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Autore: EragonForever    06/08/2015    2 recensioni
Salve, eccomi qui con questa nuova fanfiction tutta su Naruto, che ho imparato ad amare e apprezzare. Dunque, vi volevo solo dire che la storia sarà divisa in due parti. Mi è venuta questa idea x creare qualcosa di tutto nuovo. In conclusione ... buona lettura.
*************
In quell'attimo un verso stridulo squarciò l’aria scatenando il panico totale. Selene allora si svegliò, allarmata nel sentire tutto quel frastuono e corse fuori, spalancando gli occhi.
"Oh no ... sta arrivando.", mormorò, preoccupata.
Jamir, il figlio più grande accorse e la guardò con fare incerto.
"Chi? Chi sta arrivando mamma?", domandò.
Lei indicò un punto preciso alle porte del villaggio, dove era comparsa una colonna di fuoco.
"Mistfire ... la Fenice a 14 Code. Se verrà qui distruggerà ogni cosa!", esclamò.
(Dal prologo)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiba Inuzuka, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache di Jamila'
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Capitolo 17: Convalescenza

La prima cosa che vide fu un soffitto bianco e una luce soffusa che entrava dalla finestra. Ci mise un po' a mettere a fuoco i tre volti preoccupati che la guardavano.

“Ti sei svegliata grazie al cielo, ronfavi come un ghiro.”, esordì Ren con un sorriso sollevato.

La ragazza mugolò, strizzando gli occhi per mettere meglio a fuoco.

“Dove sono? Cos'è successo?”, mormorò poco dopo, la voce roca.

“Sei a Konoha, in ospedale per la precisione.”, rispose Rayal, anche lei sollevata nel vederla sveglia.

Jamir le era seduto accanto, anche lui felice.

“Ricordi qualcosa sorellina?”, le chiese con apprensione, prendendole una mano.

Lei scosse la testa, sospirando con aria scoraggiata.

“Non temere, la memoria tornerà da se, stai tranquilla.”, le disse una voce di donna.

Poco dopo nella sua visuale si stagliò la figura dell'Hokage che le sorrideva. Jamila allora provò ad alzarsi, ma un dolore straziante alla testa la costrinse a stare distesa.

“E' meglio che non ti muovi, le ferite che hai riportato sono abbastanza serie, hai bisogno di assoluto riposo.”, replicò Tsunade, seria.

Jamila sbuffò a quella notizia, non era affatto contenta di quella situazione, quindi incrociò le braccia, contraria.

“Accidenti, non è giusto, non sono fatta per stare in un letto di ospedale a fare la muffa.”, ribatté, scocciata.

L'Hokage allora la guardò con sguardo serio.

“Questo è un ordine e i miei ordini non si mettono in discussione. Se scopro una tua insubordinazione, vengo a prenderti e ti lego al letto come un salame, sono stata abbastanza chiara?” la rimproverò, severa.

“Si si …” borbottò l'altra, lo sguardo di sfida.

L'Hokage allora se ne andò ma prima di uscire dalla porta ...

"Tenetela d'occhio mi raccomando.", aggiunse, per poi andarsene.

Quando fu uscita, Rayal la fulminò con lo sguardo.

“Ma ti si è fuso il cervello? Non puoi mancarle di rispetto in questo modo, lei è l'Hokage, ed è grazie a lei che Konoha è ancora in piedi.”, sbottò.

L'amica allora alzò le mani in segno di difesa.

“Non era mia intenzione mancarle di rispetto, è solo che non mi piacciono i suoi ordini di stare qui, in questo letto, senza muovermi, non fa per me.”, replicò.

“Perché? Preferiresti andartene a zonzo con quelle ferite? Sei messa così male che anche un neonato ti stenderebbe senza problemi!”, le fece notare Ren, divertito.

Senza esitare Jamir le piantò in viso quello sguardo che le faceva ogni volta che doveva farle una ramanzina ma stavolta però Jamila non riuscì a sostenerlo e abbassò il capo. Lui allora si chinò e la prese per le spalle.

“Ascoltami, so che questa situazione non ti piace, ma l'Hokage lo ha fatto per te, per la tua sicurezza e il tuo bene. Ho ... rischiato davvero di perderti quando mi sei crollata priva di sensi tra le mie braccia. Eri in fin di vita, ok? Se ti avessi persa per sempre non me lo sarei mai perdonato, mai e poi mai hai capito? Perciò adesso piantala con i capricci perché non sei più una bambina, e obbedisci agli ordini dell'Hokage senza dire ma!”, la rimproverò con voce tremula.

A quelle parole non seppe cosa dire, quindi annuì semplicemente. Se c'era una cosa che non voleva era far preoccupare suo fratello più del dovuto. L'aveva praticamente cresciuta facendo fin troppi sacrifici con amore e dedizione, e farlo stare in pensiero era una cosa che non sopportava.

Poco più tardi i suoi amici la lasciarono riposare e anche Jamir si congedò. Era di nuovo sola, ma non ci diede troppo peso e non avendo sonno si mise seduta con cautela guardando fuori dalla finestra vide il sole splendeva e a giudicare dalla sua posizione doveva essere quasi mezzogiorno. Sentì infatti lo stomaco brontolare.

Accidenti, ma da quant'è che non mangio?

Era talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della ragazza che era appena entrata.

“Ciao …”, salutò.

Jamila allora si riscosse e guardò la nuova arrivata: aveva la stessa età di Jamir, corti capelli color fragola, grandi occhi verdi e la carnagione rosea. Portava il coprifronte di Konoha, ma, cosa più importante, teneva una ciotola fumante in mano.

“Ciao Sakura.”, la salutò Jamila.

“Mi conosci?”, chiese lei, stupita.

“Certamente, ho sentito parlare di te, dopotutto, sei l’allieva di Tsunade, no?” replicò l'altra.

“Ok ... a proposito, sono venuta a portarti il pranzo sotto richiesta di tuo fratello, sa che a te piace il ramen e così sono passata dal ristorante.”, spiegò Sakura, porgendole la ciotola.

“Grazie, sei molto gentile.”, mormorò l'altra, sorridendo.

Mangiò quindi di gusto e poi posò la ciotola sul comodino.

“Jamir mi ha chiesto di farti compagnia, se vuoi ovviamente.”, disse Sakura, poco dopo.

“Certo, accetto volentieri, dopotutto stare da sola in una stanza di ospedale non è affatto il massimo.”, accettò la Chunin, felice.

La kunoichi allora si sedette su una sedia.

“Non ti piacciono gli ospedali eh?”, esordì.

“Per niente, mi sento a disagio quando li vedo, per me sono come un segno di debolezza, li vedo come una prigione, per non parlare che odio stare bloccata qui.”, rispose Jamila, sbuffando.

Sakura rise a quelle parole.

“Mi ricordi Naruto, anche lui odiava stare in ospedale, voleva essere sempre in azione e anche oggi che è cresciuto non è affatto cambiato.”, commentò.

“Mi ha parlato molto di te.”, riprese poco dopo.

“Immagino ...”, mormorò la rossa, sospirando.

“Quello che hai passato è stato molto doloroso per te e mi dispiace.”, mormorò l'Haruno, apprensiva.

In risposta Jamila scosse la testa.

“Non devi dispiacerti, non centri niente, sono io la responsabile di quello che è successo e poi ormai è passato”

Sakura la guardò con preoccupazione ma non disse nulla, restò con lei fino a tardo pomeriggio e poi se ne andò.

La giornata passò in fretta e quella notte Jamila dormì serena, vegliata da suo fratello, che le stette accanto tutto il tempo.


Angolo dell'Autrice

Eccomi qui. Allora, la nostra Jamila è in ospedale è? Poverina, mi fa tenerezza. Lei non ha la guarigione accelerata come Naruto e non guarisce in fretta come lui, dato che il chakra di Mistfire è totalmente diverso da quello di Kurama.

E entra in scena Sakura Haruno. Spero che non sia troppo banale il loro incontro, ma mi sembrava un modo appropriato per farla comparire. Ringrazio coloro che seguono e recensiscono questa fantastica storia.

Spero che vi piaccia la mia idea di dividerla in due parti.

Al prossimo capitolo.

Baci EF (Capitolo revisionato)

   
 
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