92.

Capitolo 38

My Sweet Sixteen

L’indomani quando aprii gli occhi mi ritrovai stesa sul letto di Andrea, con alcuni petali di rosa sparsi vicino a me.

Ho sedici anni…

Mi alzai, constatando di essere da sola con una piccola nota di tristezza, ma ebbi appena il tempo di strofinarmi gli occhi che mi ritrovai Dante in camera, che mi guardava quasi spaventato.

“Cosa ci fai tu qui?” mi chiese allarmato.

Sobbalzai quasi a causa del tono della sua voce. “Ehi, tranquillo, Dante! Stanotte Andrea…”.

“Lo so, lo so cosa ha fatto, era per domandare” rispose burbero, prendendo gli occhiali da vista in un cassetto ed uscendo.

Rimasi senza parole da quel comportamento, così mi decisi ad uscire e andare nella mia stanza per prepararmi. Il solo pensiero di aver dormito con Andrea mi rendeva felice, ma mi sarebbe piaciuto trovarlo al mio fianco al risveglio, come era successo con Niko.

Niko… Cosa gli succedeva? Perché mi offendeva a ripetizione?

La mia stanza era vuota, non c’era nessuna traccia di Lara e Samanta, così iniziai a prepararmi velocemente, ripensando a quanto avrei voluto poter parlare con una delle mie migliori amiche, per sfogarmi, dirle quanto ero felice per Andrea ma allo stesso tempo triste…

“Ciao mondo, ora che ho sedici anni vedi di giocarmi qualche buon tiro” dissi davanti allo specchio, dopo che ebbi indossato una gonna di jeans, un top lilla e degli stivali estivi bianchi.

“Sono pazza, si, come posso azzardarmi a chiedere questo? Sono passata ai provini, sono entrata qui, ho conosciuto Andrea… E’ già troppo! Scusami, mondo. Sono un’egoista” aggiunsi, sentendomi decisamente stupida.

Diedi un’occhiata al programma del giorno poggiato sulla scrivania, e lessi che era una giornata iper piena: i Gold Boyz avevano l’incontro con l’autore dell’inedito alle dieci e un’intervista a mezzogiorno, poi c’erano le prove in studio dalle tre alle sei e, infine, momento importantissimo, l’incisione dell’inedito dalle sei e mezzo alle otto e mezzo.

In poche parole avevo la mattinata libera, visto che non ero richiesta né all’incontro né all’intervista.

“Buongiorno” dissi una volta entrata in cucina,  trovandovi solo Daniele.

“’Giorno” rispose lui senza alzare lo sguardo dalla sua ciotola di latte.

“Scusa, mica sai dove…”.

“Andrea è già uscito con il resto del gruppo” mi rispose subito, interrompendomi.

“In realtà ti stavo chiedendo dove fossero tutti gli altri” ribattei seccata.

“Ah, in giro per le varie interviste e prove, siamo rimasti solo noi e Dario in casa. E Andrea ti ha lasciato un messaggio, prima. Buon compleanno” aggiunse freddamente prima di posare la ciotola nel lavandino ed uscire.

“Grazie, eh!” sbottai, prendendo la lettera sul tavolo e sedendomi per leggere.

“Buongiorno, amore. Purtroppo oggi è una giornataccia, piena di impegni e mi sa che ci vedremo direttamente a pranzo. Non ho avuto il coraggio di svegliarti, dopotutto è il tuo compleanno e non mi andava di darti un precoce risveglio… Ancora auguri, amore, e scusami ancora se non me lo sono ricordato, o peggio, non sapevo che fosse il primo giugno. Spero di sapermi far perdonare… Ti voglio davvero bene, a dopo. Andrea.”

Lessi tutto d’un fiato, prima che una sola cosa mi riempisse il cervello…

“Daniele, come ti sei permesso di leggere la lettera?” urlai, irrompendo nella sua stanza e sventolando il foglio, mentre stava leggendo un libro.

“Eh?” disse, con una grande faccia da strafottente.

“Tu-hai-letto-questo-biglietto” conclusi.

“Ma tu sei pazza” disse, alzandosi dalla sedia su cui era seduto e avvicinandosi. “Non m’importa degli affari vostri…”.

“E allora come hai fatto a sapere che era il mio compleanno? Solo qui c’è scritto…” precisai, sentendo, tuttavia, di star sbagliando qualcosa.

“Forse perché prima di venire qui mi sono informato sulla tua intera biografia! Ho chiesto informazioni in lungo e in largo per sapere che sei nata il primo Giugno 1992 a Caserta, che hai un fratello di dodici anni e innumerevoli cugini! Ho scoperto che abiti a via G. Garibaldi al numero 125,  che adori le lingue e il tuo più grande complesso è quello di essere grassa, che adori Avril Lavigne e Britney Spears oltre alla saga di Harry Potter e quella di Twilight e che il tuo più grande sogno è quello di diventare una scrittrice….” disse, prendendo la lettera e leggendo. “Cose che a quanto vedo non importano al tuo amato, che non lo sapeva nemmeno! Io sto facendo il conto alla rovescia da un mese!” esclamò, lanciandomi un’occhiata che non dimenticherò mai più in tutta la mia vita. 

Dire che mi sentivo umiliata è un eufemismo,  senza rendermene conto gli stavo facendo passare tutto ciò che io avevo passato prima per Niko e poi per Andrea. Non me ne ero proprio importata di lui, che si era buttato in quest’esperienza per me, per conoscermi meglio…

“Daniele, scusami, io…” biascicai, ma lui si parò una mano davanti.

“Taci, non voglio la tua pietà, sono io che ho sbagliato a seguirti fino a qui e ad illudermi di poterti piacere… Ma non si fa come stai facendo tu! Non dico che mi devi ricambiare obbligatoriamente, ma, che cavolo!, almeno un pò di rispetto, non riesci a stare senza accusarmi in continuazione per qualcosa che esiste solo nella tua testa! Ricorda che tutta questa gente non la vedrai più fra qualche giorno, mentre io e te ci dovremmo vedere tutti i giorni per almeno un altro anno…”.

Aveva ragione. Fin troppa. “Lo so, ma… Insomma,anche tu hai fatto la tua parte! Mi hai insultata, offesa…”.

“Si, ma abbiamo fatto pace secoli fa…!”.

Mi zittii, senza sapere cosa dire. Mi aveva decisamente messa K.O.

“Va bene, va bene, ora che mi hai fatto la partaccia posso andarmene?” chiesi, fingendomi scocciata quando in realtà mi sentivo un grande peso sullo stomaco.

“Nessuno ti ha chiamata… E per tua informazione non ho più voglia di uscire con la tua amica” mi rispose con indifferenza, voltandomi le spalle e ritornando ad immergersi nel suo libro.

Uscii dalla stanza umiliata e con un grande senso di colpa, decidendo una cosa: una volta ritornati a scuola, per quei pochi giorni che ci rimanevano fino alla fine dell’anno scolastico, sarei stata più gentile e garbata. Ma ciò non serviva a ripagare tutto ciò che avevo fatto, e nemmeno a farlo uscire con Cristina.

Sai quante ragazze gli faranno la corte?!

Me ne andai in giardino, lasciando che un venticello estivo mi scompigliasse i capelli con leggerezza prima di trovarmi davanti Silvia, con tanto di occhiali da sole giganti, tailleur beige e tacchi vertiginosi.

“Cercavo proprio te, Deborina!” esclamò raggiungendomi. “Mi sono informata e ho scoperto che oggi compi sedici anni! Auguri!”.

“Grazie, Silvietta” risposi sorpresa mentre mi dava due baci sulle guance e si fermava a scrutarmi.

“Devo dire che hai fatto un salto di stile esagerato! Stai benissimo!” dichiarò indicando gli stivali. “Comunque, visto che non avevo nulla da fare dopo che Lara e Massimo avevano da fare con le varie interviste, sono venuta a darti il mio personale regalo di compleanno!”.

“Oh, ma non dovevi…” iniziai, imbarazzata, mentre mi porgeva un pacchetto.

“Ma che, scherzi? Dovevo! E poi dopo, se vorrai seguirmi, c’è anche la seconda parte del regalo da parte di tutta la produzione, compresi Ivan, Maria e Luke…” disse disinvolta, togliendosi una ciocca bionda da sopra le spalle.

Feci un cenno ancora più imbarazzato, mentre scartavo il pacco, scoprendo degli occhiali da sole Chanel.

“Oh, ma sono… Meravigliosi! Non ho parole….” mormorai flebilmente.

Silvia sorrise, prima di dire: “Allora indossali e vieni con me, ho il permesso della direzione, su…” e un minuto dopo mi trovai a bordo di una limousine al posto della solita BMW, con tanto di occhiali da sole.

“Silvia, ma cosa hai combinato? E’ troppo, mi sembra di stare in un film…” dissi incredula mentre lei mi porgeva dei pasticcini e un bicchiere di coca cola che erano come comparsi dal nulla con tanto di piatti e bicchieri.

“E il bello deve ancora venire…”.

Aveva perfettamente ragione. Venti minuti dopo eravamo in un centro di bellezza, dove provai dei particolari massaggi, feci la sauna, il bagno idromassaggio…

“Vedi, io vengo in questo tipo di centro quando sono sotto stress, è un vero toccasana” mi spiegò Silvia mentre eravamo in una gigantesca piscina idromassaggio.

“Fai bene, tu che puoi…” risposi sentendo un po’ di invidia. Con la mia vita scolastica a stento riuscivo a trovare un’oretta al giorno per doccia e shampoo!

“Ma che, credimi, io darei tutto per poter essere un’adolescente come te, per poter andare spensieratamente alle feste, divertirmi, cambiare ragazzo come se niente fosse…” rivelò con aria nostalgica.

Feci un sospiro, pensando che anche se io ero un’adolescente facevo ben poche cose di quelle da lei citate. “Peccato che io sia un’adolescente e non faccio nemmeno il 50% di queste cose! Io non mi ritengo un’adolescente a volte, mi sento solo una vecchia che va ancora a scuola… vado ad una festa ogni tanto, mi diverto solo un pò il sabato sera e… Riguardo ai ragazzi…” arrossii di botto, mentre l’immagine di Andrea prendeva il sopravvento nella mia mente e pregavo Santa Debora di non dare a Silvia il potere di poter leggere nella mente.

“I ragazzi?! Dai, continua…” mi incitò, curiosa.

“No, niente, mi sono lasciata con il mio ragazzo a novembre e da allora sono single, insomma, con la mia vita non è che trovo il tempo da perdere dietro a loro…” risposi, il che era vero, ma senza contare la vita lì a Music’s Planet.

Silvia mi squadrò prima di fare uno strano verso e spingermi lievemente. “Debora! Ma che cavolo, dico io, hai sedici anni! Pensa anche a divertirti, mica devi farti la storia seria? Io mi sentivo come te dopo aver divorziato, ma ora nessuno può togliermi qualche appuntamento… con qualche fan…” mi rimproverò, il che mi fece sentire davvero uno schifo: essere riprovati su questo argomento da una quasi quarantenne divorziata non è il massimo.

“Hai ragione, Silvia! Quando ritornerò a casa farò una strage…” ironizzai per sdrammatizzare.

“Brava! Tanto sarai anche popolare dopo questo programma, no?”.

Dopo il massaggio mi portò in un negozio d’alta moda, dove prendemmo vari vestiti, e poi dal suo parrucchiere, che mi cambiò il taglio di capelli, mi fece qualche meches color mogano e me li lisciò. L’estetista mi truccò e mi fece la manicure… Inutile dire che quella sera, verso le sette, quando mi guardai allo specchio esitai a riconoscermi, con il trucco perfetto, i capelli perfettamente mechati e piastrati e con indosso un abito bordeaux con tanto di scarpe abbinate.

“Questa sono io?” chiesi incredula, sorridendo.

“Si, sei tu. Aspetta, manca una cosa…” disse Silvia, sfilandosi il suo collier d’argento con tanti diamanti e mettendolo al mio collo.

“Silvia! No, ma… è tuo…” protestai.

“No, in realtà quegli occhiali da sole li ho comprati con i soldi della produzione, quindi questo è il mio vero regalo” spiegò. “Oggi ti ho conosciuta per quello che sei per davvero, e non sai quanto mi sento dispiaciuta per come mi sono comportata prima…” dichiarò, con gli occhi lucidi, lasciandomi visibilmente sorpresa ed ammaliata.

“Oh, grazie Silvia! Davvero, mi hai regalato un compleanno fantastico, e non mi riferisco solo al fatto che ora posso remotamente assomigliare ad una VIP! Sei davvero una bella persona” conclusi abbracciandola, mentre bussavano alla porta.

“Signora Fortuna, l’autista è arrivato!”.

Ci separammo, ma continuai a vedere quella strana espressione contenta sul volto di Silvia mentre entravamo nella limousine ed io lasciavo vagare i miei pensieri verso Andrea…

“Merda!” urlai quasi mentre la vettura sfrecciava per città.

“Cosa è successo?” chiese Silvia preoccupata.

“Oggi il mio gruppo aveva la registrazione dell’inedito! Me lo sono perso!” esclamai, sentendo un vuoto allo stomaco.

“No, tranquilla, la registrazione dei brani è saltata, ci sarà domani! Mi ha chiamato prima Luke, perciò mi sono trattenuta così tanto!” spiegò, mentre mi lasciavo  sfuggire un sospiro di sollievo. “Ed è per questo che cenerai con me… Spero non ti dispiaccia” aggiunse, mentre la limo si fermava davanti ad un locale di sicuro di lusso, “Cenerentola’s club”.

“Oh, ma figurati” risposi, mentre in realtà stavo ancora pensando ad Andrea… Non ci eravamo proprio visti, avevamo perso altre 24 ore da trascorrere insieme…

Basta, Deb! Devi piantarla! Non devi dipendere da lui…

La cosa mi risultò molto difficile non appena mi trovai all’entrata del locale, dove vedevo solo ricconi vestiti elegantemente. Vidi il mio riflesso nel vetro d’entrata e sorrisi mio malgrado, quanto avrei voluto che Andrea mi vedesse!

“Ricorda che questa sera ogni tuo desiderio è un ordine…”sghignazzò Silvia, come leggendo nei miei pensieri e mi condusse in una sala, una sala decisamente buia per i miei gusti.

No. Non può essere! Non è come in quei film americani, ora non si accenderanno le luci e nessuno urlerà “Sorpresa!”….  Pensai, accecata dal buio.

Ma mi sbagliavo.

Tre secondi dopo le luci si accesero e da dietro i tavoli spuntarono tutti i ragazzi, i giudici e Ivan  Argenti.

“Sorpresaaaaaa!” urlarono tutti in coro, raggiungendomi e facendomi rimanere di stucco. Nessuno mi aveva mai fatto una festa a sorpresa, di solito mi limitavo ad andare in pizzeria con le mie amiche!

“Oh, ma… E’ fantastico! Sono senza parole…” dissi, mentre Maria mi augurava buon compleanno.

“Auguri, Deb!” disse Ivan, baciandomi le guance. “Piaciuto il regalo della produzione?”.

“Si, grazie…”.

“Ha funzionato, sei stupenda! Ma l’idea della festa è stata di Andrea…” mi sussurrò prima di allontanarsi con un sorriso, lasciandomi ancora più stupita.

“Auguri, Debora!”.

Era Niko, che fece un sorriso sforzato, stringendomi la mano prima di allontanarsi rapidamente. “Ehi, la mia nipotina cresce sempre di più…” disse la voce di Max, distraendomi dai miei pensieri.

“Zio!”.

“Auguri, piccolina…” disse abbracciandomi.

“Happy Birthday to you, happy birthday to you…”.

I Gold Boyz mi avevano raggiunta, e mi strinsero in un abbraccio collettivo. “Alla faccia, stasera qualcuno vuole far venire un infarto al signor Andrew?” chiese Francesco squadrandomi per bene e facendomi l’occhiolino.

“Sei bellissima, Deb! Si vede che sei invecchiata!” sghignazzò Giuseppe abbracciandomi.

“Scusami per stamattina, ma sai, dovevo essere acido, non dovevi sospettare nulla,faceva parte del piano…” si scusò Dante cordiale.

“Oh, ma figurati, Mr. Acidità…! E di chi sarebbe questo piano?”  chiesi, fingendo di non sapere nulla.

“Noi non sappiamo nulla…” disse Giuseppe, continuando a sghignazzare, prima di lasciarci soli. Andrea, che indossava dei jeans neri con una camicia bianca e una giacca nera sorrise abbracciandomi.

“Grazie, è… fantastico! Ma mi dispiace che non ci siamo proprio visti oggi…” sussurrai, cercando di non commuovermi.

“Faceva parte del piano portarti lontano dal loft… Comunque sei fantastica, stai benissimo, mi sento quasi inadeguato al tuo fianco…”.

“Ma taci, non dire sciocchezze” lo zittii, mentre la musica partiva e alcuni camerieri aprivano il buffet.

Con un nodo alla gola notai che Daniele stava parlando con Lara: non mi si era proprio avvicinato, e di conseguenza mi venne in mente la discussione di quella mattina.

 “Allora, prima che la festa inizi sul serio vorrei che Debora ricevesse l’ultimo regalo di compleanno… Da parte dei Gold Boyz, che hanno terminato di prepararlo solo due ore fa dopo una giornata di lavoro!”.

Mi distrassi dai miei pensieri, e ringraziai Dio quando le luci divennero soffuse. I ragazzi mi si avvicinarmi mentre mi guardavo intorno curiosa, cercando di distrarmi.

“Cos’è?” chiesi.

“Lo scoprirai…” mormorò Andrea. Non successe nulla, anzi, partì solo la base di una canzone.

E, prima che me ne rendessi conto, la voce di Andrea invase la stanza.

It's a little bit funny, this feeling inside
I'm not one of those, who can easily hide
I don't have much money, but boy if I did
I'd buy a big house where we both could live.

È un po’ divertente
questa sensazione che ho dentro
Non sono uno di quelli
che riescono a nasconderlo facilmente
Non ho molto denaro,
ma, dannazione, se l’avessi
comprerei una grande casa
dove potremmo vivere entrambi.

Sbarrai gli occhi,riconoscendo la canzone “Your song”di Elton John, ma decisi di non dire nulla per continuare ad ascoltare. Il ritmo era dolce e lento, quasi magico. Poi fu la voce di Giuseppe unita a quella di Francesco ad invadere la stanza.

If I was a sculptor, but then again no,
Or a man who makes potions in a travelling show
I know it's not much, but it's the best I can do
My gift is my song and this one's for you.

Se fossi uno scultore, ma anche se non lo fossi
o uno che prepara pozioni
in uno show itinerante
So che non è molto,
ma è il meglio che posso fare
Il mio regalo per te è la mia canzone
e questa è per te

Le lacrime scendevano prepotenti, rovinandomi il trucco, ma per la commozione.


And you can tell everybody, this is your song
It may be quite simple but now that it's done,
I hope you don't mind, I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is while you're in the world.

E puoi dire a tutti,
che questa è la tua canzone
Forse è molto semplice
ma ormai è fatta.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.

Cantarono in coro il ritornello, prima che li abbracciassi per la gratitudine . Una canzone riarrangiata da loro come regalo… Wow.

La canzone proseguì , e quando terminò mi sentivo decisamente catapultata in un vortice di emozioni indescrivibili.

“E questa era “Your song”, la canzone che questo mitico gruppo dedica a Debora e che sarà presente in un loro eventuale cd!” terminò Ivan. “Deb, vuoi dire qualcosa a queste persone che ti hanno raggiunta fin qui per festeggiarti?” chiese infine, porgendomi il microfono, che presi in mano senza esitare. Un discorso, un minimo ringraziamento ci voleva.

“Beh, cosa dire… All’inizio per me era tutto un gioco, compiere sedici anni, ma ora… Ora mi rendo conto che qualcosa è diverso, è cambiato, o forse sono semplicemente io ad essere cresciuta. Prima di venire in questo programma ero un’altra persona, più timida, che aveva vissuto i suoi quindici anni di vita per metà, ma ora… Ora ho l’impressione di aver iniziato a vivere, con le gioie e  dolori che ciò comporta. Ho fatto alcuni sbagli, come quello di giudicare qualcuno precocemente o credere di avere ragione quando non ce l’avevo, a volte ho sfogato la mia rabbia su qualcuno che non se lo meritava, a volte mi credevo addirittura una super donna … Perciò vi prego di scusarmi, ho imparato al lezione. E poi… Grazie a tutti voi, che mi avete regalato un compleanno fantastico!” terminai, senza sapere cosa aggiungere e gli applausi invadevano la sala.

“Bene, grazie Debora! Ed ora… Che le danze abbiano inizio!” terminò Ivan, posando il microfono e raggiungendoci.

“Oh, ragazzi, grazie!” esclamai, abbracciando di nuovo i ragazzi e lanciandomi nelle danze.

“Davvero ti è piaciuta?” chiese Andrea sollevato, mentre allungava il braccio per invitarmi a ballare.

“Ma certo…” risposi, e, approfittando delle luci psichedeliche, lo baciai. “Solo che dopo me la devi cantare di nuovo…”.

“Certo…”.

Ballammo, finchè non notai Daniele seduto su una sedia tutto solo. “Andrea, puoi scusarmi? Ho una missione da amica da compiere…”.

“Si, vai, nel frattempo io vado in bagno”.

Mi avvicinai al ragazzo, che mi squadrò dal capo ai piedi. “So che non servirà a nulla, ma voglio rinnovare le mie scuse”.

“Ok” si limitò a dire.

Sorrisi. “Meno male! Ti va di ballare con me?” chiesi poi, continuando a sorridere.

“Ti piacerebbe. Non allevierò i tuoi sensi di colpa, mi dispiace” disse in tono freddo Daniele, lasciandomi scioccata, sorpassandomi e andando chissà dove.

Aveva detto bene, i miei sensi di colpa non si erano affatto alleviati. Triplicati, semmai.

 

Qualche Anticipazione:

 

“… E che dovrai dire addio a tutti… Specialmente ad Andrea…” terminò lui per me, facendomi voltare di scatto a guardarlo.

_____

La cosa non valeva solo per lui, il fenomeno “valigie” aveva invaso tutta la casa, per il corridoio non si vedeva altro che persone che si chiamavano, si restituivano qualcosa, se ne regalavano un’altra come ricordo…

_____

“Non far finta di non capire” iniziai, gettandoglielo letteralmente in faccia. “E’ di Rossella, vero? Io… io credevo che per te non fosse importante!” urlai.

_____

 “Ora però fai finta di non sapere nulla e goditi le ultime ore con quel tipo” mormorò, accendendo le torce, e per un istante mi parve di vedere il suo volto rigato da una lacrima.

  
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