Salve,
gente! Eccomi qui con un giorno di anticipo =D
In
questo capitolo saranno un po’ più presenti le figure di Daniele e di Silvia,
dopotutto il programma sta per finire e ci sono comunque delle piccole cose
irrisolte con loro, specialmente con Daniele, con cui Debora dovrà fare i
conti.
Poi
mi scuso per la questione dell’Antonio che ha sostituto Andrea xD ma nella
versione originale i personaggi hanno altri nomi e purtroppo a volte per un
minimo di distrazione mi sfuggono e non li cambio. Prometto che cercherò di
farò ancora più attenzione! ^^
Grazie
mille a:
freeze:
Una strana piega, dici? Eh si, dopotutto non mi sembra che questa storia abbia
mai avuto una piega “normale” ^^Ma con la finale, nel cap 41, le cose saranno
più chiare, promesso!
Giulls:
Hi, my dear! =D Riguardo la finale, certo che faranno pace… Più o meno… Ihihi,
scherzo, anche se comunque quel giorno una certa persona non amata da Deb farà
intrusione nel backstage, sconvolgendo un bel po’ le cose che saranno già
sconvolte di per sé! Purtroppo la tristezza è d’ordine in questi cap, dato che
l’addio è vicino, sigh… Bacioni!
giunigiu95:
Eheheh, non sai quanto invidio Deb per la dolcezza di Andrea! Se si potesse
comprare un ragazzo così… ;-P
Angel
Texas Ranger: Ma certo, dopo la fine del programma continueremo a sapere cosa
fanno gli altri, anche perché Deb li incontrerà in una particolare occasione e
poi inizieranno a rivedersi frequentemente, anche se questo succederà tra un
bel po’ di cap! ^^
95_angy_95:
Andrea cerca semplicemente di non illudere Deb, perché illudendola si illuderebbe
a sua volta ^^ E cos’ha Niko, beh, lo scopriremo nel prossimo cap, dai, bisogna
pazientare solo un altro po’! =)
_New_Moon_:
Sei perdonata, tranquilla! Grazie mille! Ecco un altro cap, spero placherà
almeno in minima parte la tua sete di informazioni! ^^
vero15star:
Eheheh, che bello vederti entusiasta dopo tanto patire appresso a quei due!=D
Spero che anche questo cap sia di tuo gradimento!
A
sabato,
la
vostra milly92.
Capitolo 38
My Sweet Sixteen
L’indomani
quando aprii gli occhi mi ritrovai stesa sul letto di Andrea, con alcuni petali
di rosa sparsi vicino a me.
Ho sedici anni…
Mi
alzai, constatando di essere da sola con una piccola nota di tristezza, ma ebbi
appena il tempo di strofinarmi gli occhi che mi ritrovai Dante in camera, che
mi guardava quasi spaventato.
“Cosa
ci fai tu qui?” mi chiese allarmato.
Sobbalzai
quasi a causa del tono della sua voce. “Ehi, tranquillo, Dante! Stanotte Andrea…”.
“Lo
so, lo so cosa ha fatto, era per domandare” rispose burbero, prendendo gli
occhiali da vista in un cassetto ed uscendo.
Rimasi
senza parole da quel comportamento, così mi decisi ad uscire e andare nella mia
stanza per prepararmi. Il solo pensiero di aver dormito con Andrea mi rendeva
felice, ma mi sarebbe piaciuto trovarlo al mio fianco al risveglio, come era
successo con Niko.
Niko…
Cosa gli succedeva? Perché mi offendeva a ripetizione?
La
mia stanza era vuota, non c’era nessuna traccia di Lara e Samanta, così iniziai
a prepararmi velocemente, ripensando a quanto avrei voluto poter parlare con una
delle mie migliori amiche, per sfogarmi, dirle quanto ero felice per Andrea ma
allo stesso tempo triste…
“Ciao
mondo, ora che ho sedici anni vedi di giocarmi qualche buon tiro” dissi davanti
allo specchio, dopo che ebbi indossato una gonna di jeans, un top lilla e degli
stivali estivi bianchi.
“Sono
pazza, si, come posso azzardarmi a chiedere questo? Sono passata ai provini,
sono entrata qui, ho conosciuto Andrea… E’ già troppo! Scusami, mondo. Sono
un’egoista” aggiunsi, sentendomi decisamente stupida.
Diedi
un’occhiata al programma del giorno poggiato sulla scrivania, e lessi che era
una giornata iper piena: i Gold Boyz avevano l’incontro con l’autore
dell’inedito alle dieci e un’intervista a mezzogiorno, poi c’erano le prove in
studio dalle tre alle sei e, infine, momento importantissimo, l’incisione
dell’inedito dalle sei e mezzo alle otto e mezzo.
In
poche parole avevo la mattinata libera, visto che non ero richiesta né
all’incontro né all’intervista.
“Buongiorno”
dissi una volta entrata in cucina,
trovandovi solo Daniele.
“’Giorno”
rispose lui senza alzare lo sguardo dalla sua ciotola di latte.
“Scusa,
mica sai dove…”.
“Andrea
è già uscito con il resto del gruppo” mi rispose subito, interrompendomi.
“In
realtà ti stavo chiedendo dove fossero tutti gli altri” ribattei seccata.
“Ah,
in giro per le varie interviste e prove, siamo rimasti solo noi e Dario in
casa. E Andrea ti ha lasciato un messaggio, prima. Buon compleanno” aggiunse
freddamente prima di posare la ciotola nel lavandino ed uscire.
“Grazie,
eh!” sbottai, prendendo la lettera sul tavolo e sedendomi per leggere.
“Buongiorno, amore. Purtroppo oggi è una
giornataccia, piena di impegni e mi sa che ci vedremo direttamente a pranzo.
Non ho avuto il coraggio di svegliarti, dopotutto è il tuo compleanno e non mi
andava di darti un precoce risveglio… Ancora auguri, amore, e scusami ancora se
non me lo sono ricordato, o peggio, non sapevo che fosse il primo giugno. Spero
di sapermi far perdonare… Ti voglio davvero bene, a dopo. Andrea.”
Lessi
tutto d’un fiato, prima che una sola cosa mi riempisse il cervello…
“Daniele,
come ti sei permesso di leggere la lettera?” urlai, irrompendo nella sua stanza
e sventolando il foglio, mentre stava leggendo un libro.
“Eh?”
disse, con una grande faccia da strafottente.
“Tu-hai-letto-questo-biglietto”
conclusi.
“Ma
tu sei pazza” disse, alzandosi dalla sedia su cui era seduto e avvicinandosi.
“Non m’importa degli affari vostri…”.
“E
allora come hai fatto a sapere che era il mio compleanno? Solo qui c’è
scritto…” precisai, sentendo, tuttavia, di star sbagliando qualcosa.
“Forse
perché prima di venire qui mi sono informato sulla tua intera biografia! Ho
chiesto informazioni in lungo e in largo per sapere che sei nata il primo
Giugno 1992 a Caserta, che hai un fratello di dodici anni e innumerevoli
cugini! Ho scoperto che abiti a via G. Garibaldi al numero 125, che adori le lingue e il tuo più grande
complesso è quello di essere grassa, che adori Avril Lavigne e Britney Spears
oltre alla saga di Harry Potter e quella di Twilight e che il tuo più grande
sogno è quello di diventare una scrittrice….” disse, prendendo la lettera e
leggendo. “Cose che a quanto vedo non importano al tuo amato, che non lo sapeva
nemmeno! Io sto facendo il conto alla rovescia da un mese!” esclamò,
lanciandomi un’occhiata che non dimenticherò mai più in tutta la mia vita.
Dire
che mi sentivo umiliata è un eufemismo,
senza rendermene conto gli stavo facendo passare tutto ciò che io avevo
passato prima per Niko e poi per Andrea. Non me ne ero proprio importata di
lui, che si era buttato in quest’esperienza per me, per conoscermi meglio…
“Daniele,
scusami, io…” biascicai, ma lui si parò una mano davanti.
“Taci,
non voglio la tua pietà, sono io che ho sbagliato a seguirti fino a qui e ad
illudermi di poterti piacere… Ma non si fa come stai facendo tu! Non dico che
mi devi ricambiare obbligatoriamente, ma, che cavolo!, almeno un pò di
rispetto, non riesci a stare senza accusarmi in continuazione per qualcosa che
esiste solo nella tua testa! Ricorda che tutta questa gente non la vedrai più
fra qualche giorno, mentre io e te ci dovremmo vedere tutti i giorni per almeno
un altro anno…”.
Aveva
ragione. Fin troppa. “Lo so, ma… Insomma,anche tu hai fatto la tua parte! Mi
hai insultata, offesa…”.
“Si,
ma abbiamo fatto pace secoli fa…!”.
Mi
zittii, senza sapere cosa dire. Mi aveva decisamente messa K.O.
“Va
bene, va bene, ora che mi hai fatto la partaccia posso andarmene?” chiesi,
fingendomi scocciata quando in realtà mi sentivo un grande peso sullo stomaco.
“Nessuno
ti ha chiamata… E per tua informazione non ho più voglia di uscire con la tua
amica” mi rispose con indifferenza, voltandomi le spalle e ritornando ad
immergersi nel suo libro.
Uscii
dalla stanza umiliata e con un grande senso di colpa, decidendo una cosa: una
volta ritornati a scuola, per quei pochi giorni che ci rimanevano fino alla
fine dell’anno scolastico, sarei stata più gentile e garbata. Ma ciò non
serviva a ripagare tutto ciò che avevo fatto, e nemmeno a farlo uscire con Cristina.
Sai quante ragazze gli faranno la
corte?!
Me
ne andai in giardino, lasciando che un venticello estivo mi scompigliasse i
capelli con leggerezza prima di trovarmi davanti Silvia, con tanto di occhiali
da sole giganti, tailleur beige e tacchi vertiginosi.
“Cercavo
proprio te, Deborina!” esclamò raggiungendomi. “Mi sono informata e ho scoperto
che oggi compi sedici anni! Auguri!”.
“Grazie, Silvietta” risposi sorpresa mentre mi
dava due baci sulle guance e si fermava a scrutarmi.
“Devo
dire che hai fatto un salto di stile esagerato! Stai benissimo!” dichiarò
indicando gli stivali. “Comunque, visto che non avevo nulla da fare dopo che Lara
e Massimo avevano da fare con le varie interviste, sono venuta a darti il mio
personale regalo di compleanno!”.
“Oh,
ma non dovevi…” iniziai, imbarazzata, mentre mi porgeva un pacchetto.
“Ma
che, scherzi? Dovevo! E poi dopo, se vorrai seguirmi, c’è anche la seconda
parte del regalo da parte di tutta la produzione, compresi Ivan, Maria e Luke…”
disse disinvolta, togliendosi una ciocca bionda da sopra le spalle.
Feci
un cenno ancora più imbarazzato, mentre scartavo il pacco, scoprendo degli
occhiali da sole Chanel.
“Oh,
ma sono… Meravigliosi! Non ho parole….” mormorai flebilmente.
Silvia
sorrise, prima di dire: “Allora indossali e vieni con me, ho il permesso della
direzione, su…” e un minuto dopo mi trovai a bordo di una limousine al posto
della solita BMW, con tanto di occhiali da sole.
“Silvia,
ma cosa hai combinato? E’ troppo, mi sembra di stare in un film…” dissi
incredula mentre lei mi porgeva dei pasticcini e un bicchiere di coca cola che
erano come comparsi dal nulla con tanto di piatti e bicchieri.
“E
il bello deve ancora venire…”.
Aveva
perfettamente ragione. Venti minuti dopo eravamo in un centro di bellezza, dove
provai dei particolari massaggi, feci la sauna, il bagno idromassaggio…
“Vedi,
io vengo in questo tipo di centro quando sono sotto stress, è un vero
toccasana” mi spiegò Silvia mentre eravamo in una gigantesca piscina
idromassaggio.
“Fai
bene, tu che puoi…” risposi sentendo un po’ di invidia. Con la mia vita
scolastica a stento riuscivo a trovare un’oretta al giorno per doccia e
shampoo!
“Ma
che, credimi, io darei tutto per poter essere un’adolescente come te, per poter
andare spensieratamente alle feste, divertirmi, cambiare ragazzo come se niente
fosse…” rivelò con aria nostalgica.
Feci
un sospiro, pensando che anche se io ero un’adolescente facevo ben poche cose
di quelle da lei citate. “Peccato che io sia un’adolescente e non faccio
nemmeno il 50% di queste cose! Io non mi ritengo un’adolescente a volte, mi
sento solo una vecchia che va ancora a scuola… vado ad una festa ogni tanto, mi
diverto solo un pò il sabato sera e… Riguardo ai ragazzi…” arrossii di botto,
mentre l’immagine di Andrea prendeva il sopravvento nella mia mente e pregavo Santa
Debora di non dare a Silvia il potere di poter leggere nella mente.
“I
ragazzi?! Dai, continua…” mi incitò, curiosa.
“No,
niente, mi sono lasciata con il mio ragazzo a novembre e da allora sono single,
insomma, con la mia vita non è che trovo il tempo da perdere dietro a loro…”
risposi, il che era vero, ma senza contare la vita lì a Music’s Planet.
Silvia
mi squadrò prima di fare uno strano verso e spingermi lievemente. “Debora! Ma
che cavolo, dico io, hai sedici anni! Pensa anche a divertirti, mica devi farti
la storia seria? Io mi sentivo come te dopo aver divorziato, ma ora nessuno può
togliermi qualche appuntamento… con qualche fan…” mi rimproverò, il che mi fece
sentire davvero uno schifo: essere riprovati su questo argomento da una quasi quarantenne
divorziata non è il massimo.
“Hai
ragione, Silvia! Quando ritornerò a casa farò una strage…” ironizzai per
sdrammatizzare.
“Brava!
Tanto sarai anche popolare dopo questo programma, no?”.
Dopo
il massaggio mi portò in un negozio d’alta moda, dove prendemmo vari vestiti, e
poi dal suo parrucchiere, che mi cambiò il taglio di capelli, mi fece qualche
meches color mogano e me li lisciò. L’estetista mi truccò e mi fece la
manicure… Inutile dire che quella sera, verso le sette, quando mi guardai allo
specchio esitai a riconoscermi, con il trucco perfetto, i capelli perfettamente
mechati e piastrati e con indosso un abito bordeaux con tanto di scarpe
abbinate.
“Questa
sono io?” chiesi incredula, sorridendo.
“Si,
sei tu. Aspetta, manca una cosa…” disse Silvia, sfilandosi il suo collier
d’argento con tanti diamanti e mettendolo al mio collo.
“Silvia!
No, ma… è tuo…” protestai.
“No,
in realtà quegli occhiali da sole li ho comprati con i soldi della produzione,
quindi questo è il mio vero regalo” spiegò. “Oggi ti ho conosciuta per quello
che sei per davvero, e non sai quanto mi sento dispiaciuta per come mi sono
comportata prima…” dichiarò, con gli occhi lucidi, lasciandomi visibilmente
sorpresa ed ammaliata.
“Oh,
grazie Silvia! Davvero, mi hai regalato un compleanno fantastico, e non mi
riferisco solo al fatto che ora posso remotamente assomigliare ad una VIP! Sei davvero
una bella persona” conclusi abbracciandola, mentre bussavano alla porta.
“Signora
Fortuna, l’autista è arrivato!”.
Ci
separammo, ma continuai a vedere quella strana espressione contenta sul volto
di Silvia mentre entravamo nella limousine ed io lasciavo vagare i miei
pensieri verso Andrea…
“Merda!”
urlai quasi mentre la vettura sfrecciava per città.
“Cosa
è successo?” chiese Silvia preoccupata.
“Oggi
il mio gruppo aveva la registrazione dell’inedito! Me lo sono perso!” esclamai,
sentendo un vuoto allo stomaco.
“No,
tranquilla, la registrazione dei brani è saltata, ci sarà domani! Mi ha
chiamato prima Luke, perciò mi sono trattenuta così tanto!” spiegò, mentre mi
lasciavo sfuggire un sospiro di
sollievo. “Ed è per questo che cenerai con me… Spero non ti dispiaccia”
aggiunse, mentre la limo si fermava davanti ad un locale di sicuro di lusso,
“Cenerentola’s club”.
“Oh,
ma figurati” risposi, mentre in realtà stavo ancora pensando ad Andrea… Non ci
eravamo proprio visti, avevamo perso altre 24 ore da trascorrere insieme…
Basta, Deb! Devi piantarla! Non devi
dipendere da lui…
La
cosa mi risultò molto difficile non appena mi trovai all’entrata del locale,
dove vedevo solo ricconi vestiti elegantemente. Vidi il mio riflesso nel vetro
d’entrata e sorrisi mio malgrado, quanto avrei voluto che Andrea mi vedesse!
“Ricorda
che questa sera ogni tuo desiderio è un ordine…”sghignazzò Silvia, come
leggendo nei miei pensieri e mi condusse in una sala, una sala decisamente buia
per i miei gusti.
No. Non può essere! Non è come in quei
film americani, ora non si accenderanno le luci e nessuno urlerà “Sorpresa!”…. Pensai,
accecata dal buio.
Ma
mi sbagliavo.
Tre
secondi dopo le luci si accesero e da dietro i tavoli spuntarono tutti i
ragazzi, i giudici e Ivan Argenti.
“Sorpresaaaaaa!”
urlarono tutti in coro, raggiungendomi e facendomi rimanere di stucco. Nessuno
mi aveva mai fatto una festa a sorpresa, di solito mi limitavo ad andare in
pizzeria con le mie amiche!
“Oh,
ma… E’ fantastico! Sono senza parole…” dissi, mentre Maria mi augurava buon
compleanno.
“Auguri,
Deb!” disse Ivan, baciandomi le guance. “Piaciuto il regalo della produzione?”.
“Si,
grazie…”.
“Ha
funzionato, sei stupenda! Ma l’idea della festa è stata di Andrea…” mi sussurrò
prima di allontanarsi con un sorriso, lasciandomi ancora più stupita.
“Auguri,
Debora!”.
Era
Niko, che fece un sorriso sforzato, stringendomi la mano prima di allontanarsi
rapidamente. “Ehi, la mia nipotina cresce sempre di più…” disse la voce di Max,
distraendomi dai miei pensieri.
“Zio!”.
“Auguri,
piccolina…” disse abbracciandomi.
“Happy Birthday to you, happy
birthday to you…”.
I
Gold Boyz mi avevano raggiunta, e mi strinsero in un abbraccio collettivo. “Alla
faccia, stasera qualcuno vuole far venire un infarto al signor Andrew?” chiese
Francesco squadrandomi per bene e facendomi l’occhiolino.
“Sei
bellissima, Deb! Si vede che sei invecchiata!” sghignazzò Giuseppe
abbracciandomi.
“Scusami
per stamattina, ma sai, dovevo essere acido, non dovevi sospettare nulla,faceva
parte del piano…” si scusò Dante cordiale.
“Oh,
ma figurati, Mr. Acidità…! E di chi sarebbe questo piano?” chiesi, fingendo di non sapere nulla.
“Noi
non sappiamo nulla…” disse Giuseppe, continuando a sghignazzare, prima di
lasciarci soli. Andrea, che indossava dei jeans neri con una camicia bianca e
una giacca nera sorrise abbracciandomi.
“Grazie,
è… fantastico! Ma mi dispiace che non ci siamo proprio visti oggi…” sussurrai,
cercando di non commuovermi.
“Faceva
parte del piano portarti lontano dal loft… Comunque sei fantastica, stai
benissimo, mi sento quasi inadeguato al tuo fianco…”.
“Ma
taci, non dire sciocchezze” lo zittii, mentre la musica partiva e alcuni
camerieri aprivano il buffet.
Con
un nodo alla gola notai che Daniele stava parlando con Lara: non mi si era
proprio avvicinato, e di conseguenza mi venne in mente la discussione di quella
mattina.
“Allora, prima che la festa inizi sul serio
vorrei che Debora ricevesse l’ultimo regalo di compleanno… Da parte dei Gold
Boyz, che hanno terminato di prepararlo solo due ore fa dopo una giornata di
lavoro!”.
Mi
distrassi dai miei pensieri, e ringraziai Dio quando le luci divennero soffuse.
I ragazzi mi si avvicinarmi mentre mi guardavo intorno curiosa, cercando di
distrarmi.
“Cos’è?”
chiesi.
“Lo
scoprirai…” mormorò Andrea. Non successe nulla, anzi, partì solo la base di una
canzone.
E,
prima che me ne rendessi conto, la voce di Andrea invase la stanza.
It's a little bit funny, this feeling inside
I'm not one of those, who can easily hide
I don't have much money, but boy if I did
I'd buy a big house where we both could live.
È un po’
divertente
questa sensazione che ho dentro
Non sono uno di quelli
che riescono a nasconderlo facilmente
Non ho molto denaro,
ma, dannazione, se l’avessi
comprerei una grande casa
dove potremmo vivere entrambi.
Sbarrai
gli occhi,riconoscendo la canzone “Your song”di Elton John, ma decisi di non
dire nulla per continuare ad ascoltare. Il ritmo era dolce e lento, quasi
magico. Poi fu la voce di Giuseppe unita a quella di Francesco ad invadere la
stanza.
If I was a sculptor, but then again no,
Or a man who makes potions in a travelling show
I know it's not much, but it's the best I can do
My gift is my song and this one's for you.
Se fossi uno
scultore, ma anche se non lo fossi
o uno che prepara pozioni
in uno show itinerante
So che non è molto,
ma è il meglio che posso fare
Il mio regalo per te è la mia canzone
e questa è per te
Le lacrime scendevano prepotenti,
rovinandomi il trucco, ma per la commozione.
And
you can tell everybody, this is your song
It may be quite simple but now that it's done,
I hope you don't mind, I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is while you're in the world.
E puoi dire a
tutti,
che questa è la tua canzone
Forse è molto semplice
ma ormai è fatta.
Spero che non ti dispiaccia,
spero che non ti dispiaccia
quello che ho messo per iscritto
Come è meravigliosa la vita
ora ce ci tu sei nel mondo.
Cantarono
in coro il ritornello, prima che li abbracciassi per la gratitudine . Una
canzone riarrangiata da loro come regalo… Wow.
La
canzone proseguì , e quando terminò mi sentivo decisamente catapultata in un
vortice di emozioni indescrivibili.
“E
questa era “Your song”, la canzone che questo mitico gruppo dedica a Debora e
che sarà presente in un loro eventuale cd!” terminò Ivan. “Deb, vuoi dire
qualcosa a queste persone che ti hanno raggiunta fin qui per festeggiarti?” chiese
infine, porgendomi il microfono, che presi in mano senza esitare. Un discorso,
un minimo ringraziamento ci voleva.
“Beh,
cosa dire… All’inizio per me era tutto un gioco, compiere sedici anni, ma ora…
Ora mi rendo conto che qualcosa è diverso, è cambiato, o forse sono
semplicemente io ad essere cresciuta. Prima di venire in questo programma ero
un’altra persona, più timida, che aveva vissuto i suoi quindici anni di vita
per metà, ma ora… Ora ho l’impressione di aver iniziato a vivere, con le gioie
e dolori che ciò comporta. Ho fatto
alcuni sbagli, come quello di giudicare qualcuno precocemente o credere di
avere ragione quando non ce l’avevo, a volte ho sfogato la mia rabbia su
qualcuno che non se lo meritava, a volte mi credevo addirittura una super donna
… Perciò vi prego di scusarmi, ho imparato al lezione. E poi… Grazie a tutti
voi, che mi avete regalato un compleanno fantastico!” terminai, senza sapere
cosa aggiungere e gli applausi invadevano la sala.
“Bene,
grazie Debora! Ed ora… Che le danze abbiano inizio!” terminò Ivan, posando il
microfono e raggiungendoci.
“Oh,
ragazzi, grazie!” esclamai, abbracciando di nuovo i ragazzi e lanciandomi nelle
danze.
“Davvero
ti è piaciuta?” chiese Andrea sollevato, mentre allungava il braccio per
invitarmi a ballare.
“Ma
certo…” risposi, e, approfittando delle luci psichedeliche, lo baciai. “Solo
che dopo me la devi cantare di nuovo…”.
“Certo…”.
Ballammo,
finchè non notai Daniele seduto su una sedia tutto solo. “Andrea, puoi
scusarmi? Ho una missione da amica da compiere…”.
“Si,
vai, nel frattempo io vado in bagno”.
Mi
avvicinai al ragazzo, che mi squadrò dal capo ai piedi. “So che non servirà a
nulla, ma voglio rinnovare le mie scuse”.
“Ok”
si limitò a dire.
Sorrisi.
“Meno male! Ti va di ballare con me?” chiesi poi, continuando a sorridere.
“Ti
piacerebbe. Non allevierò i tuoi sensi di colpa, mi dispiace” disse in tono
freddo Daniele, lasciandomi scioccata, sorpassandomi e andando chissà dove.
Aveva
detto bene, i miei sensi di colpa non si erano affatto alleviati. Triplicati,
semmai.
Qualche Anticipazione:
“…
E che dovrai dire addio a tutti… Specialmente ad Andrea…” terminò lui per me,
facendomi voltare di scatto a guardarlo.
_____
La
cosa non valeva solo per lui, il fenomeno “valigie” aveva invaso tutta la casa,
per il corridoio non si vedeva altro che persone che si chiamavano, si
restituivano qualcosa, se ne regalavano un’altra come ricordo…
_____
“Non
far finta di non capire” iniziai, gettandoglielo letteralmente in faccia. “E’
di Rossella, vero? Io… io credevo che per te non fosse importante!” urlai.
_____
“Ora però fai finta di non sapere nulla e
goditi le ultime ore con quel tipo” mormorò, accendendo le torce, e per un
istante mi parve di vedere il suo volto rigato da una lacrima.